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    Ghibellino
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    Predefinito Ucraina: “Una terra contesa anche dal punto di vista ecclesiale”




    L’indipendenza e il contesto dell’epoca

    Recentemente l’Ucraina ha rallentato il proprio processo di avvicinamento all’Unione Europea, come in Moldova, e si sono fronteggiati due schieramenti diversi che possono essere riassunti in due macrogruppi. Ci sono i filooccidentalisti e i filorussi, frutto di una realtà statuale polarizzata; polarizzazione che è aumentata nel corso degli ultimi anni, la polarizzazione non risparmia neanche il contesto ecclesiastico. L’Ucraina viene vista da Mosca come una realtà che potrebbe godere di una certa autonomia ma che non deve aspirare ad alcuna indipendenza dal punto vista ecclesiastico. Questa è una posizione ed è, in senso generale, la posizione del Patriarcato di Mosca, ci sono oltre a questa tre macroposizioni. Una posizione che vuole l’Ucraina come una compagine orientale di Roma e del vescovo latino. Compagine che può mantenere i propri riti e la propria lingua in modo che possa servire da argine contro gli “scismatici“ russi. Questo è quanto viene concesso nell’ottica della concessione dall’alto, purchè sempre si resti nel seno di santa Roma e dei suoi cardinali, curioso è il fatto che i vescovi di tale corrente ecclesiastica, definita da alcuni uniatismo e da altri grecocattolicesimo, siano subalterni o meglio considerati vescovi di rango inferiori dai romani stessi. Il senso del ragionamento è se ti prendo con me sei dei nostri ma non sarai mai tanto bravo quanto i nostri… Un’altra tendenza è quella di ricomporre l’antico Patriarcato di Kiev, ricostruendolo e sviluppandolo agognando la possibilità di essere annoverati tra gli altri patriarcati ortodossi. Ebbene questa tendenza è presente e comunque porta avanti una pastorale notevole e uno sviluppo di scuole teologiche e missioni di tutto pregio. Il problema di fronte a tale linea è il tentativo di una realtà quale la Chiesa di Costantinopoli di mettere sotto propria dipendenza questa realtà. Per i lettori ciò potrà sembrare un fattore di poco conto, la realtà è ben diversa per molti. Il Patriarcato di Costantinopoli non ama riconoscerlo ma sta di fatto percorrendo la strada della completa comunione con Roma . I gesti (che sono completamente anticanonici ) di aver concelebrato a Roma con papa francesco e i continui gesti di dialogo e comunione lasciano intendere che il Patriarcato possa essere considerato come una propaggine della chiesa uniate . Insomma è una sorta di seconda strategia di Roma che usa il proprio galoppino ortodosso per mettere le mani su una terra spiritualemnte e a livello di fedeli molto promettente . La terza tendenza è quella di mantenere la propria indipendenza in modo del tutto radicale creando e sviluppando una metropolia nazionale, metropolia che identifichi quello spirito nazionalista rinato negli ultimi 20 anni in Ucraina. Questo panorama si è composto all’indomani dell’indipendenza ucraina del 1991, da allora come ho accennato, tanti sono i sommovimenti e i tentativi di intromissione nella realtà confessionale ucraina senza contare le sferzate dei missionari stranieri protestanti.La chiesa Autonoma Ucraina del Patriarcato di Mosca
    Nelle Chiese Ortodosse esistono diversi gradi di autonomia che possono venire concessi a una Chiesa locale non autocefala. Quando però si parla di Chiesa Autonoma si intende un grado di autonomia praticamente sovrapponibile all’Autocefalia, a parte il fatto che la nomina del Primate spetta formalmente alla Chiesa Autocefala da cui la Chiesa Autonoma formalmente dipende (nella fattispecie il Patriarcato di Mosca). L’Autonomia è stata concessa dal S . Sinodo del Patriarcato di Russia. Formalmente il Patriarcato Ecumenico non riconosce l’autocefalia o l’autonomia concessa da altre Chiese Autocefale, in considerazione del canone 28 del Concilio di Calcedonia del 451 che dà a Costantinopoli la giurisdizione sugli Ortodossi nei “paesi barbari”. L’interpretazione di tale canone non è però sempre facile e Mosca ritiene (mi pare) che tale canone possa applicarsi praticamente solo nei confronti dell’attività missionaria e non nei riguardi degli Ortodossi in Diaspora, nè tantomeno nei Paesi del territorio canonico di una Chiesa Autocefala (e Mosca ritiene che il proprio territorio canonico ricopra tutta l’ex Unione Sovietica). Il capitolo 8° dello Statuto del Patriarcato di Russia si occupa delle “Chiese autogovernantesi” del Patriarcato di Mosca: la Chiesa Ucraina è l’unica tra queste Chiese cui viene riconosciuto “ampio diritto di autonomia”. Questo da l’idea del grado di considerazione di cui gode l’Ucraina presso il Patriarcato di Mosca, un’ampia autonomia che lascia comunque comprendere quanto sia particolaristica la realtà nazionale in questione. Particolare, ma che non deve godere di piena indipendenza. Resta comunque il fatto che i propri Vescovi siano al pari di tutti gli altri nel contesto patriarcale e che non siano nel modo più assoluto considerati come vescovi di grado inferiore. Il punto debole del discorso sta nel fatto se sia lecito e legittimo basare questo canone sulle realtà nate all’indomani della dissoluzione dell’Unione Sovietica. I detrattori sostengono l’illegittimità di questo principio, gli altri sostenitori della piena partecipazione ecclesiastica con il Patriarcato di Mosca sostengono che de facto il territorio ne sia stato parte anche in tempi precedenti dell’impero Russo e che quindi tale principio sia ancora valido: rimane comunque la chiesa con più parrocchie e più fedeli, si stima che circa la metà delle parrocchie presenti in Ucraina sia del Patriarcato di Mosca. Da ricordare rimane il fatto che il Metropolita Ucraino del Patriarcato di Mosca Volodymir II non ricevette nel 2001 il papa giovanni paolo II.La Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Kiev
    Formatasi nel 1993, il Vescovo Volodymir avvalendosi della decisione di un sinodo di Vescovi ucraini e con l’ausilio della chiesa Autonoma Ortodossa Ucraina, viene proclamato Patriarca. La decisione non viene accettata dagli altri Patriarcati né tantomeno dal concilio ecumenico delle Chiesa Ortodosse. Il presidente ucraino dell’epoca, il riformatore filorusso Leonid Kuchma auspicò la creazione di una chiesa ortodossa ucraina unita. La sua speranza è stata finora del tutto disattesa. Non si sa con esattezza a quanto ammonti il numero di fedeli della Chiesa (almeno 1/3 se non la metà degli ortodossi in Ucraina) che comunque sono organizzati in circa 2.800 comunità. La Chiesa non è riconosciuta dalle Chiese Autocefale Locali. Nel 2001 sono iniziati dei colloqui per l’unificazione con la Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina che però non mi pare abbiano avuti successivi importanti sviluppi. La Chiesa fa parte del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e i rapporti ecumenici sono mantenuti con diverse Chiese inclusa quella Cattolica. Oltre ai rapporti con la Chiesa latina rimangono interessanti i rapporti che la Chiesa di Costantinopoli sta portando avanti, obiettivo di Costantinopoli è inglobare come metropolia autonoma il Patriarcato di Kiev. Se così accadesse le differenze tra uniatismo grecocattolico e ortodossia patriarcale di Kiev diverrebbero del tutto irrilevanti e Roma avrebbe le porte aperte per un proselitismo silenzioso e più strisciante di prima. L’attuale Primate è S.S. Filarete (Denysenko), Patriarca di Kiev e di tutta l’Ucraina. S.S. è nato nel 1929, è vescovo dal 1962, dal 1966 Arcivescovo e poi Metropolita di Kiev e dal 1990 Metropolita di Kiev e tutta l’Ucraina, nell’ambito del Patriarcato di Mosca, l’ha deposto nel 1992 in concomitanza con la sua attività tesa a restaurare l’autocefalia. Fondatore della Chiesa Ortodossa Ucraina-Patriarcato di Kiev ne è divenuto Patriarca nel 1995. S.S Filaret è il terzo Patriarca ucraino dopo Mytsislav e Volodymir .La Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina (U.A.O.C)
    Questa Chiesa nasce come frutto dei contrasti che porteranno alla deposizione Mytsislav dal trono patriarcale di Kiev, il vescovo stesso una volta deposto creò questa realtà dapprima con la volontà di essere un esarcato autonomo poi di essere una metropolia del tutto autonoma. Lo scopo di tale realtà è far rivivere lo spirito autenticamente ucraino e privo di ogni tipo di compromesso. Durante gli anni dell’Unione Sovietica la comunità ucraina della diaspora faceva parte di questa realtà sostenuta comunque dal patriarcato ecumenico. Questa realtà quindi è frutto in un certo senso dello spirito nazionalista sciovinista, spirito che in questo caso è per buona parte di importazione dalla diaspora ucraina, il cui capo spirituale è Costantino. L’attuale Primate è S.S. Metodio, Metropolita di Kiev e tutta l’Ucraina. Costantino, Primate della Chiesa Ortodossa Ucraina d’America e Diaspora, fu commemorato nella liturgia quale Capo spirituale della Chiesa; ciò mi pare tuttavia non avviene più ed è fonte di contrasti. Non si sa con esattezza quanti siano i fedeli, apparendo come una piccola realtà.
    Le altre realtà sono quelle accennate tra cui i grecocattolici non mi addentro in una definizione che sarebbe quanto mai lacunosa. Il motivo è il seguente, a differenza di altre realtà greco cattoliche in Ucraina si è verificata una frattura tra due componenti. Una componente occidentalista e una orientalista, questa è una macro frattura non recente. A questa macrofrattura se ne è aggiunta un’altra, dopo le recenti aperture parziali di papa Francesco ad alcuni aspetti della vita moderna, una parte greco cattolica minoritaria ha proclamato la sede vacante. E’ un mondo quindi frastagliato, diviso tra i frutti del proselitismo latino e le tradizioni delle comunità minoritarie. Nella parte occidentale dell’Ucraina vivono minoranze bielorusse e polacche, la città di Lvov ad esempio rappresenta la sintesi della coesistenza di queste realtà. Il retaggio storico tradizionale di queste comunità è il cattolicesimo greco.Conclusioni
    Il mio pensiero non è poi tanto dissimile da quello dell’ex presidente Leonid Kuchma, auspico una chiesa ucraina unita. L’Ucraina sta tornando a guardare verso Mosca e verso l’Unione Eurasiatista in campo politico. In campo ecclesiastico mi auguro che l’autonomia concessa dal Patriarcato di Mosca sia mantenuta, al medesimo tempo credo sia necessario mantenere anche la Chiesa Autocefala Ucraina. Per una semplice ragione, è il modo più utile per accontentare ed assopire il nazionalismo. Se una chiesa nazionale (pur non riconosciuta da nessuna realtà, né tantomeno dal Patriarcato ecumenico) viene mantenuta assopisce questo spirito sciovinista ucraino. Spirito sciovinista che di fronte ad una prospettiva di una vita materiale migliore in un contesto eurasiatista, rimarrebbe in un angolo considerato una voce che grida nel deserto per una vita migliore. Sicuramente questo potrebbe accadere con lo scioglimento del Patriarcato di Kiev, il Patriarcato è sotto scacco, l’attacco di Costantinopoli rivela la debolezza del Patriarcato stesso e di quanto sia necessario che il contesto orientale rimanga comunque coeso, in una prospettiva di collaborazione ed unità nella diversità. Solo con una Chiesa Ucraina unita e sorella di quella del Patriarcato di Mosca si potrà far fronte agli attacchi esteri, credo e ritengo che in ogni caso il ruolo della diaspora debba essere dimenticato. Non credo che sia un problema che durerà a lungo, in fondo tutte le diaspore presenti nel contesto americano hanno finito per diventare parte delle Chiesa Ortodossa d’America. Insomma, la diaspora è un fattore di risentimento e di odio antirusso come lo è stata in passato e lo è tuttora. Ebbene, basta! Basta con voci disseminatrici di odio e di divisioni etniciste anticanoniche d’importazione. Insomma basta con coloro che dall’esterno, da realtà che dicono essere vicine ma sono lontane, vogliono un’Ucraina europea ed occidentalista o un’Ucraina impoverita ma nazionalista. L’Ucraina mantenga una sua realtà ecclesiastica, ma sua patria, resti comunque amica della nazione sorella russa e parte della grande unione eurasiatica. Anche la realtà ecclesiastica, realtà comunque utili ai fini imperialistici, cessino il loro attacco all’Ucraina, solo con astuzia e con due realtà non ci saranno più intromissioni esterne di sorta e l’Ucraina tornerà ad essere unita, amica dell’Eurasia ed ortodossa.Dario Daniele Raffo

    Ucraina: ?Una terra contesa anche dal punto di vista ecclesiale? - Stato & Potenza
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  2. #2
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Ucraina: “Una terra contesa anche dal punto di vista ecclesiale”

    Interessante
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  3. #3
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    Predefinito Re: Ucraina: “Una terra contesa anche dal punto di vista ecclesiale”

    un contributo alla comprensione dell'intricata situazione religiosa dell'Ucraina .
    Dal sito della parrocchia Moscovita di Torino (un sito ben fatto e molto completo) ospita la traduzione in Italiano di un articolo sugli ortodossi galiziani di inizio 1900; quando quella regione era sotto il dominio degli Asburgo dell'impero Austro Ungarico:

    Parrocchia ortodossa - Documenti

  4. #4
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    Predefinito Re: Ucraina: “Una terra contesa anche dal punto di vista ecclesiale”

    sempre con riferimento all'intricata situazione religiosa nella cd. Ucraina (già nel XVII secolo oggetto di una sanguinosa e feroce guerra religiosa) si può riprendere un vecchio articolo del 2001 che aiuta a comprendere le "radici" della contesa:

    Italia ortodossa Online - Psicopatologia dellUniatismo

  5. #5
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    Predefinito Re: Ucraina: “Una terra contesa anche dal punto di vista ecclesiale”

    altri due interessanti traduzioni postate dal sito della parrocchia Moscovita di Torino:

    Nichilismo Nazionale:

    Parrocchia ortodossa - Documenti

    Ucraina: geopolitica e identità

    Parrocchia ortodossa - Documenti







 

 

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