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  1. #11
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    La contraddizione - apparente - è che i comunisti dell'est sono decisamente più nazionalista dell'estrema destra che è invece filoeuropea e mi risulta aver avuto anche dialoghi con Forza Nuova...
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  2. #12
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    La contraddizione - apparente - è che i comunisti dell'est sono decisamente più nazionalista dell'estrema destra che è invece filoeuropea e mi risulta aver avuto anche dialoghi con Forza Nuova...
    Le passioni gli rendono annebbiata la mente.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  3. #13
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  4. #14
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    La contraddizione - apparente - è che i comunisti dell'est sono decisamente più nazionalista dell'estrema destra che è invece filoeuropea e mi risulta aver avuto anche dialoghi con Forza Nuova...
    Non è una novità che la destra (assieme alle sue appendici più estreme) sia filo-usa e filo-europea, quello che a me stupisce invece è che qualcuno (?) creda ancora (in Ucraina come nel resto d'Europa) a questi fintonazionalisti e pseudo-antagonisti al soldo dei nostri attuali schiavisti.

  5. #15
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Citazione Originariamente Scritto da justicialista Visualizza Messaggio
    Non è una novità che la destra (assieme alle sue appendici più estreme) sia filo-usa e filo-europea, quello che a me stupisce invece è che qualcuno (?) creda ancora (in Ucraina come nel resto d'Europa) a questi fintonazionalisti e pseudo-antagonisti al soldo dei nostri attuali schiavisti.
    Diciamo che la protesta probabilmente è stata innescata anche da problemi che veramente ci sono in Ucraina, devi aggiungere il ricordo brutto che lì si ha dell' URSS, e molti che fanno casino lì non saranno neppure filo-occidentali, semplicemente hanno approfittato della situazione per inserirsi e provare a farsi sentire, facendo il classico gioco del "cavalcare la tigre". Molti movimenti che si sono inseriti nella protesta foraggiata da ONG, CIA e compagnia bella potrebbero rivelarsi il classico mostro che si rivolta contro, come spesso si rischia con l' integralismo islamico. Certo sono situazioni molto confuse, torbide.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

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  6. #16
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Si è nella fase di guerra civile adesso.
    L'Ucraina sull'orlo di una guerra civile Insorti occupano i palazzi del potere - Nel Mondo - L'Unione Sarda
    Sono ben 14 su 25 le sedi dei consigli regionali occupate o bloccate dai manifestanti.
    La situazione resta tesissima in Ucraina dopo il 'no' dell'opposizione alla proposta del presidente Ianukovich di guidare il governo. Il Paese è sull'orlo di una guerra civile e ora si profila anche lo spettro di una secessione delle regioni sud-orientali. E intanto Ianukovich trema davanti ai continui successi degli insorti che stanno occupando i palazzi del potere uno dopo l'altro e con una rapidità che rende chiaro come la situazione non sia più sotto il controllo delle autorità.
    Come ricostruisce l'Ansa, nella notte, subito dopo il 'niet' dell'opposizione, alcune migliaia di militanti hanno fatto irruzione in 'Casa ucraina', l'ex museo di Lenin nel centro di Kiev a circa 500 metri da piazza Maidan, cuore della protesta 'europeista' ormai fondamentalmente antigovernativa, ma anche vicino a via Grushevski, dove polizia e insorti si scontrano ormai da una settimana. Dentro l'edificio erano asserragliati circa 200 uomini delle forze speciali e la lotta è stata, ancora una volta, violenta. Centinaia di insorti hanno bloccato l'accesso all'edificio e hanno infranto i vetri delle finestre del pian terreno lanciando molotov contro gli agenti. I poliziotti si sono allora chiusi in una formazione a testuggine con i loro scudi, e hanno risposto all'assalto con granate assordanti, senza però riuscire ad avere la meglio su una folla arrabbiata ma anche ben organizzata.
    Alla fine è stato necessario l'intervento dell'ex pugile Vitali Klitschko, uno dei leader dell'opposizione, perché gli insorti consentissero ai poliziotti di svignarsela da una porta laterale con i loro due feriti. In prima fila nella lotta c'erano i militanti di 'Causa comunè e quelli di estrema destra di 'Right Sector', armati di randelli, scudi ed elmetti. E a un gruppo di estrema destra, 'Una-Unso', apparteneva anche il giovane Mikhail Zhiznevski, uno dei manifestanti antigovernativi uccisi a colpi di fucile dalla polizia a Kiev al cui funerale nella cattedrale di San Michele oggi hanno partecipato migliaia di persone, compresi i tre leader dell'opposizione. "Eroe" cantava la folla al passaggio del suo feretro nel centro.
    Intanto continuano i blitz contro i palazzi del potere nel resto del Paese: al momento sono ben 14 su 25 le sedi dei consigli regionali occupate o bloccate dai manifestanti. A ribellarsi sono soprattutto le regioni dell'ovest, ucrainofone e più filo-occidentali, mentre l'est russofono - nonostante alcune proteste antigovernative - è fondamentalmente avverso agli insorti al punto che a Sebastopoli, in Crimea, diverse organizzazioni hanno proposto di formare uno Stato federativo denominato Malorossiya (Piccola Russia, come ai tempi degli zar) in Ucraina centrale e sudorientale. Comunque oggi anche il municipio di Kremenchuk, nella regione centro-orientale di Poltava, è finito nelle mani degli insorti. Altri due tentativi analoghi sono avvenuti nel municipio di Zaporizhia e nella sede del governo regionale di Dnipropetrovsk, entrambi nell'est russofono del Paese, roccaforte elettorale di Ianukovich: la polizia ha però resistito agli assalti anche con i gas lacrimogeni. Ianukovich sembra sempre più con le spalle al muro e ne è una prova la proposta di silurare il fedele premier Mikola Azarov per affidare il governo ad Arseni Iatseniuk, capogruppo del partito 'Patrià dell'odiata Iulia Timoshenko. Il capo di Stato si è anche offerto di ridurre il proprio potere tornando di fatto alla Costituzione del 2004, ma per quanto riguarda le "liberticide" leggi anti-protesta, quelle che hanno portato all'esplosione dei combattimenti tra polizia e manifestanti il 19 gennaio, non ne vuole sapere di abrogarle, propone solo di "modificarle".
    Ma soprattutto Ianukovich non ha nessuna intenzione di mollare la poltrona, forse anche per paura di finire sotto processo visto che da quando è al potere lui e la sua 'famiglia' si sono arricchiti inverosimilmente e in maniera non chiara. Ma i dimostranti vogliono la sua testa, per cui difficilmente si giungerà a un compromesso se il capo di Stato non concederà elezioni anticipate: sia presidenziali che parlamentari, perché il partito di Ianukovich ha la maggioranza in parlamento e, se la mantiene, l'opposizione, nel caso accettasse di guidare il governo, non avrà i numeri in aula. La sua è stata una mossa furba, per dividere l'opposizione e farle assumere la responsabilità di uscire dal tunnel, lasciandola poi in un vicolo cieco. Ma anche disperata, un segno di debolezza che la piazza vuole sfruttare per la spallata finale.
    Domenica 26 gennaio 2014 21:05
    Ultima modifica di Avanguardia; 26-01-14 alle 23:39
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

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  7. #17
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Ucraina: l?occidente e i suoi doppi standard - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 24 gennaio, 2014
    Esteri / Europa

    Ucraina: l’occidente e i suoi doppi standard

    Alexander Latsa, La Voce della Russia Cinque morti, 300 feriti e ancora una volta i media mainstream che svolgono perfettamente il loro ruolo creando un doppio standard a dir poco disgustoso.
    Il governo ucraino legittimamente eletto che si ritene dirigere e governare, ha preso la decisione legittima e sovrana di fermare (respingere?) i colloqui di associazione con l’UE, mentre firma un forte accordo bilaterale con la Russia. Senza tornare alle ragioni economiche e culturali che potrebbero determinare la scelta del destino con la Russia piuttosto che con Bruxelles (come ho scritto qui, vale la pena chiedersi perché la comunità europea e occidentale sostenga manifestanti che mostrano in questi giorni una violenza inusuale.
    Le manifestazioni divampate ai primi del 2014 non comprendono più di 150-200000 persone (45,5 milioni di abitanti) concentrate a Kiev, dove provocano continue violenze da diversi giorni. La legge sul divieto delle proteste delle autorità ucraine, del 22 gennaio, e destinata a por fine al caos urbano, non ha calmato l’ardore di migliaia di guerriglieri contro le forze dell’ordine. Da diversi giorni, gli attacchi contro le forze di sicurezza nel centro di Kiev hanno poca o nessuna attenzione dai media, che si limitano a denunciare le violazioni del diritto di protestare e a criticare la violenza dello Stato ucraino e delle sue forze di sicurezza. Ancora una volta, sono i media russi a mostrare le immagini delle violenze contro i poliziotti ucraini da parte dei manifestanti addestrati, equipaggiati e, ovviamente, decisi a dare battaglia, come si vede qui, qui e qui. In seguito, le immagini del poliziotto che brucia vivo sotto i tiri delle Molotov dell’opposizione, cominciarono a diffondersi nella rete. Senza molta sorpresa, la polizia ha risposto violentemente e forse anche con vere munizioni poiché, secondo alcune fonti, dei manifestanti sarebbero stati uccisi da proiettili, provocando un concerto di proteste dalle ambasciate occidentali. Si dovrebbe indagare studiato chi abbia sparato per primo (proprio come in Siria all’inizio delle manifestazioni), ma subito sorge spontanea la domanda: la polizia ucraina dovrebbe lasciarsi bruciare viva?
    E’ curioso vedere come funziona il doppio standard su tale tema nel meccanismo morale e mediatico occidentale. Nel 1993, quando la polizia aprì il fuoco in Russia per evitare che i manifestanti assaltassero il parlamento russo, l’occidente adorò l’azione in nome della difesa della democrazia e nonostante centinaia o migliaia di morti, secondo le fonti. Ci si potrebbe anche chiedere perché Bruxelles non s’indigna con la Turchia, dove 13 manifestanti morirono durante le proteste del 2013. Si potrebbero anche ricordare i 32 manifestanti morti durante le proteste di OccupyWallStreet negli Stati Uniti d’America e l’elenco potrebbe essere allungarsi.
    Si ha il diritto di bruciare i poliziotti ucraini, anche se si è un picchiatore o membro del movimento neonazista ucraino che adora il 3° Reich, a condizione che siano “per l’Europa” e “contro la Russia di Putin”? I media occidentali infatti sono stranamente discreti sugli appelli della comunità ebraica ucraina, i cui membri vengono aggrediti dai manifestanti “pro-europei”, costringendoli ad adottare misure di sicurezza per proteggere le sinagoghe dai manifestanti “pro-europei” che, naturalmente, secondo il rabbino capo dell’Ucraina, provocano tensioni nella capitale.
    Trattando l’Ucraina come una entità non-statale e senza sostegno, infiammando i nazionalisti contro la Russia, la comunità occidentale ha una pesante responsabilità sugli eventi in Ucraina. L’occidente cerca di sostenere un violento colpo di Stato in Ucraina contro uno Stato sovrano e un governo democraticamente eletto? Riuscirà a chiudere le porta dell’UE all’Ucraina, dopo la violenta e plausibile repressione del potere ucraino nei prossimi giorni, inviando l’Ucraina tra le braccia della Russia? Una cosa è certa, la coesistenza temporale di tali eventi con la convocazione della Conferenza Ginevra 2 e l’inizio dei Giochi Olimpici di Sochi, lascia assai scettici sulla loro spontaneità. Traduzione di Alessandro Lattanzio
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  8. #18
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Il destino di certi movimenti: essere guardiaspalle di interessi altrui - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 26 gennaio, 2014
    Opinioni

    Il destino di certi movimenti: essere guardiaspalle di interessi altrui

    Leggiamo e apprendiamo che nei giorni scontri per le strade di Kiev è morto un militante di Nome Mikhail Mikhailovic Jizdnievski, il nome ai più dice molto poco. Si tratta di un militante conosciuto, di origine bielorussa e membro militante del gruppo Nuovo Ordine Europeo. Il gruppo è presente in Francia, le rivendicazione di questo grupposcolo sono le solite un’Europa unita, grande, bianca. Insomma la solita miscela di slogan triti e ritriti che ben poco hanno a che fare con certe ideologie del passato. Hanno poco a che vedere anche con contesti patriottici dei contesti di origine ma insomma, in questa miscela ideologica e amalagama creato ad arte pare davvero che ci sia spazio per tutti. Questo militante era di fatto scappato dal proprio paese nel 2005 per rifugiarsi in Francia, in patria era ricercato dalla polizia. In Francia ha stretto legami con i gruppi del nazionalismo piccolo ucraino storico quali i gruppi UNA-UNSO, il cui leader è Mikhail Shukhevich, figlio di uno leader storici del nazionalismo piccolo ucraino chiamato Roman Shukhevitch.
    Fino a questo punto non c’è nulla da aggiungere, dispiace vedere giovani attirati ancora da ideologie che portano a destini sicuramente in cui si debba confrontarsi con attimi di coraggio e fosse anche attimi in cui si va incontro alla morte. La questione però per noi è in questi termini, la notizia la abbiamo appreso da un bollettino internet francese chiamato: “La flamme“. La flamme è uno dei tanti bollettini di destra radicale francese, in questi tempi di rivolta in Ucraina hanno reso omaggio a colui che in fondo può considerarsi come uno dei tanti fiancheggiatori di questi movimenti nazionalisti francesi. Di questa miriade o chiamiamolo pure arcipelago di gruppi con formalmente appartenenze ideologiche diverse ma che in realtà su svariate questioni fanno ancora fronte comune. In fondo per l’ennesima volta hanno appoggiato i nemici della Russia, si può ancora comprendere negli anni passati come fosse necessario per loro essere antisovietici. Era un chiaro modo di essere anticomunisti, lasciamo perdere il fatto che non si siano mai interrogati di che natura fosse il comunismo sovietico, quantomeno una logica ristretta era presente. Adesso i tempi sono diversi ma per alcuni evidentemente sono rimasti gli stessi.
    Un invito viene spontaneo e facile da lanciare, l’invito a gettare la maschera. Cari ragazzi, e questo invito vale per molti movimenti di destra radicale europea, gettate la maschera. Pare non abbiate capito che il fronte della protesta a Kiev sia sinistramente colorato, non avete capito quali interessi vanno a difendere i nazionalisti piccoloucraini. Ditelo a voce tonante, pronunciate il vostro disprezzo per la volontà russa di tornare potenza, non vi interessa che in fondo anche da un punto di vista estetico i colori degli emblemi russi siano cambiati. Ogni politica gestita da Putin che a parole dite di amare in realtà non la capite o comunque non la appoggiate. Il fatto che ci siano le femministe di Femen accanto ai vostri eroi non interessa, il fatto che Kerry portavoce degli interessi americani nella regione sia intervenuto sembra che non lo sappiate. Chi guadagna in questa rivolta e chi guadagnerebbe per l’ennesima volta in questa ipotetica futura guerra civile? Lo ripetiamo ancora con un linguaggio più semplice in modo che sia chiaro a tutti, se l’Ucraina entra nell’Unione Europea il prossimo passo sarà l’adesione alla Nato. Ancora una volta, la Russia si troverà circondata dalle basi atlantiste. Gli stessi atlantisti che bombardarono l’Italia in cui ogni anno la destra radicale piange i piccoli angeli caduti a Milano a Gorla in seguito al terrore aereo. Insomma vincono e vincerebbero sempre gli stessi, gli stessi protagonisti di ieri che a parole condannate ma poi nei fatti giustificate la politica estera. In quanto il vostro appoggio anche solo morale a suddetta protesta non fa altro che gettare benzina sul fuoco di coloro che vogliono un’estensione ulteriore dell’influenza atlantica ad est. Posso ancora cercare di capire le vostre ragioni, indossano la simbologia e l’estetica che tanto amate.
    In fondo i padri del nazionalismo piccoloucraino volevano un’Ucraina libera da ogni influenza russa. il problema è che però in questo determinato contesto storico il piccolonazionalismo fa il gioco di un’altra potenza, gli ucraini sarebbero forse anche liberi da ogni influenza russa ma per entrare in una nuova schiavitù ben più opprimente e desolante di quella presunta precedente. Quale sarebbe il futuro per questo paese, magari l’ennesimo bordello di retroguardia per truppe americane o meglio ancora un gigantesco bar all’aperto come fu la Cuba di Batista e pensate un po’ tutto questo accadrebbe nella vostra cara Europa. Nell’Europa che a parole amate tanto, ma che in questo caso rinnegate. Il periodo storico di fatto porta l’Ucraina di fronte a due strade: l’alleanza con la Russia di Putin oppure l’Unione Europea. La prima opzione è quella seguita fino ad adesso dal presidente democraticamente eletto Viktor Yanukovic. La seconda è quella dell’opposizione colorata occidentale e piccolonazionalista, ricordiamo che in questo periodo c’è posto difficilmente per una terza via. La terza via, la tanto agognata e sognata terza via, la terza via che in questo caso sarebbe un’Ucraina libera da tutti e sovrana completamente. Ebbene questa via è impercorribile, che questa via sia impercorribile sembra non interessarvi, che questa via anche ipotetica e onirica possa portare alla miseria estrema sembra quasi non interessarvi.
    Ancora una volta dimostrate la scarsa dimestichezza con un fattore importante per non dire fondamentale nelle analisi quale è l’economia. Un altro fattore esplosivo che a voi non interessa è la questione etnica, l’Ucraina non è un paese monoetnico, le regione orientali quali ad esempio il Donbass sono regioni etnicamente russe. Sono russofoni, quindi russi, questo senza parlare della questione della Crimea. Se la rivolta continuasse non è da escludere che si possa arrivare ad una guerra civile, ebbene, quale sarebbe lo scenario successivo. Un paese immiserito, un paese totalmente distrutto. Un paese simile per scenario a quello siriano! Ripeto tutto questo avverrebbe nella vostra amata Europa, gli interessi atlantisti gradirebbero uno scenario futuro di quel genere. Sarebbe lo scenario lasciato recentemente in Libia, per non parlare della Somalia e di altri contesti laddove sono avvenute le ultime guerre. Finchè sono realtà lontane sembra che la vostra retorica non arrivi, ma questo accadrebbe in Europa! Ammettetelo, siete russofobi. Un ritorno ad una potenza russa proprio non riuscite a digerirlo, il problema è che le vostre analisi non arrivano a comprendere o non vogliono capire e questo per pura russofobia il fatto che siete al servizio di interessi altrui. Non vi meravigliate se poi farete la fine dei vari nazionalismi etnici usati e scaricati, come il nazionalismo croato. Usati e scaricati, protetti alla corte dell’Aia ma condannati ad una pena maggiore in patria. La pena di non avere più l’agognata visibilità politica, insomma non vi meravigliate se un domani sarete dimenticati la logica astringente americana, astringente e onnivora non lascia spazio per il ricordo di nessun eroe a meno che non sia americano. Se volete tutto questo allora sarete realmente coerenti con voi stessi, finitela almeno con tutta questa retorica.
    Noi ribadiamo invece quanto l’Ucraina debba seguire l’alleato russo, ribadiamo la nostra contrarietà ad ogni tipo di scenario di guerra civile futuro. Ribadiamo la nostra stima al Partito Comunista Ucraino, partito che analizzando la situazione in corso ha ribadito la propria contrarietà agli scontri. Ha altresì formato un movimento altrettanto trasversale e consistente, movimento che ha denunciato quali veri responsabili dell’accaduto gli americani. Il Partito Comunista Ucraino ha però proposto una serie di riforme, che vanno dal sistema elettorale, al sistema istituzionale. Insomma in un momento di caos eterodiretta ha dimostrato quanto l’attaccamento alla propria patria e quanto l’analisi realista e non eterodiretta possano partorire idee concrete per un miglioramento della propria patria. Il realismo che manca a molti, realismo non distopie retoriche, quanto sembra mancare ai piccolonazionalismi. Dario Daniele Raffo
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  9. #19
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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Lavrov ha svergognato bene Kerry e compagnia cantante.

    tiscali.notizie | Ucraina, a Monaco scontro fra Russia e Usa-Ue su appoggio a opposizione

    Monaco (Germania), 1 feb. (LaPresse/AP) - Sull'Ucraina si è consumato uno scontro verbale fra Russia da una parte e Usa-Ue dall'altra alla 50esima conferenza sulla sicurezza in corso a Monaco di Baviera. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha sfruttato il palco internazionale offerto dall'evento per criticare l'appoggio dei Paesi occidentali all'opposizione in Ucraina, sostenendo che questo appoggio porti a un'escalation della violenza. Il segretario di Stato americano John Kerry, dal canto suo, ha affermato con toni decisi che Usa e Unione europea "stanno al fianco del popolo dell'Ucraina e a margine della conferenza ha incontrato tre rappresentanti dell'opposizione.

    LAVROV CRITICA I PAESI OCCIDENTALI. "Perché non abbiamo sentito condanne contro chi ha sequestrato e preso il controllo di edifici del governo, appiccato il fuoco e usato slogan razzisti, antisemiti e nazisti?", ha detto il capo della diplomazia russa prendendo la parola. Lavrov ha poi parlato di "illustri politici europei che in realtà incoraggiano queste azioni". "Che cosa ha a che fare l'incitamento a proteste di strada violente con la promozione della democrazia?", ha proseguito.

    KERRY: USA E UE A FIANCO DEL POPOLO UCRAINO. Intervenendo poco dopo Lavrov, John Kerry ha usato parole dure evidenziando una posizione molto differente. "Stati Uniti e Unione europea stanno al fianco del popolo dell'Ucraina" nella lotta "per i diritti di associarsi ai partner che li aiuteranno a realizzare le loro aspirazioni", ha detto. E pur riconoscendo che tra i manifestanti antigovernativi ci sono "elementi deprecabili", il segretario di Stato Usa ha aggiunto che "la lotta per un futuro democratico ed europeo in Ucraina è oggi più importante che in qualsiasi altro Paese". Poi, senza citare direttamente Mosca, Kerry ha detto che gli altri Paesi non dovrebbero considerare l'integrazione europea dei loro vicini un processo che li danneggia. "In realtà la lezione dell'ultimo mezzo secolo è che possiamo raggiungere molto di più quando Stati Uniti, Russia ed Europa lavorano insieme", ha proseguito, parlando infine di un "trend inquietante" verso il dispotismo nei governi dell'Europa centrale e orientale.

    KERRY INCONTRA KLITSCHKO E ALTRI LEADER OPPOSIZIONE. A Monaco sono presenti sia rappresentanti dell'opposizione, tra cui l'ex campione di pugilato Vitali Klitschko, sia il ministro degli Esteri dell'Ucraina, Leonid Kozhara. Kerry ha avuto colloqui con entrambe le parti. Nel meeting con l'opposizione - in cui ha incontrato precisamente Arseniy Yatsenyuk, Vitali Klitschko e Petro Poroshenko - ha espresso il sostegno di Washington alle "aspirazioni democratiche ed europee" degli ucraini e agli sforzi dei leader per "esprimersi apertamente per difendere la democrazia e le scelte". Inoltre ha invitato l'opposizione a portare avanti i colloqui con il governo di Kiev e a rimanere unita.

    Al ministro ucraino, invece, Kerry ha chiesto le seguenti cose: rilasciare i prigionieri politici, affrontare il peggioramento della situazione dei diritti umani, salvaguardare i principi democratici e formare un "governo tecnico" che possa affrontare i problemi economici del Paese e le aspirazioni europee dei cittadini.

    A MONACO CORTEO PRO OPPOSIZIONE UCRAINA. A circa un chilometro di distanza da dove era in corso la conferenza sulla sicurezza, diverse centinaia di dimostranti hanno manifestato a Monaco a favore dell'opposizione ucraina. A un certo punto Klitschko ha lasciato la conferenza per tenere un discorso davanti al corteo. "Vogliamo un Paese europeo moderno, vogliamo vivere con un futuro sicuro", ha detto alla folla Klitschko, che è un ex campione di pugilato. "Senza una lotta non c'è vittoria, quindi dobbiamo combattere", ha aggiunto.

    I DUE MESI DI PROTESTE IN UCRAINA. Le proteste a Kiev sono cominciate dopo che giovedì 21 novembre il presidente Viktor Yanukovych ha annunciato la sospensione dei preparativi per firmare l'accordo di associazione con l'Ue. Da allora migliaia di manifestanti sono scesi in piazza: prima per chiedere al governo di fare marcia indietro sulla decisione; poi, visto che la leadership è rimasta ferma nella propria posizione, per chiedere le dimissioni del governo. La marcia indietro di Yanukovych sarebbe potuta arrivare nel corso del summit europeo di Vilnius sulla partnership orientale, che si è tenuto il 28 e 29 novembre e al quale lo stesso Yanukovych ha partecipato, ma in realtà non c'è stata. Mosca ha lavorato in modo aggressivo per far saltare l'accordo fra Ucraina e Ue e portare Kiev nella sua orbita, imponendo restrizioni commerciali e minacciando di adottarne altre in futuro.

    I cortei sono stati pacifici fino a metà gennaio, quando i manifestanti adirati per l'emissione di leggi anti-protesta hanno avviato violenti scontri con la polizia. Nei disordini sono morti tre manifestanti, due dei quali per ferite di arma da fuoco. La polizia insiste nel sostenere di non avere esploso i colpi mortali. Il 28 gennaio il premier Mykola Azarov si è dimesso e il Parlamento ha revocato le leggi anti-protesta. Il giorno dopo il Parlamento ha approvato un provvedimento che prevede l'amnistia dei manifestanti arrestati nelle proteste antigovernative a condizione che i dimostranti lasciassero la maggior parte degli edifici occupati, ma questa condizione non è stata rispettata. L'opposizione infatti si è astenuta e non ha votato la misura.
    01 febbraio 2014
    Ultima modifica di Avanguardia; 02-02-14 alle 12:22
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

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    Predefinito Re: I comunisti ucraini sul trattato con l' UE

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Il destino di certi movimenti: essere guardiaspalle di interessi altrui - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 26 gennaio, 2014
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    Il destino di certi movimenti: essere guardiaspalle di interessi altrui

    Leggiamo e apprendiamo che nei giorni scontri per le strade di Kiev è morto un militante di Nome Mikhail Mikhailovic Jizdnievski, il nome ai più dice molto poco. Si tratta di un militante conosciuto, di origine bielorussa e membro militante del gruppo Nuovo Ordine Europeo. Il gruppo è presente in Francia, le rivendicazione di questo grupposcolo sono le solite un’Europa unita, grande, bianca. Insomma la solita miscela di slogan triti e ritriti che ben poco hanno a che fare con certe ideologie del passato. Hanno poco a che vedere anche con contesti patriottici dei contesti di origine ma insomma, in questa miscela ideologica e amalagama creato ad arte pare davvero che ci sia spazio per tutti. Questo militante era di fatto scappato dal proprio paese nel 2005 per rifugiarsi in Francia, in patria era ricercato dalla polizia. In Francia ha stretto legami con i gruppi del nazionalismo piccolo ucraino storico quali i gruppi UNA-UNSO, il cui leader è Mikhail Shukhevich, figlio di uno leader storici del nazionalismo piccolo ucraino chiamato Roman Shukhevitch.
    Fino a questo punto non c’è nulla da aggiungere, dispiace vedere giovani attirati ancora da ideologie che portano a destini sicuramente in cui si debba confrontarsi con attimi di coraggio e fosse anche attimi in cui si va incontro alla morte. La questione però per noi è in questi termini, la notizia la abbiamo appreso da un bollettino internet francese chiamato: “La flamme“. La flamme è uno dei tanti bollettini di destra radicale francese, in questi tempi di rivolta in Ucraina hanno reso omaggio a colui che in fondo può considerarsi come uno dei tanti fiancheggiatori di questi movimenti nazionalisti francesi. Di questa miriade o chiamiamolo pure arcipelago di gruppi con formalmente appartenenze ideologiche diverse ma che in realtà su svariate questioni fanno ancora fronte comune. In fondo per l’ennesima volta hanno appoggiato i nemici della Russia, si può ancora comprendere negli anni passati come fosse necessario per loro essere antisovietici. Era un chiaro modo di essere anticomunisti, lasciamo perdere il fatto che non si siano mai interrogati di che natura fosse il comunismo sovietico, quantomeno una logica ristretta era presente. Adesso i tempi sono diversi ma per alcuni evidentemente sono rimasti gli stessi.
    Un invito viene spontaneo e facile da lanciare, l’invito a gettare la maschera. Cari ragazzi, e questo invito vale per molti movimenti di destra radicale europea, gettate la maschera. Pare non abbiate capito che il fronte della protesta a Kiev sia sinistramente colorato, non avete capito quali interessi vanno a difendere i nazionalisti piccoloucraini. Ditelo a voce tonante, pronunciate il vostro disprezzo per la volontà russa di tornare potenza, non vi interessa che in fondo anche da un punto di vista estetico i colori degli emblemi russi siano cambiati. Ogni politica gestita da Putin che a parole dite di amare in realtà non la capite o comunque non la appoggiate. Il fatto che ci siano le femministe di Femen accanto ai vostri eroi non interessa, il fatto che Kerry portavoce degli interessi americani nella regione sia intervenuto sembra che non lo sappiate. Chi guadagna in questa rivolta e chi guadagnerebbe per l’ennesima volta in questa ipotetica futura guerra civile? Lo ripetiamo ancora con un linguaggio più semplice in modo che sia chiaro a tutti, se l’Ucraina entra nell’Unione Europea il prossimo passo sarà l’adesione alla Nato. Ancora una volta, la Russia si troverà circondata dalle basi atlantiste. Gli stessi atlantisti che bombardarono l’Italia in cui ogni anno la destra radicale piange i piccoli angeli caduti a Milano a Gorla in seguito al terrore aereo. Insomma vincono e vincerebbero sempre gli stessi, gli stessi protagonisti di ieri che a parole condannate ma poi nei fatti giustificate la politica estera. In quanto il vostro appoggio anche solo morale a suddetta protesta non fa altro che gettare benzina sul fuoco di coloro che vogliono un’estensione ulteriore dell’influenza atlantica ad est. Posso ancora cercare di capire le vostre ragioni, indossano la simbologia e l’estetica che tanto amate.
    In fondo i padri del nazionalismo piccoloucraino volevano un’Ucraina libera da ogni influenza russa. il problema è che però in questo determinato contesto storico il piccolonazionalismo fa il gioco di un’altra potenza, gli ucraini sarebbero forse anche liberi da ogni influenza russa ma per entrare in una nuova schiavitù ben più opprimente e desolante di quella presunta precedente. Quale sarebbe il futuro per questo paese, magari l’ennesimo bordello di retroguardia per truppe americane o meglio ancora un gigantesco bar all’aperto come fu la Cuba di Batista e pensate un po’ tutto questo accadrebbe nella vostra cara Europa. Nell’Europa che a parole amate tanto, ma che in questo caso rinnegate. Il periodo storico di fatto porta l’Ucraina di fronte a due strade: l’alleanza con la Russia di Putin oppure l’Unione Europea. La prima opzione è quella seguita fino ad adesso dal presidente democraticamente eletto Viktor Yanukovic. La seconda è quella dell’opposizione colorata occidentale e piccolonazionalista, ricordiamo che in questo periodo c’è posto difficilmente per una terza via. La terza via, la tanto agognata e sognata terza via, la terza via che in questo caso sarebbe un’Ucraina libera da tutti e sovrana completamente. Ebbene questa via è impercorribile, che questa via sia impercorribile sembra non interessarvi, che questa via anche ipotetica e onirica possa portare alla miseria estrema sembra quasi non interessarvi.
    Ancora una volta dimostrate la scarsa dimestichezza con un fattore importante per non dire fondamentale nelle analisi quale è l’economia. Un altro fattore esplosivo che a voi non interessa è la questione etnica, l’Ucraina non è un paese monoetnico, le regione orientali quali ad esempio il Donbass sono regioni etnicamente russe. Sono russofoni, quindi russi, questo senza parlare della questione della Crimea. Se la rivolta continuasse non è da escludere che si possa arrivare ad una guerra civile, ebbene, quale sarebbe lo scenario successivo. Un paese immiserito, un paese totalmente distrutto. Un paese simile per scenario a quello siriano! Ripeto tutto questo avverrebbe nella vostra amata Europa, gli interessi atlantisti gradirebbero uno scenario futuro di quel genere. Sarebbe lo scenario lasciato recentemente in Libia, per non parlare della Somalia e di altri contesti laddove sono avvenute le ultime guerre. Finchè sono realtà lontane sembra che la vostra retorica non arrivi, ma questo accadrebbe in Europa! Ammettetelo, siete russofobi. Un ritorno ad una potenza russa proprio non riuscite a digerirlo, il problema è che le vostre analisi non arrivano a comprendere o non vogliono capire e questo per pura russofobia il fatto che siete al servizio di interessi altrui. Non vi meravigliate se poi farete la fine dei vari nazionalismi etnici usati e scaricati, come il nazionalismo croato. Usati e scaricati, protetti alla corte dell’Aia ma condannati ad una pena maggiore in patria. La pena di non avere più l’agognata visibilità politica, insomma non vi meravigliate se un domani sarete dimenticati la logica astringente americana, astringente e onnivora non lascia spazio per il ricordo di nessun eroe a meno che non sia americano. Se volete tutto questo allora sarete realmente coerenti con voi stessi, finitela almeno con tutta questa retorica.
    Noi ribadiamo invece quanto l’Ucraina debba seguire l’alleato russo, ribadiamo la nostra contrarietà ad ogni tipo di scenario di guerra civile futuro. Ribadiamo la nostra stima al Partito Comunista Ucraino, partito che analizzando la situazione in corso ha ribadito la propria contrarietà agli scontri. Ha altresì formato un movimento altrettanto trasversale e consistente, movimento che ha denunciato quali veri responsabili dell’accaduto gli americani. Il Partito Comunista Ucraino ha però proposto una serie di riforme, che vanno dal sistema elettorale, al sistema istituzionale. Insomma in un momento di caos eterodiretta ha dimostrato quanto l’attaccamento alla propria patria e quanto l’analisi realista e non eterodiretta possano partorire idee concrete per un miglioramento della propria patria. Il realismo che manca a molti, realismo non distopie retoriche, quanto sembra mancare ai piccolonazionalismi. Dario Daniele Raffo
    Insomma, se inizieremo a vedere in Europa successi per le destre radicali, a parte qualche caso pulito come il Jobbik, ci sarà poco da cantare vittoria.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

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