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  1. #561
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Escono e lasciano figlio legato al lettino

    -- Lombardia --
    'Per non correre pericoli'. L'episodio nel Lecchese, nell'abitazione di una famiglia immigrata da un paese dell'Est
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #562
    birra al popolo
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Mafia: Dia sequestra beni per 5 milioni nel Modenese

    • Aprile 1, 2014
    • Scritto da RED


    (PRIMAPRESS) MODENA - Sequestrati, nel Modenese, beni per 5 milioni di euro: si tratta di conti correnti, proprietà immobiliari e beni mobili riconducibili a un 50enne di origine pugliese ma residente in Emilia, già condannato per mafia. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Taranto ed eseguito dalla sezione bolognese della Direzione Investigativa Antimafia. (PRIMAPRESS)

    PRIMAPRESS.IT - Mafia: Dia sequestra beni per 5 milioni nel Modenese

  3. #563
    birra al popolo
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    ‘Ndrangheta a Lecco, anche due politici arrestati nel blitz contro il clan Trovato

    In manette il consigliere comunale della città lariana Franco Palermo e il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi. L'inchiesta "Metastasi" della Dda di Milano ha portanto in carcere anche Mario Coco Trovato, fratello del boss Franco, capo del clan storicamente egemone nella zona

    di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 aprile 2014

    Ci sono anche un consigliere comunale di Lecco e il sindaco della vicina Valmadrera tra gli arrestati nell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Milano, guidata da Ilda Boccassini, contro il clan Coco Trovato, storicamente egemone nella zona. Insieme a Mario Coco Trovato, fratello del boss Franco, detenuto da oltre vent’anni, sono stati arrestati il consigliere comunale di Lecco Franco Palermo e il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi.
    L’operazione, chiamata ‘Metastasi‘, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Bruna Albertini, ed eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Milano. I dieci arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione e turbativa d’asta. L’inchiesta, ha affermato Boccassini, ha accertato il “connubio tra ‘braccia armate’ della ‘ndrangheta, addette alle estorsioni e ad altri atti di violenza, con esponenti delle istituzioni”. E il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha ironizzato citando Manzoni: “Quel ramo del lago di Como non è poi così tranquillo”.
    Dalle intercettazioni emerge che Ernesto Palermo, accusato di associazione mafiosa, si definiva, parlando con altre persone al telefono, uno dei “nuovi uomini dei Trovato” e affermava che se Franco Coco Trovato non fosse stato in carcere lui avrebbe sarebbe stato certamente diventato assessore. Inoltre il consigliere è anche accusato di estorsione per l’episodio relativo ad un attentato ad un ristorante. Palermo era iscritto al Pd e dal 2011 è passato al Gruppo misto. E’ accusato, stando all’imputazione, di essere un “partecipe sotto le direttive” di Mario Trovato, fratello del boss Franco Coco Trovato, e si sarebbe occupato per conto del clan “in qualità di uomo politico e consigliere comunale dei rapporti con esponenti politici e pubbliche amministrazioni comunali”. Il suo ruolo sarebbe stato quello di acquisire “appalti e concessioni” e di intervenire per modificare il piano di governo del territorio per favorire gli interessi dell’ associazione mafiosa. Secondo l’accusa, inoltre, Palermo, che è anche accusato di estorsione, corruzione e turbativa d’asta, si sarebbe attivato per fare acquisire alla famiglia dei Trovato la concessione di un’area comunale sul Lido di Valmadrera, nel Lecchese. Secondo le indagini, per tale concessione, il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi, avrebbe intascato una tangente per circa 10 milaeuro. Gli altri arrestati Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Alessandro Nania, Antonino Romeo, Massimo Nasatti, gli imprenditori Claudio Bongarzone e Claudio Crotta.
    Sono state colpite da sequestro preventivo 17 unità immobiliari (abitazioni e box), cinque auto, le quote di partecipazione in tre società, due complessi aziendali, otto depositi titoli, una cassetta di sicurezza, tre depositi amministrati, due fondi pensione, tre rapporti di partecipazione a fondi comuni d’investimento, un libretto nominativo ordinario postale e 14 rapporti di conto corrente. All’inizio delle indagine la sola attività finanziaria monitorata ammontava a 700mila euro, oggi non sono quantificabili i sequestri complessivi, spiegano gli inquirenti.
    L’inchiesta, iniziata nel 2010 dopo l’indagine Infinito che portò in carcere circa 300 persone tra Lombardia e Calabria, “conferma l’esistenza della locale di Lecco emersa nell’operazione Wall Street: a distanza di più di vent’anni troviamo la stessa famiglia Trovato”.

    'Ndrangheta a Lecco, anche due politici arrestati nel blitz contro il clan Trovato - Il Fatto Quotidiano

  4. #564
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Citazione Originariamente Scritto da lanzichenecco Visualizza Messaggio
    ‘Ndrangheta a Lecco, anche due politici arrestati nel blitz contro il clan Trovato

    In manette il consigliere comunale della città lariana Franco Palermo e il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi. L'inchiesta "Metastasi" della Dda di Milano ha portanto in carcere anche Mario Coco Trovato, fratello del boss Franco, capo del clan storicamente egemone nella zona


    di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 aprile 2014

    Ci sono anche un consigliere comunale di Lecco e il sindaco della vicina Valmadrera tra gli arrestati nell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Milano, guidata da Ilda Boccassini, contro il clan Coco Trovato, storicamente egemone nella zona. Insieme a Mario Coco Trovato, fratello del boss Franco, detenuto da oltre vent’anni, sono stati arrestati il consigliere comunale di Lecco Franco Palermo e il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi.
    L’operazione, chiamata ‘Metastasi‘, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Bruna Albertini, ed eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Milano. I dieci arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione e turbativa d’asta. L’inchiesta, ha affermato Boccassini, ha accertato il “connubio tra ‘braccia armate’ della ‘ndrangheta, addette alle estorsioni e ad altri atti di violenza, con esponenti delle istituzioni”. E il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha ironizzato citando Manzoni: “Quel ramo del lago di Como non è poi così tranquillo”.
    Dalle intercettazioni emerge che Ernesto Palermo, accusato di associazione mafiosa, si definiva, parlando con altre persone al telefono, uno dei “nuovi uomini dei Trovato” e affermava che se Franco Coco Trovato non fosse stato in carcere lui avrebbe sarebbe stato certamente diventato assessore. Inoltre il consigliere è anche accusato di estorsione per l’episodio relativo ad un attentato ad un ristorante. Palermo era iscritto al Pd e dal 2011 è passato al Gruppo misto. E’ accusato, stando all’imputazione, di essere un “partecipe sotto le direttive” di Mario Trovato, fratello del boss Franco Coco Trovato, e si sarebbe occupato per conto del clan “in qualità di uomo politico e consigliere comunale dei rapporti con esponenti politici e pubbliche amministrazioni comunali”. Il suo ruolo sarebbe stato quello di acquisire “appalti e concessioni” e di intervenire per modificare il piano di governo del territorio per favorire gli interessi dell’ associazione mafiosa. Secondo l’accusa, inoltre, Palermo, che è anche accusato di estorsione, corruzione e turbativa d’asta, si sarebbe attivato per fare acquisire alla famiglia dei Trovato la concessione di un’area comunale sul Lido di Valmadrera, nel Lecchese. Secondo le indagini, per tale concessione, il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi, avrebbe intascato una tangente per circa 10 milaeuro. Gli altri arrestati Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Alessandro Nania, Antonino Romeo, Massimo Nasatti, gli imprenditori Claudio Bongarzone e Claudio Crotta.
    Sono state colpite da sequestro preventivo 17 unità immobiliari (abitazioni e box), cinque auto, le quote di partecipazione in tre società, due complessi aziendali, otto depositi titoli, una cassetta di sicurezza, tre depositi amministrati, due fondi pensione, tre rapporti di partecipazione a fondi comuni d’investimento, un libretto nominativo ordinario postale e 14 rapporti di conto corrente. All’inizio delle indagine la sola attività finanziaria monitorata ammontava a 700mila euro, oggi non sono quantificabili i sequestri complessivi, spiegano gli inquirenti.
    L’inchiesta, iniziata nel 2010 dopo l’indagine Infinito che portò in carcere circa 300 persone tra Lombardia e Calabria, “conferma l’esistenza della locale di Lecco emersa nell’operazione Wall Street: a distanza di più di vent’anni troviamo la stessa famiglia Trovato”.

    'Ndrangheta a Lecco, anche due politici arrestati nel blitz contro il clan Trovato - Il Fatto Quotidiano
    Chissà come mai mi viene in mente quel calafricano che telefona a RPL per ribadire che la ci-viltà e il sapere sono nati a Locri. Ma che, anziché ritornare al suo amato paesello, rimane a vivere a Lecco.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #565
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    'Ndrangheta: operazione in Emilia Romagna, 13 arresti e sequestri beni

    • Aprile 9, 2014
    • Scritto da RED


    (PRIMAPRESS) BOLOGNA - I Carabinieri di Bologna, Reggio Emilia e Modena, supportati dal comando provinciale di Crotone stanno eseguendo in tutto il Paese 13 misure cautelari (7 in carcere e 6 ai domiciliari) contro soggetti ritenuti vicini alle cosche della 'ndrangheta, Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto (Crotone). I 13 sono accusati di avere intestato a prestanome società, beni mobili e immobili e di aver reinvestito capitali di provenienza illecita. I militari stanno sequestrando beni per un valore di circa 13 milioni di euro. L'attivita', che prevede anche l'esecuzione di 30 perquisizioni, vede impiegati 250 militari, con l'ausilio di unita' cinofile ed elicotteri. (PRIMAPRESS)

    PRIMAPRESS.IT - 'Ndrangheta: operazione in Emilia Romagna, 13 arresti e sequestri beni

  6. #566
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Arrestata guardia giurata Era complice dei rapinatori

    Enrico Silvestri - Mer, 16/04/2014 - 07:06

    Una storia quasi da libro Cuore: un genitore affettuoso che vuole portare a tutti i costi la figlia di 3 anni in vacanza. Se non fosse che per procurarsi i soldi l'uomo, una guardia giurata, si mette in combutta con i rapinatori fornendo informazioni sulla banca da svaligiare, facendosi poi persino prendere in ostaggio. Attimi drammatici poi raccontati a un giornale locale. Un vero eroe, smascherato però dai carabinieri che ieri sono andati a prenderlo. Ovviamente mentre era in vacanza con la figlia.
    Maurizio Di Martino, 37 anni, salì agli onori della cronaca dopo l'assalto del 23 agosto 2013 ai danni della banca Intesa di Paderno Dugnano. Un bandito armato sorprese la guardia giurata, quindi insieme a un complice tenne per mezz'ora in ostaggio lui, il direttore, due dipendenti e due clienti, fino all'apertura della cassa temporizzata. Il 27 agosto in un'intervista al «Giornale di Carate» rivisse quei drammatici istanti. «Il bandito mi ha sorpreso da dietro, mi ha puntato la pistola a un fianco e sibilato di stare calmo, quindi mi ha preso pistola e radio. Io ho cercato di reagire rimediando solo un colpo in testa. In quella mezz'ora ho sempre pensato a mia figlia e se l'avrei rivista. Comunque ora è tutto passato e non vedo l'ora di tornare al mio lavoro». Davvero commovente.
    L'uomo però non sa che i carabinieri di Desio stanno tenendo sotto controllo telefoni, case e auto dei rapinatori e pochi giorni prima del colpo registrano una chiamata. Un anonimo interlocutore sta sollecitando i banditi a tenerlo in considerazione nel caso di un colpo perché deve portare «la bambina a fare la villeggiatura». Ricevendo rassicurazioni: «Minimo minimo ti prendi 15mila euro». I militari fremono, sanno che ci sarà una rapina, ma non dove e quando. E difatti il colpo di Paderno fila liscio come l'olio. Anche se i banditi rimangono delusi: si aspettavano oltre 100mila euro, ma devono accontentarsi di 30. E la guardia giurata di 2mila anziché dei famosi 15mila.
    E così i rapinatori devono progettare un altro colpo, ma questa volta si lasciano sfuggire qualche dettaglio in più e il 25 ottobre vengono arrestati durante una tentata rapina a Caronno Pertusella. Davanti a 20 carabinieri armati, loro hanno solo una inoffensiva pistola giocattolo e alzano le mani. In manette finiscono i due banditi di Paderno, Marco Pisani, 57 anni, e Giuseppe Amoruso, 48, e Felice Terracciano, 53, il loro capo, che quel giorno li attendeva in auto. Tre vecchie conoscenze. Resta da individuare la «talpa». Già guardando le immagini i militari avevano capito che qualcosa non andava perché Di Martino era troppo tranquillo. Ma la conferma arriva dai tabulati telefonici: una chiamata ai banditi viene effettuata praticamente sotto casa dell'uomo a Biassono. Così ieri scattano le manette. L'uomo però non è nella sua abitazione, bensì a Monte Sarchio, suo paese natale nel beneventano. Dove si era recato in vacanza, ovviamente con la figlia.

    Arrestata guardia giurata Era complice dei rapinatori - IlGiornale.it

  7. #567
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Si tratta di Vincenzo Vitale, 40 anni, esponente della cosca Gallace-Gallelli di Guardavalle
    ‘Ndrangheta, latitante arrestato nel milanese

    Milano. Lo hanno scovato in una località dell’hinterland Milanese, gli agenti della Squadra Mobile di Catanzaro. A finire in manette Vincenzo Vitale, 40 anni, considerato esponente di spicco della cosca Gallace-Gallelli che ha la sua base operativa a Guardavalle, lungo la fascia ionica Catanzarese.
    Gallace, latitante da un anno, era sfuggito all’arresto nell’ambito dell’operazione "Free Boat" che aveva portato alla cattura di esponenti di spicco e affiliati della cosca di Guardavalle, accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione.
    Nella stessa operazione, alla quale ha partecipato la Squadra mobile di Milano, è stato arrestato anche un presunto fiancheggiatore di Vitale, accusato di avere favorito la sua latitanza in Lombardia.
    Francesco Chindemi
    Venerdì 18 aprile 2014


    ReggioTV | ‘Ndrangheta, latitante arrestato nel milanese
    Ultima modifica di Luis Molina; 18-04-14 alle 14:27

  8. #568
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Aggressione bancomat a Verano Brianza: arrestati

    Colpirono un 60enne con una mazza da baseball: la vittima venne trasportata in elisoccorso a Desio

    Redazione MonzaToday10 maggio 2014


    Due pregiudicati italiani sono stati arrestati sabato mattina: secondo i carabinieri di Seregno sono i responsabili di un'aggressione e tentativo di rapina a Verano Brianza, in via Nazario Sauro, ai danni di un pensionato.
    L'episodio è del 27 marzo. Il pensionato stava prelevando denaro al bancomat quando è stato colpito alle spalle con un bastone. I due malviventi non sono però riiusciti a rapinarlo. L'analisi dei filmati di sorveglianza della banca ha permesso di risalire alle loro identità: si tratta di due residenti in provincia di Brescia, un 43enne di origine calabrese e un 55enne di origine pugliese, entrambi con precedenti.
    Per l'uomo si era reso necessario il trasporto in elisoccorso all'ospedale di Desio.

    Aggressione bancomat a Verano Brianza: arrestati
    Ultima modifica di Luis Molina; 12-05-14 alle 10:54

  9. #569
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Spacciavano denaro falso
    sul percorso del Giro: denunciati

    MAJANO - Viaggiavano a bordo di un Fiat Ducato Maxi di colore blu, tappezzato di adesivi riportanti il logo del Giro d'Italia, carico di gadget della corsa, ma con il Giro non aveva nulla a che fare, anzi, secondo quanto accertato dai carabinieri, si trattava soltanto di una messa in scena per spacciare banconote false. Per questa ragione due cittadini baresi, di 33 e 36 anni, sono stati denunciati dai militari del Norm di Tolmezzo per i reati di introduzione e spendita di monete false. I militari della compagnia di Tolmezzo hanno fermato il mezzo nei pressi dell'uscita autostradale di Amaro dopo una segnalazione dei colleghi di Majano in merito a una spendita di una banconota falsa da 50 euro in un distributore di benzina locale. I due hanno cercato di nascondere 20 banconote false da 50 euro, tutte con lo stesso numero seriale, ma sono stati scoperti.

    Martedì 3 Giugno 2014

    Spacciavano soldi falsi due pugliesi denunciati

  10. #570
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    Predefinito Re: Immigrati criminali - archivio delle malefatte allogene

    Figlio di un boss mafioso arrestato all'alba, viveva in centro a Mestre

    Vito Galatolo, 40 anni, in manette in via Pio X. Poi il trasferimento al carcere di Padova. A "tradirlo" le casse di pesce che si faceva recapitare

    La redazione
    23 giugno 2014

    Da buon palermitano a Vito Galatolo piaceva molto il pesce. Ma assieme a cassette di triglie e orate a Mestre i suoi "picciotti", secondo i magistrati che al termine dell'operazione Apocalisse hanno tratto in arresto 91 persone sgominando il clan di Tommaso Natale e San Lorenzo, gli portavano anche i rendiconti delle aziende e degli affari. Il 40enne, figlio del boss Vincenzo, che venne condannato all’ergastolo per l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sarebbe stato incastrato dai racconti del nipote Angelo Fontana, ora collaboratore di giustizia. L'uomo è stato arrestato all'alba di lunedì dagli agenti del Gico, che hanno fatto irruzione in un appartamento di via Pio X, dove era finito in soggiorno obbligato e sotto sorveglianza. In pieno centro città.
    "Alla fine degli anni '90, quando le indagini si erano fatte più stringenti, i Fontana e i Galatolo decisero di spostare i loro interessi lontano dalla Sicilia. Ci spartimmo i lavori di coibentazione e di piastrellamento nei cantieri del Nord", racconta il pentito Angelo Fontana. Così, dopo la scarcerazione del 2012, Vito Galatolo, raggiunto da divieto di dimora nel Comune di Palermo, è salito al Nord. Andando a vivere nell'appartamento mestrino con moglie e figli. Con lui "salirono" anche le aziende del clan, tra La Spezia e Monfalcone. Il 40enne trovò lavoro al Tronchetto come operaio manutentore, per poi continuare a gestire i suoi traffici anche in terra lagunare, occupandosi di "ripulire" i soldi sporchi della famigia mafiosa dell'Acquasanta affidandosi alle scommesse sportive. Un metodo spesso utilizzato per incamerare contanti "puliti". In questo modo oltre 660mila euro di proventi illeciti si sarebbero tramutati in 590mila euro in contanti "immacolati".
    Dopo l'arresto Vito Galatolo è stato trasferito al carcere Due Palazzi di Padova. Dove si trova rinchiuso in regime di massima sicurezza. Deve rispondere al pari degli altri 91 arrestati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, riciclaggio e usura.

    Mestre, figlio boss Galatolo arrestato in via Pio X 23 giugno 2014
    Ultima modifica di Luis Molina; 23-06-14 alle 20:25

 

 
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