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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto


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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Riporto un articolo di Pucci Cipriani, che è un tradizionalista cattolico toscano.

    Onore ai Serenissimi
    di Pucci Cipriani
    A Ludovico Manin
    Pregando sulla tua tomba nascosta / il saluto ti porge un veneziano / che al tuo calvario con pietà si accosta, / ultimo Doge, ultimo Sovrano.
    Federico Fontanella
    Ludovico Manin, l’ultimo Doge di Venezia, morì cinque anni dopo la cancellazione – avvenuta manu militari da parte delle truppe straniere rivoluzionarie dell’invasore Napoleone Bonaparte – della gloriosa Repubblica Veneta che cadde, appunto, nel 1797, mentre le popolazioni della penisola insorgevano, in armi, molte volte perfino nonostante e contro gli ordini dei loro sovrani, per difendere il Trono e l’Altare:
    “Quando i reggitori della Repubblica di San Marco, tremanti di paura alle minacce francesi, strappavano le gloriose insegne del leone alato, e supplicavano pace, i contadini del Veronese gridavano ‘Viva San Marco!’ e morivano per esso in quelle Pasque che rinnovavano i Vespri.
    Quando, sotto il cumulo di umiliazioni patite da prepotenti francesi e da giacobini paesani, Carlo Emanuele abbandonava Torino, i montanari delle Alpi, i contadini piemontesi e monferrini, continuavano disperatamente la resistenza allo straniero.
    Quando nella Lombardia gli Austriaci si ritiravano incalzati dai Francesi, i contadini lombardi a Como, a Varese, a Binasco, a Pavia, osavano ribellarsi al vittorioso esercito del Bonaparte, sfidando la ferocia della sua vendetta.
    Quando il mite Ferdinando III di Toscana era licenziato dai suoi nuovi padroni, e i nobili fuggivano, e i Girella, democratici improvvisati, venivano fuori con la coccarda tricolore, i contadini toscani insorgevano al grido di Viva Maria!
    Quando nelle Marche scappavano generali e soldati pontifici e il vecchio Pontefice arrestato era condotto via da Roma, non i Principi cattolici osarono protestare, non Roma papale insorse, ma i contadini dai monti della Sabina alle marine marchigiane caddero a migliaia per la loro fede e per il loro paese.
    Quando vilmente il Re di Napoli con cortigiani, ministri e generali fuggiva all’avanzar dello Championnet, soli, i montanari degli Abruzzi, i contadini di Terra di Lavoro, i lazzari di Napoli si opposero all’invasore in una lotta disperata e sanguinosa” (Cfr.: Niccolò Rodolico : “Il popolo agli inizi del risorgimento nell’Italia meridionale” Felice Le Monnier Editore, Firenze 1926.)
    Ecco, si rifacevano anche alle gesta eroiche degl’insorgenti controrivoluzionari, quel gruppetto di “insorgenti veneti”:
    Gilberto Buson – Cristian Contin – Flavio Contin – Antonio Barison – Luca Peroni – Moreno Menini, il “Bocia” – Fausto Faccia – Andrea Viviani
    ai quali va il memore ricordo e la mia immensa simpatia, che nella notte del 17 maggio 1997, bicentenario delle Insorgenze antigiacobine, arrivarono, sequestrando un traghetto, in piazza San Marco, con un “Tanko” (un carrarmato fatto da un trattore e coperto di cartone dipinto) salirono sul campanile (avevano portato con sé abbondanti viveri) “occupandolo” e incaricando “l’Ambasciatore Veneto” Bepin Segato di trattare con “lo Stato straniero italiano”…I “Serenissimi” volevano ricordare la gloriosa Repubblica e il suo Doge e contestare l’annessione del Veneto all’Italia.
    Si trattava naturalmente di una “romantica” ed esaltante azione dimostrativa – e questo la stampa (e anche molti politici) lo capiranno, o, forse, lo vollero capire, soltanto molto dopo – ma intanto questa “azione” del commando dei “Serenissimi” occupò giorni le prime pagine dei giornali, mentre alla televisione, si aprivano i notiziari con le notizie dell’assalto al campanile da parte dei ”Serenissimi”.
    Un gesto che fece piovere sul capo dei patrioti i fulmini e le saette del giacobinismo italico: attentato armato allo stato, interruzione di servizio pubblico a causa delle interruzioni delle trasmissioni televisive effettuate in precedenza alla manifestazione veneziana (gli otto erano intercettati da mesi)…eversione, banda armata, associazione a delinquere, associazione sovversiva…perfino Bepin Segato, l’”Ambasciatore veneto”, che non partecipò all’azione, ma che aveva solo l’incarico di trattare con il “governo italiano”, si beccò quattro – anni – quattro di galera…anni che fioccarono, come neve in dicembre, sulle povere teste dei veneti: anni e anni di galera come fossero noccioline, mentre la grande stampa a cominciare dal Corrierone a “La Stampa”, dall’Unità fino al Manifesto, intonavano il “Crucifige” nei confronti degli “eversori”….
    E ai blitz (quanto ridicoli e stupidi lo spiegheranno dopo i giornalisti che li avevano richiesti) seguirono le manette, le perquisizioni in piena notte nelle case dei “sospettati”, gli arresti, il terrore dei familiari, il tuonare dei pubblici ministeri, la lettura di sentenze “esemplari” e schifose a un tempo, i lunghi interrogatori che ricordavano quelli dei Gulag, la mancanza di vergogna da parte del giacobinume e dei parlamentari papponi che si distribuivano parimenti in tutte le formazioni dell’arco parlamentare, il piombo della stampa che chiedeva la testa dei “rei”, i fervorini mielosi, patriotico-risorgimentalisti, del Presidente della Repubblica (che, se non erro, a quei tempi, era il molto onorevole Azeglio Ciampi), e perfino i proclami idioti del tricolorismo “staraciano-finiano” che abbaiavano contro l’attentato all’unità d’Italia…insomma le forze “risorgimentali” della Grande Loggia al completo.
    Nel 1999 il Ministro della giustizia sovietica Piero Fassino bloccò l’iter di una domanda di grazia presentata dalla moglie di Luigi Faccia; intervenne, poi, ancora una richiesta di grazia, alla quale dette parere favorevole il Ministro Roberto Castelli, ma che non fu concessa, per il netto rifiuto del “resistente” e tricolorato Ciampi, adesso quasi centenario pensionato d’oro (che il Grande Architetto gli conceda il meritato riposo!)
    Il gesto fece sì che tutto il mondo parlasse di questo avvenimento: della voglia di libertà di questo popolo cristiano e laborioso che ha le proprie radici profonde nella Repubblica di Venezia; del resto gli otto “assalitori” riuscirono a guadagnarsi la simpatia della gente con il loro comportamento, un comportamento esemplare di fronte alla persecuzione e alla galera: “Il nostro non è stato un gesto violento o terroristico: non abbiamo tolto un capello a nessuno, volevamo solo richiamare l’attenzione sul sentimento identitario per la nostra terra, sulla nostra voglia di Indipendenza da questa Italia…se ci sono stati dei reati riconosciuti dalle leggi italiane, ebbene, noi siamo pronti a pagare, senza chiedere sconti, senza piagnistei.”
    Quando vedemmo il famigerato “Tanko” in televisione tutti capimmo che quello era stato solo un gesto dimostrativo e che, semmai, il fatto grave era stato quello di aver fatto credere al pericolo che avrebbero corso le istituzioni democratiche (sic) e aver “montato” il caso.
    Quello che però i solerti giudici o i loro suggeritori, quello che i politici, attaccati al totalitarismo risorgimentalista, non avevano previsto era il consenso che, da allora, cominciò a crearsi per la causa dell’Indipendenza veneta, la solidarietà che la maggioranza della popolazione veneta (ma non solo loro) espresse nei confronti di questi ”uomini coraggiosi” che avevano issato sul campanile di San Marco il Gonfalone con il Leone della Serenissima Repubblica Veneta. Quello che i servi del regime non avevano previsto è come questo gesto fosse riuscito a risvegliare anche negli altri popoli della penisola la voglia di identità e di libertà.
    “Benché anch’io mi ritenga un cittadino del mondo (come Dante Alighieri scrisse di esserlo, e scusate se è poco) e benché io creda – scriveva un caro amico oggi ottuagenario, il poeta veneziano Avvocato Federico Fontanella - che nascere in un posto piuttosto che in un altro, non costituisca alcun tipo di merito o di demerito, tuttavia in fondo al cuore sono lieto …che il Cielo, e la volontà dei miei mi abbiano fatto nascere veneziano, e quindi compatriota di Marcantonio Bragadin, ma anche di Carlo Goldoni, di Antonio Vivaldi e, perché no?, pure di Giacomo Casanova e di Giorgio Baffo. Amo la mia città di un amore tenace e pudico. Ve lo rivelo -scrive ancora Fontanella – (ma lo chiudo nel vincolo del più rigoroso segreto confessionale): mi sarebbe piaciuto lasciarmi prendere dai sogni e, in una incredibile notte di maggio, salire anch’io sul nostro Campanile per sventolare un’antica e gloriosa bandiera”.
    Conobbi all’epoca Moreno Menini, il “Bocia” degli otto Serenissimi, era il figlio del Sindaco di Mezzane di Sotto che era morto, l’anno prima, sotto il trattore, si laureò in scienze politiche in carcere, conservava gelosamente le lettere di solidarietà di tante ragazze (le belle “tose”) che avevano visto la sua foto sui giornali e che sono raccolte in un volume: “Ti con nu nu con Ti”, la domenica faceva quaranta chilometri per andare alla S. Messa nel rito antico. Venne a Civitella del Tronto, al Convegno annuale della Tradizione, e regalò a molti di noi un gradito ricordo: un poster con il ”Tanko” sul quale sventolava il Gonfalone veneto…con tanto di graditissima dedica...
    Ecco, questo episodio, da solo, potrà spiegare la nostra posizione nei confronti di coloro che si battono contro questo stato accentratore e totalitario nato dalla “colonizzazione” savoiarda degli altri Stati italiani, dall’unione dei medesimi stati, fatta a tavolino con la “squadra e il compasso”.
    Bello riempirsi la bocca con le solite parole: popolo, democrazia, partecipazione, suffragio universale e menate simili, il tutto finché siamo sicuri del successo elettorale, poi, quando ti senti mancare il terreno sotto i piedi, quando gli elettori ti abbandonano, quando la gente è stufa, allora si cambia tutto. Credevamo che la democrazia significasse avere il cinquanta più uno dei consensi (un modo come un altro per stabilire delle regole senza mangiarsi vivi) poi quando il cinquanta per cento diventa un sogno, sono loro, i “padroni del vapore” a stabilire che non il cinquanta ma il trenta sarà sufficiente a governare…e poi basta con il popolo che designa i candidati: ci pensiamo noi (la casta) a nominarli in tutta Italia e via le preferenze, via il proporzionale, a casa questo popolo ignorante e ciuco che non sa scegliere…e noi, illuministi illuminati, sceglieremo per lui…
    E la storia del referendum? Sì, sì, certo, ha ragione la maggioranza purché scelga quello che vogliamo noi e, per favore, lasci stare certi argomenti che provocherebbero delle vere e proprie catastrofi: sì l’uscita dall’Euro provocherebbe catastrofi incredibili, non parliamo poi dell’uscita dall’Europa che pensa per noi che, da tempo, abbiamo mandato in pensione il nostro cervello…pensa l’Europa a dettarci le “linee guida” a stabilire la dimensione delle zucchine e delle melanzane, a farci buttare a mare le nostre arance (“dobbiamo prenderle dal Marocco” secondo le “linee” dell’Europa), a farci a approvare le leggi infami che mirano alla distruzione della famiglia. Ricordate il governo della Sinarchia mondialista di Monti e della Fornero? Dovevamo cedere pezzi di “sovranità nazionale” perché le cose andassero meglio (Monti) e soprattutto dovevamo smettere di insegnare ai nostri figli che esiste in natura soltanto l’uomo e la donna, cosa sarebbero servite sennò le teorie del gender in questa nuova Frociopoli Europea? (Fornero)
    Non parliamo dei referendum indipendentisti…qui addirittura si commette reato e “peccato” financo a parlarne. Voler mettere in discussione l’Italia nata dal Risorgimento, dal “Mazzinismo” fascista e dalla Resistenza, siglata con tanto di bollo del Grande Oriente d’Italia e benedetta dai vati del neomodernismo che, oggi, hanno occupato i vertici della Chiesa? Ma siamo pazzi…Guai a voi “vili meccanici”!
    Nella prima Repubblica ci ha pensato la democrazia cristiana, diciamolo francamente, a ”neutralizzare” le teste calde, creando gli “opposti estremismi”: un’operazione da professionisti della politica quella di tenere a bada le opposizioni garantendo, proprio in nome dell’”ordine napoleonico”, la Gironda al potere.
    Poi, con la “seconda repubblica”, abbiamo avuto i dilettanti allo sbaraglio (una sinistra senza più punti di riferimento se non quello della “caccia” a Berlusconi, una destra senz’anima, un centro ispirato dalla mente eccelsa di Marionetto Segni) in cui i ”Progressisti”, per distogliere l’attenzione dai gravi problemi che la Destra non sapeva (o non poteva) risolvere, fa uscire dal cilindro i “Tanko” e i “colpi di Stato” dei Serenissimi, il tricolore oltraggiato, i lamenti e i guaiti di Ciampi, Napolitano, Scalfari e poi gli starnuti delle pulci “compassate”: da Cazzullo a Filippo Facci, da Bondi alla Bonino e Capuzzone, da Toccafondi e la Prestigiacomo a Luxuria fino a Vendola, passando per Casini (Pierferdy) Fini, Storace e Alfano…Un cuore solo e un’anima sola: il tricolore (massonico).
    La mente più lucida fu persino lui, pur con tutti i difetti, il Cavalier Silvio Berlusconi – braccato dalle procure di tutta Italia, osteggiato dalle sinistre e dalle vestali repubblicane, tradito dagli stessi microcefali che lui aveva innalzato e magnanimamente nominato “onorevoli” (Alfumo, Lupi, il trombato Toccafondi, già famiglio di Denis Verdini, La Quagliarella, l’altro “trombato” Mauro etc.), snobbato dai radicali chic di cultura sessantottarda – a buttare un sasso nello stagno, a muovere le acque : “Ma quale centenario dell’Unità d’Italia…ma per favore leggetevi le opere della Pellicciari….”
    Che, per chi non lo sapesse, Angela Pellicciari è quella storica “cattolica e revisionista” (ce n’è abbastanza per farla mettere al rogo!) che, finalmente, ha sollevato il velo e ha mostrato alcune delle grandi vergogne italiane con libri come: “L’altro Risorgimento” (Piemme), “Risorgimento anti cattolico” (Piemme), “I panni sporchi dei Mille” (Liberal), “Risorgimento da riscrivere” (Ares), “I papi e la Massoneria” (Ares) etc.
    E così, l’altra settimana, quando in Veneto sono iniziate le libere votazioni, senza nessun valore legale ma che comunque sarebbero servite per “misurare la temperatura” dell’elettorato, eccoti la sorpresa: oltre due milioni di cittadini si recano alle urne o votano on line per l’indipendenza….e scoppia il panico: improvvisamente si riforma il “ciellenismo” e fra tutte le “Forze politiche itaGLIane” si scatena il panico, il terrore…i risultati sono stati falsificati, non è vero che tanta gente si è recata a votare…ma…ma…ma…intanto si pensa che questa gente voglia far bagaglio e andarsene da “Mamma Roma” proprio nel mentre il “ciellenismo europeo” e americano lancia anatemi contro il cattivo Putin, e Hollande e Napolitano vorrebbero scatenare una nuova guerra in Crimea. Aiuto, è a rischio l’Unità di questa nostra Itaglia tricolorata…Dio mio in Veneto sono tutti impazziti…
    Ma ecco la mattina dopo si può tirare un sospiro: tutte macchinazioni dei mascalzoni indipendentisti, dei Serenissimi, dei rigurgiti della “reazione”, proprio in un tempo in cui “tutto va ben madama le Marchesa” e perfino il peccato è stato abolito dal Vaticano, per cui il Card. Kasper potrà proclamare il nuovo dogma ecclesiale: “FUTTI, FUTTI CHE DIO PERDONA A TUTTI” …ecco le prove dello sventato “golpe” trovate dai solerti investigatori che, nottetempo, si precipitano nelle case dei “sospetti” e, in mezzo al terrore (quello vero) dei bambini e delle mogli, mettono la casa sottosopra e trovano le “prove” del crimine in quei pericolosi manifesti con il Leone alato, in quei fogli dove sono scritti vaghi proclami e, soprattutto, nelle intercettazioni: “Tu mangi il salame, altro che salame ci vorrebbero dei candelotti di dinamite…” senza, peraltro, indicare dove avrebbero dovuto essere piazzati detti candelotti…
    Ma la “prova regina” – per cui scattano le manette, la galera, l’isolamento e la gogna, i processi farsa con conseguenti sentenze con snocciolamento di anni di carcere – ecco che arriva: il “Tanko”, trovato in un capannone e…ancora un altro, una pericolosa “Ruspak”…ecco, un carrarmato…eppure i nostri governanti che stanno ai piani superiori dovrebbero conoscere bene i carrarmati, quelli che loro applaudivano quando schiacciavano sotto i cingoli gli operai e gli studenti che scesero in piazza per difendere la loro libertà contro l’invasione sovietica. Dovrebbe saper bene come son fatti i carri armati (del tutto differenti dal “Tanko”) chi, dopo lo spettacolo orrendo di oltre 32.000 morti, poteva scrivere sulle colonne del suo giornale, ”L’Unità”, che i sovietici: “A Budapest hanno ristabilito l’ordine e portato la pace minacciata dai ‘controrivoluzionari’“
    Ma tant’è, in questa nostra Repubblica in cui vengono distrutte le famiglie, dove le tasse uccidono ogni attività o iniziativa artigianale e industriale, dove la gente con le pensione dello stato non giunge a metà mese, dove i giovani non trovano lavoro, dove non esistono più ideali e si sono aboliti i “princìpi non negoziabili”, dove è pericoloso uscire fuori la sera e dove, in casa, se hai subito una sola rapina puoi dirti fortunato…in questa “Itaglia”, dove i vecchi vivono con la pensione minima di quattrocento euro mensili mentre gli “immigrati ” e gli zingari si beccano quaranta euro al giorno, dove la Presidente della Camera ci rimbrotta e pretenderebbe di mandare i turisti nei Cie e i clandestini negli alberghi a cinque stelle, in questa nostra “Italia risorgimentale” dove da Lampedusa si vanno a chiamare altri immigrati, in queste città dove i nordafricani incrementano la loro rete di spaccio e dove le bande albanesi, rom e romene rapinano le abitazioni uccidendo e torturando, ebbene in questo “Belpaese” di ladri, di omicidi, di lenoni, di bancarottieri, di “invertiti dello spirito”, di grassatori e di mignotte, dove nessuno va più in galera e dove – è notizia di oggi – l’ex brigatista Barbara Baraldini, che uccise, tra gli altri, il giudice Minervini, con cinque omicidi sulla testa, presenta il suo libro con il patrocinio e i quattrini del Comune di Ruvo di Puglia… si scopre, improvvisamente, il “nemico”: gli indipendentisti veneti.
    Per giorni e giorni gl’inquirenti terrorizzano intere famiglie…poi, con la prova del “Tanko”…tutti i giornali escono con grandi titoli, le televisioni aprono i loro notiziari dove, con parole concitate, si danno le ultime informazioni sul “colpo di stato”…perfino cervelli come quelli di Fazio, Lerner, Filippo Facci, Floris, il meglio delle teste di…regime, si mettono al lavoro e la condanna contro i “golpisti” è unanime, sincera, democratica, unitaria e “tricolorata”…con sigillo del Grande Oriente.
    Presi dalla febbre dall’emozione, dalla bramosia di salvare lo Stato “unitario” e con lo stato unitario quelle comode poltrone, tutti, all’improvviso, scoprono un “unum sentire” e varano una legge che manda liberi un numero incredibile di delinquenti; tutti, approfittando del Golpe indipendentista, votano il decreto svuotacarceri…et voilà!
    Nel frattempo – sempre grazie a chi, gridando: “vergogna” alla minoranza italiana, è andato a Lampedusa a chiamarli – ecco il Ministro degli Interni (Alfano pieno di fumo) che annunzia, dopo aver fatto reprimere la rivolta veneta, almeno altri seicentomila immigrati che giungeranno quest’anno, durante l'estate, sulle coste italiane e ai quali sarà data calorosa accoglienza e , naturalmente, la cittadinanza, dopo che, grazie al voto congiunto di Pd, Ncd, Forza Italia, SEL e Movimento cinque stelle, è stata approvata l’abolizione del reato di clandestinità. Così con le pensioni dei nostri vecchi, tagliando l’assistenza agli handicappati e ai bisognosi, potremo elargire agli “ospiti” un generoso assegno di mantenimento (secondo le indicazioni della Signorina Boldrini) in attesa che i nuovi cittadini “italiani” possano ben organizzarsi in bande e dedicarsi ai furti, alle rapine, agli omicidi e – vista la prevalenza dei “nuovi cittadini islamici” con più mogli – anche al terrorismo, naturalmente in nome di Allah, del suo profeta Maometto e dell’ecumenismo…
    Noi potremo così fare sonni tranquilli: gl’indipendentisti veneti sono in galera, in isolamento, le loro famiglie e i loro amici messi in condizione di non poter più minacciare, le loro fabbriche con centinaia di dipendenti chiuse, questo Stato di galantuomini finalmente al sicuro…
    Ah, dimenticavo, il “Tanko” è stato sequestrato, quel terribile “Tanko” che – ha detto un cretino in TV – era stato fatto “sull’affusto di un trattore ma, tecnicamente, pronto a emettere una tremenda potenza di fuoco”. BUONASERA!
    Onore ai Serenissimi ? di Pucci Cipriani | Riscossa Cristiana

    Dal Boston Tea Party a Gandhi, storia dello sciopero fiscale
    di Stefano Magni
    Lo sciopero fiscale è illegale. E questa è un’affermazione lapalissiana. Prova a dichiarare di non volerle pagare e aspetta di vedere le conseguenze.
    Ma lo sciopero fiscale è illegittimo? Qui il discorso cambia, perché non sono sempre e solo i cittadini contribuenti a violaree la legge. Nella lunga storia delle proteste e delle rivoluzioni, ci sono molti casi in cui è lo Stato che la viola e sono i cittadini a resistere, in modo non violento, rifiutandosi di fornirgli le risorse.
    Il primo famoso caso di resistenza contro l’illegalità di un governo è sicuramente la rivolta di Boston del 1770. Due anni prima, un Impero Britannico appena uscito dalla Guerra dei Sette Anni e famelico di risorse, aveva deciso di “razionalizzare” la riscossione delle imposte con i Townshend Acts. Nelle sue 13 colonie americane, ai governatori locali furono conferiti pieni poteri, svincolati dal controllo delle camere dei rappresentanti. La Camera del Massachusetts si oppose alle nuove leggi e invitò i coloni a resistervi, con una “Lettera Circolare”, perché il nuovo ordine violava i diritti naturali dei coloni e le precedenti norme costituzionali. Fu in quel caso che si affermò il principio del “no taxation without representation”. Il 5 marzo 1770, una rissa fra soldati e giovani contestatori diede origine a una protesta spontanea che fu soffocata nel sangue dalle truppe britanniche: fu il celeberrimo “massacro di Boston”, quella che fu considerata la prima scintilla della Rivoluzione Americana.
    Ancor più celebre fu la rivolta del tè, il “Boston Tea Party” (da cui il nome dell’attuale movimento Tea Party) del 1773. Con il Tea Act del 1773 veniva, di fatto, introdotto un monopolio della Compagnia delle Indie Orientali britannica nell’importazione del tè nelle 13 colonie americane. Con le precedenti leggi di Townshend, restava intatta la tassazione sul tè. In questo modo il governo britannico continuava a violare il principio del “no taxation without representation” e introduceva un nuovo arbitrario monopolio. La protesta americana conobbe una nuova escalation fino al famoso “abbordaggio” del mercantile Dartmouth, nel porto di Boston, da parte di insorti (guidati da Samuel Adams) travestiti da pellirosse mohawk, che provvidero subito a gettare in mare tutto il prezioso carico di tè.
    Ma non furono gli americani a inventare la protesta fiscale. Furono gli stessi inglesi a rendersene protagonisti, per la prima volta durante la Guerra Civile, con uno sciopero durato due anni, nella città di Londra dal 1646 al 1648. Protestavano contro l’occupazione della New Model Army puritana di Oliver Cromwell. Non ritenendo legittimo l’esercito occupante, i londinesi smisero di pagare le tasse che avrebbero consentito di pagare gli alti salari (per allora) dei soldati.
    Sul continente europeo, è particolarmente interessante la rivolta fiscale organizzata, fra gli altri, da Frédéric Bastiat, nel 1829, in Francia contro Carlo X. I francesi di allora si opponevano a un altro atto illegale del re: l’aver aggirato deliberatamente il consenso parlamentare per alzare le tasse. La rivolta fiscale fu la premessa alla rivolta, che scoppiò l’anno successivo, e portò all’abdicazione del re, a favore di Luigi Filippo, che ripristinò la legalità della monarchia.
    Anche al di fuori del mondo occidentale, la protesta fiscale fu un’arma non violenta contro il dominio coloniale. La più celebre è la Marcia del Sale del 1930, in India. Il sale, nella grande colonia britannica, era monopolio di Stato sin dal 1882 ed era un ingrediente essenziale e irrinunciabile per tutti gli indiani, che lo usavano anche per conservare il cibo nel loro clima tropicale. La tassa sul monopolio salino garantiva agli inglesi circa l’8% di tutte le entrate dall’India. Fu dunque abbastanza comprensibile che il leader indipendentista Mahatma Gandhi scegliesse proprio la protesta fiscale contro la tassa sul sale per lanciare un forte segnale a Londra. La protesta fu più simbolica che concreta, esattamente come il Boston Tea Party un secolo e mezzo prima. Dopo una marcia di 390 km nello stato del Gujarat, circa 50mila indiani si apprestarono a prendere un pugno di sale a testa nelle saline di Dandi. La polizia li abbatteva a colpi di manganello, loro non reagivano e quelli ancora non colpiti continuavano a farsi avanti. Fu una protesta memorabile, un esempio di coraggio non-violento ricordato tuttora negli annali della storia delle rivoluzioni: benché il danno economico inflitto a Londra fosse minimo, l’opinione pubblica ne fu scossa. Come disse Gandhi, in quell’occasione, mostrando pochi grammi di sale raccolti: «Con questi ho scosso le fondamenta dell’Impero».
    La protesta fiscale è, non solo una forma non violenta di insurrezione, ma anche una protesta a favore della pace. Periodicamente, in occasione di tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti, i contribuenti mostrano il loro dissenso organizzando scioperi delle tasse: lo fecero in occasione dell’intervento in Messico (uno degli ispiratori della protesta fu Henry David Thoreau), della Prima Guerra Mondiale, della colonizzazione delle isole Samoa, della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra del Vietnam.
    È per questo che è ancora più paradossale che ai giorni nostri, in Italia (ma anche negli stessi Usa) a condannare la rivolta fiscale, quale forma di “egoismo” di destra, siano proprio gli intellettuali di sinistra, i leader religiosi più benpensanti e i sindacalisti.
    Dal Boston Tea Party a Gandhi, storia dello sciopero fiscale | L'intraprendente

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    Il Veneto è Veneto
    Di Admin
    Il Giornale di Vicenza ospita oggi nello spazio delle lettere una missiva, a firma della Confederazione delle associazioni combattentistiche e partigiane della provincia di Vicenza, nella quale gli estensori, presidenti M. Faggion (Anpi), G. Crosara (Ancr) e F. Binotto (Avl), manifestano la propria contrarietà ai processi separatisti in corso di attuazione con argomentazioni surreali.
    Ospitiamo volentieri una replica dell'amico Enrico Andrian, segretario del movimento Autodeterminazione delle Nazioni Friulane e del Litorale. Buona lettura.
    * * *
    E' alquanto doveroso far notare al CACP, in questa sua presa di posizione dal sentore vagamente fascista di smielata apologia dell'unità della patria, cozzi così palesemente con la realtà storica e con il ruolo stesso di una confederazione di associazioni partigiane antifasciste come la loro.
    Come si può infatti parlare di "Libertà e Democrazia" in riferimento al comportamento dello Stato italiano nelle due guerre mondiali, quando questo, senza la benché minima consultazione democratica, ha tradito per ben tre volte in meno di trent'anni i propri alleati, pugnalandoli alle spalle nel momento di massima difficoltà per il mero interesse della conquista imperialista?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che per ben due volte ha partecipato ad una guerra mondiale in qualità di aggressore, invasore ed occupante di paesi altrui?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che si è impunemente macchiato di violazioni al Diritto Internazionale, al Codice di Condotta Militare e di Crimini contro l'Umanità con sistematica metodicità e volontà criminale non secondi alla Germania Nazista ed all'Unione Sovietica?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che ancora oggi nega violentemente i crimini commessi nel trentennio 1915-1945 in tutti i territori conquistati ed occupati militarmente, e le opere di etnocidio, snazionalizzazione, deportazione e soppressione fisica di civili innocenti, la cui unica "colpa" era quella di non voler essere italiani?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che non ha mai pagato per i suoi crimini ed ancora oggi indottrina i suoi cittadini fin dalla culla nell'esaltazione retorica, e politicamente trasversale (come qui dimostrato dal CACP), del regime e dei suoi atti criminali?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che si fonda sulla menzogna, sul negazionismo e sul falso storico, presentando invasioni militari, violazioni e crimini contro l'Umanità come "liberazioni" e "redenzioni"?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che nella sua costituzione repubblicana inserisce in veste di dogma divino ed incontestabile la sacralizzazione dell'Immutabilità dello Stato, a scapito della libera volontà dei cittadini di cambiare lo Stato e le sue leggi, incluse quelle fondamentali, sulla base delle proprie esigenze e non di quelle dello Stato stesso?
    Come si può parlare di "Libertà e Democrazia" per uno Stato che costituzionalmente nega esplicitamente ai suoi cittadini l'esercizio effettivo della loro sovranità?
    Con quale faccia tosta dunque, un'ente come il CACP, che si presenta quale portavoce della resistenza partigiana al nazifascismo, si può esibire in una ode sperticata ad uno Stato fascista ed alla sua costituzione, in particolare a sostegno di un articolo che viola in un solo colpo accordi e trattati internazionali sottoscritti dallo Stato italiano stesso, il Diritto Internazionale ed i Diritti Umani, come il diritto alla libertà di autodeterminazione, ovvero viola ed irride palesemente quei valori di Libertà e Democrazia cui il CACP tanto ipocritamente dipinge quali princìpi cardine dello Stato italiano, loro autentica negazione?
    Il Veneto è Veneto - diritto di voto

    RUGBY VENETO CON IL GONFALONE
    di Daniele Visentin
    Stiamo cercando di coinvolgere il maggior numero di persone a questa nostra iniziativa.
    VENERDI’ 2 MAGGIO alle ore 20,00 ci sarà una partita internazionale di rugby tra Benetton Treviso-Glasgow Worriors (SCO) allo stadio di Monigo di Treviso. Le partite della Benetton sono guardate oltre che dai circa 5.000 spettatori presenti anche da mezza europa, la partita verrà trasmessa da Mediaset (italia 2) e dalla BBC.
    Perché non salutiamo gli amici scozzesi con decine di gonfaloni di San Marco? Faremo vedere al mondo il fermento che c’è in Veneto, senza spendere soldi (costo del biglietto gradinata 10,00 euro), sfrutteremo un evento già organizzato e molto visibile!!!
    Volete partecipare? Abbiamo creato un evento su FB: https://www.facebook.com/events/1390319467887313/

    Facendo pochissimi sforzi otterremo una grandissima risonanza mediatica!!! La nostra bandiera deve essere sdoganata dopo l’usurpazione della lega per oltre 20 anni…
    Guardate le foto dello stadio Camp Nou di Barcellona, e dello stadio del Vicenza. I catalani vanno in 100.000 allo stadio con le bandiere catalane, a Vicenza ne hanno portata solamente una…







    ancora una volta i Magnagati sono avanti, ma è troppo poco! Riusciremo a portare 100 bandiere allo stadio di Monigo?
    Qui di seguito il link del sito del campionato: RaboDirect PRO12 : Home
    Noi andremo con il nostro Gonfalone! Unitevi a noi e saremo tantissimi.
    Grazie e sempre WSM !



    Pasque Veronesi, eroica pagina di storia in onore di San Marco
    Mentre sulla Venetia soffiano impetuosi i venti dell’indipendentismo, meglio, del giusto rimpianto e recupero di un glorioso passato marciano, legato a un’orizzonte ideale quale fu e non potrà che essere quello degli Stati antecedenti la demoniaca Rivoluzione di Francia; mentre si fa sempre più forte la consapevolezza dell’ineluttabilità di un ritorno all’ordine tradizionale dei nostri Padri; mentre la crisi economica che morde, mette a nudo le autentiche cause ultime del disastro economico, che sono politiche, morali e spirituali e rimontano tutte, in ultima analisi, agli eventi tragici del 1796-97 e del 1861-66; mentre vi è ancora chi soffre nelle galere, e non solo, a causa della camicia di forza imposta dal cosiddetto risorgimento; ci accingiamo con orgoglio a celebrare il 217° anniversario dell’eroica insurrezione dei nostri Padri contro il despota Bonaparte, consegnata alla storia come Pasque Veronesi (17-25 aprile 1797). La più importante Insorgenza dell’Italia centro-settentrionale.
    Sotto c'è il link che rimanda al fitto programma di celebrazioni, che inizieranno il 17 aprile e che culmineranno anche quest’anno nel corteo storico, con le divise e le armi del tempo, per le strade cittadine. Quando, nel lontano 1996, duecentesimo della calata dei sanguinari rivoluzionari giacobini, fondammo il Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi, non avremmo mai immaginato di rievocare ancora, 18 anni dopo, il tragico e glorioso evento della sollevazione di Verona contro il più potente esercito del mondo, nel nome di San Marco, della fedeltà alla Repubblica (della quale la Città scaligera salvò l’onore) e alla vera Religione. Ma la forza delle buone idee è immensa. Se è vero, com’è vero, che pare imminente a tutti, ormai, il ritorno di quelle Istituzioni e di quella storia, che i giacobini e i neogiacobini credevano di aver sepolto per sempre e per cui caddero tanti nostri concittadini e non solo. Per questo, mai come in questo 2014, risuoni per le vie quel grido che commosse gli animi dei nostri compatrioti in quella primavera del 1797 e per cui non invano s’immolarono tante giovani vite: Viva San Marco!

    http://www.traditio.it/PASQUE%20VERO...e/8/storia.pdf

    http://www.traditio.it/PASQUE%20VERO.../Programma.pdf






  4. #1014
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Spioni, doppiogiochisti, triplogiochisti, fintiamiconi, fintitutto, .....
    che periodo!
    sklöpp & kanù

  5. #1015
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Scarcerati Chiavegato, Rocchetta ed altri.
    sklöpp & kanù

  6. #1016
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Citazione Originariamente Scritto da Scarpon Visualizza Messaggio
    Scarcerati Chiavegato, Rocchetta ed altri.

    vedremo se qualcuno dei mass-media si degnerà di trattare la notizia con lo stesso spazio dato per gli arresti

  7. #1017
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    vedremo se qualcuno dei mass-media si degnerà di trattare la notizia con lo stesso spazio dato per gli arresti

    Figurati..... in merdolandia poi....
    sklöpp & kanù

  8. #1018
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Il referendum sull’indipendenza blocca il Consiglio per due mesi
    I partiti (compresa la Lega) decidono di sospendere i lavori fino a giugno
    VENEZIA— C’è il residuo fiscale da venti miliardi di euro che fa rabbia a tutti, c’è l’inefficienza della pubblica amministrazione romana che dà fastidio a molti, ci sono gli sprechi delle Regioni meridionali che sono inaccettabili e poi tutti i vantaggi di quelle a statuto speciale che fanno parecchia invidia. Ma chi sente la febbre da Veneto autonomo o, meglio ancora, da Veneto indipendente, per il momento deve mettersela via: il più amato (il più odiato?) dei referendum, quello sull’autonomia e sull’indipendenza della nostra Regione, quello che deve essere indetto al più presto dal consiglio regionale sulla base dell’ormai celeberrimo progetto di legge 342, sembra mettere in difficoltà perfino i suoi sostenitori. La Tachipirina che sta raffreddando anche i più convinti fautori del referendum sono le vicine elezioni europee del 25 maggio, tanto che i capigruppo a palazzo Ferro Fini hanno deciso di sacrificare perfino i normali lavori legislativi del parlamentino per due mesi pur di non dover discutere la legge referendaria prima di aver apparecchiato la tavolata di Bruxelles. Di fatto, per evitare sovrapposizioni con la campagna elettorale (perché un conto è parlare di referendum e un altro e agire concretamente), il consiglio non si riunirà più fino al prossimo 10 giugno costi quello che costi.
    D’altra parte i consiglieri sanno benissimo che discutere in aula la legge 342 non è come annunciarla da un palco o discuterla e approvarla in commissione Affari costituzionali (cosa peraltro già avvenuta) perché le conseguenze potrebbero essere pesanti. A detta di quasi tutti i costituzionalisti interpellati dal consiglio regionale il rischio è un intervento della Corte costituzionale che potrebbbe ravvisare nell’approvazione del referendum un attentato all’unità d’Italia e quindi potrebbe procedere allo scioglimento del consiglio regionale a cui il presidente della Regione Luca Zaia ha rinviato con eleganza la responsabilità dei giochi. («Io dico che il consiglio è sovrano e che sarà il consiglio a decidere, ovviamente valutando tutte le opzioni»). Ed è evidente che tra le opzioni dei nostri eletti, non figura l’aspirazione a essere commissariati o anche solo allontanati dalla vita politica. E quindi, per una volta, i capigruppo si sono trovati d’accordo hanno deciso di rinviare a giugno tutti i provvedimenti (compresi quelli urgenti) per evitare di trovarsi a discutere di indipendenza in un periodo ancora troppo caldo. «Ho votato contro la decisione di sospendere i lavori del Consiglio per due mesi - sottolinea Diego Bottacin (Scelta Civica) -. È ridicolo rimandare la patata bollente del referendum al dopo elezioni, rimandare non serve a nulla. Dovevamo andare avanti come aveva promesso qualcuno». Il Pd, che già era uscito dall’aula durante la discussione del progetto di legge 342 in commissione, però non ne ha voluto sapere. Già si trova a dover gestire equilibri difficili tra la spinta autonomista degli elettori veneti e la volontà centralista del capo di governo (e loro segretario di partito) Matteo Renzi.
    Dover scegliere se strappare con l’elettorato locale o con i vertici romani proprio alla vigilia di un’elezione non è il massimo. Non tanto diversa la situazione per Ncd e Forza Italia. Anche là ci sono problemi di rapporti dentro e fuori dalla nostra regione (nè Silvio Berlusconi né Angelino Alfano sono strenui sostenitori dell’indipendenza del Veneto) e allora ben venga una sospensione (salvifica) dei lavori.
    E la Lega? Ci si aspetterebbe che abbia dato battaglia senza quartiere per spingere sulla votazione del referendum quanto prima. Invece no. Anche gli esponenti del Carroccio hanno preferito - di comune accordo con gli altri capigruppo - rimandare tutto il pacchetto al dopo elezioni quando le agitate acque della politica saranno un tantino più tranquille. «Io mi sono attenuto alle richieste dei quattro quinti della conferenza dei capigruppo come prevede il regolamento», alza le braccia il presidente del consiglio Clodovaldo Ruffato schivando qualsiasi altro commento. «Io avrei fatto anche una riunione del consiglio - ammette Pierangelo Pettenò - ma gli altri partiti hanno insistito e, visto che le commissioni continuano a lavorare lo stesso e l’attività istituzionale va avanti senza problemi, ho votato a favore».
    Il referendum sull’indipendenza blocca il Consiglio per due mesi - Corriere del Veneto

    Ecco perchè Santoro è lo sponsor del terrorismo di stato


    ADERISCI SUBITO AL PIANO DI OBIEZIONE FISCALE
    La Delegazione dei Dieci il 25 marzo scorso ha promulgato il decreto 1/2014 della Repubblica Veneta per l’Esenzione Fiscale Totale.
    In questa fase, al fine di aumentare il massimo l’adesione da parte degli imprenditori e cittadini veneti, si è scelto di attuare una campagna di obiezione fiscale che permetta il rispetto della legalità veneta senza violare la legalità italiana. Utilizzando pertanto le leggi e le normative fiscali vigenti dello stato italiano, seguendo quanto riportato negli opuscoli sotto riportati, si potrà non pagare le tasse italiane nelle modalità descritte.
    Per approfondimenti, partecipa alle serate di presentazione della campagna di esenzione fiscale totale, oppure recati presso l’Ufficio Pubblico della Repubblica Veneta a te più vicino.
    Scarica di seguito i modelli di adesione al piano di obiezione fiscale. Aderisci oggi stesso compilando il modulo sotto riportato.

    ADERISCI SUBITO AL PIANO DI OBIEZIONE FISCALE | Repubblica Veneta, federale, indipendente, libera e sovrana











    Sorge un nuovo giorno sulle ali del Leon




    El leon dize; NESSUNO MI DOMINA










    l







    FESTA DE SAN MARCO 2014


    FESTA DE SAN MARCO 2014 in Piassa San Marco

  9. #1019
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    In questa discussione grazie agli articoli inseriti da Erlembaldo vediamo decine di foto con il gonfalone di San Marco, sventolato da veneti nelle occasioni più diverse.
    Ma questi veneti lo sanno che quella è la bandiera di Venezia, e che i veneziani non sopportano che quelli che considerano campagnoli bifolchi la utilizzino?

  10. #1020
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    Predefinito Re: un veneto indipendente....tutto da guadagnare..ma proprio tutto

    Citazione Originariamente Scritto da lanzichenecco Visualizza Messaggio
    In questa discussione grazie agli articoli inseriti da Erlembaldo vediamo decine di foto con il gonfalone di San Marco, sventolato da veneti nelle occasioni più diverse.
    Ma questi veneti lo sanno che quella è la bandiera di Venezia, e che i veneziani non sopportano che quelli che considerano campagnoli bifolchi la utilizzino?

    Va bene, non passa mese che lo rimarchi, ma su cosa fondiamo un'identità comune?
    Ci inventiamo un nuovo simbolo dal nulla o quasi, tipo lega2.0, un nuovo sole delle alpi?
    Il leone di San Marco bene o male è conosciuto in tutte le terre venete, che bada bene sono bel oltre l'attuale regione.
    Che si fa?
    sklöpp & kanù

 

 
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