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  1. #31
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Citazione Originariamente Scritto da dimecan Visualizza Messaggio
    cito a memoria un proverbio di Riva del Garda : "quando che la Rocheta la gà el capel o che piove o che fa bel".
    a Lecco : "quant ul Munt Bar gà ul capel o el piöf o el fa bèl"

  2. #32
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Credo però che nel nostro contesto si debba fare una differenza tra una "Grande Lombardia" potenziale, ed una "Piccola Lombardia" che effettivamente possa colpire l'immaginario elettorale nel core del territorio storico lombardo. Il che mi pare sia un l'intendimento di Pro Lombardia Indipendenza. Solo che la loro mappa oggettivamente non è equilibrata territorialmente.
    Personalmente credo migliore l'ipotesi "Piccola Lombardia", anche perchè potrebbe riprendere il tentativo di un quarto di secolo fà (probabilmente molti di voi non conoscevano ancora la Lega Lombarda) di un'alleanza tra i popoli cisalpini (quando [l'infelice] nome "Padania" non era ancora in uso). Oggi è più diffficile perchè l'Oligarchia ha strumenti dissuasivi/repressi molto più affilati, ma anche solo una Lombardia sovrana non è un obbiettivo impossibile per la prossima generazione.
    Ultima modifica di von Dekken; 07-11-13 alle 19:58

  3. #33
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Citazione Originariamente Scritto da von Dekken Visualizza Messaggio
    La tua opinione riguardo un'ipotetica federazione LombardoVeneta?
    Mah personalmente la trovo possibile dal momento che Lombardia e Veneto sono partner da millenni, anche se le culture regionali sono abbastanza differenti e uniche.

    Il progetto di federazione attualmente non so quanto possa piacere ai veneti, caratterialmente molto propensi sotto un aspetto politico a dare fiducia quanto a toglierla, stando alle ultime elezioni: in Veneto 2 Scelta Civica ha superato per una manciata di voti la storica quasi dogmatica Lega Nord. La direzione veneta, almeno da quello che so, è oggi distante da leghismo vecchio o nuovo.

    Tra mille divisioni, uno dei comuni denominatori dell'indipendentismo veneto è "Né sciai de Roma, né sucubi de Miłan", come si dice in Liga. Pertanto non so se oggi la cosa può funzionare. Anche perché sa di tutto tranne che di nuovo.
    TIOCFAIDH ÁR LÁ
    ╾━╤デ╦︻

    革命无罪,造反有理

  4. #34
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Citazione Originariamente Scritto da RibelleInEsilio Visualizza Messaggio
    Mah personalmente la trovo possibile dal momento che Lombardia e Veneto sono partner da millenni, anche se le culture regionali sono abbastanza differenti e uniche.

    Il progetto di federazione attualmente non so quanto possa piacere ai veneti, caratterialmente molto propensi sotto un aspetto politico a dare fiducia quanto a toglierla, stando alle ultime elezioni: in Veneto 2 Scelta Civica ha superato per una manciata di voti la storica quasi dogmatica Lega Nord. La direzione veneta, almeno da quello che so, è oggi distante da leghismo vecchio o nuovo.

    Tra mille divisioni, uno dei comuni denominatori dell'indipendentismo veneto è "Né sciai de Roma, né sucubi de Miłan", come si dice in Liga. Pertanto non so se oggi la cosa può funzionare. Anche perché sa di tutto tranne che di nuovo.
    Mah si fà per parlare, finché la LN non sarà elettoralmente morta non si potrà considerare alcun progetto serio. Cmq per ciò che ipotizzo io, cioè un assetto confederale, nessuno avrebbe poteri in casa altrui. Si collabora solo per i progetti comuni e ci si sostiene a vicenda.
    Ho pensato a Lombardia e Veneto (sempre tenendo conto della mappa al post 4), perchè le altre realtà cisalpine, dal punto vista culturale&elettorale sono quasi una causa persa - oggi, domani spero di no.

    Naturalmente il Sudtirol è tutt'altra storia, ma a parte la geografia non è Cisalpina.

  5. #35
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    A semplice titolo di curiosità il bacino idrografico del Po - Cantone del Ticino e zone parziali in altre province escluse - ha una superficie di 66.179 kmq, una popolazione di circa 16,5/16,6 milioni di abitanti ed un PIL 450 miliardi di € (o un po' di più). Pari pertanto rispettivamente a circa il 22% del territorio, il 27% della popolazione, ed il 32% (come minimo) del PIL dello Stato Italiano.

  6. #36
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Informo, nel caso a qualcuno interessasse, che domenica 15 dicembre, alle ore 11:00, presso il cimitero di San Zenone al Po (PV), si terrà una commemorazione di Giovanni Brera. L'evento è organizzato da un gruppo di supporto a Pro Lombardia Indipendenza.

  7. #37
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza


  8. #38
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Fondazioni culturali bresciane: patrimonio inestimabile da salvare

    San Giorgio e il drago. presso pinacoteca Tosio Martinengo

    La prima condizione essenziale affinché la Lombardia possa intraprendere un cammino concreto per diventare un moderno Stato indipendente è che la propria popolazione raggiunga la consapevolezza di essere una nazione ovvero una comunità con delle peculiarità culturali, storiche e linguistiche. Noi di Pro Lombardia Indipendenza non abbiamo certo dubbi sul sentirci Lombardi ma dobbiamo ammettere che nella maggior parte dei nostri connazionali, la coscienza di far parte di una comunità estranea allo Stato italiano è piuttosto labile. Da qui consegue la prioritaria esigenza di stimolare la nascita o, in alcuni casi, semplicemente la crescita dentro ogni Lombardo di un sentimento identitario, naturalmente con metodologie diverse da quelle autoritarie ed ingannevoli che sono state tipiche dello Stato italiano nei suoi oltre 150 anni d’esistenza . Per far questo non ci possiamo basare sullo studio della storia insegnata nelle scuole pubbliche italiane che non solo risulta insufficiente ma il più delle volte dannoso. In generale non ci possiamo fidare dello Stato italiano che con la scusa del taglio dei costi superflui ma in realtà attraverso una logica colonialista sta smantellando interi archivi pieni di scritti e documenti che rappresentano parti importanti della nostra autentica memoria. D’altronde per lo Stato occupante è più facile farci accettare come inevitabile la situazione attuale se non sappiamo quello siamo stati e quello che in realtà siamo. Per cui è necessaria l’opera di uomini che mossi unicamente dall’amore per la loro terra e non certo da tornaconti personali dedichino tempo, energie e risorse economiche alla raccolta, all’archiviazione e alla divulgazione di ogni reale e attendibile informazione riguardante la loro comunità d’appartenenza. Brescia ha avuto la fortuna di conoscere due fulgidi esempi di questi pionieri. Parliamo di mons. Antonio Fappani che nel 1984 ha dato vita a Brescia alla Fondazione Civiltà Bresciana in vicolo S. Giuseppe 5 e di Gino Micheletti, imprenditore che nel 1981 è riuscito a coronare il proprio sogno di far nascere la Fondazione Luigi Micheletti sempre a Brescia in via Cairoli 9. Chiariamo subito un punto: Fappani e Micheletti non sono certo due indipendentisti, sono semplicemente uomini appartenenti ad aree culturali opposte (cattolica e comunista nello specifico) , ma accomunati dall’amore per Brescia e per la Lombardia e che, senza fini di lucro, hanno passato la propria vita (Micheletti è scomparso nel 1994 mentre Fappani ha oggi 90 anni) a ricercare e documentare la storia, la tradizione, la politica e il patrimonio culturale lombardo con particolare riferimento a quello bresciano. Ovvio che organizzazioni sociali di questo tipo abbiano dei costi gestionali non irrilevanti. Solo per esistere sono necessari ogni anno almeno 160mila euro. Se poi si volesse pubblicare un libro od organizzare un convegno ci vogliono risorse straordinarie. Fino a ieri le spese sono state coperte da contributi di altre fondazioni come quelle legate ad Asm e Ubi Banca San Paolo e per la maggior parte da finanziamenti da parte di Comune e Provincia. E dalla Regione Lombardia? Praticamente solo briciole. Lo scarso contributo da parte dell’ente regionale è sempre stato giustificato dalle persone addette come conseguenza di un inevitabile “bilanciamento delle competenze da parte dello Stato”. Fatto sta che è bastato che lo scorso anno il Comune di Brescia guidato dal sindaco Paroli ritirasse il proprio annuale impegno finanziario per gettare le fondazioni culturali bresciane in una grave situazione d’affanno. Se oggi Civiltà bresciana e Luigi Micheletti sono ancora attive è perché chi le dirige non si vuole arrendere e spera che un domani qualcosa possa cambiare. Ci sembra opportuno porre il problema all’attenzione dell’Assessore regionale alle Culture, Identità ed Autonomie Dott.ssa Cristina Cappellini. Sappiamo che la Dott.ssa Cappellini è nata e si è laureata in Giurisprudenza a Brescia e che ha maturato negli anni un forte interesse per la letteratura, il cinema e il teatro. Di conseguenza, anche se l’Assessore regionale non risiede più nella nostra città, non può non aver conosciuto e frequentato delle realtà come le fondazioni culturali bresciane. Sappiamo che la priorità dell’assessorato da lei guidato è la tutela della tradizione e del patrimonio culturale-artistico lombardo. Sappiamo del suo sdegno per la scelta di escludere città come Bergamo e Mantova dalla short-list per diventare capitale della Cultura Europea 2019, crediamo sia altrettanto scandaloso che anche il patrimonio culturale di Brescia, che annovera un sito Patrimonio Mondiale UNESCO, subisca una simile umiliazione. Abbiamo accolto con piacere la recente approvazione, anche se in una prospettiva unicamente di regione italiana anziché di nazione senza Stato, della Festa della Lombardia il 29 maggio in ricordo della storica battaglia di Legnano. Sollecitiamo affinché lo studio di una soluzione che allevi la situazione di crisi economica in cui versa la cultura bresciana possa diventare al più presto un punto prioritario nell’agenda degli impegni della Regione Lombardia. Non vogliamo, e ci auguriamo che la Dr.ssa Cappellini sia d’accordo con noi, che il 29 maggio diventi per i Lombardi una festa calata dall’alto e completamente scollata dal sentimento popolare come quella del 4 novembre. Il 29 maggio deve essere il giorno in cui noi Lombardi ci ricordiamo di essere un grande popolo e una grande comunità. Questo non potrà accadere se noi tutti non faremo il possibile per evitare che ogni pagina della nostra storia venga persa o stracciata a causa dell’inettitudine di uno Stato centrale che ci è sempre stato estraneo ma che ha voluto cancellare la nostra identità e compromettere la nostra esistenza.

    Fondazioni culturali bresciane: patrimonio inestimabile da salvare | PRO LOMBARDIA INDIPENDENZA BRÈSA

  9. #39
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    ho sempre provato grande comprensione per i draghi. sempre maltrattati.

  10. #40
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    Predefinito Re: La Lombardia Etnica del movimento pro Lombardia indipendenza

    Come i lupi.
    Per fortuna c'è Caligola.

    Quel movimento, l'ho già scritto mi pare, è già stato copricimato da ebrei e forse massoni.
    Di bassa leva, ovviamente, come il livello del movimento, composto anche come sempre da gente buona, ma inutile in un simile contesto.
    Giusto per monitorarlo direttamente, come sempre.
    Ultima modifica di ventunsettembre; 12-12-13 alle 19:14
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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