Terra padana

[Eridano]

La chiesa cattolica romana è mondialista, non identitaria.

[Erlembaldo]

Prodotti tipici del Piemonte Orientale: il Bettelmatt della Val d'Ossola
di Veronica Deriu
Neve, terme e buon cibo, un vero e proprio paradiso nell'Ossola. Per gli appassionati di formaggio che ancora non conoscessero il re di quelli piemontesi (e non solo), il Bettelmatt è da assaggiare almeno una volta nella vita. E, soprattutto, una volta provato, sarà difficile dimenticarlo. Assomiglia alla fontina valdostana, è pregiato come il Bitto della Valtellina, ed è prodotto negli alpeggi delle valli Antigorio e Formazza. Deve il suo sapore particolare alle erbe aromatiche che crescono sui pascoli d'alta quota, in particolare l'erba mottolina. Dopo una giornata di sci, oppure alle terme (suggeriamo il relax a Premia), le valli piemontesi ad un tiro di schioppo da Varese, insomma, si possono anche “assaggiare”.
Il Bettelmatt è a pasta semi cotta, si ottiene dalla lavorazione del latte intero delle vacche brune. La sua particolarità è che si produce esclusivamente in sette alpeggi: Morasco, Kastel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno e Sangiatto, ad un'altitudine tra i 1.800 ed i 2.400 metri.
Per riconoscere il Bettelmatt originale bisogna controllare che porti sullo scalzo la data di produzione, che sia ricoperto da una peluria e che contenga l'indicazione dell'alpeggio di provenienza, oltre ad avere la marchiatura a fuoco.
Dove acquistarlo? Alla Latteria Antigoriana di Crodo (VB) via Circonvallazione; tel. 0324 61081 – Latteria Sociale Antigoriana - Coop s.r.l.. Per assaporarlo “cotto” consigliamo un flan di Bettelmatt al ristorante Piccolo Lago di Verbania.
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TE SI UN SALBANELO !
Simonetta Dondi dall’Orologio
Comodamente conosciuto come una sorta di folletto, il “Salbaneo” è una figura che nell’immaginario comune popola i boschi del Vicentino, nascondendo con cura il proprio rifugio spesso tra rovi impenetrabili.
Un “omino” furbo, con occhietti vispi a volte dispettoso ma simpatico che fa tutto quello che gli frulla per la testa, che arruffa, che ghigna, che ride, sconquassa, ribalta, arriccia, intreccia, salta, cade, rimbalza, eppure riesce sempre ad aggrapparsi alle ali di un caleidoscopico mondo idilliaco.
Figura di origine nordica, probabilmente cimbra o celtica, viene rappresentato come una sorta di folletto con copricapo e babbucce di colore rosso. In alcune valli prende il nome di “SANGUANEO” (forse perché vestito di rosso) o “SALVANEO” (forse da SELVA = bosco).
TE SI UN SALBANELO ! | Vivere Veneto






Storia delle eroine dimenticate della Svizzera
LA BATTAGLIA DI PORCLAS
Quando le donne difesero il villaggio di Vella
Julia Slater
Hanno lanciato sassi e tronchi d’albero contro il nemico, si sono travestite da soldati e hanno fatto fuggire gli aggressori con l’arma dell’inganno: nei secoli passati, le donne svizzere si sono dimostrate a più riprese ingegnose e coraggiose, almeno secondo quanto raccontano le leggende.
La storia svizzera è impregnata di racconti che narrano le prodezze compiute da valenti eroine. Eppure, se alcune leggende – come quella di Guglielmo Tell e della mela sul capo del figlio – sono note a quasi tutti gli svizzeri, le gesta femminili vengono spesso relegate in secondo piano.
Nella Val Lumnezia, il ruolo delle donne fu fondamentale per sconfiggere il nemico. Era il 1352. Gli uomini del villaggio avevano lasciato il villaggio per affrontare le truppe del conte Werdenberg. Così quando le donne si resero conto che gli invasori stavano avanzando, salirono fino a Porclas – un cancello che delimita l’entrata nella valle – e scagliarono pietre e bastoni.
In questa regione del canton Grigioni, questa storia fa parte del folklore locale. Il cancello è anche noto come Porta da Femnas, che tradotto dal romancio significa “Porta delle donne”. Curiosamente, però, è più facile trovare informazioni su internet sulla commemorazione dell’evento – nel 1952, ovvero 600 anni dopo – che sulla battaglia medesima.
L’ex insegnante Nicolaus Caduff ha pubblicato di recente un libro di fotografie sulla cerimonia del 1952, che attirò nella valle migliaia di visitatori, tra cui anche l’allora ministro dell’interno Philipp Etter. Secondo Caduff, l’evento rifletteva il modo in cui la promozione della cultura svizzera – negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale – era incentrata ancora sulla difesa dei valori nazionali, in contrapposizione al nazismo e al fascismo dei paesi vicini.
«Non era solo una questione regionale. La commemorazione era importante per l’intero cantone dei Grigioni e in un certo modo anche per la Svizzera nel suo insieme», spiega Caduff.
Per l’occasione, Toni Halter, sacerdote della zona e scrittore, pubblicò una pièce di teatro sulla battaglia di Porclas, interpretata dagli abitanti del villaggio. Il testo si basava sulla tradizione orale, ma era stato esaminato anche da diversi storici.
Quarant’anni più tardi, la manifestazione del 1952 ispirò una serie televisiva per la quale vennero utilizzati anche molti filmati girati durante lo spettacolo teatrale. Alla pellicola parteciparono circa duemila persone, provenienti da tutta la valle.
A differenza di altre leggende popolari, la battaglia di Porclas non ha dato vita a celebrazioni annuali nella Val Lumnezia.
Diverso invece l’impatto delle gesta compiute nel 1712 dalle cittadine di Fahrwangen e Meisterschwanden, due villaggi dell’attuale canton Argovia. Dal 1912, ogni anno a gennaio, per tre giorni le donne vestono eleganti abiti dell’epoca, prendono il controllo del villaggio e vanno a caccia di uomini con reti di corde di canapa. Questa festa è un omaggio alle donne che, durante la guerra di Villmergen, marciarono per i sentieri del bosco facendo un gran baccano e ingannando così il nemico, convinto di avere di fronte un intero esercito. La strategia femminile permise di vincere le truppe riformate bernesi.
Ma l’eroina svizzera più nota al grande pubblico è probabilmente la ginevrina “Mère Royaume”, che avrebbe riversato un pentolone pieno di minestra bollente sulle truppe del Duca di Savoia che si erano lanciate all’assalto della città nella notte tra l’11 e il 12 dicembre 1602. La rievocazione della vittoria prende forma ogni anno, con la rottura di una simbolica marmitta di cioccolato.
Queste due festività figurano nella lista delle 167 “tradizioni viventi” censite dall’Ufficio federale della cultura nel 2012. Così come il pellegrinaggio dello Stoss che commemora la battaglia del 1405 nella quale gli appenzellesi riuscirono, grazie anche al contributo delle donne, a liberarsi dal dominio dell’Abbazia di San Gallo.
Spirito di rivolta: In memoria delle eroine dimenticate della Svizzera - swissinfo.ch


Video
http://media.swissinfo.ch/videos/swi...38232-720k.mp4

[sciadurel]

Prodotti tipici del Piemonte Orientale: il Bettelmatt della Val d'Ossola
di Veronica Deriu
Neve, terme e buon cibo, un vero e proprio paradiso nell'Ossola. Per gli appassionati di formaggio che ancora non conoscessero il re di quelli piemontesi (e non solo), il Bettelmatt è da assaggiare almeno una volta nella vita. E, soprattutto, una volta provato, sarà difficile dimenticarlo. Assomiglia alla fontina valdostana, è pregiato come il Bitto della Valtellina, ed è prodotto negli alpeggi delle valli Antigorio e Formazza. Deve il suo sapore particolare alle erbe aromatiche che crescono sui pascoli d'alta quota, in particolare l'erba mottolina. Dopo una giornata di sci, oppure alle terme (suggeriamo il relax a Premia), le valli piemontesi ad un tiro di schioppo da Varese, insomma, si possono anche “assaggiare”.
Il Bettelmatt è a pasta semi cotta, si ottiene dalla lavorazione del latte intero delle vacche brune. La sua particolarità è che si produce esclusivamente in sette alpeggi: Morasco, Kastel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno e Sangiatto, ad un'altitudine tra i 1.800 ed i 2.400 metri.
Per riconoscere il Bettelmatt originale bisogna controllare che porti sullo scalzo la data di produzione, che sia ricoperto da una peluria e che contenga l'indicazione dell'alpeggio di provenienza, oltre ad avere la marchiatura a fuoco.
Dove acquistarlo? Alla Latteria Antigoriana di Crodo (VB) via Circonvallazione; tel. 0324 61081 – Latteria Sociale Antigoriana - Coop s.r.l.. Per assaporarlo “cotto” consigliamo un flan di Bettelmatt al ristorante Piccolo Lago di Verbania.
Prodotti tipici del Piemonte Orientale: il Bettelmatt della Val d'Ossola - LaBissa.com

buonissimo il Bettelmatt.... da noi lo trovi anche in alcuni negozietti locali (furmagiàtt), anche perché la Val d'Ossola è una valle Lombarda annessa di forza al piemonte dal 1743

p.s. si son dimenticati di scrivere che il Bettelmatt è il tipico formaggio delle popolazioni Walser

[ventunsettembre]

Il famoso Walser di Strauss.
Boia flin, boia fauss.

[sciadurel]

Il famoso Walser di Strauss.
Boia flin, boia fauss.

[ventunsettembre]

E' una vecchia storpiatura del famoso valzer, si canticchiava in piemontese (lingua ormai sconosciuta) da bambini.
Ho giocato con la somiglianza fonetica per scherzare un po'.
Ti sei svegliato male stamattina?

[sciadurel]

E' una vecchia storpiatura del famoso valzer, si canticchiava in piemontese (lingua ormai sconosciuta) da bambini.
Ho giocato con la somiglianza fonetica per scherzare un po'.
Ti sei svegliato male stamattina?

no, se devo esser sincero non l'avevo capita

p.s. mi sveglio sempre male da quando mi son reso conto che l'unica via d'uscita dal disastro totale era andar via da questo paès de m...

[ventunsettembre]

Consiglio da amico.
Ne parli troppo spesso.
Finiscila di vivere di rimpianti.
Acqua passata non macina più.
Guarda avanti, mai indietro.
Il farlo non porta ad altro che alla tristezza, se non alla depressione.
Non puoi permettertelo!
Un abbraccio affettuoso (che non legga l'inquirente!)

[sciadurel]

Consiglio da amico.
Ne parli troppo spesso.
Finiscila di vivere di rimpianti.
Acqua passata non macina più.
Guarda avanti, mai indietro.
Il farlo non porta ad altro che alla tristezza, se non alla depressione.
Non puoi permettertelo!
Un abbraccio affettuoso (che non legga l'inquirente!)

hai ragione, fa male anche alla salute ... ma quando vedi che non hai futuro in una terra dove tu ti sei fatto un "mazzo" pauroso per anni e dove i tuoi avi hanno vissuto per secoli, le palle ti girano al quadrato

[ventunsettembre]

Palle. Girano. Quadrato? Bah!
Valli a capire gli amici!