“L’arte dell’abaco” (1478, “Treviso Arithmetic”): il più antico libro di matematica stampato vide la luce in Veneto
Gianluca Busato
Il primo libro di matematica – e una delle prime opere scientifiche in assoluto – mai stampato al mondo vide la luce a Treviso, nel 1478. Il titolo del libro è “L’arte dell’abaco” (noto in lingua inglese anche come “Arithmetic”). L’autore è anonimo, con tutta probabilità un religioso. Il libro è scritto in lingua veneta ed è leggibile ancor oggi.
Si tratta di un’opera divulgativa, dedicata alle applicazioni commerciali dell’aritmetica, destinato all’utilizzo degli operatori. Esso aiutò a porre fine al monopolio della conoscenza matematica e diede grande impulso alla sua diffusione presso la classe media.
Il libro stampato a Treviso, è uno dei circa 30 libri di aritmetica stampati prima della fine del XV Secolo, metà dei quali ancora in latino. Nel periodo in cui uscì il libro le attività commerciali della Serenissima Repubblica di Venezia erano più che mai floride e l’ambiente era ideale allo sviluppo dell’attività della stampa: pensiamo che su circa settanta stamperie esistenti al tempo in Europa circa cinquanta erano attive nella sola Repubblica Veneta e di queste, tredici erano site nella città di Treviso.
Solo 26 anni dopo la stampa della Bibbia di Magonza, “l'arte de labbacho” dimostra come i tipografi veneti fossero già molto esperti. Esso è stampato in modo chiaro, con bella impaginazione e presenta pochi errori di stampa.
“L’arte dell’abaco” insegna le quattro operazioni fondamentali, con numerosi esempi sviluppati con diverse tecniche di scrittura, alcune delle quali ancora in uso oggi. In esso si usa il concetto di frazione. “Treviso Arithmetic” insegna anche a calcolare la data della luna nuova, partendo dal numero aureo dell’anno, dall’età della luna all’inizio dell’anno e dalla durata del mese sinodico lunare. Quest’ultimo era noto all’autore con un errore inferiore a mezzo secondo rispetto a quello reale. Tutto ciò quando ancora si usava il calendario giuliano, riformato da Gregorio XIII dopo lunghi studi nel 1582.
Il libro originale esisterebbe in pochissime copie: 8 elencate nel 1888 da Pichi e solo una citata in tempi moderni, tradotta in parte da D.E. Smith per scopi didattici nel 1907, custodita presso la Columbia University.
Frank J. Swetz tradusse in inglese l’opera completa con note di Smith nel 1987, nel suo Capitalism & Arithmetic: The New Math of the 15th Century. Swetz utilizzò la copia ospitata nella Biblioteca Manoscritto presso la Columbia University, giunta in tale collezione attraverso un percorso curioso. Maffeo Pinelli (1785), bibliofilo veneziano, è il primo proprietario conosciuto. Dopo la sua morte la sua biblioteca è stata acquistata da un commerciante di libri Londra e venduto all’asta il 6 febbraio 1790. Il libro fu acquistato per tre scellini da tale sig. Wodhull. Circa 100 anni dopo esso riapparve nuovamente nella biblioteca di Brayton Ives, un avvocato di New York. Quando Ives vendette la collezione di libri in asta, Arthur George Plimpton, un editore di New York, lo acquistò per arricchire la sua vasta collezione di testi scientifici precoci. Plimpton donò quindi la sua biblioteca alla Columbia University nel 1936.
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La maledizione di Paganini
Paolo Crecchi
Dopo avergli demolito la casa, Genova dedica al violinista un singolare monumento: una statua a San Biagio
Genova - Un monumento, però in periferia e senza tante storie. Non ci sarà neppure l’assessore comunale alla cultura, Carla Sibilla, perché l’appuntamento è per domenica alle 11,15 e a Niccolò Paganini - il massimo violinista di ogni tempo, sì - non val la pena sacrificare il brunch. E poi San Biagio è Val Polcevera, terra incognita alla gauche caviar.
Gli Amici di Paganini, che hanno voluto e finanziato la statua commissionata allo scultore Franco Repetto, si troveranno davanti qualche rappresentante municipale di second’ordine. Del resto, è il destino del figlio più illustre della Repubblica di Genova quello di essere maltrattato.
Nel 1970 gli hanno demolito la casa in passo Gatta Mora, di notte, e ancora oggi sbigottiti musicofili di tutto il mondo vagano per i giardini Baltimora chiedendo di Black Cat Street: il sindaco era il democristiano Augusto Pedullà, ragionava come si suol dire con dieci anni di anticipo (sarebbero state le giunte di Cerofolini a completare lo scempio urbanistico).
Due anni fa è stato cancellato il Premio Paganini, di fatto, che fino al 2010 regalava a Genova riflettori internazionali: non sarà allestita neanche l’edizione 2014, ormai è troppo tardi. Così alla fine è stato scelto il monumento, assai singolare.
Ci sono «due steli gemelle e speculari», si legge nella presentazione dello scultore Franco Repetto, e «negli spigoli interni delle steli, strategivamente orientate, è ritagliata la sagoma negativa di un violino attraverso la quale è possibile scorgere la veduta dell’ex dimora paganiniana».
La polemica - La maledizione di Paganini | Liguria | Genova | Il SecoloXIX
Posterò a parte, nella sezione "Musica padana", alcuni articoli e alcuni filmati riguardanti il grande violinista. In questa sede mi limito a rilevare che, negli anni '70, mamma-matrigna-Rai ha prodotto uno sceneggiato televisivo su Paganini. Qualcuno indovina l'origine etnica dell'attore accuratamente selezionato per interpretare il grande genio padano-ligure?
Canzun d’amur busina
di Diana Ceriani
Vi rendete conto? Quanto è bella la nostra provincia di Varese!
Abbiamo tutto: valli verdi, splendide montagne, torrenti, laghi, magnifiche ville con incantevoli giardini, paesini caratteristici e luoghi artistici..........ma sappiamo apprezzare davvero tutto questo noi che qui viviamo, lavoriamo, ne sfruttiamo le risorse e contemporaneamente sognamo posti esotici da visitare senza avere prima visitato la nostra terra, luoghi lontani da ammirare senza aver imparato ad ammirare i nostri dintorni, bellezze culturali da conoscere senza aver prima conosciuto quelle che abbiamo qui?
Non mi basterebbe una vita intera per conoscere veramente ogni splendido angolo, ogni sfumatura che cambia con le ore del giorno, con le stagioni, con l'animo che hai quando osservi. La grandezza del mondo è relativa. Io mi accontento del mio, la mia terra. Tutto il resto lo lascio a chi guarda e non osserva, a chi conosce senza capire.
Diana Ceriani
Cugnossi un sit ca l’è inscì bel in tuti i stagiun
Al gh’à set lagh ca specian i cà di nostra bei cantun
Al’è famus dumà par laurà e produziun
Ma se te vegnet, te disi de visità i nost dinturn
Gh’è ul lac Magiur, cunt’isul Bela, Madre e Pescadur
Tanti giardit ma bei cürà, sentè par caminà
Rampega un zich, te rivaret drizz drizz al Camp di fiur
Mo fermas chi a ciapà fià, varda luntan……
Canzun d’amur busina canzun dul lac Magiur
Canzun d’amur busina canzun dul Camp di fiur
Gh’in di paes che in restà cum’eran tanti an fa
Cantun scundü, mür afrescà, Sant e Madon da pregà
Bosch da castegn, prà da velü, fiüm sbarlusenti al su
besti dul bosch insema al vent fan na canzun
Canzun d’amur busina canzun del Sacro Munt
Canzun d’amur busina canzun dul lach da Vares
Na cara a la me tera, la fo cun la me vus
La me canzun la va luntan, e cun lè tanta emuziun
News - Canzun d?amur busina - Centro Studi l'Insorgente