[…] Houdini sapeva di non poter eseguire per molto tempo ancora le sue faticose evasioni, perché non aveva più la vitalità di un tempo. A giudizio della moglie Bess, non era più lo stesso da quando gli era morta la madre. Di notte lei si svegliava e lo sentiva chiedere: "Mamma, sei qui?" Gli sembrava che fosse tornata, ma non era così. Si chiedeva se sarebbe mai riuscito a mettersi in contatto con lei. Le uniche persone che lo credevano possibile erano quelle che praticavano lo spiritismo, ma a suo parere, tutti i medium che aveva conosciuto erano impostori. Il suo desiderio di comunicare con la madre ebbe però il sopravvento sulla ragione, ed egli giurò che se fosse esistito un medium autentico, lo avrebbe trovato anche in capo al mondo. Ebbe così inizio la sua strana ricerca. Partecipava alle sedute spiritiche con un'espressione ansiosa e rapita sul volto. Anche dopo numerose delusioni, ogni volta che insieme con Bess andava da un nuovo medium, chiudeva gli occhi e si univa con fervore all'inno che dava inizio alla seduta. Questa proseguiva con i soliti messaggi banali e i trucchi di sempre.
Comunicare con gli spiriti divenne per lui un'ossessione. Aveva cominciato a far strani patti con gli amici: chi moriva per primo avrebbe cercato di mettersi in contatto con l'altro. Inventò codici segreti e strette di mano che, se riprodotti dai medium, avrebbero dato la prova di essere autentici tentativi di comunicazione. Il patto più solenne lo strinse con Bess. Avevano deciso che il primo dei due che fosse morto avrebbe inviato un messaggio in codice composto di dieci parole. La prima era ROSABELLE, che aveva per entrambi un significato tanto particolare (era la canzone preferita da Houdini… tanto che ne aveva fatto incidere le parole all'interno dell'anello nuziale della moglie - nota mia). Le altre nove parole rappresentavano ciascuna un numero che a sua volta corrispondeva a una lettera dell'alfabeto. L'intero messaggio decodificato era: ROSABELLE CREDERE. Houdini sentiva che sarebbe morto per primo, ed era deciso a tornare sulla terra, se c'era questa possibilità. Avrebbe dimostrato in maniera inconfutabile che era possibile comunicare con l'aldilà e nessuno avrebbe più potuto dubitarne.
Houdini e Bess
Nel Dicembre 1919 partì per una tournée in Inghilterra, paese che trovò in sintonia con il proprio morboso stato d'animo. La guerra aveva privato dei loro cari innumerevoli persone. La perdita di tante vite umane aveva risvegliato l'interesse per lo spiritismo. Famose personalità vi si dedicavano e molti ne scrivevano. Tra questi il più autorevole, che esercitò forse la maggiore influenza sul pubblico, fu lo scrittore sir Arthur Conan Doyle.
Houdini scrisse a Doyle. Si conobbero e simpatizzarono all'istante. Houdini volle chiarire subito con grande franchezza la sua posizione nei confronti dello spiritismo: era scettico, ma disposto a cambiare opinione, se avesse trovato un medium in buona fede. Doyle gli assicurò che le prove non gli sarebbero mancate.
Durante la sua permanenza di sei mesi in Inghilterra, Houdini partecipò a un centinaio di sedute, durante le quali i medium trasmettevano i soliti vaghi messaggi da parte di sua madre. Ma nessuno si avvicinò minimamente alle parole che lui si aspettava o che avessero la parvenza dell'autenticità. Mentre Houdini girava per la sua tournée, Doyle ne seguiva le prodezze sui giornali e non si stancava di leggere le sue prodigiose evasioni dalla cassa della tortura cinese e da altri marchingegni. Houdini gli aveva assicurato che si liberava con mezzi naturali, ma Doyle cominciava a dubitarne. Scrisse a Houdini chiedendo perché cercasse la dimostrazione di un fenomeno soprannaturale quando lui stesso dava di continuo prove della sua esistenza. Lo implorò di considerare che forse la ragione per cui gli veniva negata la prova della comunicazione con gli spiriti dipendeva dal fatto che non usava il suo meraviglioso potere in maniera corretta. Houdini ingannava il suo pubblico quando gli chiedeva di considerare una straordinaria manifestazione di potere miracoloso alla stregua di un abile trucco e nulla più.
Raymund Fitzsimons - da Death and the Magician (Atheneum Publisher, New York, 1980)