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    Predefinito Dalle «Confessioni» di sant'Agostino, vescovo

    (Lib. 7, 10, 18; 10, 27; CSEL 33, 157-163. 255)

    Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tu guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull'acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce.
    O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi parve di udire la tua voce dall'alto che diceva: «Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me».
    Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il «Mediatore fra Dio e gli uomini, l'Uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5), «che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli» (Rm 9, 5). Egli mi chiamò e disse: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14).
    Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini.
    Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l`ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.

  2. #12
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    Predefinito Florilegio di frasi agostiniane

    Dilige et quod vis fac.
    Ama e fa' ciò che vuoi. (In Io. Ep. tr. 7, 8)

    Fecerunt itaque civitates duas amores duo: terrenam scilicet amor sui usque ad contemptum Dei, coelestem vero amor Dei usque ad contemptum sui.
    Due amori fecero due città: la città terrena l'amore di sé fino al disprezzo di Dio, la città celeste l'amore di Dio fino al disprezzo di sé. (De civ. Dei 14, 28)

    Quis alius noster est finis nisi pervenire ad regnum, cuius nullus est finis?
    Quale altro sarà il nostro fine, che giungere al regno che non avrà fine? (De Civ. Dei 22, 30.5)

    Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te.
    Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te. (Confess. 1, 1, 1)

    Pondus meum amor meus, eo feror quocumque feror.
    Il mio peso è il mio amore; esso mi porta dovunque mi porto. (Confess. 13, 9, 10)

    Delectatio quippe quasi pondus est animae.
    Il godimento è appunto quasi la legge di gravitazione dell'anima. (De mus. 6, 11, 29)

    Quis autem veraciter laudat, nisi qui sinceriter amat?
    Chi mai loda veramente, se non chi ama sinceramente? (Ep. 140, 18, 45)

    Pedes tui, caritas tua est.
    I tuoi piedi sono il tuo amore. (En. in ps. 33, d. 2, 10)

    Duos pedes habeto, noli esse claudus.
    Abbi due piedi, non essere zoppo. (En. in ps. 33, d. 2, 10)

    Dic animae meae: salus tua ego sum. Sic dic, ut audiam. Ecce aures cordis mei ante te, Domine; aperi eas et dic animae meae: salus tua ego sum.
    Dì all'anima mia: Io sono la tua salvezza (Ps 34, 3). Dillo, che io l'oda. Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua bocca, o Signore. Aprile, e dì all'anima mia: Io sono la tua salvezza. (Confess. 1, 5, 5)

    Sicut aures corporis ad os hominis, sic cor hominis ad aures Dei.
    Come l'orecchio nostro alla bocca dell'uomo, così il cuore dell'uomo all'orecchio di Dio. (En. in ps. 119, 9)

    Non corporis voce, quae cum strepitu verberati aeris promitur, sed voce cordis, quae hominibus silet, Deo autem sicut clamor sonat.
    [Ad Dominum clamavi] ... non con la voce del corpo, la cui sonorità risulta dalla vibrazione dell'aria, ma con la voce del cuore, che è silenziosa per gli uomini, ma innanzi a Dio risuona come un grido. (En. in ps. 3, 4)

    Quid prodest strepitus oris muto corde?
    A che serve lo strepito della voce, se il cuore tace? (In Io. Ev. tr. 9, 13)

    Nimis inimica amicitia, seductio mentis investigabilis ... cum dicitur: Eamus, faciamus, et pudet non esse impudentem. (Confess. 2, 9, 17)
    O amicizia veramente nemica, seduzione insondabile della mente. Si dice: andiamo, facciamo! E ci si vergogna di non essere svergognati. (Confess. 2, 9, 17)

    Amicitia non est vera, nisi cum eam tu agglutinas inter inhaerentes tibi caritate diffusa in cordibus nostris per Spiritum Sanctum qui datus est nobis.
    L'amicizia non è vera se non sei tu a cementarla tra coloro che aderiscono a te, con la carità dello Spirito Santo, che hai effuso nei nostri cuori. (Confess. 4, 4, 7)

    Suspectus est nescio quis quasi inimicus, et forte est amicus. Videtur alter quasi amicus, et est forsitan occultus inimicus. O tenebrae!
    Un tale è sospettato che sia un nemico, ed è, forse, un amico; un altro sembra essere amico, e forse è un nemico nascosto. Che buio! (Serm. 49, 4)

    Mens nostra pruriens in auribus.
    La nostra mente smaniosa di udire. (Confess. 4, 8, 13)

    Fluitat humana memoria per varias cogitationes, nec in cuiusquam potestate est quid et quando ei veniat in mentem.
    La memoria dell'uomo ondeggia da un pensiero all'altro, e nessuno può determinare cosa gli sovvenga nei diversi momenti. (De cons. Evang. 3, 13, 48)

    Doce ergo me suavitatem inspirando caritatem ... Doce me disciplinam donando patientiam, doce me scientiam illuminando intelligentiam.
    Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente. (En. in ps. 118, 17, 4)

    Promiseram autem, si meministi, me tibi demonstraturum esse aliquid quod sit nostra mente atque ratione sublimius. Ecce tibi est ipsa veritas: amplectere illam si potes et fruere illa.
    Avevo promesso, se ricordi, di dimostrarti che v'è un essere più elevato della nostra mente e della nostra ragione. Ecco, è la verità stessa: abbracciala, se puoi, e godila. (De lib. arb. 2, 13, 35)

    Impia mens odit etiam ipsum intellectum.
    La mente empia disdegna perfino lo stesso intendere. (Serm. 156, 1)

    Homo aliquando nimium mente perversa timet intelligere, ne cogatur quod intellexerit facere.
    Talvolta chi è troppo perverso d'animo teme di capire, per non essere costretto a mettere in pratica ciò che può avere capito. (Serm. 156, 1)

    Beatus qui amat te et amicum in te et inimicum propter te. Solus enim nullum carum amittit cui omnes in illo cari sunt, qui non amittitur.
    Beato chi ama te e l'amico in te e il nemico per te. Non perde nessuna persona cara solo colui al quale sono tutti cari nell'unico che non si può perdere, te. (Confess. 4, 9, 14)

    Ibi est locus quietis imperturbabilis, ubi non deseritur amor, si ipse non deseratur.
    Il luogo della quiete imperturbabile è dove l'amore non conosce abbandoni, se lui per primo non abbandona. (Confess. 4, 11, 16)

    In quibuslibet rebus humanis nihil est homini amicum sine homine amico.
    In ogni situazione umana nulla ci è amico senza una persona amica. (Ep. 130, 4)

    Adtendite non praesumere de pecunia, de amico homine, de honore et iactantia saeculi.
    State attenti a non riporre la vostra fiducia sul denaro, sulle amicizie, umane e sugli onori o le vanità del secolo. (En. in ps. 131, 25)

    Ex amante alio accenditur alius.
    È dall'amore dell'uno che si accende l'amore dell'altro. (Confess. 4, 14, 21)

    In illo ergo amentur. Et rape ad eum tecum quas potes et dic eis: hunc amemus, hunc amemus.
    Amiamo tutti in lui. Attira verso di lui con te tutti quelli che puoi e dì loro: amiamo lui, amiamo lui. (Confess. 4, 12, 18)

    Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?
    Se togliamo il fondamento della giustizia, che cosa sono gli stati se non delle grandi associazioni a delinquere? (De civ. Dei 4, 4)

    Noli foras ire, in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas. Et si tuam naturam mutabilem inveneris, trascende et teipsum. Illuc ergo tende, unde ipsum lumen rationis accenditur.
    Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera rel. 39, 72)

    Sero te amavi, pulchritudo tam antiqua et tam nova. Sero te amavi! Et ecce intus eras et ego foris, et ibi te quaerebam et in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam.
    Tardi ti amai, Bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo; deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. (Confess. 10, 27, 38)

    Nunc autem quoniam quem tu imples, sublevas eum, quoniam tui plenus non sum, oneri mihi sum.
    Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te sono, un peso per me. (Confess. 10, 28, 39)

    Amor, qui semper ardes et numquam extingueris, caritas, Deus meus, accende me!
    O amore, che sempre ardi senza mai estinguerti, carità, Dio mio, infiammami! (Confess. 10, 29, 40)

    Da quod amo: amo enim. Et hoc tu dedisti. Ne dona tua deseras, nec herbam tuam spernas sitientem.
    Dammi ciò che amo. Perché io amo, e tu mi hai dato di amare. Non abbandonare i tuoi doni, non trascurare la tua erba assetata. (Confess. 11, 2, 3)

    Diligens inquisitor inveniet.
    Un ricercatore accurato riscontrerà ciò. (De cons. Evang. 3, 13, 49)

    Et tota spes mea non nisi in magna valde misericordia tua. Da quod iubes, et iube quod vis.
    Ogni mia speranza è posta nell'immensa grandezza della tua misericordia. Dammi quello che comandi e poi comanda ciò che vuoi. (Confess. 10, 29, 40)

    Talis est quisque qualis eius dilectio est. Terram diligis? Terra eris. Deum diligis? Quid dicam? Deus eris? Non audeo dicere ex me; Scripturas audiamus: Ego dixi: dii estis et filii Altissimi omnes.
    Ognuno è tale e quale il suo amore. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che dirò? Sarai Dio? Non oso dirlo, ma ascoltiamo la Scrittura che dice: Io ho detto: Siete dèi e figli dell'Altissimo. (Sal 81, 6) (In Io. Ep. tr. 2, 14)

    Ama et propinquabit; ama et habitabit.
    Ama ed egli si avvicinerà, ama ed egli abiterà in te. (Serm. 21, 2)

    Da mihi amantem et sentit quod dico.
    Dammi un innamorato e capirà quello che dico. (De cons. Evang. 26, 4)

    Nuces puero demonstrantur, et trahitur, et quo currit trahitur, amando trahitur, sine laesione corporis trahitur, cordis vinculo trahitur.
    Mostri delle noci ad un bambino e questo viene attratto: egli corre dove si sente attratto; è attratto da ciò che ama, senza che subisca costrizione; è il suo cuore che rimane avvinto. (In Io. Ev. tr. 26, 5)

    Numquid iste sermo saperet, nisi esset in vobis interna dulcedo?
    Potrebbe piacere un simile discorso, se in voi non si trovasse trasporto? (Serm. 169, 13, 16)

    Hoc est Deus gratis amare, de Deo Deum sperare.
    Questo è amare Dio disinteressatamente, sperare Dio da Dio. (Serm. 334, 3)

    Minus te, Domine, amat qui tecum aliquid amat, quod non propter te amat.
    Ti ama meno chi ama altre cose con te senza amarle per causa tua. (Confess. 10, 29, 40)

    Quis enim sic delectat quam ille qui fecit omnia quae delectant?
    Chi ci può dare così la gioia se non colui che ha creato tutte le cose che sono fonte di gioia? (En. in ps. 32, II, d. 1, 6)

    Deus non deserit si non deseratur.
    Dio non abbandona se non è abbandonato. (De nat. et gr. 26, 29)

    In eo quod amatur, aut non laboratur, aut et labor amatur.
    Quando si ama, non si si fatica, o, se si fatica, questa stessa fatica è amata. (De bono vid. 21, 26)

    Diversa ergo intentio diversa facta fecit.
    Diversa l'intenzione, diversi i fatti. (In Io. Ep. tr. 7, 7)

    Norunt fideles corpus Christi si corpus Christi esse non negligunt.
    I fedeli riconoscono il corpo di Cristo se non trascurano di essere il corpo di Cristo. (In Io. Ev. tr. 26, 13)

    Sed si angustantur vasa carnis, dilatentur spatia caritatis.
    Ma se si trovano nelle angustie i recipienti di carne, si dilatino gli spazi della carità. (Serm. 69, 1, 1)

    Quae autem maior est virtus pietatis, quam caritas unitatis?
    Quale forza maggiore della carità, che l'amore dell'unità? (Serm. 269, 3)

    Forse che vi vien detto: Non amate niente? Tutt'altro. Sareste pigri, morti, detestabili, miseri, se non amaste nulla. Amate, ma state attenti a ciò che amate. (En. in ps. 31, 11, 5)

    Solo l'amore distingue i figli di Dio dai figli del diavolo. (In Io. Ep. tr. 5, 7)

    Ogni anima segue la sorte di ciò che ama. (In Io. Ev. tr. 7, 1)

    Chi non ama è privo di motivazioni per osservare i comandamenti. (In Io. Ev. tr. 82, 3)

    Dammi un cuore che ama, e capirà ciò che dico. Dammi un cuore anelante, un cuore affamato, che si senta pellegrino e assetato in questo deserto, un cuore che sospiri la fonte... e capirà ciò che io dico... (In Io. Ev. tr. 26, 4)

    Non so in quale inesplicabile modo avvenga che chi ama se stesso e non Dio, non ama se stesso, mentre chi ama Dio e non se stesso, questi ama se stesso. (In Io. Ev. tr. 123, 5)

    Amat me Deus, amat te Deus.
    Dio ama me, Dio ama te. (En. in ps. 34, d. 1, 12)

    Amore amoris tui facio istuc.
    Per amore del tuo amore m'induco a tanto. (Confess. 2, 1, 1; 11, 1, 1)

    Canta a Lui, ma canta bene. (En. in ps. 32, II, d. 1, 8)

    La lode da cantare è lo stesso cantore... Siate voi la lode che volete proferire; e sarete la sua lode se vivrete bene. (Serm. 34, 6)

    Cantate vocibus, cantate cordibus, cantate oribus, cantate moribus. Cantate Domino canticum novum.
    La tua vita non proferisca testimonianza contrastante con la lingua. Cantate con le voci, cantate con i cuori, cantate con le labbra, cantate con i costumi. Cantate al Signore un cantico nuovo. (Serm. 34, 6)

    Ogni passo della Scrittura insegna quanto vale la carità. (In Io. Ep. tr. 5, 13)

    Dov'è carità, c'è pace, e dove c'è umiltà, c'è carità. (In Io. Ep. tr., prologo)

    Tanto forte è la giuntura della carità che, sebbene molte pietre viventi concorrano alla struttura del tempio di Dio, esse diventano una sola pietra. (En. in ps. 39, 1)

    Dio vuol farsi accogliere in noi mediante la carità. (In Io. Ep. tr. 2, 8)

    Il cristiano esamini se possiede la carità e allora dica: Io sono nato da Dio. Se non la possiede, egli porta soltanto il carattere di cristiano, ma è un disertore che scappa. (In Io. Ep. tr. 5, 6)

    La carità senza gioia non può essere vera carità. (En. in ps. 76, 6)

    Fintanto che non sarai perfettamente unito a lui, riponi in lui la tua speranza. (En. in ps. 72, 43)

    Superbia parit discissionem, caritas unitatem.
    La superbia produce discordia, mentre l'amore produce l'unione. (Serm. 46, 18)

    Qui noluerit servire caritati, necesse est ut serviat iniquitati.
    Chi non vuol servire alla carità, sarà inevitabilemete servo dell'iniquità. (En. in ps. 18, II, 15)

    In nessun modo possono dire di avere la carità coloro che dividono l'unità. (In Io. Ev. tr. 7, 3)

    Chi ama i fratelli sopporta tutto per l'unità, perché l'amore fraterno consiste nell'unità della carità. (In Io. Ep. tr. 1, 12)

    Solo il dissenso produce la divisione. Al contrario la carità opera l'accordo, l'accordo genera l'unità; l'unità mantiene la carità e la carità conduce alla gloria. (En. in ps. 30, II, d. 2, 1)

    Adde caritatem, prosunt omnia, detrahe caritatem, nihil prosunt cetera.
    Aggiungi la carità: sono utili tutte le cose; sottrai la carità: a nulla giovano tutte le altre cose. (Serm. 138, 2)

    Adde ergo scientiae caritatem, et utilis erit scientia; non per se, sed per caritatem.
    Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sé sola ma a motivo della carità. (In Io. Ev. tr. 27, 5)

    O sacramentum pietatis! O signum unitatis! O vinculum caritatis! Qui vult vivere, habet ubi vivat, habet unde vivat. Accedat, credat, incorporetur ut vivificetur.
    O sacramento dell'amore di Dio! O segno di unità! O vincolo di carità! Chi vuole vivere ha dove vivere, ha di chi vivere. Si accosti, creda, sia unito al corpo di Cristo per divenire vivo. (In Io. Ev. tr. 26, 13)

    Qui accipit mysterium unitatis et non tenet vinculum pacis, non mysterium accipit pro se sed testimonium contra se.
    Chi riceve il sacramento dell'unità [l'Eucaristia] e non conserva il vincolo della pace, riceve non un sacramento a sua salvezza, ma una prova a suo danno. (Serm. 272, 1)

    Qui novit veritatem novit eam; qui novit eam, novit aeternitatem. Caritas novit eam. O aeterna veritas, et vera caritas et cara aeternitas! Tu es Deus meus; tibi suspiro die ac nocte.
    Chi conosce la verità, la conosce. Chi la conosce, conosce l'eternità. La carità la conosce. O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio; a te sospiro giorno e notte. (Confess. 7, 10, 16)

    Faciliusque dubitarem vivere me, quam non esse veritatem, quae per ea quae facta sunt intellecta conspicitur.
    Avrei più facilmente dubitato della mia personale esistenza che di quella della verità, che si può intravedere con la mente attraverso le cose che sono state fatte. (Confess. 7, 10, 16)

    Sicut amici adulantes pervertunt, sic inimici litigantes plerumque corrigunt.
    Come gli amici corrompono con le loro adulazioni, così i nemici per lo più correggono con le loro offese. (Confess. 9, 8, 18)

    (Monica) nutrierat filios totiens eos parturiens, quotiens abs te deviare cernebat.
    (Monica) Aveva allevato i figli partorendoli tante volte quante li vedeva deviare da te. (Confess. 9, 9, 22)

    Duas istas civitate faciunt duo amores: Ierusalem facit amor Dei; Babyloniam facit amor saeculi. Interroget ergo se quisque quid amet, et inveniet unde sit civis.
    Queste due città sono fatte da due amori: l'amore di Dio fa Gerusalemme; l'amore del mondo fa Babilonia. Ognuno dunque si interroghi su cosa ama e capirà di quale città è cittadino. (En. in ps. 64, 2)

    Cuius rex veritas, cuius lex caritas, cuius modus aeternitas.
    (La città) Il cui re è la verità, la cui legge è l'amore, e la cui dimensione è l'eternità. (Ep. 138, 3, 17)

    Pax omnium rerum, tranquillitas ordinis.
    Pace di tutte le cose, la tranquillità dell'ordine. (De civ. Dei 19, 13)

    Minus ordinata inquieta sunt, ordinantur et quiescunt.
    Fuori dell'ordine regna l'inquietudine, nell'ordine la quiete. (Confess. 13, 9, 10)

    Iussisti enim et sic est: Ut poena sua sibi sit omnis inordinatus animus.
    Hai dato questo comando infatti e così è: Che sia pena a se stesso ogni animo disordinato. (Confess. 1, 12, 19)

    Quocumque fugerit, se trahit post se; et quocumque talem traxerit se, cruciat se de se.
    Dovunque fuggirà trascina se stesso dietro di sé, e ovunque trascinerà se stesso in tali condizioni, da se medesimo si tormenta. (En. in ps. 45, 3)

    Secum se trahit quocumque fugerit.
    Dovunque fugga, si trascina dietro se stesso. (In Io. Ev. tr. 41, 4)

    O rerum naturae obscuritas quantum tegmen est falsitatis.
    O oscurità delle cose della natura, quanto grande è il velo della falsità! (De mor. Eccl. cath. 2, 16, 38)

    Hoc enim cogitis, ut de bono et de malo, non scriptoribus et librariis, sed coquis et dulciariis ministris vobiscum potius disseramus.
    In questa discussione con voi sul bene e sul male sono costretto a ricorrere non a scrittori ed editori, ma pittosto a cuochi e pasticceri. (De mor. Eccl. cath. 2, 16, 41)

    Nihil in Ecclesia catholica salubrius fieri, quam ut rationem praecedat auctoritas.
    Non c'è nulla di più salutare nella Chiesa cattolica del primato dell'autorità sulla ragione. (De mor. Eccl. cath. 1, 25, 47)

    Tanta est pernicies animorum, qui cum vincere hominem volunt, ab errore vincuntur.
    Tanta è la disgrazia degli animi che mentre vogliono vincere gli uomini, sono vinti dal loro stesso errore. (Contra Adim. 28, 2)

    Cum punit Deus peccatores, non malum suum eis infert, sed malis eorum eos dimittit.
    Dio infatti anche quando punisce i peccatori, non infligge loro un male suo, ma li abbandona ai loro mali. (En. in ps. 5, 10)

    Quidquid enim vis potes fugere, homo, praeter conscientiam tuam.
    O uomo, puoi fuggire lontano da tutto ciò che vuoi, ma non dalla tua coscienza. (En. in ps. 30, II, d. 1, 8)

    Sic et materna propinquitas nihil Mariae profuisset nisi felicius Christum corde quam carne gestasset.
    Così la materna vicinanza non sarebbe servita a nulla a Maria se più felicemente non avesse portato Cristo con il cuore che con la carne. (De s. virg. 3, 3)

    Inter omnes tribulationes humanae animae, nulla est maior tribulatio quam conscientia delictorum.
    Tra tutte le tribolazioni umane non ve n'è una più grande della coscienza delle proprie colpe. (En. in ps. 45, 3)

    Finis autem vitae tam longam quam brevem vitam hoc idem facit.
    Il termine della vita eguaglia tanto una lunga come una breve vita. (De civ. Dei 1, 11)

    Considerent nihil esse diuturnum in quo est aliquid extremum.
    Considerino che non si ha lunga durata se si ha un termine. (De civ. Dei 12, 12)

    Non est diu quod habet extremum.
    Non è lungo ciò che ha un termine. (En. in ps. 30, II, d. 1, 8.

    Ipsum desiderium tuum, oratio tua est; et si continuum desiderium, continua oratio.
    Il tuo stesso desiderio è la tua preghiera: e se continuo è il desiderio, continua è la preghiera. (Ep. 130, 18-20)

    Desiderium sinus cordis est; capiemus, si desiderium quantum possumus extendamus.
    Il desiderio è il recesso più intimo del cuore. Quanto più il desiderio dilata il nostro cuore, tanto più diventeremo capaci di accogliere Dio. (In Io. Ev. tr. 40, 10)

    Desiderium semper orat, etsi lingua taceat. Si semper desideras, semper oras. Quando dormitat oratio? Quando friguerit desiderium. (Serm. 80, 7)
    Il desiderio prega sempre anche se tace la lingua. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre. Quand'è che la preghiera sonnecchia? Quando si raffredda il desiderio. (Serm. 80, 7)

    Nam qui desiderat, etsi lingua taceat, cantat corde; qui autem non desiderat, quolibet clamore aures hominum feriat, mutus est Deo.
    Chi desidera, anche se tace con la lingua, canta con il cuore. Chi invece non desidera, anche se ferisce con le sue grida le orecchie degli uomini, è muto dinanzi a Dio. (En. in ps. 86, 1)

    Quid enim desideres tu nosti; quid tibi prosit ille novit.
    Tu sai che cosa desideri, ma egli solo sa che cosa ti giova. (Serm. 80, 1)

    Continuum desiderium tuum, continua vox tua est. Tacebis, si amare destiteris.
    Il tuo continuo desiderio, è la tua continua voce. Tacerai, se smetterai di amare. (En. in ps. 37, 13)

    Tota vita christiani boni sanctum desiderium est.
    Tutta la vita di un buon cristiano è un santo desiderio. (In Io. Ep. tr. 4, 6)

    Ipse finis erit desideriorum nostrorum, qui sine fine videbitur, sine fastidio amabitur, sine fatigatione laudabitur.
    Egli sarà il fine di tutti i nostri desideri, contemplato senza fine, amato senza fastidio, lodato senza stanchezza. (De civ. Dei 22, 30. 1)

    Beatior ergo Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi.
    Più felice fu Maria dunque accogliendo in sé la fede di Cristo che concependo la carne di Cristo. (De s. virg. 3, 3)

    Dalla fede nasce il desiderio, il desiderio prepara al possesso, poiché la preparazione della celeste dimora consiste nel desiderio, frutto dell'amore. (In Io. Ev. tr. 68, 3)

    Noi dunque preghiamo sempre con desiderio continuo sgorgato dalla fede, speranza e carità. (Ep. 130, 9, 18)

    Ogni amore o ascende o discende; dipende dal desiderio: se è buono ci innalziamo a Dio, se è cattivo precipitiamo nell'abisso... (En. in ps. 122, 1)

    Ibi vacabimus et videbimus, videbimus et amabimus, amabimus et laudabimus.
    (Nella città celeste) Là riposeremo e vedremo, vedremo e ameremo, ameremo e loderemo. (De civ. Dei 22, 30. 5)

    Domine Deus, pacem da nobis - omnia enim praestitisti nobis - pacem quietis, pacem sabbati, pacem sine vespera.
    Signore Dio, poiché tutto è tuo, donaci la pace, la pace del riposo, la pace del sabato, la pace senza tramonto. (Confess. 13, 35, 50)

    Inter persecutiones mundi et consolationes Dei peregrinando procurrit Ecclesia.
    Tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, pellegrinando cammina la Chiesa. (De civ. Dei 18, 51. 2)

    Canta et ambula. Noli errare, noli redire, noli remanere.
    Canta e cammina, non deviare, non tornare indietro, non fermarti. (Serm. 256, 3)

    Ama pacem, habe pacem, posside pacem, cape ad te quantos potes ad possidendam pacem: tanto latior erit, quanto a pluribus possidebitur.
    Ama la pace, tieni la pace, possiedi la pace, porta quanti vuoi al possesso della pace. I suoi confini si allargano quanto più cresce il numero di coloro che la posseggono. (Serm. 357, 1)

    Intellectus enim merces est fidei. Ergo noli quaerere intelligere ut credas, sed crede ut intelligas.
    La comprensione è la ricompensa della fede. Perciò non cercare di capire per credere, ma piuttosto credi per capire. (In Io. Ev. tr. 29, 6.

    Si potes, cape; si non potes, crede.
    Se puoi, capisci; se non puoi, credi. (In Io. Ev. tr. 35, 5)

    Non enim religiose quaerunt unde habeant ingenium quo ista quaerunt.
    Non ricercano con spirito religioso da dove hanno l'intelligenza stessa con cui cercano queste cose. (Confess. 5, 3, 4-5)

    Diligendo proximum purgas oculum ad videndum Deum.
    Amando il prossimo purifichiamo gli occhi del cuore per arrivare a vedere Dio. (In Io. Ev. tr. 17, 8)

    Cum esses languidus, portabat te proximus tuus; sanus factus es, porta proximum tuum.
    Quando eri infermo venivi portato dal tuo prossimo: adesso che sei guarito, devi essere tu a portare il tuo prossimo. (In Io. Ev. tr. 17, 8)

    Ad Dominum enim nondum pervenimus, sed proximum nobiscum habemus. Porta ergo eum, cum quo ambulas, ut ad eum pervenias, cum quo manere desideras.
    Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo lo abbiamo sempre con noi. Prendi su di te il peso di chi cammina con te, e arriverai a colui con il quale vuoi rimanere. (In Io. Ev. tr. 17, 9)

    Esto humilis, porta Dominum tuum; esto iumentum sessoris tui.
    Sii umile, porta il Signore Dio tuo; sii la cavalcatura di colui che ti monta. (In Io. Ep. tr. 7, 2)

    Extende caritatem per totum orbem, si vis Christum amare; quia membra Christi per orbem iacent.
    Estendi la tua carità su tutta la terra, se vuoi amare Cristo perché le membra di Cristo sono diffuse su tutta la terra. (In Io. Ep. tr. 10, 5-8)

    Si amatis Deum, rapite omnes ad amorem Dei qui vobis iunguntur, et omnes qui sunt in domo vestra: si amatur a vobis corpus Christi, id est unitas Ecclesiae, rapite eos ad fruendum.
    Se amate Dio, rapite all'amore di Dio tutti quanti sono uniti a voi, tutti quelli che abitano con voi; se amate il corpo di Cristo, cioè l'unità della Chiesa, trascinate tutti a godere di essa. (En. in ps. 33, d. 2. 6)

    Ergo gratulemur et agamus gratias, non solum nos christianos factos esse, sed Christum.
    Rallegriamoci dunque e rendiamo grazie a Dio: noi non siamo stati fatti solo cristiani, ma siamo divenuti Cristo. (In Io. Ev. tr. 21, 8)

    Plenitudo ergo Christi, caput et membra. Quid est, caput et membra? Christus et Ecclesia.
    Pienezza del Cristo, il capo e le membra. Cosa vuol dire, capo e membra? Cristo e la Chiesa. (In Io. Ev. tr. 21, 8)

    Hic sitiendum est, alibi saginabimur.
    Qui dobbiamo aver sete; là saremo rifocillati. (En. in ps. 62, 5)

    Est somnus animae, est somnus corporis. Somnus animae est oblivisci Deum suum.
    C'è un sonno dell'anima e c'è un sonno del corpo. Sonno dell'anima è dimenticare Dio. (En. in ps. 62, 3)

    Omnis qui sibi vult aliquid praestari, in ardore est desiderii: ipsum desiderium sitis est animae.
    Chi vuol raggiungere qualcosa ha l'ardore del desiderio. Il desiderio è la sete dell'anima. (En. in ps. 62, 5)

    In concordia Christi omnes una anima sumus.
    Nell'unione dell'amore di Cristo siamo tutti una sola anima. (En. in ps. 62, 5)

    Non est extra nos: in ipsius membris sumus, sub uno capite regimur, uno spiritu omnes vivimus, unam patriam omnes desideramus.
    Non è fuori di noi. Siamo nelle sue membra, siamo retti tutti sotto un solo capo, viviamo di un solo spirito tutti e desideriamo tutti una sola patria. (En. in ps. 64, 7)

    Nonne vides quia perdidisti quod non dedisti?
    Non ti accorgi che hai perso quello che non hai donato? (En. in ps. 36, 3, 8)

    Non stat ergo aetas nostra: ubique fatigatio est, ubique lassitudo, ubique corruptio.
    La nostra vita, nelle sue varie età, non s'arresta; e dovunque c'è fatica, dovunque stanchezza, dovunque deterioramento. (En. in ps. 62, 6)

    In isto deserto, quam multipliciter laborat, tam multipliciter sitit; quam multipliciter fatigatur, tam multipliciter sitit illam infatigabilem incorruptionem.
    In questo deserto, siccome in molti modi si soffre, così in molti modi si ha sete. In molti modi ci si stanca, e in molti modi si ha sete di quella incorruttibilità che non conosce stanchezza. (En. in ps. 62, 6)

    Et diligendo fit et ipse membrum, et fit per dilectionem in compage corporis Christi, et erit unus Christus amans se ipsum.
    E amando, anch'egli diventa un membro e per mezzo dell'amore viene ad appartenere all'unità del Corpo di Cristo; e sarà un solo Cristo che ama se stesso. (In Io. Ep. tr. 10, 3)

    Non potest separari dilectio. Elige tibi quid diligas; sequuntur te caetera.
    L'amore non si divide. Scegli per te cosa amare: il resto verrà da sé. (In Io. Ep. tr. 10, 3)

    Quid est enim philosophia? Amor sapientiae.
    Che cosa è la filosofia? È l'amore della sapienza. (Contra Acad. 2, 3, 8)

    Ipsum verum non videbis nisi in philosophiam totus intraveris.
    Non potrai vedere la verità se non ti immergerai completamente nella filosofia. (Contra Acad. 2, 3, 8)

    Hoc esse philosophari, amare Deum cuius natura sit incorporalis.
    Esercitare la filosofia è amare Dio la cui natura è incorporea. (De civ. Dei 8, 8)

    Causa contitutae universitatis, et lux percipiendae veritatis et fons bibendae felicitatis.
    La sorgente della costituzione del tutto, la luce della verità che siamo chiamati a raggiungere e la fonte della felicità che siamo chiamati a bere. (De civ. Dei 8, 10, 2)

    Qui ergo fecit te sine te non te iustificat sine te.
    Colui dunque che ti ha fatto senza di te non ti rende giusto senza di te. (Serm. 169, 3)

    Versa et reversa, in tergum et in latera et ventrem et dura sunt omnia: et tu solus requies.
    Ti giri e ti rigiri, di spalle, sul fianco o bocconi e tutto è duro: tu solo (o Dio) sei riposo. (Confess. 6, 16. 26)

    In quo enim nobiscum sentiunt, in eo etiam nobiscum sunt: in eo autem a nobis cesserunt, in quo a nobis dissentiunt.
    Nelle cose su cui condividono il nostro sentire (gli eretici) sono con noi, mentre sono lontani da noi nelle cose su cui dissentono da noi. (De bapt. 1, 1, 2)

    Multi etiam qui aperte foris sunt, et haeretici appellantur, multis e bonis catholicis meliores sunt.
    Molti che sono fuori e sono chiamati eretici sono migliori di molti e buoni cattolici! (De bapt. 4, 3, 4)

    Interior ergo magister est qui docet: Christus docet, inspiratio ipsius docet.
    È interiore il maestro che veramente insegna: Cristo insegna, la sua ispirazione insegna. (In Io. Ep. tr. 3, 13)

    Ubi non ego, ibi felicius ego.
    Dove non sono io, lì io sono molto più realizzato. (De cont. 13, 19)

    Tu autem eras interior intimo meo et superior summo meo.
    Tu eri più dentro in me della mia parte più interna e più alto della mia parte più alta. (Confess. 3, 6, 11)

    O si viderent internum aeternum, quod ego quia gustaveram, frendebam.
    Oh, se vedessero nel loro interno l'eterno, che io per averlo gustato, fremevo. (Confess. 9, 4, 10)

    Magis sunt vivorum solatia quam subsidia mortuorum.
    (La cura del funerale, la condizione della sepoltura e il fasto delle esequie) Sono piuttosto consolazioni per i vivi che aiuti per i morti. (De civ. Dei 1, 12. 1)

    Vis audire consilium? Si vis ab illo fugere, ad ipsum fuge.
    Vuoi un consiglio? Se vuoi fuggire lontano da lui, fuggi verso di lui. (In Io. Ep. tr. 6, 3)

    Quando autem et teipso interior est, non est quo fugias a Deo irato, nisi ad Deum placatum: prorsus non est quo fugias.
    E se poi Dio è più interiore a te di te stesso, non c'è dove fuggire da Dio irato, se non verso Dio placato. Altrove non hai scampo. (En. in ps. 74, 9)

    Intellegat non se esse episcopum, qui praeesse dilexerit, non prodesse.
    Non è vescovo chi ama essere capo senza essere utile. (De civ. Dei 19, 19)

    Quamobrem otium sanctum quaerit caritas veritatis, negotium iustum suscipit necessitas caritatis.
    Per questo l'amore della verità ricerca la santità della contemplazione, mentre il dovere della carità ricerca un giusta attività. (De civ. Dei 19, 19)

    Quia nec propter malos, qui videntur esse intus, deserendi sunt boni, qui vere sunt intus.
    Nemmeno a causa dei cattivi, che sembrano essere dentro la Chiesa, si debbono lasciare i buoni, che veramente sono dentro la Chiesa. (Contra Cresc. 2, 33, 42)

    Fugio paleam, ne hoc sim; non aream, ne nihil sim.
    Fuggo la paglia, per non essere anch'io paglia; non fuggo dall'aia, per non essere nulla. (Contra Cresc. 3, 35, 39)

    Si quam operam vestram mater Ecclesia desideraverit, nec elatione avida suscipiatis nec blandiente desidia respuatis.
    Se la madre Chiesa chiedesse i vostri servigi, non assumeteli per brama di salire in alto, né rifiutateli spinti dal dolce far nulla. (Ep. 48, 1-2)

    Ubi enim mihi animus erga me hominis ignotus est et incertus, melius arbitror meliora sentire quam inexplorata culpare.
    Quando non conosco bene l'animo di una persona verso di me, preferisco pensar bene, piuttosto che incolpare senza prove. (De an. et eius or. 1, 2, 2)

    Nunc autem nescio nec me pudet, ut istum, fateri nescire quod nescio.
    Ora però non so e non mi vergogno, come costui, di riconoscere di non sapere quello che non so. (De an. et eius orig. 1, 15, 25)

    Aliud est discere aliud videri sibi didicisse.
    Altro è imparare, altro è credere di aver imparato. (De an. et eius or. 2, 6, 10)

    Sapiens eris, si te non esse credideris.
    Sarai sapiente, se non ti crederai tale. (De an. et eius or. 3, 1, 1)

    ... videas profecto quantum tibi profuisset, si scisses nescire quod nescis, et quantum tibi prosit, si vel nunc scias.
    ... vedi senza dubbio quanto ti sarebbe giovato aver saputo di non sapere e quanto ti gioverebbe sapere di non sapere almeno adesso! (De an. et eius orig. 4, 11. 15)

    Haec praecipue cave, fili, si vis esse victor erroris, nec te, quando aliquid nescis, existimes scire, sed, ut scias, disce nescire.
    Guardati, figlio, se vuoi vincere l'errore: quando non sai, non credere di sapere, ma per sapere impara a sapere che non sai. (De a. et eius or. 4, 24, 38)

    Omnia quae illis continentur libris vel de ipso (Christo) dicta sunt vel propter ipsum.
    Tutto ciò che è contenuto in quei libri o è detto di lui o è detto a motivo di lui. (Contra Faustum 12, 7, 27)

    Quisquis igitur Christo adhaeret, totum bonum quod etiam in litteris legis non intelligit, habet; quisquis est autem alienus a Christo, nec intelligit, nec habet.
    Chi aderisce a Cristo, possiede tutto il bene delle Scritture, anche di ciò che non capisce; chi invece è alieno da Cristo, né lo capisce, né lo possiede. (En. in ps. 77, 7)

    Sint castae deliciae meae Scripturae tuae; nec fallar in eis, nec fallam ex eis.
    Le tue Scritture siano le mie caste delizie; che io non sia ingannato in esse, che io non inganni attraverso esse. (Confess. 11, 2, 3)

    Tu bone omnipotens, qui sic curas unumquemque nostrum, tamquam solum cures, et sic omnes, tamquam singulos.
    O tu buono e onnipotente, tu curi ognuno di noi singolarmente come se fosse il solo e curi tutti, come se fossero singoli. (Confess. 3, 11, 19)

    Sagittaveras tu cor nostrum caritate tua et gestabamus verba tua transfixa visceribus.
    Avevi trafitto il nostro cuore con le frecce della tua carità e portavamo le tue parole piantate nelle nostre viscere. (Confess. 9, 2, 3)

    Ne dona tua deseras nec herbam tuam spernas sitientem.
    Non abbandonare i tuoi doni e non disprezzare questo tuo filo d'erba assetato. (Confess. 11, 2, 3)

    Deus tuus ubique totus est: si non ab illo facias casum, numquam a te ipse facit occasum.
    Il tuo Dio è tutto ovunque: se tu non cadrai lontano da lui, mai egli tramonterà lontano da te. (In Io. Ev. tr. 34, 6)

    Si amare pigebat, saltem nunc redamare non pigeat. Nulla est enim maior ad amorem invitatio, quam praevenire amando.
    Se ci rincresceva amare, almeno ora non ci rincresca di rispondere all'amore. Non c'è infatti maggiore invito all'amore che amare per primi. (De cath. rud. 4, 7)

    Christum narrat et dilectionem monet.
    (La Scrittura) Parla di Cristo e ci indirizza verso l'amore. (De cath. rud. 4, 8)

    Remansit adultera et Dominus, remansit vulnerata et medicus, remansit magna miseria et magna misericordia.
    Restò l'adultera e il Signore, restò colei che era ferita e il medico, restò la grande miseria e la grande misericordia. (En. in ps. 50, 8)

    Remansit solus et sola; remansit creator et creatura; remansit miseria et misericordia; remansit quae suum reatum agnoscebat, et qui peccatum dimittebat.
    Soli restarono lui e lei; restò il Creatore e la creatura; restò la miseria e la misericordia; restò lei consapevole del suo reato e lui che ne rimetteva il peccato. (Serm. 16/A, 5)

    Magna est enim miseria superbus homo, sed maior misericordia humilis Deus.
    Grande miseria è un uomo superbo, ma più grande misericordia è un Dio umile. (De cat. rud. 4, 8)

    Mira profunditas eloquiorum tuorum... Horror est intendere in eam; horror honoris et tremor amoris.
    È sgomento per me gettare lo sguardo nella tua parola; sgomento di onore e tremito di amore. (Confess. 12, 14, 17)

    Deseruerunt illi sponsorem salutis, honoravit ille socium crucis.
    Abbandonarono quelli colui che prometteva la salvezza, mentre questi onorò chi era associato a lui sulla croce. (De an. et eius or. 1, 9, 11)

    Timeo enim Iesum transeuntem et manentem ed ideo tacere non possum.
    Temo Gesù che passa e che rimane (in eterno) e per questo non posso stare zitto. (Serm. 88, 14, 13)

    Domine, si sine te nihil, totum in te.
    Sì, o Signore, nulla senza di te, ma tutto in te. (En. in ps. 30, II, d. 1, 4)

    La vita di un buon cristiano è tutta un santo desiderio... In questo consiste la nostra vita: esercitarci col desiderio. (In Io. Ep. tr. 4, 6)

    Christe, responde, vince atque convince; clama: Sine me nihil potestis facere, ut taceant, qui clamant: Etsi difficilius, tamen possemus et sine te facere.
    Cristo, vinci e convinci, grida: Senza di me non potete far nulla, perché tacciano coloro che strillano: Benché più difficilmente, tuttavia potremmo farcela anche senza di te. (Opus imp. c. Iul. 2, 198)

    Noli aliquid dicere sine illo, et non dicit aliquid sine te.
    Non dire nulla senza di Dio, com'egli non dice nulla senza di te. (En. in ps. 85, 1)

    Nam sine illo, nos nihil; in illo autem, ipse Christus et nos.
    Giacché senza Cristo noi siamo niente; ma in lui siamo Cristo e noi. (En. in ps. 30, II, d. 1, 3)

    Gesù non temette di nessuno quand'era quaggiù umile, e temerà di qualcuno nel suo splendore eterno? (En. in ps. 93, 7)

    Intendat Caritas vestra: Deus ineffabilis est; facilius dicimus quid non sit, quam quid sit.
    Stia attenta la vostra Carità. Dio è ineffabile; più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è. (En. in ps. 85, 12)

    Invocas quidquid amas; invocas quidquid in te vocas, invocas quidquid vis ut veniat ad te.
    Tu invochi ciò che ami; invochi ciò che chiami a te; invochi tutto ciò che vuoi che venga a te. (En. in ps. 85, 8)

    Invocas Deum quando in te vocas Deum.
    Invochi Dio quando chiami Dio dentro di te. (En. in ps. 30, II, d. 3. 4)

    Vis invocare Deum? Gratis invoca. Avare, an parum est tibi, si te impleat ipse Deus?
    Vuoi invocare Dio? Invocalo gratuitamente. Avaro, è forse per te poca cosa, che Dio stesso ti riempia? (En. in ps. 30, II, d. 3. 4)

    Locus eius tu eris si bonus, si confessus invocaveris eum.
    Tu sarai il suo luogo se divenuto buono con la tua confessione lo invocherai. (En. in ps. 74, 9)

    Ille placet Deo cui placet Deus.
    Piace a Dio colui al quale Dio piace. (En. in ps. 32, II, d. 1, 1)

    Melius enim utique tota die foderent, quam tota die saltarent.
    Molto meglio stare tutto il giorno a zappare, che a danzare. (En. in ps. 32, II, d. 1, 6)

    Est enim quaedam pulchritudo iustitiae... Habet iustitia formam suam, oculos quaerit, accendit amatores suos.
    Vi è una certa bellezza della giustizia ... ma la giustizia ha una sua bellezza, chiede di essere contemplata, infiamma i suoi amanti. (En. in ps. 32, II, d. 1, 6)

    Novus homo, novum Testamentum, novum canticum ... Cantet canticum novum, non lingua, sed vita.
    Nuovo uomo, nuovo Testamento, nuovo cantico ... Canta però il cantico nuovo non con le labbra ma con la vita. (En. in ps. 32, II, d. 1. 8)

    Hoc est enim bene canere Deo, in iubilatione cantare.
    Dare forma a un canto per cui Dio si diletti, è cantare nel giubilo. (En. in ps. 32, II, d. 1. 8)

    Nosti quid facias de agro tuo, et nescit Deus quid faciat de servo suo?
    Tu sai cosa fare del tuo campo e Dio non sa cosa fare del suo servo? (En. in ps. 63, 19)

    Fonte: Sito Augustinus

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    Ogni amore o ascende o discende; dipende dal desiderio: se è buono ci innalziamo a Dio, se è cattivo precipitiamo nell'abisso... (En. in ps. 122, 1)

    Se vuoi vedere Dio, hai a disposizione l'idea giusta: Dio è amore. (In Io. Ep. tr. 7, 10)

    Tali sono nella generalità gli uomini, quali sono i loro amori. (Serm. 96, 1)

    Dio è tutto per te, è tutto quello che ami. (In Io. Ev. tr. 13, 5)

    Ama e persevera nell'amore; non defrauderò il tuo amore, io che ho mondato il tuo cuore. (In Io. Ev. tr. 21, 15)

    Cantare è proprio di chi ama. La voce di questo cantore è il fervore di un santo amore. (Serm. 336, 1)

    Uomo vecchio, cantico vecchio; uomo nuovo, cantico nuovo. Testamento vecchio, cantico vecchio; Testamento nuovo, cantico nuovo. (En. in ps. 149, 1)

    Cristo per questo venne, perché ci ha amati; non v'era in noi qualcosa da amare, ma amando ci ha resi amabili. (Serm. 163/B, 2)

    Se avrai la carità, avrai tutto; senza la carità nulla ti gioverà, qualunque cosa tu abbia. (In Io. Ev. tr. 32, 8)

    Il Signore abita nei cuori e unico è il cuore di quanti, pur essendo molti, sono cementati dalla carità. (En. in ps. 131, 4)

    Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità. (In Io. Ev. tr. 27, 5)

    Quasi come un campo Dio trova i cuori degli uomini... Vuole piantarvi l'albero della carità. (In Io. Ep. tr. 2, 8)

    Nessuno interroghi l'altro; ciascuno invece rientri in se stesso: se vi troverà la carità fraterna, stia sicuro: non badi se per il momento la sua gloria è ancora nascosta. (In Io. Ep. tr. 5, 10)

    Nella confessione l'uomo esprime la sua umiltà, nella misericordia Dio manifesta la sua grandezza. (In Io. Ev. tr. 14, 5)

    L'unità diventa armonia per la carità dei membri che la compongono; e questa unità parla come parlava allora un sol uomo. (In Io. Ev. tr. 32, 7)

    La tunica tirata a sorte significa l'unità di tutte le parti, saldate insieme dal vincolo della carità. (In Io. Ev. tr. 118, 4)

    Tu non hai la carità, perché per una questione di onore rompi l'unità. (In Io. Ep. tr. 6, 13)

    Tutti gli uomini ardono dal desiderio. (En. in ps. 62, 5)

    I nostri sentimenti sono movimenti dell'anima ... il desiderio è uno slancio dell'anima, il timore una fuga ... (In Io. Ev. tr. 46, 8)

    Ut altitudine superbos irrideat, profunditate attentos terreat, veritate magnos pascat, affabilitate parvulos nutriat.
    Irride i superbi con la sua altezza, atterrisce gli attenti con la sua profondità, pasce i grandi con la verità, nutrisce i piccoli con la sua affabilità. (De Gen. ad litt. 5, 3, 6)

    Filios habes: unum plus numera et da aliquid et Christo.
    Hai i figli: considera di averne uno di più e dai qualcosa anche a Cristo. (Enarratio En. in ps. 38, 12)

    Qui noluerit servire caritati necesse est ut serviat iniquitati.
    Chi non vorrà servire la carità dovrà per forza servire l'iniquità. (En. in ps. 18, II, 15)

    Serviens itaque Deo animus recte imperat corpori, inque ipso animo ratio Domino Deo subdita, recte imperat libidini vitiisque caeteris.
    L'animo sottomesso a Dio giustamente è padrone del proprio corpo e nell'animo stesso la ragione sottomessa a Dio giustamente comanda sulla libidine e sugli altri vizi. (De civ. Dei 19, 21, 2)

    Donatus est itaque homo sibi quia deseruit Deum placendo sibi: et non obediens Deo, non potuit obedire nec sibi.
    L'uomo è stato da Dio consegnato a se stesso perché ha abbandonato Dio, piacendo a se stesso; e non obbedendo a Dio non può più obbedire neanche a se stesso. (De civ. Dei 14, 24)

    Si putas te non habere tribulationes, nondum coepisti esse christianus.
    Se credi di non avere tribolazioni, non hai ancora cominciato ad essere cristiano. (En. in ps. 55, 4)

    Longam coenam malam nemo ferre, longam vitam malam omnes volunt habere. Utique si grande est quod vivimus, bonum sit ipsum grande.
    Un pranzo cattivo che andasse per le lunghe nessuno lo tollererebbe, una vita cattiva quasi tutti la desiderano. Certo, se vivere è un gran dono, questo dono grande sia speso bene. (Serm. 232, 8)

    Non vis finiri miseram vitam? Tanto est miserior, quanto et misera amata est, et non vis finiri: minus esset misera, si non amaretur.
    Non vuoi che abbia fine la vita infelice? Tanto è più infelice quanto, pur infelice, viene amata, e non vuoi che abbia fine: sarebbe meno infelice se non si amasse. (Serm. 305, 4)

    Si ipse Adam hodie moreretur, paucos dies vixerat, quia omnes finierat.
    Perfino Adamo, anche se morisse appena oggi, avrebbe vissuto pochi giorni, perché li ha pur finiti tutti. (Serm. 345, 2)

    La tua vecchiaia sia di un fanciullo, e la tua fanciullezza d'un vecchio; voglio dire, non esser savio con la superbia, non esser umile senza la sapienza. (En. in ps. 112, 2)

    Dura, persevera, tolera, porta dilationem et tulisti crucem.
    Persisti, persevera, tollera, sopporta l'indugio: così porterai la tua croce. (Serm. 94, 7, 9)

    Omnia tempora patent martyribus.
    Ogni tempo ha i suoi martiri. (Serm. 94/A, 2)

    Non est persecutio omnibus christianis quando pro veritate certantur?
    Non si tratta forse di persecuzione per i cristiani quando lottano per la verità? (Serm. 94/A, 2)

    Non impellunt corpora christianorum, sed lacerant animas christianorum.
    (I persecutori) Non seviziano più i corpi dei cristiani, ma lacerano le anime dei cristiani. (En. in ps. 69, 2)

    Codice portat iudaeus, unde credat christianus. Librarii nostri facti sunt.
    Il giudeo porta il libro dal quale possa credere il cristiano. Sono diventati i nostri porta-libri! (En. in ps. 56, 9)

    Non enim erat tunc ubi non erat tempus.
    Infatti non c'era un allora dove non c'era il tempo. (Confess. 11, 13, 15-16)

    Si haec una desit, inania; si haec adsit, plena sint omnia.
    Se manca solo la carità tutto è vuoto, se c'è questa tutto è pienezza. (De mor. Eccl. cath. 1, 33, 73)

    Ut in omnibus quibus utitur transitura necessitas superemineat quae permanet caritas.
    In modo che in tutte le cose di cui si serve la necessità, che passa, emerga chiaramente l'unica che rimane, la carità. (Regula, passim)

    In observationibus autem, si non intelligantur, servitus sola est.
    Nelle osservanze, che non sono comprese nel loro significato, rimane solo una schiavitù. (Exp. ep. ad Gal. 19)

    Prorsus aut punis, aut punit. Vis non puniat? Puni tu... Quia hoc in te odisti, quod et ille odit, ut incipias placere Deo, dum hoc in te punis quod displicet Deo.
    Non c'è scampo: o ti punisci da te stesso, o ti punisce lui. Vuoi che non punisca Dio? Punisci tu... Così comincerai a piacere a Dio, in quanto punisci in te quello che dispiace a Dio. (En. in ps. 58, 1, 13)

    Definitio brevis et vera virtutis ordo est amoris.
    Una definizione breve e vera della virtù è l'ordine dell'amore. (De civ. Dei 15, 22)

    Sed qui totum inspicere non potest tamquam deformitate partis offenditur quoniam cui congruat et quo referatur ignorat.
    Chi non sa vedere l'insieme del tutto viene turbato dall'apparente incongruenza della singola parte perché non sa a cosa sia adatta e a cosa si riferisca. (De civ. Dei 16, 8. 2)

    Et vox dicentium est ipsa evidentia.
    E la loro voce è la loro evidenza. (Confess. 11, 4, 6)

    Ut nec propter vitium oderit hominem, nec amet vitium propter hominem; sed oderit vitium, amet hominem.
    Non deve odiare l'uomo a causa del suo vizio né deve amare il vizio a motivo dell'uomo, ma deve odiare il vizio e amare l'uomo. (De civ. Dei 14, 6)

    Quidquid enim lacerato animo dixeris punientis est impetus non caritas corrigentis. Dilige, et dic quod voles.
    Tutto ciò che dirai con animo lacerato sarà rabbia di uno che punisce e non amore di uno che corregge. Ama, e poi dì quello che vuoi. (Exp. ep. ad Gal. 57)

    Dilige peccatorem, non in quantum peccator est, sed in quantum homo est.
    Ama il peccatore, non in quanto è peccatore ma in quanto è uomo. (Serm. 4, 20)

    Vera autem immortalitas, vera incorruptibilitas, vera incommutabilitas, ipsa est aeternitas.
    La vera immortalità, la vera incorruttibilità, la vera immutabilità è l'eternità stessa. (De Trin. 4, 18, 24)

    Veritas quippe immortalis, incorrupta, incommutabilis permanet.
    La verità resta immortale, incorrotta, immutabile. (De Trin. 4, 18, 24)

    Quantum ad id quod ortum est aeternitas valet, tantum ad fidem veritas.
    C'è tra le cose che cominciano e l'eternità lo stesso rapporto che c'è tra la fede e la verità. (De Trin. 4, 18, 24)

    Cum fides nostra videndo fiet veritas, tunc mortalitatem nostram commutatam tenebit aeternitas.
    Quando nella visione la fede nostra diverrà verità, allora l'eternità possiederà la nostra mortalità trasfigurata. (De Trin. 4, 18, 24)

    Duo illa sursum sunt, aeternitas et veritas, duo ista deorsum, quod ortum est et fides.
    Due cose sono del mondo celeste: l'eternità e la verità; due sono del nostro mondo, ciò che ha avuto principio e la fede. (De cons. Evang. 1, 35, 53)

    Melius est minus egere quam plus habere.
    È meglio aver meno bisogni che aver più cose. (Regula, 5)

    Delectari falso crimine, crimen est verum.
    Compiacersi di un falso crimine, è a sua volta un vero crimine. (De civ. Dei 18, 12)

    si cor tuum non esset fatuum, non crederes fato!
    O se il tuo cuore non fosse fatuo, non crederesti al fato! (In Io. Ev. tr. 37, 8)

    Dedit tibi: non extollaris; abstulit tibi: non frangaris.
    Egli ti ha dato, non esaltarti; egli ti ha tolto, non deprimerti. (En. in ps. 66, 3)

    Exsultent omnes Christiani: Natalis est Christi.
    Esultino tutti i cristiani: è il Natale di Cristo. (Serm. 184, 2, 2)

    Expergiscere, homo: pro te Deus factus est homo.
    Svegliati, uomo: per te Dio si è fatto uomo. (Serm. 185, 1)

    Observa ergo tu; sit in te irreverentia, frontosus esto quando audis opprobrium de Christo; prorsus esto frontosus.
    Sta dunque attento! Sii audace quando sopporti la vergogna in nome di Cristo; sii senz'altro audace! (En. in ps. 68, d. 1, 12)

    Sunt quidam qui facilius omnia sua pauperibus distribuunt, quam ipsi pauperes Dei fiant.
    Ci sono alcuni che più facilmente distribuiscono tutti i loro beni ai poveri piuttosto che loro stessi divenire poveri di Dio. (En. in ps. 71, 3)

    Quid est aliud quam tenere non numina bona sed omina mala?
    Che cos'altro è se non tenere non numi benevoli, ma presagi di sventura? (De civ. Dei 1, 3)

    Nec omnia commemoro, quia me piget quod illos non pudet.
    E non ricordo tutto, perché mi ha stufato quello che a loro non fa vergogna. (De civ. Dei 4, 8)

    Si veris, quam mali? Si falsis, quam male?
    Se i loro crimini sono veri, quanto son cattivi? Se i loro crimini son falsi, quanto malamente vengono venerati? (De civ. Dei 6, 6. 3)

    ... erubescat, eat foras, agat aliquid et maritus!
    ... si vergogni, vada fuori, faccia qualcosa anche il marito! (De civ. Dei 6, 9. 3)

    ... ubi etsi fabula cantat crimen numinum falsum, delectari tamen falso crimine crimen est verum.
    ... in cui benché la favola canti un falso crimine dei numi, tuttavia provare piacere per un falso crimine, è a sua volta crimine vero! (De civ. Dei 18, 12)

    ... de terrena civitate, quae cum dominari appetit, etsi populi serviant ipsa ei dominandi libido dominatur.
    ... la città terrena, che quando cerca il dominio del potere, anche se i popoli sono assoggettati, essa stessa è dominata dalla sua libidine di potere. (De civ. Dei 1, 1)

    O animum civitatis laudis avidum, germaneque romanum!
    O animo avido della lode della cittadinanza, veramente romano! (De civ. Dei 2, 13)

    Non est vera virtus nisi quae ad eum finem tendit ubi est bonum hominis, quo melius non est.
    Non è vera virtù se non quella che tende a quel fine dove è costituito il bene dell'uomo, quel bene di cui non esiste altro migliore. (De civ. Dei 5, 12)

    Neque enim censebat ille felicem esse rempublicam stantibus moenibus, ruentibus moribus...
    Non riteneva infatti essere felice quella repubblica che avesse mura intatte, ma comportamenti depravati... (De civ. Dei 1, 33.

    Numquam illam fuisse rempublicam quia numquam in ea fuit vera iustitia.
    Quella non fu mai una repubblica perché mai in essa ci fu vera giustizia. (De civ. Dei 2, 21. 1)

    Quando animositatem qua teneris viceris, tunc veritatem poteris tenere qua vinceris.
    Quando avrai vinto l'animosità di cui sei schiavo, allora potrai raggiungere quella verità da cui sarai vinto. (Contra Iul. 6, 26, 83)

    Factus eram ipse mihi magna quaestio.
    Ero diventato io stesso per me stesso un gran problema. (Confess. 4, 4, 9)

    Factus sum mihi terra difficultatis et sudoris nimii.
    Sono diventato per me stesso terra di difficoltà e di abbondante sudore. (Confess. 10, 16, 25)

    Minus mihi in hac re notus sum ipse quam tu.
    In questa cosa conosco meno me, di quanto conosca te! (Confess. 10, 37, 62)

    Quanto grandiores lapides in coelum miseris, tanto eo fortior ruina pressura est.
    Quanto più grandi saranno i sassi che lancerai contro il cielo tanto più grande sarà la rovina che ti ricadrà sulla testa. (En. in ps. 70, d. 1, 14.

    Anima tua non morietur nisi tu eam volueris occidere.
    La tua anima non morirà se non l'avrai voluta uccidere tu stesso. (En. in ps. 79, 12)

    Non enim regionibus longe est quisque a Deo, sed affectibus. Amas Deum, prope es; odisti Deum, longe es. Uno loco stans, et prope es, et longe es.
    Non si è lontani da Dio a livello spaziale, ma a livello di sentimenti. Ami Dio, gli sei vicino; odi Dio, gli sei lontano. Stando fisicamente in un posto solo puoi essere sia vicino che lontano. (En. in ps. 84, 11)

    Gradus, affectus sunt. Iter tuum, voluntas tua est. Amando adscendis, neglegendo descendis. Stans in terra, in caelo es, si diligas Deum.
    I tuoi passi sono i tuoi sentimenti. Il tuo cammino è la tua volontà. Amando sali, trascurando scendi. Stai sulla terra, ma sei in cielo, se ami Dio. (En. in ps. 85, 6)

    Non enim sic levatur cor, quomodo levatur corpus; corpus ut levetur, locum mutat; cor ut levetur, voluntatem mutat.
    Il cuore non si innalza come si alza un corpo. Per alzare un corpo, basta cambiargli posto; per alzare il cuore, basta cambiare la volontà. (En. in ps. 85, 6)

    Orat pro nobis, ut sacerdos noster; orat in nobis, ut caput nostrum; oratur a nobis, ut Deus noster.
    (Gesù) Prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo; è pregato da noi, come Dio nostro. (En. in ps. 85, 1)

    Oramus ergo ad illum, per illum, in illo, et dicimus cum illo, et dicit nobiscum.
    Preghiamo dunque rivolti a lui, per mezzo di lui e in lui. Noi preghiamo insieme con lui ed egli prega con noi. (En. in ps. 85, 1)

    Caritas ipsa gemit; caritas ipsa orat; contra hanc aures claudere non novit qui illam dedit. Securus esto, caritas roget, et ibi sunt aures Dei.
    La carità stessa geme, la carità prega; di fronte ad essa colui che l'ha data non può chiudere le orecchie. Sta sicuro, la carità stessa prega; e ad essa sono intente le orecchie di Dio. (In Io. Ep. tr. 6, 8)

    Oratio tua locutio est ad Deum; quando legis, Deus tibi loquitur: quando oras, Deo loqueris.
    La tua preghiera è un discorso con Dio; quando leggi, Dio parla con te; quando preghi, tu parli con Dio. (En. in ps. 85, 7)

    Deus ineffabilis est; facilius dicimus quid non sit, quam quod sit.
    Dio è indicibile; più facilmente possiamo dire quello che non è, piuttosto che quello che è. (En. in ps. 85, 12,

    Relicti sunt duo, misera et misericordia.
    Rimasero in due, la misera e la misericordia. (In Io. Ev. tr. 33, 5)

    Peccatum aut a te punitur, aut a Deo; sed a te sine te, a Deo autem tecum.
    Il peccato o sarà punito da te, oppure da Dio; se da te, sarà senza tuo danno, se da Dio, sarà sulla tua pelle. (Serm. 20, 4)

    Puniendum est peccatum, aut a te aut ab ipso. Si punitur a te, tunc punietur sine te; si vero a te non punitur, tecum punitur.
    Il peccato dev'essere punito: o da te o da Lui. Se viene punito da te, allora viene punito senza di te; se al contrario non viene punito da te, viene punito insieme con te. (Serm. 29, 6)

    Melius est obiurgari a iusto quam a peccatore laudari.
    Meglio essere ripreso da un uomo giusto, che essere lodato da un peccatore. (De divv. qq. 83, 3)

    Ipsa corripienda sunt coram omnibus, quae peccantur coram omnibus; ipsa corripienda sunt secretius, quae peccantur secretius.
    Si devono rimproverare davanti a tutti i falli che si commettono alla presenza di tutti, mentre si devono rimproverare in segreto i falli commessi in segreto. (Serm. 82, 10)

    Saevit in vulnus, ut homo sanetur: quia si vulnus palpetur, homo perditur.
    Il medico incrudelisce contro una piaga affinché sia guarito l'uomo; poiché se la piaga viene accarezzata, l'uomo è rovinato. (Serm. 83, 7, 8)

    Si per caritatem imponitur disciplina, de corde lenitas non recedat.
    Se s'infligge un castigo in virtùdella carità, non se ne vada dal cuore la mitezza. (Serm. 83, 8)

    Qui ergo fecit te sine te, non te iustificat sine te.
    Chi ti ha formato senza di te, non ti renderà giusto senza di te. (Serm. 169, 11, 13)

    Noli te ponere post te, ne Deus te ponat ante se.
    Non nasconderti dietro te stesso, perché Dio non ti metta davanti a sé. (Serm. 20, 2)

    Indulgentiam tibi Deus promisit, 'cras' tu tibi promittis.
    Dio ti ha promesso il perdono, ma il domani sei tu a promettertelo! (Serm. 20, 4)

    Indulgentiam tibi Deus promisit; crastinum diem tibi nemo promisit.
    Dio ti ha promesso il perdono, il domani nessuno te l'ha promesso. (En. in ps. 110, d. 1, 10)

    Ergo et Dominus damnavit, sed peccatum non hominem.
    Perciò anche il Signore ha emesso un verdetto di condanna, ma del peccato, non della persona umana. (In Io. Ev. tr. 33, 5)

    Quisquis in hac Ecclesia bene vixerit, nihil ei praeiudicant aliena peccata.
    Chi vivrà bene in questa Chiesa, non riceverà alcun danno a causa dei peccati altrui. (Ep. 141, 5)

    Ne forte simus strepentes vocibus, et muti moribus...Vox eius in factis sit.
    Non strepitiamo con le parole e siamo muti con le opere buone ... La sua voce deve realizzarsi nelle opere. (Serm. 88, 13, 12)

    Deus semper idem, noverim me, noverim te.
    O Dio che sei sempre lo stesso, che io conosca me, che io conosca te. (Solil. 1, 1, 1)

    Hae sunt hostiae Deo gratissimae, misericordia, humilitas, confessio, pax, caritas.
    Ecco le vittime più gradite a Dio: la compassione, l'umiltà, la confessione, la pace, la carità. (En. in ps. 95, 13)

    Si fides tua dormit in corde tuo, tamquam in navi tua dormit Christus; quia Christus per fidem in te habitat.
    Se nel tuo cuore dorme la fede, è come se Cristo dorma nella tua barca: quel Cristo che abita in te per mezzo della fede. (En. in ps. 90, d. 2, 11)

    Diligis, et taces: dilectio ipsa vox est ad Deum, et ipsa dilectio canticum novum est.
    Tu ami, e stai zitto: L'amore è già una voce che sale a Dio, l'amore è il cantico nuovo. (En. in ps. 95, 2)

    Totum exigit te qui fecit te.
    Esige tutto te colui che ti ha creato. (Serm. 34, 4, 7)

    Deum non vides. Ama, et habes.
    Tu non vedi Dio. Ama e lo possiedi. (Serm. 34, 5)

    Laus cantandi est ipse cantator. Laudes vultis dicere Deo? Vos estote quod dicatis.
    La lode da cantare è lo stesso cantore. Volete innalzare lodi a Dio? Siate voi la lode che volete proferire. (Serm. 34, 6)

    Si vis autem habere caritatem, quaere te, et inveni te.
    Se vuoi possedere la carità, cerca te stesso e trova te stesso. (Serm. 34, 7)

    Movet quidem corporis pulchritudo, sed intus quaeritur amoris vicissitudo.
    Il movente è la bellezza del corpo, ma quello che si cerca è lo scambio interno di amore. (Serm. 34, 4)

    Videt illa illum, videt ille illam, amorem nemo videt. Et tamen ipse amatur qui non videtur.
    Lei vede lui, lui vede lei, l'amore non lo vede nessuno. Eppure si ama proprio chi non si vede. (Serm. 34, 4)

    Quamdiu autem augeri potest (caritas), profecto illud, quod minus est quam debet, ex vitio est.
    Fino a quando la carità può aumentare, il fatto che sia minore di quel che dovrebbe essere, dipende senz'altro da qualche vizio. (Ep. 167, 15)

    Servum te caritas faciat, quia liberum te veritas fecit.
    La carità ti renda servo come la verità ti ha fatto libero. (En. in ps. 99, 7)

    Si non intellexisti, inquam, crede. Intellectus enim merces est fidei. Ergo noli quaerere intelligere ut credas, sed crede ut intelligas.
    Se non hai capito, credi. L'intelligenza è il frutto della fede. Non cercare dunque di capire per credere, ma credi per capire. (In Io. Ev. tr. 29, 6)

    Si non potes intelligere, crede ut intelligas. Praecedit fides, sequitur intellectus.
    Se non puoi intendere, credi per capire. Prima viene la fede, segue l'intelligenza. (Serm. 118, 1)

    Est autem prima, humilitas; secunda, humilitas; tertia humilitas: et quoties interrogares hoc dicerem.
    La prima via è l'umiltà, la seconda l'umiltà, la terza l'umiltà, e quante volte me lo chiederai, tante volte risponderò la stessa cosa. (Ep. 118, 3, 22)

    Superbia vero etiam in recte factis timenda est, ne illa, quae laudabiliter facta sunt, ipsius laudis cupiditate amittantur.
    La superbia va temuta soprattutto quando facciamo il bene, perché il bene che facciamo non lo perdiamo per la ricerca della lode. (Ep. 118, 3, 22)

    Magnum hoc delictum est, et caput atque causa omnium delictorum.
    Grande è il peccato della superbia, ed è l'origine e la causa di tutti i peccati. (En. in ps. 18, II, 15)

    Praepositi sumus, et servi sumus: praesumus, sed si prosumus.
    Siamo posti a capo e siamo servi: siamo capi, ma se serviamo al bene di qualcuno. (Serm. 340/A, 3)

    ... sed nolo salvus esse sine vobis.
    ... ma non voglio salvarmi senza di voi. (Serm. 17, 2, 2)

    Quanto enim in altiore loco tanto in maiore periculo sumus.
    Quanto più in alto siamo posti, in tanto maggiore pericolo siamo. (Serm. 340/A, 8)

    Non enim cogito in ecclesiasticis honoribus tempora ventosa transigere, sed cogito me Principi pastorum omnium rationem de commissis ovibus redditurum.
    Non penso di passare il tempo nelle cariche ecclesiastiche soddisfacendo la mia vanità, ma penso che renderò conto al Principe di tutti i pastori delle pecore che mi furono affidate. (Ep. 23, 6)

    Ille terret me, qui tacere non sinit. De me exigit quod dedit; dedit enim erogandum, non servandum.
    Egli, che non permette di tacere, m'incute terrore. Esige da me ciò che ha dato. Ha dato da distribuire, non da conservare. (Serm. 125, 8)

    Servimus enim vobis fratres. Nemo se nostrum dicat quasi maiorem vobis esse. Erimus maiores, si fuerimus humiliores.
    Veramente noi siamo vostri servi, fratelli. Nessuno di noi ha da dirsi più grande di voi. Saremo più grandi se saremo più umili. (En. in ps. 146, 16)

    Christus mihi ianua est ad vos: per Christum intro... ad corda vestra.
    Cristo è la porta per cui io entro in voi. Entro per Cristo... nei vostri cuori. (In Io. Ev. tr. 47, 2)

    Sint forma fidelibus, vivendo coram eis et excitando ad imitationem.
    (I ministri) Siano modello ai credenti con la loro vita pubblica che stimili ad imitarli. (Confess. 13, 21, 30)

    Nam et quaeritur ut inveniatur dulcius et invenitur ut quaeratur avidius.
    Perché lo si cerca per trovarlo con maggiore dolcezza, lo si trova per cercarlo con maggiore ardore. (De Trin. 15, 2, 2)

    Ego vero Evangelio non crederem, nisi me catholicae Ecclesiae commoveret auctoritas.
    Io stesso non crederei al vangelo se non fossi mosso dall'autorità della Chiesa cattolica. (Contra ep. Man. 5, 6)

    Proinde verum sacrificium est omne opus, quo agitur, ut sancta societate inhaereamus Deo, relatum scilicet ad illum finem boni, quo veraciter beati esse possimus.
    Vero sacrificio è ogni cosa che facciamo per aderire a Dio con santa comunione, in relazione cioè a quel fine buono per mezzo del quale possiamo essere veramente felici. (De civ. Dei 10, 6)

    Ipsum pete qui fecit, et in illo et ab illo habebis omnia quae fecit.
    Chiedi colui che ha fatto tutto, e in lui e da lui avrai anche tutte le cose che ha fatto. (En. in ps. 34, d. 1. 12)

    Possideat te, ut possideas illum: eris praedium ipsius, eris domus ipsius. Possidet ut prosit, possidetur ut prosit.
    Possieda te, perché tu possieda lui; sarai la sua proprietà, sarai la sua casa. Egli possiede per farti stare bene, è posseduto per farti stare bene. (En. in ps. 34, d. 1. 12.

    Da, si vis dare, et in hac vita, quod quaero; si autem non vis, tu esto vita mea, quem semper quaero.
    (Signore) Dammi, se vuoi, anche in questa vita le cose che cerco, ma se non vuoi, sii tu la vita mia, tu, che sempre io cerco. (En. in ps. 34, d. 1, 14)

    Infirmitas facit diu videri quod cito est.
    L'infermità fa sembrare lungo quello che passa presto. (En. in ps. 36, d. 1, 10)

    Nihil tamdiu, quam ut calix sitienti temperetur.
    Quanto è lunga l'attesa di un bicchiere d'acqua da parte dell'ammalato che ha sete! (En. in ps. 36, d. 1, 10)

    Unius autem cuiusque hominis vita quanta est? ... Adde quantoslibet annos ... Nonne aura est matutina?
    Quanto è lunga la vita di un uomo? ... Aggiungi gli anni che vuoi ... Non si tratta solo di una brezza mattutina? (En. in ps. 36, d. 1, 10)

    Qualis exieris de hac vita, talis redderis illi vitae.
    Come uscirai da questa vita, così sarai per sempre in quella vita. (En. in ps. 36, d. 1, 10)

    Intellectum valde ama.
    Ama molto il comprendere. (Ep. 120, 3, 13)

    Habet namque fides oculos suos, quibus quodam modo videt verum esse, quod nondum videt, et quibus certissime videt nondum se videre, quod credit.
    La fede ha i suoi occhi, con cui vede in certo modo che è vero ciò che ancora non vede chiaro e coi quali vede con assoluta certezza che ancora non vede chiaro ciò che crede. (Ep. 120, 2, 89)

    Quid est enim quod dicitur Testamentum Vetus nisi occultatio Novi? Et quid est aliud quod dicitur Novum, nisi Veteris revelatio?
    Cosa è infatti quello che è chiamato Antico Testamento, se non il nascondimento del Nuovo? E che cosa si chiama Nuovo Testamento, se non la rivelazione dell'Antico? (De civ. Dei 16, 26. 2)

    Quasi hoc sit hominis maximum bonum habere omnia bona, praeter se ipsum.
    Quasi che questo sia il più grande bene dell'uomo: possedere tutte cose buone eccetto se stesso. (De civ. Dei 3, 1. 1)

    Habet semper unde det cui plenum pectus est caritatis.
    Ha sempre qualcosa da donare colui il cui petto è pieno di carità. (En. in ps. 36, d. 2, 13)

    Vacare enim non potest voluntas bona.
    La buona volontà non riesce ad andare in vacanza! (En. in ps. 36, d. 2, 13)

    Intus inerat voluntas bona thesaurus pauperum.
    Dentro c'era la buona volontà che è il tesoro dei poveri. (En. in ps. 36, d. 2, 13)

    Quomodo difficile sum expertus meliores quam qui in monasteriis profecerunt; ita non sum expertus peiores quam qui in monasteriis ceciderunt.
    Come difficilmente ho conosciuto persone migliori di quelle che nei monasteri sono cresciute sulla via del Signore; così non ho conosciuto persone peggiori di quelle che nei monasteri sono caduti nel peccato. (Ep. 78, 7)

    Magistrum enim unum omnes habemus, et in una schola condiscipuli sumus.
    Tutti noi abbiamo un solo masestro, e tutti siamo condiscepoli in una medesima scuola. (In Io. Ev. tr. 16, 3)

    Ab illo enim omnes audimus, a quo pariter discimus, et in cuius schola condiscipuli sumus.
    Prestiamo dunque tutti ascolto a colui dal quale insieme abbiamo imparato, ed alla cui scuola siamo stati condiscepoli. (En. in ps. 34, d. 1, 1)

    Evangelium me terret.
    Mi spaventa il Vangelo. (Serm. 339, 4)

    Non in omnibus diabolus est accusandus; aliquando enim ipse homo diabolus suus est.
    Non in tutte le cose si deve accusare il diavolo; a volte infatti lo stesso uomo è diavolo a se stesso. (Serm. 163/B, 5)

    Credere, tangere est.
    Credere è toccare. (Serm. 375/C, 5)

    Tangere autem corde, hoc est credere.
    Toccare con il cuore: questo è credere. (Serm. 229/L, 2)

    Turba premit, fides tangit.
    La folla preme, la fede tocca. (Serm. 229/L, 2)

    Melius est erudiri in virga patris, quam in blandimento perire praedonis.
    È meglio essere corretti dalla verga del padre piuttosto che morire nella carezza del predone. (En. in ps. 88, d. 2, 2)

    Res igitur quibus fruendum est, Pater et Filius et Spiritus Sanctus, eademque Trinitas, una quaedam summa res, communisque omnibus fruentibus ea.
    La realtà di cui dobbiamo godere è il Padre, e il Figlio e lo Spirito Santo, la stessa Trinità, realtà unica e somma, comune a tutti coloro che godono di lei. (De doctr. christ. 1, 5, 5)

    Qua vis ire? Ego sum via. Quo vis ire? Ego sum veritas. Ubi vis permanere? Ego sum vita.
    Dove vuoi camminare? Io sono la via. Dove vuoi arrivare? Io sono la verità. Dove vuoi rimanere? Io sono la vita. (Serm. 142, 1)

    Erit enim voluntas tua libera, si fuerit pia. Eris liber, si fueris servus, liber peccati, servus iustitiae.
    La tua volontà sarà veramente libera se sarà credente. Sarai libero, se sarai schiavo, libero dal peccato, schiavo della giustizia. (In Io. Ev. tr. 41, 8)

    Prima libertas est carere criminibus.
    La prima libertà è non aver peccati gravi. (In Io. Ev. tr. 41, 9)

    Ecce unde liberi, unde condelectamur legi Dei: libertas enim delectat... delectet te et liber es.
    Siamo liberi in quanto ci dilettiamo della legge di Dio. È la libertà che ci procura questo diletto... Ti piaccia (la giustizia) e sei libero veramente. (In Io. Ev. tr. 41, 10)

    Si caput est vir, melius debet vivere vir et praecedere in omnibus bonis factis uxorem suam; ut illa imitetur virum et sequatur caput suum.
    Se il marito è il capo, il marito deve vivere meglio e precedere in ogni opera buona sua moglie; in modo che ella imiti il marito e segua il suo capo. (Serm. 9, 3)

    In peccato pari innocentiorem facit videri virum non divina veritas, sed humana perversitas.
    In pari responsabilità di peccato, non la divina verità ma l'umana perversità fa apparire l'uomo più innocente (della donna). (Serm. 9, 4, 4)

    Hic desideratur, ibi capitur, hic suspiratur, ibi gaudetur; hic oratur, ibi laudatur; hic gemitur, ibi exsultatur.
    Quaggiù si brama, lassù si consegue, qui si sospira, là si gode; qui si prega, là si cantano lodi; qui si geme, là si esulta. (En. in ps. 83, 6)

    Possident Ierusalem caelestem sine angustia, sine pressura, sine diversitate et divisione limitum: omnes habent eam, et singuli habent totam.
    (I Santi) Posseggono la Gerusalemme celeste senza preoccupazioni né molestie, senza discriminazioni né delimitazioni di confini. Tutti la possiedono e ognuno la possiede tutta. (En. in ps. 83, 8)

    Hoc erit totum negotium nostrum, sine defectu alleluia.
    Tutto il nostro da fare sarà un alleluia che non verrà mai meno. (En. in ps. 83, 8)

    Totum negotium nostrum, laus Dei erit. Quid laudabimus, si non amabimus; et illud amabimus, quod videbimus?
    Tutta la nostra occupazione sarà la lode di Dio. E cosa loderemo se non ciò che ameremo? E null'altro ameremo se non ciò che vedremo. (Serm. 236, 3)

    Et ipsa est beata vita: gaudere ad te, de te, propter te.
    E questa è la vita beata: godere presso di te, di te e a motivo di te. (Confess. 10, 22, 32)

    Beata quippe vita est gaudium de veritate.
    La vita beata è dunque gioire della verità. (Confess. 10, 23, 33)

    Ubi victoria veritas, ubi dignitas sanctitas, ubi pax felicitas, ubi vita aeternitas.
    Perché in essa la vittoria è verità, la dignità è santità, la pace è felicità, la vita è eternità. (De civ. Dei 2, 29. 2)

    Subsistens modificatur, contemplans illustratur, inhaerens iucundatur; est, videt, amat; in aeternitate Dei viget, in veritate Dei lucet, in bonitate Dei gaudet.
    È ordinata nel suo essere, è illuminata per la contemplazione, è resa felice nell'unione; esiste, intuisce, ama; dura nell'eternità di Dio, splende nella verità di Dio, gode nella bontà di Dio. (De civ. Dei 11, 24)

    Ibi vacabimus et videbimus; videbimus et amabimus; amabimus et laudabimus. Ecce quod erit in fine sine fine. Nam quis alius noster finis, nisi pervenire ad regnum, cuius nullus est finis?
    Là ci riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo. Ecco quale sarà la fine senza fine. Quale infatti può essere il nostro fine, se non arrivare al regno, che non avrà fine? (De civ. Dei 22, 30. 5)

    Certe facti sunt templum Dei; non tantum templum Dei singuli, sed et omnes templum Dei simul.
    Erano diventati certamente tempio di Dio, e non lo erano diventati solo come singoli ma tutt'insieme erano diventati tempio di Dio. (En. in ps. 131, 5)

    Quomodo per Christum ad Christum? Per Christum hominem ad Christum Deum.
    In che senso arrivi a Cristo per mezzo di Cristo? Arrivi a Cristo Dio per mezzo di Cristo uomo. (In Io. Ev. tr. 13, 4)

    Psalterium meum, gaudium meum.
    Il mio salterio è la mia gioia. (En. in ps. 137, 3)

    Sensus rerum.
    Il senso delle cose. (De dialectica, 6)

    Nonne similitudinem veritatis matrem, et dissimilitudinem falsitatis esse fatendum est?
    La somiglianza è madre della verità e la dissomiglianza madre della falsità. (Solil. 2, 7, 13)

    Cives sanctae civitatis Dei in huius vitae peregrinatione secundum Deum viventes metuunt cupiuntque, dolent gaudentque, et quia rectus est amor eorum, istas omnes affectiones rectas habent.
    I cittadini della santa città di Dio, che vivono secondo lui nel pellegrinaggio di questa vita, temono e desiderano, si dolgono e godono, e poiché il loro amore è retto, hanno retti tutti questi sentimenti. (De civ. Dei 14, 9. 1)

    Nemo potest veraciter amicus esse hominis, nisi fuerit ipsius primitus veritatis; quod si gratis non fiat, nullo fieri pacto potest.
    Nessuno può essere veramente amico dell'uomo se non è innanzi tutto amico della verità: questo amore se non è disinteressato non è assolutamente possibile. (Ep. 155, 1)

    Nemo debet securus mori nisi qui novit sic mori ut mors in illo moriatur, vita coronatur.
    Nessuno morirà tranquillo se non chi sa di morire in guisa che per lui la morte avrà fine e la vita avrà il suo premio. (Serm. 64, 4)

    Animum cuiuslibet ex nostro novimus, et ex nostro credimus quem non novimus.
    Noi conosciamol'anima di qualsiasi uomo per analogia con la nostra, e per analogia con la nostra crediamo in quella che non conosciamo. (De Trin. 8, 6)

    Multitudo sapientium sanitas est orbis terrarum.
    La moltitudine dei sapienti è salvezza della terra. (De doctr. chr. 4, 5, 8)

    Homo hominem generat, canis canem, et Deus Deum non generat?
    L'uomo genera un uomo, il cane un cane; e Dio non genera Dio? (Coll. cum Max. 14)

    Nulla re fruitur anima cum libertate nisi qua fruitur cum securitate.
    L'anima non gode di un bene con libertà, se non ne gode con sicurezza. (De lib. arb. 2, 13, 37)

    Cetera quae superflua iacent, aliorum sunt necessaria. Superflua divitum, necessaria sunt pauperum. Res alienae possidentur, cum superflua possidentur.
    Il resto, quello che ti rimane di superfluo, è necessario agli altri. Il superfluo dei ricchi è necessario ai poveri. Quando si posseggono cose superflue si posseggono cose che appartengono agli altri. (En. in ps. 147, 12)

    Da quod iubes et iube quod vis.
    Da' ciò che comandi e comanda ciò che vuoi. (Confess. 10, 29, 40. 31, 45)

    Sic ergo quaeramus tamquam inventuri, et sic inveniamus tamquam quaesituri.
    Cerchiamo con l'animo di chi sta per trovare e troviamo con l'animo di chi sta per cercare. (De Trin. 9, 1, 1)

    Deus Christus patria est quo imus; homo Christus via est qua imus.
    Cristo Dio è la patria dove siamo diretti; Cristo uomo è la via per la quale procediamo. (Serm. 123, 3, 3)

    Deus semper idem, noverim me, noverim te.
    O Dio che sei sempre lo stesso, che io abbia conoscenza di me, che io abbia conoscenza di te. (Solil. 2, 1, 1)

    Domus terrena cohabitatores multos non capit; possessio pacis cum multis habitatoribus crescit. (Serm. 357, 1)
    Una casa terrena non contiene più di un certo numero di abitanti. In quanto alla pace essa cresce in proporzione del numero di chi ne usufruisce. (Serm. 357, 1)

    Fugio paleam, ne hoc sim; non aream, ne nihil sim.
    Fuggo la paglia per non essere paglia; non l'aia, per evitare di non essere niente. (Contra Cresconium 3, 35, 39)

    In domo tua timebis latrones; domui Dei murus ipse Deus est.
    A casa tua avrai paura dei ladri; se invece la casa sarà di Dio, Dio stesso le farà da muro. (En. in ps. 83, 8)

    Interrogatio mea intentio mea et responsio eorum species eorum.
    Le mie domande erano la mia contemplazione; le loro risposte, la loro bellezza. (Confess. 10, 6, 9)

    Itaque martyres non facit poena, sed causa.
    Ciò che fa i martiri non è la pena, ma la causa. (En. in ps. 34, d. 2, 13)

    Pax illi pani similis est, qui in manibus discipulorum Domini frangendo et dando crescebat.
    La pace è simile al pane del miracolo che cresceva nelle mani dei discepoli del Signore mentre spezzavano il pane e lo distribuivano. (Serm. 357, 2)

    Ubi enim nulla est invidentia, concors est differentia.
    Non ci saranno sentimenti d'invidia, ma solo della diversità nella piena concordia. (De s. virg. 29, 29)

    Virginitas carnis, corpus intactum; virginitas cordis, fides incorrupta.
    La verginità fisica è il corpo intatto, la verginità del cuore è la fede incorrotta. (En. in ps. 147, 10)

    Lacrimae enim videntur, non audiuntur; lacrimae profluunt, non sonant. Ita vero habent voces suas, sicut sanguis Abel habuit vocem suam. Nam et lacrimae sanguis cordis est.
    Le lagrime si vedono, ma non si odono; le lagrime scorrono, non risuonano. Eppure hanno la loro voce, come aveva la sua voce il sangue di Abele... Poiché anche le lagrime sono il sangue del cuore. (Serm. 77/B, 6)

    Quandiu exterior homo corrumpitur ut interior renovetur de die in diem, tempus est crucis.
    Tutto il tempo in cui si corrompe l'uomo esterno, perché si rinnovi di giorno in giorno quello interiore, è il tempo della croce. (Ep. 55, 14, 24)

    Evitando vivit anima, quae appetendo moritur.
    L'anima vive evitando le cose che cercando muore. (Confess. 13, 21, 30)

    Semper tibi displiceat quod es, si vis pervenire ad id quod nondum es.
    Ti dispiaccia sempre ciò che sei, se vuoi guadagnare ciò che non sei. (Serm. 169, 18)

    Corpus peregrinatur locis, anima peregrinatur affectibus.
    Il corpo emigra cambiando luogo, l'anima muovendosi con l'affetto. (En. in ps. 119, 8)

    Videsne quemadmodum periclitemur, a quibus hoc expectatur ut non solum doctores simus, verum etiam, cum simus homines, divina doceamus?
    Vedi ora quali rischi noi corriamo per causa di coloro dai quali si esige che non solo siamo dei maestri, ma altresì, che pur essendo noi solo degli uomini, insegniamo le verità che riguardano Dio. (Ep. 266, 3)

    Obsecro vos, fratres: si obliti estis vestri, miseremini miei.
    Vi scongiuro! Anche se non v'importa di voi stessi, abbiate almeno compassione di me. (Serm. 232, 8)

    De quotidianis rebus nemo reddit rationem, et exigis a me de miraculis rationem.
    Nessuno sa dare la spiegazione delle cose che capitano tutti i giorni, e tu pretendi da me la spiegazione dei miracoli. (Serm. 247, 2)

    Melius est cor sanum quam grande caput.
    Un cuore integro è migliore di una testa importante. (Serm. 266, 8)

    Non dicat cor tuum: Ego solus sum bonus. Si coeperis esse bonus, crede esse et alios, si tu esse potueris.
    Mai dica il tuo cuore: Soltanto io sono buono. Se hai cominciato ad essere buono, sii convinto che, come hai potuto esserlo tu, così ci sono altri che l'hanno potuto. (Serm. 249, 2)

    Qui se dicit scire quod nescit, temerarius est; qui se negat scire quod scit, ingratus est.
    Chi afferma di sapere ciò che non sa, è un temerario; chi dice al contrario di non sapere ciò che invece sa, si mostra ingrato. (Serm. 265, 8, 9)

    Si bene viveremus omnes dies, et hic haberemus bonos dies.
    Se vivessimo rettamente tutti i giorni, anche qui avremmo giorni felici. (Serm. 297, 6, 9)

  4. #14
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    Chi conosce la verità, la conosce, e chi la conosce, conosce l'eternità. (Confess. 7, 10, 16)

    Ciò che amo, quando amo il mio Dio. (Confess. 10, 6, 8)

    È davvero cosa grande e molto rara sorpassare con lo sforzo della mente ogni creatura corporea e incorporea, considerata e riconosciuta come mutabile, e poter giungere alla sostanza immutabile di Dio. (De civ. Dei 11, 2)

    Nell'interiorità dell'uomo abita Cristo, nella tua interiorità tu vieni rinnovato secondo l'immagine di Dio: nella di lui immagine riconosci il tuo Creatore. (In Io. ev. tr. 18, 10)

    Cristo lo si tocca con la fede, ed è meglio non toccarlo con le mani ma toccarlo con la fede, anziché palparlo con le mani senza toccarlo con la fede. (Serm. 246, 4)

    Nel tuo corpo in un posto vedi e in un altro odi; nel tuo cuore dove vedi odi. (In Io. ev. tr. 18, 10)

    (Lo spirito umano) è una natura razionale e perciò congiunta non solo alle verità intelligibili ma anche alle realtà immutabili. (Retract. 1, 8. 8)

    Ti sarà maestro solo colui ch'è il maestro interiore dell'uomo interiore. (Ep. 266, 4)

    A me piace piuttosto sentire un maestro che essere ascoltato come maestro. (Ep. 166, 4, 9)

    Allora udrò la voce della tua lode e contemplerò le tue delizie, che non vengono né passano. Ora i miei anni trascorrono fra gemiti, e il mio conforto sei tu, Signore, padre mio eterno. (Confess. 11, 29, 39)

    Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. (Confess. 10, 27, 38)

    Dio delle misericordie, aiuta chi studia e in chi cerca la verità accendi la luce interiore. (Contra ep. Man. 27)

    Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della mia vita. Ti cercherò dunque perché l'anima mia viva, poiché l'anima mia vive di te. (Confess. 10, 20, 29)

    Questa è la mia fede, perché questa è la fede cattolica. (De Trin. 1, 4, 7)

    L'immagine di Dio risiede nella parte dello spirito dell'uomo che si unisce alle ragioni eterne, per contemplarle ed ispirarsene. (De Trin. 12, 7, 12)

    Lo spirito è immagine di Dio in quanto è capace di Dio e può essere partecipe di lui... Ecco dunque che lo spirito si ricorda di sé, si comprende, si ama. (De Trin. 14, 8. 11)

    Io esisto, so e voglio; esisto sapendo e volendo, so di esistere e volere, voglio esistere e sapere. (Confess. 13, 11, 12)

    Nessuno dica: non so che cosa amare. Ami il fratello ed amerà l'amore stesso. Infatti conosce meglio l'amore con cui ama che il fratello che ama. (De Trin. 8, 8. 12)

    Che è dunque l'amore se non una vita che unisce, o che tende a che si uniscano due esseri, cioè colui che ama e ciò che è amato? (De Trin. 8, 10, 14)

    Lo Spirito è eternamente dono, ma temporalmente donato. (De Trin. 5, 16, 17)

    Nessuno più sociale dell'uomo per natura, nessuno più antisociale per vizio. (De civ. Dei 12, 28. 1)

    L'uomo ammira tante bellezze nella natura, ma egli stesso è un grande miracolo. (Serm. 226, 3, 4)

    Quante ricchezze ha l'uomo nell'intimo, eppure non scava. (En. in ps. 76, 9)

    Corrono insieme, in questa specie di fiume o di torrente del genere umano, e il male, che ci deriva dal nostro primo padre, e il bene, che ci viene donato dal Creatore. (De civ. Dei 22, 24, 1)

    Grande è questa potenza della memoria, troppo grande, Dio mio, un santuario vasto, infinito. Chi giunse mai al suo fondo? E tuttavia è una facoltà del mio spirito, connessa alla mia natura. (Confess. 10, 8. 15)

    Eppure gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell'oceano, le orbite degli astri, mentre trascurano se stessi. (Confess. 10, 8. 15)

    Chi conosce la verità, conosce (quella luce), e chi la conosce, conosce l'eternità.... Ed è la carità che la conosce. (Confess. 7, 10, 16)

    Il mio peso è il mio amore. Esso mi porta dovunque mi porto. Il tuo dono ci accende e ci porta verso l'alto. Noi ardiamo e ci muoviamo. (Confess. 13, 9, 10)

    Grande e meravigliosa natura ..., in quanto è capace e può essere partecipe della natura suprema. (De Trin. 14, 4, 6)

    Quale abisso l'uomo, di cui tu, Signore, conosci persino il numero dei capelli ... Eppure è più facile contarne i capelli che i sentimenti e i moti del cuore. (Confess. 4, 14, 22)

    Io stesso ero divenuto per me un grande problema. (Confess. 4, 4, 8)

    Se ami la vita e temi la morte, questo stesso timore della morte è come un inverno quotidiano. (Serm. 38, 7)

    L'orrore per la morte non nasce dalla fantasia ma dalla natura. (Serm. 172, 1)

    Gli uomini sono troppo deboli per trovare la verità con la sola ragione. (Confess. 6, 5, 8)

    Quando potremo noi tener fermo il pensiero che vola per sua natura? (Serm. 223/A, 5)

    Lo spirito ora sa, ora non sa; ricorda e dimentica; vuole ciò che prima non voleva, non vuole ciò che prima voleva. (In Io. ev. tr. 23, 9)

    È talmente precaria la condizione dell'anima nel corpo corruttibile, che non è più facile vivere che morire. (In Io. ev. tr. 64, 4)

    Siamo uomini che ci portiamo dietro il peso della carne nel cammino di questa vita ... quanto c'è in noi di mortale e di corruttibile appesantisce l'anima. (In Io. ev. tr. 21, 1)

    Non possiamo vivere quanto vogliamo, e moriamo anche se non vogliamo. (In Io. ev. tr. 84, 2)

    Lo spirito regge, la carne è retta: quello deve comandare, questa servire. C'è disordine in quella casa dove la carne comanda e lo spirito serve. (In Io. ev. tr. 2, 14)

    Forse potremmo riuscire a raccogliere il nostro spirito dal molteplice all'uno, e riportarlo all'unità sottraendolo alla dispersione. (In Io. ev. tr. 23, 5)

    È nell'anima umana, razionale ed intelligente, che bisogna trovare l'immagine del Creatore, immortalmente incisa nella sua immortalità. (De Trin. 14, 4, 6)

    Questa natura è stata creata in tanta eccellenza che, pur in se stessa mutevole, può conseguire la felicità unendosi al bene immutabile, cioè al sommo Dio. (De civ. Dei 12, 1. 3)

    Dio dovunque nascosto e dovunque palese. Colui che a nessuno è permesso di conoscere così com'è e che a nessuno è concesso d'ignorare. (En. in ps. 74, 9)

    Infatti se tu abbandoni, si va in rovina. Ma tu non abbandoni perché sei il sommo bene che sempre si è raggiunto se si è rettamente cercato. (Solil. 1, 1, 6)

    Colui che come Figlio di Dio è da sempre coeterno al Padre che lo genera, è lo stesso che cominciò ad essere dalla Vergine come figlio dell'uomo. E così alla divinità si è aggiunta l'umanità. (Serm. 186, 1)

    Nostro Signore Gesù Cristo in quanto uomo intercede per noi presso il Padre, in quanto Dio ci esaudisce insieme al Padre. (In Io. ev. tr. 102, 4)

    Tenete dunque bene a mente che il Signore Cristo Gesù è la porta ed è il pastore: è la porta in quanto si apre, cioè si rivela, ed è il pastore, in quanto entra attraverso se stesso. (In Io. ev. tr. 47, 3)

    Con la sua natura di servo ci ha aperto la strada, con la sua natura divina ci ha procurato la patria. (Serm. 91, 7, 9)

    Egli dunque andava a se stesso attraverso se stesso ... noi andiamo a lui per mezzo di lui; o meglio, andiamo al Padre sia lui che noi. (In Io. ev. tr. 69, 2)

    È scabroso ciò che l'uomo ha reso tale a se stesso. (Serm. 96, 3, 3)

    Perché tu non cada negli agguati, hai come strada la misericordia stessa. (Serm. 16/A, 10)

    Il maestro camminava con loro (i discepoli di Emmaus) per via, anzi egli stesso era la via, ma loro non camminavano per quella via...Camminava per via come un compagno di viaggio, anzi era lui che li conduceva. (Serm. 235, 2)

    Noi corriamo sulla strada che è lui e corriamo alla meta che è lui e in lui troviamo il nostro riposo...Egli venne a noi, quale medico agli ammalati, quale via aperta a noi pellegrini. (In Io. ep. tr. 10, 1)

    Nessuno può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo... non abbandoni la croce e la croce lo porterà. (In Io. ev. tr. 2, 2)

    Questa scuola, in cui unico maestro è Dio, richiede buoni discepoli, non scansafatiche, ma laboriosi. (Serm. 16/A, 1)

    Egli siede in cielo, ma non cessa di parlare sulla terra. (Serm. 85, 1, 1)

    Prendendo su di sé la nostra pena, egli che era senza colpa, eliminò da noi e la colpa e la pena. Eliminò la colpa perdonando i peccati, eliminò la pena risorgendo dai morti. (Serm. 240, 3)

    Gli impudichi non hanno molto piacere che le donne concepiscano e partoriscano. (De ag. christ. 11, 12)

    Innalzi la sua speranza il genere umano e riconosca la sua natura, veda quanto posto abbia nelle opere di Dio. (De ag. christ. 11, 12)

    Se pensiamo di valer molto, degniamoci di imitare colui che è chiamato Figlio dell'Altissimo. Se invece ci stimiamo poco, degniamoci di imitare i pescatori e i pubblicani che lo hanno imitato. (De ag. christ. 11, 12)

    Impara da Cristo ciò che non impari dall'uomo: in lui risiede la regola dell'umiltà. Chi si avvicina a lui viene prima formato mediante l'umiltà, perché sia onorato nell'esaltazione. (Serm. 68, 11)

    Non me lo chiedere. Sono uomo: la profondità della croce l'intuisco, non la penetro; ne ho timore, non la scruto. (Serm. 165, 7, 9)

    Ascolti l'uomo perché non perisca l'uomo, a causa del quale Dio si è fatto uomo. (Serm. 165, 7, 9)

    Quanti cercano Gesù solo per i vantaggi temporali!... È difficile che si cerchi Gesù per Gesù. (In Io. ev. tr. 25,10)

    Preferisci alla tua la volontà di Dio; impara ad amarti non amando te stesso. (Serm. 2)

    Chi sa amare la vita nuova sa cantare il cantico nuovo. (Serm. 34, 1)

    Cerca come l'uomo possa amare Dio: assolutamente non lo troverai se non nel fatto che egli ci ha amati per primo. (Serm. 34, 2)

    Se vuoi possedere la carità, cerca te stesso, trova te stesso. (Serm. 34, 7)

    Esige tutto te colui che ti ha creato. (Serm. 34, 7)

    È nell'uomo interiore che si svolge questa vecchiezza e novità. (Serm. 218/A, 3)

    Entrarono vecchi e ne uscirono fanciulli. (In Io. ep. tr. 1, 5)

    Se nella Chiesa non ci fosse stata la remissione dei peccati, nessuna speranza ci sarebbe per la vita futura e per la liberazione. (Serm. 13, 9)

    Il fianco di Cristo fu aperto da una lancia e ne sgorgò il nostro prezzo. (Serm. 13, 9)

    Nessuno c'inganni: la Scrittura è chiara, l'autorità è fondatissima, la fede è autenticamente cattolica: ogni uomo che nasce è condannato; nessuno è reso libero se non viene rigenerato. (Serm. 294, 16, 16)

    Questa natura, la più nobile tra le cose create, quando, ad opera del suo Creatore, viene giustificata dall'empietà, lascia la sua forma deforme per acquisire una forma bella. (De Trin. 15, 8. 14)

    Capisca chi può, giudichi chi può, se sia opera più grande creare i giusti che giustificare gli empi. Se ambedue le opere richiedono pari potenza, certo la seconda richiede maggiore misericordia. (In Io. ev. tr. 72, 3)

    Se siamo divenuti figli di Dio, siamo anche stati fatti dèi; ma questo per la grazia di chi adotta, non per la natura di chi genera. (Ep. 49, 2)

    Dio è dappertutto con la presenza della divinità, ma non dappertutto con la grazia con cui abita nelle anime. (Serm. 187, 5, 16)

    Per l'uomo Dio si è fatto uomo. Questa speranza ci consoli in ogni nostra tribolazione e tentazione di questa vita. (In Io. ev. tr. 10, 1)

    Questa vita terrena non merita di essere amata, ma soltanto tollerata, per esercitare la pazienza. (In Io. ev. tr. 111, 1)

    Orbene, colui che desidera vederci giungere al termine, ci somministra il cibo lungo il cammino, per averci con sé nella patria. (In Io. ep. tr. 1, 5)

    Questa è speranza, non ancora realtà. Ma chi gode nella speranza, avrà un giorno anche la realtà. Chi invece non ha speranza, non può arrivare alla realtà. (In Io. ep. tr. 8, 13)

    L'uomo fluttua tra la presunzione e la disperazione. (In Io. ev. tr. 33, 8)

    La speranza ci esorta a disprezzare le cose presenti e aspettare le future. (Serm. 105, 5, 7)

    La Sapienza divina, come una gallina, si è incarnata per uniformarsi ai pulcini. (Serm. 105, 8. 11)

    Cuore in alto! Speranza in Dio, non in te stesso. Tu infatti sei di quaggiù, Dio di lassù. (Serm. 229, 3)

    Il grano non può essere battuto fuori dell'aia, e perciò deve sopportare la paglia finché non se ne sarà liberato, e allora entrerà nel granaio. (In Io. ev. tr. 10,9)

    La nostra scienza è Cristo, la nostra sapienza è ancora Cristo. (De Trin. 13, 19, 24)

    Se tu sei con me, io vivo, poiché tu sei la vita della mia anima. (Ep. 70, 2, 2-3)

    Giustamente, o Chiesa cattolica, madre verissima dei cristiani.... (De mor. Eccl. Cath. 1, 30, 62)

    La Chiesa intera ogni giorno concepisce e partorisce le membra di Cristo. (Serm. 65/A, 7)

    Come la donna è gloria dell'uomo, cosí la Chiesa è gloria di Cristo. (Serm. 262, 6, 5)

    Abbiamo trovato altri genitori: Dio nostro padre e la Chiesa nostra madre, per mezzo dei quali nascere alla vita eterna. (Serm. 57, 2, 2)

    Questa madre che è la Chiesa cattolica, e il pastore che la regge, in ogni luogo ricerca gli smarriti, rafforza i deboli, cura i malati, fascia gli storpi. (Serm. 46, 18)

    Chi non è contrario a Cristo non può in nessun modo uscire dalla Chiesa. Chi non è contrario a Cristo, si trova unito al suo corpo e ne è ritenuto un membro. (In Io. ep. tr. 3, 4)

    L'uomo deve guidare la donna e non permettere ch'essa abbia il dominio sull'uomo, poiché quando ciò succede, la famiglia è sconvolta e infelice. (De Gen. c. Man. 2, 11, 15)

    Ogni uomo in Cristo è un solo uomo, e l'unità dei cristiani è un solo uomo. (En. in ps. 29, 11, 5)

    Tendi all'unità, non dividere il popolo! Riuniscilo in uno, fanne uno solo. Non mi sono accorto di quanto tempo abbia parlato. (En. in ps. 72, 34)

    Bestemmia contro lo Spirito Santo chi si oppone con cuore impenitente all'unità della Chiesa. (Serm. 71, 22, 36)

    Vana è la predicazione di Dio se fatta al di fuori della Chiesa. (En. in ps. 72, 34)

    Dallo stesso Abele, il primo giusto ucciso dal fratello scellerato, e di seguito fino alla fine del tempo la Chiesa si evolve pellegrina fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio. (De civ. Dei 18, 51. 2)

    I Concili plenari, la cui autorità è utilissima alla salvezza della Chiesa. (Ep. 54, 1, 1)

    Quanto abbiamo dalla Chiesa, fuori della Chiesa non ha valore salutare. (De bapt. 4, 16, 24)

    Infatti a chi non ha la carità (tutto il resto) non giova nulla. (De bapt. 3, 16, 21)

    E non hanno la carità coloro che non amano l'unità della Chiesa. (De bapt. 3, 16, 21)

    Guarda alle grazie che ti dona la Chiesa. La grazia dei Sacramenti, che si riceve nel Battesimo, nell'Eucarestia e negli altri Sacramenti. (Ep. 103, 1, 9)

    Dal fianco di Adamo che dorme è formata Eva; dal fianco di Cristo morto in croce, colpito dalla lancia, sgorgano i sacramenti con cui viene formata la Chiesa. (In Io. ev. tr. 9, 10)

    Voi conoscete lo sposo: è Cristo; conoscete la sposa: è la Chiesa. Recate onore allo sposo e alla sposa. Se onorerete come si deve gli sposi, voi ne sarete figli. (Serm. 90, 6)

    fratelli, pensate con sentimenti cristiani. (In Io. ep. tr. 10, 9)

    Noi non lo abbiamo conosciuto nella carne, e tuttavia ci è stato concesso di mangiare la sua carne e di essere membra del suo corpo. (In Io. ev. tr. 31, 11)

    Egli non ha voluto separarsi da noi, ma si è degnato amalgamarsi a noi fino a fondersi con noi. (In Io. ev. tr. 21, 9)

    Ho detto spesso e con forza voglio convincervi: quali che noi siamo, voi state sicuri, perché avete per padre Dio e per madre la Chiesa. (Contra litt. Petil. 3, 9, 10)

    Amiamo il Signore, Dio nostro; amiamo la sua Chiesa! Amiamo lui come padre, amiamo la Chiesa come madre. (Ep. 88, 2, 14)

    Nessuno può incontrare la benevolenza di Dio Padre se disprezza la Chiesa madre. (Serm. 255/A, 2)

    Onorate, amate, predicate la santa Chiesa, madre vostra, come la santa città di Dio, la celeste Gerusalemme. (Serm. 214, 11)

    L'amore non può essere diviso... se ami il capo, ami anche le membra; se poi non ami le membra, non ami neppure il capo. (In Io. ep. tr. 10, 3)

    Maria ha partorito il vostro capo, la Chiesa ha partorito voi... Anche in questo è paragonabile alla Vergine perché, pur partorendone molti, è madre di unità. (Serm. 192, 2)

    Un angelo porta l'annunzio, la Vergine ascolta, crede e concepisce: la fede nel cuore e Cristo nel grembo. (Serm. 196, 1)

    Maria credette e in lei quel che credette si avverò. Crediamo anche noi, perché quel che si avverò possa giovare anche a noi. (Serm. 215, 4)

    Nel suo concepimento ti trova vergine; nato, ti lascia vergine. Concede la fecondità, non priva dell'integrità. (Serm. 291, 6)

    In Maria la verginità consacrata partorì Cristo. (Serm. 192, 2)

    Chi crede nel cuore per compiere la giustizia concepisce Cristo; chi lo confessa con la bocca per la salvezza partorisce Cristo. (Serm. 191, 3, 4)

    Maria è senza alcun dubbio madre delle sue membra, che siamo noi, nel senso che ha cooperato mediante l'amore a generare alla Chiesa i fedeli, che formano le membra di quel capo. (De s. virg. 6, 6)

    Gemo a Dio nella mia debolezza; e conosce quel che ha concepito il mio cuore Colui che conosce il mio frutto... Perché io mi conosco meglio di loro, ma Dio mi conosce meglio di me stesso. (Ep. 36, d. 3, 19)

    Se siamo buoni, siamo frumento nella Chiesa di Cristo; se siamo cattivi, siamo paglia nella Chiesa di Cristo, ma tuttavia non ce ne andiamo dall'aia. (Ep. 36, d. 3, 19)

    Da qualunque parte ti parli la Verità, accoglila come uno che ha fame, se vuoi evitare di restar privo del pane. (Ep. 36, d. 3, 20)

    Con quale sfrontatezza potremo sperare l'onore promesso nei secoli futuri da Cristo, se il nostro onore ecclesiastico impedisce nel mondo presente l'unità di Cristo? (Ep. 128, 3)

    Se, quando voglio ritenere il mio episcopato, disperdo il gregge di Cristo, come può essere un onore per il pastore il danno del gregge? (De gestis cum Em. 7)

    Non è difficile possedere la pace. È, al limite, più difficile lodarla. (Serm. 357, 1)

    Chi ama veramente la pace ama anche i nemici della pace. (Serm. 357, 1)

    La pace cresce in proporzione del numero di coloro che ne usufruiscono. (Serm. 357, 1)

    Ardi di amore tu, così sarai in grado di attirare un altro: che egli veda ciò che tu vedi, ami ciò che tu ami, possegga ciò che tu possiedi. (Serm. 357, 3)

    Nessuno voglia con la polemica difendere neanche la sua stessa fede. (Serm. 357, 4)

    "Buono, cattivo, volente, nolente, sempre mio fratello sei". (Serm. 357, 4)

    Sia appassionata la vostra parola, ma per il fervore della carità, non per l'esaltazione della discordia. (Serm. 357, 5)

    Se in noi permane l'amore, dobbiamo sempre parlare della pace e della carità. (Serm. 358, 1)

    Non sarebbe un bene per lui essere vinto dal momento che se è vinto resta in possesso del tutto e, se vince, solo di una porzione? (Serm. 358, 1)

    Non vince se non la verità, e la vittoria della verità è la carità. (Serm. 358, 1)

    Con la sua morte, l'unico sacrificio assolutamente vero offerto per noi, tutto ciò che c'era in noi di colpevole... egli ha pulito, abolito, estinto. (De Trin. 4, 13, 17)

    E che cosa è tanto offribile e tanto accettabile quanto la carne del nostro sacrificio che è il corpo del nostro sacerdote? (De Trin. 4, 14, 19)

    In ogni sacrificio sono quattro gli aspetti da considerare: a chi si offre, da chi si offre, che cosa si offre, per chi si offre. (De Trin. 4, 14, 19)

    Cristo è morto pure per i bambini. (Contra Iul. 6, 26, 83)

    Dio non comanda cose impossibili, ma comandando ti ordina sia di fare quello che puoi, sia di chiedere quello che non puoi. (De nat. et gr. 43, 50)

    Perfino la necessità di chiedere quest'aiuto l'abbiamo imparato per sua grazia, mentre prima ci era nascosta, e per sua grazia siamo arrivati ad amare questa preghiera, mentre prima non ci dilettava. (De pecc. mer. et rem. 2, 19, 33)

    Escludiamo la santa vergine Maria, nei riguardi della quale per l'onore del Signore non voglio si faccia questione alcuna di peccato. (De nat. et gr. 36, 42)

    La nostra libertà è questa: essere soggetti alla verità... L'anima infatti non gode di un bene con libertà se non ne gode con sicurezza. (De lib. arb. 2, 13, 37)

    Quale peggiore causa di morte può darsi per l'anima che la libertà dell'errore? (Ep. 105, 2, 10)

    Ma il Signore, clementissimo sovrano della nostra fede, ha munito come di una roccaforte l'autorità della Chiesa. (Ep. 118, 5, 32)

    Chi è schiavo del peccato dove fugge? Dovunque vada, si porta dietro se stesso. (In Io. ev. tr. 41, 4)

    Può liberare dal peccato solo chi è venuto senza peccato e si è fatto vittima per il peccato. (In Io. ev. tr. 41, 5)

    Sarai libero se sarai schiavo: libero dal peccato, schiavo della giustizia. (In Io. ev. tr. 41, 8)

    La prima libertà consiste nell'essere esenti da crimini. (In Io. ev. tr. 41, 9-10)

    Il peccato viene limitato nella vita di coloro che sono in cammino, e viene eliminato nella vita di coloro che hanno raggiunto la perfezione. (In Io. ev. tr. 41, 9-10)

    Quando troverai in Dio la tua delizia, sarai libero. Non temere il castigo, ama la giustizia. (In Io. ev. tr. 41, 10)

    L'anima vive evitando le cose che cercando muore. (Confess. 13, 21, 30)

    La libera volontà sarà tanto più libera quanto più sarà sana e tanto più sana quanto più sarà sottomessa alla misericordia e alla grazia divina. (Ep. 157, 2, 8)

    La vera libertà si identifica con la stessa sanità, e la libertà non si sarebbe perduta se la volontà fosse rimasta buona. (De perf. iust. hom. 4, 9)

    È la risurrezione dai morti a distinguere la vita della nostra fede da coloro che muoiono senza fede. (Serm. 215, 6)

    Le opere buone debbono essere fatte non per timore ma per amore, non per paura della pena ma per la dilettazione della giustizia. Infatti proprio in questo diletto consiste la vera e sana libertà. (Ep. 67, 13)

    Nella casa del Signore libera è la schiavitù. Libera, poiché il servizio non l'impone la necessità ma la carità. (Ep. 99, 7)

    La legge della libertà non è altro che la legge della carità. (Ep. 167, 6, 19)

    La ragione per la quale nell'agire con rettitudine manca ogni vincolo di necessità, è perché c'è la libertà della carità. (De nat. et gr. 65, 78)

    Vita, che hai dato morte alla morte!. (Serm. 233, 4, 5)

    Il popolo è l'insieme di esseri razionali, associato nella concorde comunione delle cose che ama. (De civ. Dei 19, 24)

    (Dice Cicerone che) niente è tanto avverso allo stato come l'ingiustizia: la società civile può essere amministrata e conservata soltanto con una grande giustizia. (De civ. Dei 2, 21. 1)

    Quindi anche le virtù che le sembra di avere, con cui può esercitare il dominio sul corpo e sui vizi, se le riferirà a conseguire e conservare un fine che non sia Dio, sono piuttosto vizi che virtù. (De civ. Dei 19, 25)

    Il popolo può definirsi: Società di uomini unita dal consenso delle leggi e dalla partecipazione degli utili. (De civ. Dei 19, 23, 5)

    L'ordine è la conveniente disposizione delle cose uguali e disuguali che assegna a ciascuna il proprio posto. (De civ. Dei 19, 13, 1)

    Il peccato consiste nel fare o dire o desiderare qualcosa contro la legge eterna. (C. Faustum 22, 27)

    Poiché tutte le sostanze sono buone per natura, viene onorato il lodevole ordinamento che regna in esse, ma ne viene condannato il colpevole sovvertimento. (Ep. 140, 2, 4)

    Dio rimane sempre buono, usando ordinatamente anche le cose cattive. (Ep. 140, 1, 4)

    Chi infatti si mette fuori dell'ordine mediante l'ingiustizia dei peccati, è fatto rientrare nell'ordine mediante la giustizia dei castighi. (Ep. 140, 1, 4)

    È titolo più grande di gloria uccidere la guerra con la parola, anziché uccidere gli uomini con la spada, e procurare o mantenere la pace con la pace e non già con la guerra. (Ep. 229, 2)

    Ma se vuoi essere pacificatore tra due tuoi amici che sono in discordia, comincia da te stesso ad essere pacifico: devi mettere in pace te stesso interiormente, dove forse sei in lotta quotidiana con te stesso. (Serm. 53/A, 12)

    La natura umana è qualcosa di sociale e anche la forza dell'amicizia è un grande bene che egli possiede come innato. (De bono con. 1, 1)

    Beato chi ama Dio, l'amico in Dio, il nemico a causa di Dio. (Confess. 4, 9, 14)

    In questo mondo solo due cose sono necessarie: la salute e l'amico; queste le cose di grande importanza, quelle che non dobbiamo disprezzare. La salute e l'amico sono beni propri della natura umana. (Serm. 299/D 1)

    L'amicizia, quindi, ha il suo principio nel coniuge e nei figli e si apre agli altri uomini. (Serm. 299/D 1)

    Ogni uomo è prossimo ad ogni uomo. Rivolgiti alla natura. È uno sconosciuto? è un uomo. È un avversario? è un uomo. È un nemico? è un uomo. È un amico? resti amico. È un avversario? diventi amico. (Serm. 299/D 1)

    Pertanto il primo naturale legame della società umana è quello fra uomo e donna... e il fianco dell'uomo, da cui la donna fu estratta e formata, sta ad indicare la forza della loro congiunzione. (De bono con. 1, 1)

    Fianco a fianco infatti si uniscono coloro che camminano insieme e che insieme guardano alla stessa meta. (De bono con. 1, 1)

    L'amicizia (secondo Cicerone) è volere il bene di uno per lui stesso ed essere da lui ricambiato allo stesso modo. (De div. qq. 83, 31, 3)

    Tu sai bene come ha definito l'amicizia Tullio...: L'amicizia è il perfetto accordo su tutte le cose divine e umane, accompagnato da benevolo affetto. (Ep. 258, 1)

    Bene fu definito da un tale (Orazio) il suo amico: la metà dell'anima sua. (Confess. 4, 6, 11)

    Ma non c'è vera amicizia, se non quando l'annodi Tu fra persone a te strette col vincolo dell'amore. (Confess. 4, 4, 7)

    Cos'altro è appunto l'amicizia, che non trae il nome se non dall'amore e non è fedele se non nel Cristo, nel quale soltanto può essere anche eterna e felice? (Contra duas ep. pelag. 1, 1, 1)

    Meglio aver meno bisogni che avere più cose. (Regula 18)

    Non vogliate neppure anteporre la vostra pace (della contemplazione) alle necessità della Chiesa. (Ep. 48, 2)

    Esiste una amicizia di benevolenza per la quale a volte noi offriamo dei doni a quelli che amiamo. E se non ci fosse nulla da donare? A chi ama basta la sola benevolenza. (In Io. ep. tr. 8, 5)

    Ora sì che c'è tra noi perfetto accordo sulle cose umane e divine accompagnato da un'affettuosa benevolenza in Cristo Gesù nostro Signore, nostra autentica e genuina pace. (Ep. 258, 3-4)

    Talora gli uomini si arrecano moltissimo danno quando temono di offendere altri. Non solo i buoni amici hanno molta influenza per il bene ma l'hanno anche i cattivi amici per il male. (Serm. 87, 10, 12)

    Il Signore, per farci disprezzare l'amicizia dei potenti a prò della nostra salvezza, non volle prima scegliere i senatori, ma i pescatori. Grande misericordia del Creatore. (Serm. 87, 10, 12)

    Il nome appunto o i nomi anch'essi credettero bene di doverli tacere ancora, perché continuando a vivere l'amicizia degli amici venisse a morire piuttosto l'errore degli amici. (De gestis Pel. 25, 49)

    Con quanta carità dobbiamo essere molesti ai nostri amici per poter vivere con loro non pochi giorni in questo mondo ma in eterno con Dio? (Serm. 87, 12, 15)

    Ama veramente il suo amico colui che nel suo amico ama Dio, o perché Dio vive in lui o perché Dio viva in lui. Questo è il vero amore: se amiamo per altro motivo, il nostro è più odio che amore. (Serm. 336, 2, 2)

    Quando parlo per il bene di te stesso, sarò tanto più franco quanto più ti sono amico, poiché ti sarò tanto più amico quanto più ti sarò leale. (Ep. 155, 3, 11)

    La vera amicizia, che non dev'essere misurata sui vantaggi temporali ma valutata alla stregua di un amore puro e disinteressato. (Ep. 155, 1, 1)

    Nessuno può essere veramente amico dell'uomo se non è innanzi tutto amico della verità. (Ep. 155, 1, 1)

    Solo tu, o Dio, annodi la vera amicizia fra le persone che sono a te strette col vincolo dell'amore. E questo amore diffondi nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo che ci hai dato. (Confess. 4, 4, 7)

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    Confessio ignorantiae gradus est scientiae.
    Riconoscere di ignorare è un passo verso la fede. (Serm. 301, 4, 3)

    In persecutione militia, in pace constantia coronatur.
    In tempo di persecuzione è premiato il combattimento, in tempo di pace è premiata la perseveranza. (Serm. 303, 2)

    Il Signore fa di tutto perché tu sia un servo buono, e tu fai di tutto perché il padrone sia cattivo con te. (En. in ps. 18, 1)

    quanto grande è la felicità del gregge di Dio... ; vigila su di te Iddio, quando su di te vigila il tuo pastore; ma Iddio ti vigila, anche quando il tuo pastore dorme. (Serm. 47, 3)

    Etsi virgines sunt, quid prodest integra caro, mente corrupta? Melius est humile coniugium quam superba virginitas.
    Supposto che siano vergini, cosa giova loro l'integrità fisica, se la loro anima è corrotta? È molto più eccellente la vita di famiglia unita all'umiltà, che non una verginità superba. (En. in ps. 99, 13)

    Ante mortem ne laudes hominem quemquam.
    Prima che muoia, non lodare nessuno. (En. in ps. 99, 11)

    Plerumque si filius cuiusquam moriatur, plangit illum; si peccet, non illum plangit.
    Di solito se uno perde il figlio, lo piange; se il figlio pecca, non lo piange. (En. in ps. 37, 24)

    Saeculi laetitia est impunita nequitia.
    L'allegrezza del mondo è la cattiveria impunita. (Serm. 171, 4)

    Nec contra Academicos dicit: 'scio me non furere,' sed: 'scio me vivere'.
    Contro gli Accademici non afferma: So di essere pazzo, ma: So di vivere. (De Trin. 15, 12, 21)

    Ergo esse te scis, vivere te scis, intelligere te scis.
    Dunque tu hai coscienza, di essere, vivere, e pensare. (Solil. 2, 1, 1)

    Si non potest, aliqua necessitate impeditus, possideat, non possideatur; teneat, non teneatur: dominus sit rei suae, non servus.
    (L'uomo) Se non può, se una qualche necessità è d'impedimento, possegga pure, ma non si faccia possedere; abbia una proprietà, non diventi proprietà; sia padrone delle sue cose, non schiavo. (Serm. 125, 7)

    Adam si adhuc viveret et hodie moreretur, quid illi vitae longitudo profuisset?
    Adamo, se fosse ancora vivo e dovesse morire oggi, a che gli avrebbe giovato una vita così lunga? (Serm. 17, 7)

    Quisquis autem tibi enumerat vera merita sua, quid tibi enumerat nisi munera tua?
    Chi aduna innanzi a te i suoi autentici meriti, che altro ti aduna, se non i tuoi doni? (Confess. 9, 13, 34)

    Se le pecore d'un uomo pastore stanno sicure, quanto dev'essere la tua sicurezza, o gregge divino, se a te ti pasce Iddio! (Serm. 47, 3)

    Non parlar mai volentieri con le tue cupidità. (En. in ps. 136, 22)

    Sic mittat [nos Deus] in fornacem tribulationis, ut coquatur vas, non ut frangatur.
    Dio ci caccia nella fornace delle tribolazioni affinché il vaso si cuoccia, non si frantumi. (En. in ps. 93, 27)

    Honor te debet quaerere, non tu ipsum.
    L'onore deve venire in cerca di te, non tu dell'onore. (Serm. 39, 2)

    Itane magnum est esse parvum, ut nisi a te qui tam magnus es fieret, disci omnino non posset? Ita plane.
    O dovremo proprio ritenere che l'essere piccoli sia una cosa talmente grande che, se non si fosse realizzata in te, non avremmo avuto altra maniare d'impararla? Proprio così. (De s. virg. 35)

    Nos enim quid sumus sine te, nisi Petrus quando te negavit ter?
    Noi senza di te cosa siamo se non quel Pietro che ti rinnega tre volte? (Serm. 229/P, 4)

    Labora, custodi: sed bonum est ut custodiaris. Nam custodire te non sufficis. Si desertus fueris, dormitabis et dormies.
    Fatica, custodisci: ma è bene che tu sia custodito. Non sei infatti capace di custodirti. Se sarai lasciato a te stesso, diventerai indolente e ti lascerai prendere dal sonno. (Serm. 297, 5, 7)

    Quid est ergo, maligne sperator? si desperes, peris, si speres, peris.
    Vedi tu che speri troppo? Se disperi, ti perdi; se speri, ti perdi. (Serm. 20, 4)

    Si bona quaeris, prius esto ipse quod quaeris.
    Se cerchi cose buone, sii prima tu stesso come quello che cerchi. (Serm. 29, 5)

    Omnia bona quaeris: esto bonus qui quaeris.
    Desideri sia buona ogni cosa: sii buono tu che che hai tali desideri. (Serm. 297, 8)

    Quod nescire nos Dominus voluit, libenter nesciamus.
    Quanto a noi, ignoriamo volentieri quel che il Signore non ci ha fatto conoscere. (En. in ps. 6, 2)

    Venenum curiositatis motus sunt animae mortuae.
    Il veleno della curiosità sono i sentimenti dell'anima morta. (Confess. 13, 30)

    Quid tibi de his quae fecit Deus sufficit, cui Deus ipse non sufficit.
    Che cosa può bastarti delle cose che Dio ha fatto, se Dio stesso non ti basta? (En. in ps. 30, II, d. 3, 4)

    Sine dolore non pereunt, quae cum amore possessa sunt.
    Non è indolore la perdita delle cose possedute con amore. (Enchiridion, 18, 68)

    Totum quidquid sum, de misericordia tua est.
    Tutto quanto io sono deriva dalla tua misericordia. (En. in ps. 58, d. 2, 11)

    Plerumque, mendicus, unum nummum petens, ad ostium tibi praecepta Dei cantat.
    Non di rado il mendico che ti chiede una moneta ti fa risuonare alla porta i comandamenti di Dio. (Serm. 32, 23)

    Aliud est non accepisse, aliud accipere noluisse. Qui recusat donum Dei, ipsius recusationis reus tenetur.
    Una cosa è non avere ricevuto, e un'altra non aver voluto ricevere. Chi rifiuta il dono di Dio è responsabile di questo rifiuto. (Serm. 32, 23)

    Sicut enim magna pietas paucorum est, ita et magna impietas nihilominus paucorum est.
    Come è propria di pochi uomini una grande pietà, così è altrettanto di pochi una grande empietà. (Serm. 69, 2, 3)

    Omnia enim saeva et immania, prorsus facilia et prope nulla efficit amor.
    L'amore rende assolutamente facili e riduce quasi a nulla le cose più spaventose ed orrende. (Serm. 70, 3)

    Nihil enim tam facile est bonae voluntati, quam ipsa sibi: et haec sufficit Deo.
    Niente è tanto facile alla buona volontà quanto essa a se stessa; e a Dio ciò è sufficiente. (Serm. 70, 3)

    Magnus esse vis, a minimo incipe. Cogitas magnam fabricam construere celsitudinis, de fundamento prius cogita humilitatis.
    Vuoi essere alto? Comincia dal più basso. Se pensi di costruire l'edificio alto della santita, prepara prima il fondamento dell'umiltà. (Serm. 69, 1, 1)

    Longa vita, nihil aliud quam longa infirmitas.
    Una lunga vita non è altro che una lunga malattia. (Serm. 80, 2)

    Quid miraris? Medicum occidit aegrotus, sed eum medicus occisus sanavit phreneticum.
    Perché ti stupisci? Il malato uccise il medico, ma il medico ucciso guarì quel pazzo furioso. (Serm. 80, 4)

    Eroga quantum potes, fac bene cum anima tua, ne auferatur hac nocte anima tua.
    Distribuisci quanto puoi, tratta bene l'anima tua, affinché non sia tolta questa notte. (Serm. 86, 14, 17)

    Quid est speciosius Deo? Quid deformius crucifixo?
    Che cosa c'è di più bello di Dio? Che cosa più deforme del Crocifisso? (Serm. 95, 4)

    Hyems est, vestite nudos. Nudus est Christus.
    È inverno, vestite gli ignudi; nudo è Cristo. (Serm. 95, 7)

    Veniunt ut abeant anni nostri. Veniunt, inquam, ut eant. Non enim veniunt ut stent nobiscum; sed, cum transeunt per nos, terunt nos et minus minusque valere nos faciunt.
    I nostri anni vengono per andarsene; vengono, dicevo, per andarsene; poiché non vengono per rimanere fermi con noi; ma poiché passano come attraverso noi, ci logorano e fanno indebolire di più le nostre forze. (Serm. 109, 4)

    Non quod videtur sed quod creditur pascit.
    Nutre non ciò che appare ma ciò che si crede. (Serm. 103, 5)

    Ibi Dominus pascit, sed prius hinc transit.
    Lassù il Signore ci ristorerà, ma prima passerà da questa terra. (Serm. 103, 4, 5)

    A te auferetur aliquando onus necessitatis: aeterna est dulcedo veritatis.
    A te sarà portato via un giorno il peso della necessità, mentre eterna è la dolcezza della verità. (Serm. 103, 4, 5)

    Extendit se ipse; tetigit Christus, et sonavit dulcedo veritatis.
    Paolo stirava se stesso, Cristo lo toccò, e la dolcezza della veroità emise dei suoni. (En. in ps. 149, 8)

    Si bene de me sentis, laudas me; si male sentis, accusas me sed non excusas te.
    Se pensi bene di me, tu mi lodi; se pensi male, tu mi accusi, ma non giustifichi te. (Serm. 179, 10)

    Non faciunt bonos mores nisi boni amores.
    Non altro che le buone affezioni fanno buoni i costumi. (Serm. 311, 11, 11)

    Audite me, o pauperes: quid non habetis, si Deum habetis? Audite me, o divites: quid habetis, si Deum non habetis?
    Ascoltatemi, voi poveri: Che vi manca, se possedete Dio? Ascoltatemi, voi ricchi: Che avete, se non avete Dio? (Serm. 311, 18, 15)

    Stulti Iudaei: quando illos de Ierosolymis fugabant, carbones ignis in silvam mittebant.
    Gli stolti Giudei, disperdendosi fuori di Gerusalemme, non facevano che porre braci ardenti in una selva. (Serm. 316, 4)

    Minus est contemnere quod delectat quam vincere quod molestat.
    Ha minor valore disprezzare quel che procura godimento a confronto del superamento di ciò che fa soffrire. (Serm. 318, 2)

    Adulterium carnis est, illicite concumbere: adulterium cordis est, veritatem negare.
    Giacere illecitamente insieme, è adulterio della carne; negare la verità, è adulterio spirituale. (Serm. 318, 2)

    Non sic sapit lucrum, quomodo dolet damnum: quia facilius est non manducare, quam vomere.
    Non dà tanto gusto il guadagno per quanto fa soffrire la perdita: è infatti più naturale non mangiare che vomitare. (Serm. 318, 2)

    Multum dimisit qui spem saeculi dimittit.
    Abbandona molto chi abbandona la speranza del mondo. (Serm. 105/A, 1)

    Laboriosum est fidei tempus. Quis negat?
    È faticoso il tempo della fede. Chi lo nega? (Serm. 38, 4)

    Obtemperat anima sedenti in se Deo, et ipsa iubet membris.
    L'anima obbedisce a Dio che è in lei, ed essa stessa comanda alle membra. (En. in ps. 46, 10)

    Medicina vitia persequitur, non naturam.
    La medicina combatte i mali, non la natura. (Serm. 182, 3, 3)

    Moriatur error, vivat homo.
    Muoia l'errore, l'uomo viva. (Serm. 182, 2, 3)

    Pietas cultus Dei est nec colitur ille nisi amando.
    La pietà verso Dio è il culto reso a Dio, e il culto gli si rende amandolo. (Ep. 140, 45)

    Pauci quidem convenistis, sed si bene audistis, abundatis.
    Siete venuti veramente in pochi, pero, se avete capito tutti, siete già molti. (Serm. 19, 6)

    Subito, cum illa magna metuuntur ipsa non veniunt, et de transverso una febricula aufert hominem.
    Per solito, quando di quelle cose garndi si ha paur, esse non vengono, e da un fianco invece scappa fuori una febriciattola e ti porta via. (Serm. 19, 6)

    Non enim haec vita dicenda est potius, quam umbra vitae.
    La vita presente più che vita è da chiamarsi ombra di vita. (Serm. 351, 3, 3)

    Alius subsannat, irridet, blasphemat, clamat per plateas: amurca defluit.
    Altri si fa beffe, deride, bestemmia, schiamazza per le piazze: questa è la morchia. (Serm. 19, 6)

    Quando exhibes tibi bonum prandium, ideo putas quia bonum diem ducis?
    Quando ti regali un buon pranzo, allora credi che passi una buona giornata? (Serm. 40, 4)

    Manducant homines fungum malum, et moriuntur. Ecce in qua fragilitate est vita humana.
    Si mangia un fungo velenoso e si muore. Ecco quanto è fragile la vita umana. (Serm. 62, 10, 15)

    I bimbi che nascono, sembra che dicano così ai genitori: Su, pensate ad andarvene, anche noi dobbiamo recitare la nostra commedia. È la commedia del genere umano, tutta la vita di tentazione. (En. in ps. 127, 15)

    Dalla rottura delle reti sono nate eresie e scismi.... Ma quelli che rimangono dentro, il Signore porta alla riva. (Serm. 252, 4)

    Vengono per andarsene, gli anni nostri... Non vengono davvero per starsene con noi; ma passano attraverso noi, e passando ci consumano e ci fanno star sempre meno in buona salute. (Serm. 109, 4)

    Ogni anno, il più delle volte, quando sentiamo freddo diciamo: Non ha fatto mai così freddo! (Serm. 25, 3)

    Il povero non porta nulla con sè, tu porti più di quanto occorre. Tu sei carico: dà a lui qualcosa di quello che hai. Fai mangiare lui, e al tempo stesso diminuisci il peso. (Serm. 61, 12)

    La salute sarebbe il non dover morire. Questa nostra, è una lunga malattia. (Serm. 77, 13-14)

    Tristi sono i tempi; e tanto più tristi perché li si ama. (Serm. 84, 2)

    Ma non parli di Roma! è stato detto di me, quanto sarebbe meglio se lasciasse stare Roma! Come se io fossi uno che insulta, e non piuttosto uno che implora il Signore, e che, bene o male, vi esorta. (Serm. 105, 12)

    Nell'umano discorso parole nuove o poco usate, con moderazione e buon gusto distribuite, aggiungono splendore. (Ep. 102, 33)

    Ille placet Deo, cui placet Deus.
    Brevissima è la regola: Piace a Dio colui cui piace Dio. (En. in ps. 32, II, d. 1, 1)

    Vuoi trovare i buoni? Sii buono, e li troverai. (En. in ps. 47, 9)

    Siano concordi le mani e la lingua, questa confessi, quelle operino. (En. in ps. 46, 3)

    Le mani di Cristo si aprirono sulla croce, affinché le nostre fossero protese ad opere buone. (En. in ps. 62, 13)

    Quando canti l'Alleluia, devi porgere il pane all'affamato, vestire il nudo, ospitare il pellegrino. (En. in ps. 149, 8)

    Qualunque cosa tu faccia, fallo con letizia. Allora fai il bene e lo fai bene. (En. in ps. 91, 5)

    Vi piacciono queste parole; io però voglio i fatti. Non vogliate rattristarmi col vostro cattivo comportamento, perché la mia gioia in questa vita non è se non la vostra buona vita. (Serm. 17, 7)

    È meglio uno zoppo che cammina sulla strada, che un corridore fuori strada. (Serm. 169, 15, 18)

    Il Signore fa di tutto perché tu sia un servo buono, e tu fai di tutto perché il padrone sia cattivo con te. (En. in ps. 18, 1)

    Nessun bene è conosciuto perfettamente se non è amato perfettamente. (De div. qq. 83, 3)

    Occorre conoscere Dio per saperlo amare. (En. in ps. 118, d. 8, 1)

    Questa è l'unica cosa che dev'essere amata: abitare nella casa del Signore per tutti i giorni della nostra vita. (En in ps. 26, II, 8)

    Nessuno può amare una cosa del tutto sconosciuta. (De Trin. 10, 1, 1)

    Mens enim amare se ipsam non potest nisi etiam noverit se.
    Lo spirito non può amare se stesso, se anche non si conosce. (De Trin. 9, 3, 3)

    Felice chi ama te, l'amico in te, il nemico per te. Solo lui infatti non perde mai nessuna persona cara, perché ha tutti cari in chi non è mai perduto. (Confess. 4, 9, 14)

    In modo disinteressato amo i miei amici e da loro in modo disinteressato mi sento amare... ma tu solo sei il riposo. (Confess. 6, 16, 26)

    Ma dove è carità, c'è pace, e dove c'è umiltà, c'è carità. (In Io. ep. tr., prol.)

    In ciò che intendi delle Scritture, è la carità che si manifesta; in ciò che non intendi, è la carità che si nasconde. (Serm. 350, 2-3)

    Perciò, fratelli, praticate la carità, dolce e salutare vincolo delle anime, senza la quale il ricco è povero e con la quale il povero è ricco. (Serm. 350, 2-3)

    Conviene infatti che il discorso d'un vecchio sia non solo grave, ma anche breve. (Serm. 350, 2-3)

    Il nostro riposo è il nostro luogo. (Confess. 13, 9, 10)

    Ogni corpo a motivo del suo peso tende al luogo che gli è proprio. (Confess. 13, 9, 10)

    Vi sono infatti cose che si amano male nel mondo e rendono immondo chi le ama. (Serm. 65/A, 1)

    L'amore illecito è un grande inquinamento dell'anima e un peso che opprime chi desidera volare. (Serm. 65/A, 1)

    Accade a ciascuno di essere portato là dove ha da portarlo il proprio peso, cioè il proprio amore. (Serm. 65/A, 1)

    Desideri essere dov'è il Cristo? Ama Cristo e da questo peso verrai trasportato dove si trova il Cristo. Ciò che ti trascina e ti rapisce verso l'alto non ti permette di cadere in basso. (Serm. 65/A, 1)

    Per vincere l'amore per molti beni è necessario l'amore per un solo bene. (Serm. 65/A 2)

    Qui in terra, quelli che son detti beati lo sono o per quanto hanno o per ciò che riescono a fare. (En. in ps. 83, 8)

    Si sa che da oggetti non veduti è impossibile trarre un godimento perfetto. (En. in ps. 83, 8)

    Le lacrime piamente versate dai sofferenti sono mosto di gente che ama. (En. in ps. 83, 10)

    L'unità vince la varietà e la carità vince la cupidità. (Serm. 65/A 2)

    È un tormento del cuore amare una cosa e non possederla. (Serm. 65/A 2)

    Ama con ordine in modo da vivere ordinato. Dà alle cose il proprio valore e il proprio peso. (Serm. 65/A 8)

    Non solo è peccato amare uno più di Cristo, ma è peccato anche non amare Cristo più di un altro. (Serm. 65/A 11)

    Se anteponiamo o uguagliamo a Lui nell'amore qualche altro oggetto, vuol dire che non sappiamo amare noi stessi. (Ep. 155, 4, 13)

    Oh se vincesse la carità invece che la passione... ed allora a vincere sarà la verità, perché la vittoria della verità è la carità. (Serm. 358, 1)

    Ciascuno è tale quale l'amore che ha. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? dovrei concludere: tu sarai Dio. Ma non oso dirlo io e perciò ascoltiamo la Scrittura. (In Io. ep. tr. 2, 14)

    È dove abbiamo il cuore, che noi abitiamo. (In Io. ev. tr. 2, 11)

    Per il resto, quando si ama, non si fatica, o, se si fatica, questa stessa fatica è amata. (De bono vid. 21, 26)

    Voi battete con le nocche i vasi di creta, per assicurarvi che non portino crepe e non suonino male: controllate se voi suonate bene, vedete se in voi è la carità. (In Io. ep. tr. 6, 13)

    Tutte le opere buone che la carità vuole fare e fa, ne mette in moto, all'opposto, altrettante la superbia e le mena attorno come suoi cavalli. (In Io. ep. tr. 8, 9)

    Solo l'amore distingue i figli di Dio dai figli del diavolo. (In Io. ep. tr. 5, 7)

    La carità è quella pietra preziosa, non avendo la quale nessun giovamento verrà da qualunque cosa tu possegga; se invece possiedi la carità, ti basterebbe essa sola. (In Io. ep. tr. 5, 7)

    Da qualunque parte giri un oggetto che arde, la sua fiamma non conosce altra direzione che non sia il cielo. Siate dunque infiammati nello spirito e ardete del fuoco della carità. (Serm. 234, 3)

    Come si può essere veramente in pace se non con chi sinceramente si ama? (In Io. ev. tr. 87, 1)

    Chi può essere longanime, rimanendo Senza l'amore tutto il resto non serve a niente, mentre l'amore non è concepibile senza le altre buone qualità grazie alle quali l'uomo diventa buono. (In Io. ev. tr. 87, 1)

    Riammetti, ti prego, il tuo schiavo fuggitivo, o Signore e Padre clementissimo. (Solil. 1, 1, 5)

    Finché siamo in terra, preghiamo affinché Dio non rimuova da noi la nostra preghiera nè la sua misericordia. Noi preghiamo con perseveranza affinché lui abbia misericordia con perseveranza. (En. in ps.65, 24)

    Il tuo desiderio è la tua preghiera; se continuo è il desiderio, continua è la preghiera. (Ep. 37, 14)

    I vostri ardenti desideri a sembrano delle mani invisibili, con le quali bussate ad una porta invisibile, perché invisibilmente vi si apra e invisibilmente possiate entrare e invisibilmente ottenere la salute. (En. in ps. 103, d. 1, 1)

    Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace: se desideri sempre, sempre preghi. Quando sonnecchia la preghiera? Quando si raffredda il desiderio. (Serm. 80, 7)

    Con tanto maggiore capacità riceveremo quel bene molto grande..., con quanto maggior fede crediamo ad esso, con quanto maggiore fermezza speriamo in esso, con quanto maggiore ardore lo desideriamo. (Ep. 130, 8. 17)

    Dunque, per stimolare l'orecchio canta pure con la voce, soprattutto però non ammutolirti col cuore, non tacere con la vita. (Ep. 146, 2)

    Se alcuni non sono stati ancora chiamati, preghiamo per loro affinché vengano chiamati. Può darsi che essi siano predestinati in questo modo: che la loro salvezza sia stata rimessa alle nostre preghiere. (De dono pers. 22, 60)

    Questo è lo scopo cui mirano costantemente le divine e Sacre Scritture, quello, cioè, di purificare il nostro interno da ciò che c'impedisce la vista di Dio. (Serm. 88, 5, 5)

    Quando, rintuzzata la mia debolezza, tornai fra gli oggetti consueti, non riportavo con me che un ricordo amoroso e il rimpianto, per così dire, dei profumi di una vivanda che non potevo ancora gustare. (Confess. 7, 17, 23)

    Talvolta mi introduci in un sentimento interiore del tutto sconosciuto e indefinibilmente dolce, che, qualora raggiunga dentro di me la sua pienezza, sarà non so cosa, che non sarà questa vita. (Confess. 10, 40, 65)

    eterna verità e vera carità e cara eternità, tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. (Confess. 7, 10, 16)

    Quale sublimità, Signore, la tua nelle cose sublimi e quale profondità nelle profonde! Ebbene, Signore, agisci, svegliaci e richiamaci, accendi e rapisci, ardi, sii dolce. E noi amiamo e corriamo. (Confess. 8, 3, 8 s.)

    Miseria e beatitudine non possono convivere nello stesso uomo. (De mor. Eccl. cath. 1, 3, 4)

    Che cosa cerchi al di fuori di quello che sei, quando è in tuo potere essere ciò che cerchi? (En. in ps. 41, 1)

    il rivelare esaltante, o il predicare! O l'erompere di getto del nutrimento vivo dal cuore del Signore! (Serm. 119, 2)

    Non è dunque beato se non colui che nello stesso tempo ha tutto ciò che vuole e non vuole nulla di male. (De Trin. 13, 5, 8)

    Tutti i cristiani devono praticare l'umiltà. Essi infatti si chiamano cristiani da Cristo; e il Vangelo di Cristo nessuno lo scruta con diligenza senza trovarvi Gesù che si presenta come maestro di umiltà. (De verg. 33, 33)

    Avviatevi alle altezze col piede dell'umiltà. Egli porta in alto chi lo segue con umiltà: egli che non sdegnò di chinarsi su coloro che giacevano nel peccato. (De virg. 52, 53)

    La gioia delle vergini di Cristo, da Cristo, in Cristo, con Cristo, al seguito di Cristo, per mezzo di Cristo, in ordine a Cristo. (De Virg. 27, 27)

    Che sei dunque, Dio mio? Cos'altro, di grazia, se non il Signore Dio? (Confess. 1, 4, 4)

    Che ho mai detto, Dio mio, vita mia, dolcezza mia santa? Che dice mai chi parla di te? Eppure sventurati coloro che tacciono di te, poiché sono muti ciarlieri. (Confess. 1, 4, 4)

    Anche in noi, come nel nostro Capo, la morte sarà morta... non esisterà più nè dentro nè fuori... O morte, quando ti avventasti contro il mio Signore, attaccandoti a lui rimanesti uccisa anche per me. (Serm. 233, 4, 5)

    Ci ha promesso la vita eterna, dove niente dovremo temere, dove saremo al sicuro d'ogni turbamento, da dove non partiremo, dove non morremo, dove non si piangono partenze, dove non si attendono arrivi. (In Io. ev. tr. 32, 9)

    Lassù non ci sarà nulla di sconveniente: ci sarà somma pace, per cui nulla sarà discorde o deforme o tale che offenda la vista. E Dio sarà lodato in tutte le cose. (Serm. 243, 8. 7)

    La lettura dei beati è la visione, poiché vedono la Verità in persona e si saziano alla sorgente dalla quale noi riceviamo solo delle gocce. (Serm. 57, 7, 7)

    Tutti si vedranno con quella penetrazione che in terra è privilegio dei profeti...Essendo pieni di Dio si vedranno divinamente. (Serm. 243, 6, 5)

    Quale sarà la nostra occupazione nella vita eterna? Lodare Dio. Amarlo e lodarlo. Lodarlo nell'amore e amarlo nella lode. (En. in ps. 147, 3)

    Ecco dunque che tu riponi in Dio la tua speranza, ma intanto che farai? Di che cosa ti occuperai, se non di lodare colui che ami e di far sì che altri lo amino con te? (En. in ps. 72, 34)

    Quis sunt inimici ecclesiae? pagani, iudaei; omnibus peius vivunt mali christiani.
    Chi sono i nemici della Chiesa? I pagani, i giudei? Peggio di tutti vivono i cattivi cristiani. (En. in ps. 30, II, d. 2, 6)

    Novit Dominus sagittare ad amorem; et nemo pulchrius sagittat ad amorem, quam qui verbo sagittat; immo sagittat cor amantis, ut adiuvet amantem; sagittat, ut faciat amantem.
    Sa bene il Signore come si scaglino frecce che suscitano l'amore, e nessuno più bellamente scaglia queste frecce d'amore di colui che saetta mediante la parola. Costui colpisce il cuore dell'amante e così l'aiuta ad amare. Lo colpisce per renderlo un innamorato. (En. in ps. 119, 5)

    Sectamini caritatem, dulce ac salubre vinculum mentium, sine qua dives pauper est, et cum qua pauper dives est. Haec, in adversitatibus tolerat, in prosperitatibus temperat, in duris passionibus fortis, in bonis operibus hilaris, in tentatione tutissima, in hospitalitate latissima, inter veros fratres laetissima, inter falsos patientissima.
    Esercitate la carità, dolce e salutare vincolo delle anime: senza di essa il ricco è povero; con essa il povero è ricco. Essa è paziente nelle avversità, moderata nelle prosperità. È forte in mezzo alle dure soffernze, piena di gioia nelle opere buone; nelle tentazioni sicurissima; nell'ospitalità larghissima; lietissima tra i veri fartelli; pazientissima con quelli falsi. (Serm. 350, 3)

    Il gelo della carità è il silenzio del cuore; l'ardore della carità è il grido del cuore. Se sempre permane la carità, tu sempre gridi; se sempre gridi, sempre desideri; e se desideri, ti ricordi della pace... (En. in ps. 37, 14)

    Frigus caritatis, silentium cordis est: flagrantia caritatis, clamor cordis est. Si sempre manet caritas, semper clamas; si semper clamas, semper desideras; si semper desideras, requiem recordaris.
    Il raffreddamento della carità è silenzio del cuore; l'ardere della carità, è grido del cuore. Se sempre rimane la carità, sempre gridi; se sempre gridi, sempre desideri; se sempre desideri, ti ricordi del riposo. (En. in ps. 37, 13)

    Cum dilectione fides christiani; sine dilectione fides daemonis. Qui autem non credunt peiores sunt quam daemones et tardiores quam daemones. Nescio quis non vult credere in christum; adhuc nec daemones imitatur.
    La fede del cristiano è accompagnata dall'amore, la fede del demonio è senza amore; quelli che però non credono sono peggiori del demonio, più tardi a capire che non il demonio. Non so chi non vuol credere in Cristo; costui non giunge neppure ad imitare il demonio stesso. (In Io. Ep. tr. 10, 2)

    Nihil enim tam pie terret animam, quam sacramentum non intellectum: intellectum autem, gaudium pium parit, et celebratur libere, si opus est tempori; si autem non est opus, cum suavitate spirituali tantummodo legitur et tractatur.
    Nulla infatti atterrisce di più l'anima nella sfera religiosa che un sacramento non compreso: se invece è compreso, allora procura una gioia spirituale e viene celebrato con libertà, se ce n'è bisogno per il tempo in cui si vive. Se invece non c'è bisogno viene letto e trattato solo con gioia spirituale. (Exp. ep. ad Gal. 19)

    Vis videre quam iustus es? Hoc in te tibi displicet quod et Deo; iam coniunxisti te voluntati Dei, et in teipso non quod ille fecit, sed quod ille odit odisti.
    Vuoi toccare con mano che davvero sei giusto? Rifletti come a te dispiace la stessa cosa che dispiace a Dio. Sei già d'accordo con la volontà di Dio, in quanto odi non quel che Dio ha creato, ma quello che Dio ha in odio. (En. in ps. 140, 14)

    Vana est iniquitas, nihil est iniquitas; potens non est nisi iustitia. Occultari potest ad tempus veritas; vinci non potest. Florere potest ad tempus iniquitas, permanere non potest.
    Vana è l'iniquità, nulla è l'iniquità; non è potente se non la giustizia. La verità può essere occultata per un certo tempo, ma non può essere vinta. L'iniquità può fiorire per qualche tempo, ma non può rimanere a lungo. (En. in ps. 61, 16)

    Neque enim homines a simulacro, sed simulacrum ab hominibus servabatur. Quomodo ergo colebatur, ut patriam custodiret et cives, quae suos non valuit custodire custodes?
    Non infatti gli uomini venivano protetti dal simulacro, ma era il simulacro ad essere protetto dagli uomini. Come dunque poteva essere venerata, perché proteggesse città e cittadini colei che non fu capace nemmeno di custodire i suoi custodi? (De civ. Dei 1, 2)

    Prorsus adeo dicere: non sunt episcopi mali; quia si mali, non episcopi. Tu iterum ad nomen me revocas et dicis: episcopus est, nam sedet cathedra. Est et faeneus custos in vinea.
    Addirittura oso dire: non esistono vescovi cattivi perché se sono cattivi, non sono vescovi. Tu di nuovo mi richiami al nome e dici: è vescovo, infatti siede sulla cattedra. Anche lo spaventapasseri sta nella vigna! (Serm. 340/A, 6)

    Ubi me terret, quod vobis sum, ibi me consolatur, quod vobiscum sum. Vobis enim sum episcopus, vobiscum sum christianus. Illud est nomen suscepti officii, hoc gratiae; illud periculi est, hoc salutis.
    Nel momento in cui mi dà timore l'essere per voi, mi consola il fatto d'essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell'incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza. (Serm. 340, 1)

    Neque enim, quia de superiore isto loco loquimur vobis, ideo magistrivestri sumus: ille est enim omnium magister, cuius cathedra est super omnes caelos; sub illo in una schola convenimus et vos et nos condiscipuli sumus.
    Non dunque per il fatto che vi parlo da un luogo posto più in alto, io sono vostro maestro. Egli infatti è il maestro di tutti, la cui cattedra è al di sopra di tutti i cieli. Sotto di lui siamo riuniti in una sola scuola, e voi e noi siamo condiscepoli. (Serm. 301/A, 2)

    Ut ergo sit quod vocatur, audiat, non me, sed mecum simul audiamus, simul in una schola condiscipuli ab uno magistro Christo discamus, cuius cathedra ideo est in caelo, quia prius crux fuit in terra.
    Dunque (il vescovo), perché sia quel che è chiamato, ascolti non me ma con me: ascoltiamo insieme; insieme condiscepoli, nell'unica scuola, apprendiamo da Cristo, il solo maestro, che in tanto ha la cattedra in cielo in quanto prima sulla terra ebbe a cattedra la croce. (Serm. 340/A, 4)

    Pascere omnes pane tractabili et visibili non sufficio: inde pasco, unde pascor; minister sum, paterfamilias non sum; inde vobis appono, unde et ego vivo, de thesauro dominico, de epulis illius patrisfamilias.
    Non riesco a nutrire tutti del pane materiale e visibile: di quel che sono nutrito, di quello io alimento; sono un servo, non sono un padre di famiglia; pongo davanti a voi di quel che io vivo, del tesoro del Signore, delle vivande di quel padre di famiglia. (Serm. 339, 4)

    De credendis nulla infidelitate dubitemus, de intelligendis nulla temeritate adfirmemus; in illis auctoritas tenenda est, in his veritas exquirenda.
    Circa le verità da credere, nessun dubbio proveniente dalla mancanza di fede; circa le verità da comprendere, nessuna affermazione temeraria; in quelle dobbiamo attenerci alla verità, in queste si ha da indagare la verità. (De Trin. 9, 1, 1)

    Quanto enim elati sunt homines, tanto avari sunt; et quanto in hoc saeculo maiores, tanto plus amant divitias suas. Nam ubi tibi placuisti, ibi remansisti... Semper adde semper ambula, semper profice: noli in via remanere, noli retro redire, noli deviare.
    L'uomo più è altolocato, più è avaro; quanto più in auge per grandezze mondane, tanto più attaccato alle ricchezze mondane. In realtà, dove ti sei compiaciuto di te, là sei rimasto... Aggiungi sempre, avanza sempre, progredisci sempre. Non fermarti lungo la via, non indietreggiare, non deviare. (En. in ps. 146, 16)

    Ipsa spes peregrinationis necessaria est, ipsa et quae consolatur in via. Viator enim quando laborat ambulando, ideo laborem tolerat, quia pervenire sperat; tolle spem perveniendi, continuo tibi franguntur vires ambulandi.

    Evidentemente proprio la speranza è necessaria nella situazione di pellegrini, è essa che dà conforto lungo la via. Il viandante, infatti, quando si affatica nel cammino sopporta la stanchezza appunto perché spera di raggiungere la meta. Strappagli la speranza di giungere e immediatamete crollano le possibilità di andare avanti. (En. in ps. 158, 8)

    Lege libros omnes propheticos: non intellecto Christo, quid tam insipidum et fatuum invenies? Intellige ibi Christum, non solum sapit quod legis, sed etiam inebriat; mutans mentem a corpore, ut praeterita obliviscens, in ea quae ante sunt extendaris.
    Cosa c'è di più insipido, di più insignificantedi tutti i libri profetici, se li leggi senza scoprire in essi il Cristo? Ma se vi scopri il Cristo, non solo acquista sapore ciò che leggi, ma addirittura ti inebria, ed elevando la tua anima ben al di sopra del corpo, ti farà dimenticare ciò che ti sta dietro, per farti protendere verso ciò che ti sta davanti. (In Io. Ev. tr. 9, 3)

    Temporalia... non cessant vos inflammare ventura, corrumpere venientia, torquere transeuntia. Nonne ipsa sunt quae concupita inardescunt, adepta vilescunt, amissa vanescunt?
    Le cose temporali sono oggetto di continua speranza, eppure le cose sperate v'ingannano ad ogni istante; non cessano d'infiammarvi, se previste; di corrompervi, se presenti; di tormentarvi, se passano. Non sono appunto quelle che desiderate si accendono, possedute perdono di valore, perdute si dileguono? (Serm. 157, 5)

    Rifiuta di attaccarti al mondo invecchiato, non di ringiovanire nella persona del Cristo che ti dice: Il mondo perisce, il mondo invecchia, il mondo vien meno, soffre l'usura della vecchiaia; non temere, la tua giovinezza si rinnoverà come quella dell'aquila. (Serm. 81, 8)

    Esultate, giusti: è il Natale di chi giustifica. Esultate, deboli e malati: è il Natàle di chi salva. Esultate, prigionieri: è il Natale di chi riscatta. Esultino gli schiavi: è il Natale di chi è il Signore. Esultino i liberi: è il Natale di chi libera. Esultino tutti i cristiani: è il Natale di Cristo. (Serm. 194, 2)

    Il pericolo per me è questo, fare attenzione alla vostra lode e chiudere gli occhi sulla vostra vita. Colui, sotto gli occhi del quale parlo, anzi, sotto gli occhi del quale penso, sa bene che a me non tanto piace la lode del pubblico quanto fa effetto e dà pena la condotta di quelli che mi lodano. (Serm. 339, 1)

    Voi dunque, fratelli, voi figli, voi nuovi germogli della madre Chiesa, io vi scongiuro per tutto quanto avete ricevuto: siate orientati verso colui che vi ha chíamati, che vi ha amati, che, perduti, vi ha cercati, che, ritrovati, vi ha illuminati; non seguite le vie dei malvagi per i quali è sbagliato il nome di fedeli; perché non importa come si chiamino, ma se al nome corrisponde la realtà. (Serm. 228, 2)

    Se dunque è male edificare sulla sabbia, è male anche non edificare niente; il solo bene è edíficare sulla pietra. Ossia, è male non ascoltare, è male ascoltare e non fare; il solo bene è ascoltare ed eseguire. (Serm. 179, 9)

    Tutto il nostro impegno in questa vita consiste nel guarire l'occhio del cuore per arrivare a vedere Dio. (Serm. 88, 5, 5)

    Felice non si può dire nè chi non ha ciò che ama, qualunque cosa essa sia, nè chi ha ciò che ama, se essa è nociva, nè chi non ama ciò che ha, anchee se è un'ottima cosa. (De mor. Eccl. Cath. 1, 3, 4)

    Non uscir fuori, torna in te stesso: è nell'uomo interiore che abita la verità. E se avrai trovato mutabile la tua natura, trascendi anche te stesso. Ma ricordati, quando ti trascendi, che trascendi un'anima che ragiona. Dirigiti dunque laddove viene accesa la luce stessa della ragione. E dove perviene chi ragiona correttamente se non alla verità? (De vera rel. 39, 72)

    Tocca Cristo con la fede, o Chiesa cattolica, tu, toccalo con la fede. Se ritieni che Cristo è soltanto un uomo, lo hai toccato in terra; se invece credi che egli è il Signore, uguale al Padre, lo hai toccato quando ascende al Padre, poiché egli ascende con nostro profitto quando noi lo avremo compreso. (Serm. 246, 4)

    Abbiamo dentro di noi il Cristo come maestro. Qualunque cosa non riusciate a comprendere per difetto della vostra intelligenza e della mia parola, rivolgetevi dentro il vostro cuore a colui che insegna a me ciò che dico, e distribuisce a voi come crede. Colui che sa dare, e sa a chi dare, si farà incontro a chi domanda e aprirà a chi bussa. E se per caso non dovesse dare, nessuno si consideri abbandonato. (In Io. ev. tr. 20, 3)

    E soprattutto ti raccomando una cosa: se ancora non riesci a comprendere ciò che è Dio, non ritenere cosa da poco sapere ciò che non è.... Siamo tanto piccoli! Vi posso dire ciò che Dio non è, non vi posso mostrare ciò che è. Cosa dovremo fare per arrivare a conoscere chi è? Credete di poterlo sapere da me o per mezzo mio? Io cerco di dirlo come si fa con i piccoli, perché tali siamo, voi ed io. (In Io. ev. tr. 23,10, 11)

    Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a te sta la mia scienza e la mia ignoranza: dove mi hai aperto ricevimi quando entro, dove mi hai chiuso aprimi quando busso. Fa' che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni, fino a quando Tu mi avrai riformato interamente. (De Trin. 15, 28. 51)

    Ecco perché quando lo spirito si conosce e si ama, il suo verbo gli è unito tramite l'amore. E poiché ama la conoscenza e conosce l'amore, il verbo è nell'amore e l'amore nel verbo, e tutti e due nello spirito che ama e che dice il verbo. (De Trin. 9, 10, 15)

    Dove fuggirà l'uomo da se stesso? Dovunque fuggirà trascina se stesso dietro di sé; e dovunque trascinerà se stesso in tali condizioni, da se medesimo si tormenta. Queste sono le tribolazioni che gravemente tormentano l'uomo, non ve ne sono di più gravi: non ve ne sono di più gravi, perché non ve ne sono di più intime. (Ep. 45, 3)

    Rivolgano lo sguardo a se stessi, scendano dentro di sé, si esaminino attentamente. Dentro di sé trovano giorni cattivi. Non vorrebbero la guerra ma la pace. Chi non ha questo desiderio? Eppure, pur detestando tutti la guerra e volendo tutti la pace, anche colui che vive nella giustizia, se volge a sé lo sguardo, trova in se stesso la guerra.... L'uomo fugge, ma, dovunque vada, si trasmette appresso la sua guerra. (Serm. 25, 4)

    Dio è più addentro del tuo stesso cuore. Dovunque fuggirai è là. Dove andresti se volessi fuggire da te stesso?... Ma s egli è più intimo di tes stesso non hai dove fuggire da Dio irato, se non a Dio placato. Altrove non hai scampo. Vuoi fuggire lontano da lui? Rifugiati presso di lui. (En. in ps. 74, 9)

    Fuori di questa via, che mai è mancata al genere umano, né prima quando questi fatti si attendevano come futuri, né poi quando si rivelarono come passati, nessuno fu liberato, nessuno è liberato, nessuno sarà liberato. (De civ. Dei 10, 32. 2)

    Arrivi a Cristo Dio per mezzo di Cristo uomo; per mezzo del Verbo fatto carne arrivi al Verbo che era in principio Dio presso Dio; da colui che l'uomo ha mangiato si arriva a colui che è il pane quotidiano degli angeli. (In Io. ev. tr. 13, 4)

    Prima ti dice che via devi prendere, poi dove arrivare: Io sono la via, io sono la verità e la vita; rivestendosi di carne, è diventato la via...Pigro, alzati! la via stessa è venuta a te e ti ha scosso dal sonno; e se è riuscita a scuoterti, alzati e cammina! Forse tenti di camminare e non riesci perché ti dolgono i piedi...Ma il Verbo è venuto a guarire anche gli storpi. Ecco, dici, io ho i piedi sani, ma non riesco a vedere la via. Ebbene, egli ha anche illuminato i ciechi. (In Io. ev. tr. 34, 9)

    Quanto sarebbe meglio se tutti sapessimo tutto e nessuno dovesse far da maestro agli altri, se cioè non ci fosse uno che parli e un altro che ascolti, ma tutti fossimo all'ascolto di quell'unico (Maestro)!...Il tuo Maestro sta dentro...è dall'interno che ci si fa udire la Verità. (Ep. 139, 15)

    Parliamo a voi come a condiscepoli alla stessa scuola del Signore...Abbiamo infatti un unico Maestro, nel quale tutti siamo una sola cosa...Sotto questo Maestro, la cui cattedra è il cielo, per mezzo delle sue Scritture dobbiamo essere formati. (Serm. 270, 1)

    medicina provvida per tutti, che reprime tutti i tumori, che ravviva tutto ciò che è debole, che toglie tutte le escrescenze, custodisce tutto ciò che è vitale, ripara tutte le perdite, corregge tutte le depravazioni! Chi ormai può elevarsi contro il Figlio di Dio? (De ag. christ. 11, 12)

    Che la tua vita non proferisca testimonianza contrastante con la tua lingua. Cantate con le voci, cantate con i cuori; cantate con le labbra, cantate con i costumi... Siate voi la lode che volete proferire; e sarete sua lode se vivrete bene. (Serm. 34, 6)

    Voglio darvi un consiglio; ve lo dia anzi, colui che è dentro di voi, perché se anche ve lo dà per mezzo mio è sempre lui a darvelo... non stancatevi di guadagnare anime a Cristo, poiché voi stessi da Cristo siete stati guadagnati. (In Io. ev. tr. 10,9)

    La Chiesa è una madre ed i suoi Testamenti che formano le Scritture sono le poppe. Da qui si attinge il latte dei misteri che sono avvenuti nel tempo per la nostra salvezza eterna; così ciascuno di noi, nutrito e corroborato, potrà mangiare quel cibo. (In Io. ep. tr. 3, 1)

    Come sogliono cantare i viandanti, canta ma cammina; cantando consolati della fatica, ma non amare la pigrizia. Canta e cammina!... Se progredisci, cammini; ma devi progredire nel bene, nella retta fede, nella buona condotta. Canta e cammina! Non uscire di strada, non volgerti indietro, non fermarti! (Serm. 256, 3)

    Per mezzo di ciò che è comune al Padre e al Figlio, (le tre Persone) hanno voluto che noi fossimo uniti a loro e con loro, e fossimo raccolti mediante l'unico dono ch'essi hanno in comune, per mezzo cioè dello Spirito Santo, Dio e dono di Dio. (Serm. 71, 12, 18)

    Il perdono dei peccati, con cui viene abbattuto e tolto di mezzo il regno dello spirito diviso in se stesso, e la comunione dell'unità della Chiesa di Dio, fuori della quale non si dà lo stesso perdono dei peccati, sono opere proprie dello Spirito Santo, ... poiché in certo qual modo lo stesso Spirito Santo è il legame che unisce il Padre e il Figlio. (Serm. 71, 20, 33)

    Ciò che l'anima è per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa... Se dunque volete vivere dello Spirito Santo, conservate la carità, amate la verità, desiderate l'unità e raggiungerete l'eternità. (Serm. 267, 4)

    Mistero di amore! Simbolo di unità! Vincolo di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. Si avvicini, creda, entri a far parte del Corpo, e sarà vivificato. Non disdegni d'appartenere alla compagine delle membra, non sia un membro infetto che si debba amputare, non sia un membro deforme di cui si debba arrossire. Sia bello, sia valido, sia sano, rimanga unito al corpo, viva di Dio per Iddio; sopporti ora la fatica in terra per regnare poi in cielo. (In Io. ev. tr. 26, 13)

    Quali che noi siamo, voi dovete stare sicuri. È un bene per noi essere, da vescovi, buoni capi, non avere soltanto il nome: questo è un bene per noi... Fate attenzione a quel che vi porgiamo; se avete fame, e non volete essere ingrati, badate da quale dispensa vi viene posto innanzi il cibo. (Serm. 340/A, 8-9)

    Tutto ciò ch'è penoso nei precetti lo rende dolce la carità ... Considerate quanto soffrono gli amanti senza far caso alle loro sofferenze, e tanto più soffrono quando è loro tolta la possibilità di soffrire. (Serm. 1)

  6. #16
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    Non fece forse la volontà del Padre la vergine Maria, la quale per la fede credette, per la fede concepì, fu scelta perché da lei la salvezza nascesse per noi tra gli uomini, e fu creata da Cristo prima che Cristo fosse creato nel suo seno? Santa Maria fece la volontà del Padre e la fece interamente; e perciò vale di più per Maria essere discepola di Cristo anziché madre di Cristo; vale di più, è una prerogativa più felice essere stata discepola anziché madre di Cristo. (Serm. 72/A, 7)

    La Chiesa assomiglia a Maria che partorì il Signore. Forse che santa Maria non partorì da vergine, e vergine rimase? Così anche la Chiesa partorisce ed è vergine. E se consideri bene, essa partorisce il Cristo, perché son membra di Cristo quelli che vengono battezzati ... E se partorisce membra di Cristo, essa è somigliantissima a Maria. (Serm. 213, 8)

    Se Maria fu beata per aver concepito il corpo di Cristo, lo fu maggiormente per aver accettato la fede nel Cristo ... Di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità, se lei il Cristo non l'avesse portato nel cuore, con una sorte più fortunata di quando lo concepì nella carne. (De s. virg. 3, 3)

    Santa è Maria, beata è Maria, ma più importante è la Chiesa che non la vergine Maria. Perché? Perché Maria è una parte della Chiesa, un membro santo, eccellente, superiore a tutti gli altri, ma tuttavia un membro di tutto il corpo. Se è un membro di tutto il corpo, senza dubbio più importante d'un membro è il corpo. (Serm. 72/A, 7)

    Chi infatti non vuole farsi vincere dalla verità, resta vinto dall'errore. Oh, se si lasciassero vincere dalla carità invece che dalla collera passionale! Risulterebbero vincitori proprio per il fatto di essersi lasciati vincere. (Serm. 358, 1)

    Pertanto ogni uomo è separato da Dio fino a quando per la mediazione del Cristo non è rinconciliato con Dio; e nessuno può essere separato da Dio se non a causa dei peccati che lo tengano lontano da Dio, e può essere riconciliato solo con la remissione dei peccati, in virtù dell'unica grazia del misericordiosissimo Salvatore, in virtù dell'unica vittima offerta dal verissimo Sacerdote. (De praed. sanct. 1, 28, 56)

    L'anima del Mediatore ha provato che non era la pena del peccato che lo conduceva alla morte del corpo, perché egli non lo ha abbandonato contro la sua volontà ma perché lo ha voluto, quando lo ha voluto, come lo ha voluto. (De Trin. 4, 13, 16)

    Egli ci riconcilia con Dio per mezzo del suo sacrificio di pace, rimanendo egli tutt'uno con Dio a cui si offriva, facendo tutt'uno in sé coloro per i quali l'offriva, tutt'uno essendo lui che offriva con ciò che offriva. (De Trin. 4, 14, 19)

    Ignoranza e debolezza sono i vizi che impediscono alla volontà di determinarsi a fare un'opera buona e ad astenersi da un'opera cattiva. Ma che diventi noto quello che era nascosto e soave quello che non dilettava è dono della grazia di Dio, la quale aiuta le volontà degli uomini. (De pecc. mer. et rem. 2, 17, 26)

    Il Signore, Dio buono, non dona talvolta nemmeno ai suoi santi o la scienza certa o la dilettazione vittrice di qualche giusta azione, perché sappiano che non da se stessi, ma da lui ricevono la luce che illumina le loro tenebre e la soavità che fa dare alla loro terra il suo frutto. (De pecc. mer. et rem. 2, 19, 32)

    Quanto ci amasti, Padre buono, che non risparmiasti il tuo unico Figlio, consegnandolo agli empi per noi! Quanto amasti noi, per i quali egli, non giudicando un'usurpazione la sua uguaglianza con te, si fece suddito fino a morire in croce, lui, l'unico a essere libero fra i morti, vittorioso e vittima per noi al tuo cospetto, e vittorioso in quanto vittima; sacerdote e sacrificio per noi al tuo cospetto, e sacerdote in quanto sacrificio; che ci rese, da servi, tuoi figli, nascendo da te e servendo noi! A ragione è salda in lui la mia speranza che guarirai tutte le mie debolezze grazie a chi siede alla tua destra e intercede per noi presso di te. (Confess. 10, 43, 69)

    Dunque non giustificati per la legge, non giustificati per la propria volontà, ma giustificati gratuitamente per la sua grazia. Non che ciò avvenga senza la nostra volontà, ma la nostra volontà si dimostra inferma davanti alla legge, perché la grazia guarisca la volontà, e la volontà guarita osservi la legge, non più soggetta alla legge, né bisognosa della legge. (De spir. et litt. 9, 15)

    Essere significa esistere sempre nel medesimo modo ... Tutto ciò che può cambiare, una volta cambiato non è più ciò che era ... lì è intervenuta come una morte ... È morto il nero sul capo dell'uomo canuto, è morta la bellezza nel corpo del vecchio stanco ... "fu" e "sarà"; pensa a Dio e troverai che egli "è" ... Se anche tu vuoi essere, trascendi il tempo. (In Io. ev. tr. 38, 10)

    Nel tempo di quaggiù davvero ogni giorno viene, perché poi non sia: è così di ogni ora, di ogni mese, di ogni anno; nessuna di queste cose è stabile: prima che venga, sarà; e dopo che è venuta, non sarà più ... Gli anni di Dio sono l'eternità di Dio, e questa eternità è la stessa sostanza di Dio, che non conosce mutazioni di sorta ... Tutto quanto lì esiste è semplicemente il presente ... Questa eternità ci ha chiamato e dall'eternità è balzato fuori il Verbo. Già esisteva l'eternità, e con essa il Verbo, quando il tempo ancora non era! (Ep. 101, 2, 10)

    Per te Cristo è comparso nel tempo, proprio perché tu divenissi eterno. Si è inserito nel tempo, ma senza staccarsi dall'eternità. Tu invece sei nato nel tempo, e sei diventato schiavo del tempo a causa del peccato ... egli invece si è sottomesso al tempo, per esercitare la misericordia nel perdono dei peccati. Quale differenza tra il reo e chi è venuto in carcere a visitarlo. (In Io. ep. tr. 2, 10)

    Per la legge si ha la cognizione del peccato, per la fede l'interpretazione della grazia contro il peccato, per la grazia la sanazione dell'anima dal vizio del peccato, per la sanazione dell'anima la libertà dell'arbitrio, per il libero arbitrio l'amore della giustizia, per l'amore della giustizia l'osservanza della legge. Come dunque la legge non si elimina ma si conferma per la fede, perché la fede impetra la grazia di poter praticare la legge, così il libero arbitrio non si elimina per la grazia ma si conferma, perché la grazia risana la volontà con la quale si ama liberamente la giustizia. (De spir. et litt. 30, 52)

    Mi è noto che già vai dicendo interiormente: "Ecco, in epoca cristiana, Roma è nella desolazione", o anche: "Roma è stata devastata e data alle fiamme: perché in epoca cristiana?" Chi sei che parli in tal modo? Un cristiano. Allora, se sei cristiano, rispondi tu a te stesso: perché Dio lo ha voluto. Ma che dico al pagano? mi accusa. Che ti dice? di che ti accusa? "Ecco, quando offrivamo sacrifici ai nostri dèi, Roma era sicura. Al presente, poiché è diventato più importante e più frequente il sacrificio al vostro Dio e sono impediti e vietati i sacrifici ai nostri dèi, ecco in quali sventure si trova Roma" ... Rispondi subito. Come fatto storico, questo è il terzo incendio della città di Roma ... È stata data alle fiamme solo una volta al tempo dei sacrifici dei cristiani, già due volte è stata preda del fuoco al tempo dei sacrifici dei pagani ... Bruciò pertanto una, due, tre volte: che gusto prendi a mormorare contro Dio per una città che è abituata a bruciare? (Serm. 296, 9)

    Coloro che affermano che la dottrina di Cristo è nemica dello Stato, ci diano tali sudditi quali prescrive che siano la dottrina cristiana, e poi osino chiamarla nemica dello Stato: dovrebbero piuttosto confessare che, se essa fosse osservata, sarebbe la potente salvezza dello Stato. (Ep. 138, 2, 15)

    Un ottimo Stato non si fonda né si conserva senza il fondamento e il vincolo della fede e della salda concordia, cioè se non quando si ama il bene comune, ossia Dio che è il sommo e verissimo bene, e in lui gli uomini si amano scambievolmente con la massima sincerità allorché si vogliono bene per amor di Lui, al quale non possono nascondere l'animo con cui amano. (Ep. 137, 5, 17)

    Due amori hanno dunque fondato due città: l'amore di sé fino al disprezzo di Dio ha generato la città terrena, l'amore di Dio fino al disprezzo di sé ha generato la città celeste. Una - la città terrena - si gloria in se stessa, l'altra - la città di Dio - si gloria in Dio; una è dominata dalla libidine di dominare, l'altra dal compito di servire; una nei suoi potenti ama la propria forza, l'altra la ripone in Dio; una, stolta mentre si crede sapiente, non ama Dio, l'altra, dotata della vera sapienza, rende il culto dovuto al vero Dio. (De civ. Dei 14, 28)

    Due amori, dei quali uno puro e l'altro immondo, uno sociale e l'altro privato, uno sollecito di servire all'utilità comune in vista della città superna e l'altro pronto a subordinare anche il bene comune al proprio potere in vista di un'arrogante dominazione, uno suddito e l'altro rivale a Dio, uno tranquillo e l'altro turbolento, uno pacifico e l'altro sedizioso, uno che preferisce la verità alle lodi degli erranti e l'altro avido di lodi in qualsiasi modo, l'uno amichevole e l'altro invidioso, uno che vuole al prossimo ciò che vuole a se stesso e l'altro che vuole sottomettere il prossimo a se stesso, uno che governa il prossimo per l'utilità del prossimo e l'altro che governa per la sua utilità ... hanno fondato e distinto le due città. (De Gen. ad litt. 11, 15, 20)

    Ho inteso difendere la gloriosissima città di Dio ... sia mentre essa in questo fluire dei tempi, vivendo di fede, è esule fra gli infedeli, sia nella quiete della patria celeste che ora attende nella perseveranza ... e che poi conseguirà mediante la supremazia con la vittoria ultima e la pace finale. (De civ. Dei 1, proemio)

    Ormai siamo salvati nella speranza e siamo figli della luce e figli del giorno, non figli della notte e delle tenebre come un tempo. Fra questi e noi tu solo, nella perdurante incertezza della scienza umana, operi la separazione, poiché vagli i nostri cuori. (Confess. 13, 14, 15)

    Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli stati? È pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale e il bottino si divide secondo la legge della convenzione. (De civ. Dei 4, 4)

    La pace del corpo è l'ordinata proporzione delle parti, la pace dell'anima irragionevole è l'ordinata pacatezza delle inclinazioni, la pace dell'anima ragionevole è l'ordinato accordo del pensare e dell'agire, la pace del corpo e dell'anima è la vita ordinata e la salute del vivente, la pace tra l'uomo soggetto alla morte e Dio è l'obbedienza ordinata nella fede in dipendenza alla legge eterna, la pace degli uomini è l'ordinata concordia, la pace della casa è l'ordinata concordia del comandare e obbedire dei suoi abitanti, la pace dello stato è l'ordinata concordia del comandare e obbedire dei cittadini, la pace della città celeste è l'unione sommamente ordinata e concorde di coloro che godono di Dio e vicendevolmente in Dio, la pace dell'universo è la tranquillità dell'ordine. (De civ. Dei 19, 13. 1)

    Anche la città terrena che non vive di fede desidera la pace terrena e stabilisce l'accordo del comandare e obbedire dei cittadini in modo che vi sia un certo consenso dell'uman volere nei confronti dei beni pertinenti alla vita soggetta a morire. Invece la città celeste o piuttosto quella parte di essa, che è in esilio in questa soggezione alla morte e vive di fede, necessariamente deve trar profitto da questa pace fino a che cessi la soggezione al morire, alla quale è indispensabile questa pace. Perciò, mentre nella città terrena trascorre la vita prigioniera della sua dimora in esilio, ricevuta ormai la promessa del riscatto e il dono della grazia spirituale come caparra, non dubita di sottomettersi alle leggi della città terrena, con cui sono amministrati i beni messi a disposizione per il sostentamento della vita soggetta a morire. Così, essendo comune la soggezione a morire, nei beni che la riguardano è mantenuta la concordia fra le due città. (De civ. Dei 19, 17)

    Così in tutte le cose umane nulla è caro all'uomo senza un amico. Ma quanti se ne trovano di così fedeli, da poterci fidare con sicurezza riguardo all'animo e alla condotta in questa vita? Nessuno conosce un altro come se stesso: eppure nessuno è tanto noto a se stesso da poter essere sicuro della propria condotta del giorno dopo. (Ep. 130, 2, 4)

    Questi e altri simili segni di cuori innamorati l'uno dell'altro espressi dalla bocca, dalla lingua, dagli occhi e da mille gesti gradevolissimi, sono l'esca, direi, della fiamma che fonde insieme le anime e di molte ne fa una sola. (Confess. 4, 8. 13)

    Quando uno vede il suo amico fare qualcosa di male, lo ritrae da ciò: se non lo ascolta, pronuncia anche parole di riprensione, sgrida, litiga. A volte è costretto proprio a litigare. Ma è l'amore che litiga. Non badare all'apparente severità di chi rimprovera: guarda alla sorgente, cerca la radice da dove viene quell'atteggiamento. (In Io. ep. tr. 10, 7)

    L'amicizia non dev'essere circoscritta in limiti angusti. Essa abbraccia tutti quelli cui son dovuti affetto e amore, quantunque si rivolga con più propensione verso alcuni e con più esitazione verso altri. Essa si estende sino ai nemici, per i quali siamo tenuti anche a pregare. (Ep. 130, 6, 13)

    Se è la virtù a condurci alla vita beata, posso affermare che la virtù non è altro che il sommo amore di Dio. Infatti la ripartizione della virtù in altre quattro, da quel che posso capire, dipende da una modulazione dello stesso amore. (De mor. Eccl. Cath. 1, 15, 25)

    Animato dalla carità ti sarà facile tutto ciò che prima era assai faticoso, sorretto da essa ti sarà leggero tutto ciò che giudicavi pesante. Prendi questo carico: non ti opprimerà, ti solleverà, sarà per te come le ali. (Serm. 68, 13)

    Tanto infatti può il sentimento dell'animo solidale, che quando (i discepoli) si lasciano influenzare da noi che parliamo e noi da loro che imparano, abitiamo l'uno negli altri: così è come se quelli dicessero a noi ciò che ascoltano e noi imparassimo da loro ciò che insegniamo. Non accade forse di solito che, quando mostriamo a chi non li ha mai visti prima, luoghi belli e ameni, di città o di campagna (che noi, avendoli già visti, attraversiamo senza alcun interesse), si rinnovi il nostro piacere nel loro piacere della novità? E tanto più, quanto più sono amici! Perché attraverso il legame dell'amore, quanto più noi viviamo in essi, tanto più le cose vecchie diventano nuove anche per noi. (De cath. rud. 12, 17)

    Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa' ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che tu perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell'amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene. (In Io. ep. tr. 7, 8)

    Pur dovendosi a tutti la stessa carità, non a tutti dev'essere somministrata la stessa medicina: così la stessa carità alcuni li genera, con altri si fa debole; si preoccupa di edificare alcuni, mentre teme di offendere altri; verso alcuni si china, verso altri si erge; con alcuni è tenera, con altri severa; ma di nessuna è nemica, a tutti è madre. (De cath. rud. 15, 23)

    Non guardare ciò che fiorisce di fuori, ma quale sia la radice che sta nascosta in terra. Ha preso radici in te la cupidità del denaro? Può darsi che ci sia un'apparenza di opere buone, ma opere veramente buone non potranno esserci. Ha preso radici dentro di te la carità? Sta' sicuro, nessun male ne può derivare. (In Io. ep. tr. 8, 9)

    Potrà darsi che uno sia caldo e un altro freddo. Ebbene, chi è caldo infiammi chi è freddo, e chi arde poco desideri vivamente che il suo calore cresca e preghi per ottenere aiuto. Il Signore è pronto a dare, noi dilatiamo il cuore e desideriamo di ricevere. (Serm. 234, 3)

    Ora, che è ormai giorno, sebbene ancora notte, cerchiamo di notte Dio con le nostre mani. Cerchiamo Dio! Non sia sterile il nostro desiderio ... Anche se è notte quando cerchiamo colui che cerchiamo con le mani, non resteremo delusi perché la nostra ricerca si compie davanti a lui. (En. in ps. 76, 4)

    Sia dinanzi a lui il tuo desiderio; ed il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà. Il tuo desiderio è la tua preghiera; se continuo è il desiderio, continua è la preghiera. Il desiderio è la preghiera interiore che non conosce interruzione. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato, non smetti mai di pregare ... Il tuo desiderio continuo sarà la tua continua voce. Tacerai se cesserai di amare ... Il gelo della carità è il silenzio del cuore; l'ardore della carità è il grido del cuore. Se sempre permane la carità, tu sempre gridi; se sempre gridi, sempre desideri; e se desideri, ti ricordi della pace ... Se dentro al cuore c'è il desiderio, c'è anche il gemito; non sempre giunge alle orecchie degli uomini, ma mai resta lontano dalle orecchie di Dio (En. in ps. 37, 14).

    Noi preghiamo sempre con desiderio continuo sgorgato dalla fede, speranza e carità. Ma a intervalli fissi di ore e in date circostanze preghiamo Dio anche con parole, affinché mediante quei segni delle cose stimoliamo noi stessi e ci rendiamo conto di quanto abbiamo progredito in questo desiderio e ci sproniamo più vivamente ad accrescerlo in noi ... Una cosa è un parlare a lungo, altra cosa un intimo e durevole desiderio. (Ep. 130, 9-10).

    Il desiderio è il recesso più intimo del cuore. Quanto più il desiderio dilata il nostro cuore, tanto più diventeremo capaci di accogliere Dio. Ad accendere in noi il desiderio contribuiscono la S. Scrittura, l'assemblea del popolo, la celebrazione dei misteri, il Santo Battesimo, il canto delle lodi a Dio, la nostra stessa predicazione: tutto è destinato a far dilatare sempre più questo desiderio. Vogliate, perciò, amare con me (In Io. Ev. tr. 40, 10)

    Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (il riposo eterno), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere la preghiera, non cessar mai di desiderare. Il tuo desiderio continuo sarà la tua continua voce. Tacerai se cesserai di amare ... Il gelo della carità è il silenzio del cuore, l'ardore della carità è il grido del cuore. Se sempre permane la carità, tu sempre gridi. Se sempre gridi, sempre desideri; e se desideri, ti ricordi della pace. (En. in ps. 37, 14)

    I benefici eterni cerchiamo di desiderarli con tutto l'ardore dell'anima, di chiederli con perseveranza completa nella preghiera ma senza molte parole, manifestandoli con gemiti sinceri. Il desiderio prega sempre, anche se tace la lingua. Quand'è che sonnecchia la preghiera? Quando si raffredda il desiderio. (Serm. 80, 7)

    Il Signore Dio nostro non desidera che noi gli facciamo conoscere qual è il nostro volere ch'egli non può non conoscere, ma desidera che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, onde diventiamo capaci di prendere ciò che prepara di darci.

    Ecco che Egli quasi intona per te il canto: non cercare le parole, quasi che tu potessi dare forma a un canto per cui Dio si diletti. Canta nel giubilo. Che significa giubilare? Intendere senza poter spiegare a parole ciò che con il cuore si canta. (Ep. 32, II, 1, 8)

    Non sia soltanto la tua voce a cantare le lodi divine ma alla tua voce s'accordino anche le opere. Se infatti canterai solo con la voce, a un certo momento dovrai tacere: canta invece con la vita, affinché mai debba tacere. (Ep. 146, 2)

    Se dunque vuoi lodare degnamente Dio, canta non soltanto con la lingua ma prendendo in mano il salterio delle opere buone. Lo lodi quando sbrighi gli affari, lo lodi quando mangi e bevi, lo lodi quando riposi nel tuo letto, lo lodi quando dormi: quand'è che non lo lodi? Ma la lode di Dio sarà in noi perfetta quando saremo giunti nella città superna. (Ep. 146, 2)

    La somma opera dell'uomo è soltanto lodare Dio. Nella sua bellezza egli vuole esserti gradito, e a te spetta lodarlo rendendogli grazie. Se la tua preoccupazione non sarà lodare Dio, allora cominci ad amare te stesso. Sii sgradito a te stesso, ti sia gradito colui che ti ha fatto; perché così ti sarà sgradito ciò che tu hai fatto a te medesimo. (Serm. 9)

    Quando parliamo a Dio e preghiamo, non dobbiamo separare da lui il Figlio, e quando prega il corpo del Figlio, esso non ha da considerarsi staccato dal suo capo; per cui la stessa persona, l'unico salvatore del corpo mistico, il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, è colui che prega per noi, che prega in noi e che è pregato da noi. Prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo dunque in lui la nostra voce, e in noi la sua voce. (Ep. 85, 1)

    Chi dice cose che non abbiano attinenza con questa preghiera evangelica, anche se non prega illecitamente, prega in modo carnale e non so come quelle cose non si dicano in modo illecito, dal momento che ai rinati nello Spirito conviene pregare solo in modo spirituale. (Ep. 130, 12, 22)

    Nella preghiera avviene la conversione del cuore verso Colui che è sempre pronto a dare se noi siamo in grado di ricevere quanto ha dato. Nella conversione poi avviene la purificazione dell'occhio interiore, quando si escludono le cose che si bramavano temporalmente, e ciò affinché la pupilla del cuore possa sopportare la luce semplice che risplende senza tramonto o mutazione; e non solo sopportarla ma anche abitare in essa; e abitarvi non solo senza fastidio ma anche con ineffabile gaudio, nel quale consiste la vita veramente e genuinamente beata. (De serm. Dom. in m. 2, 3, 14)

    L'amore della verità cerca la quiete della contemplazione, il dovere dell'amore accetta l'attività dell'apostolato. Se questo peso nessuno ce l'impone, dobbiamo attendere alla ricerca e all'acquisto della verità; se ci viene imposto, dobbiamo accettarlo per il dovere della carità. Ma neppure in questo caso dobbiamo abbandonare il diletto della verità, perché non avvenga che, sottrattaci questa dolcezza, ci opprima quel dovere. (De civ. Dei 19, 19)

    Buone sono le opere fatte a favore dei poveri, e soprattutto i servigi dovuti e le cure religiose per i fedeli servi di Dio ... Alle volte alcuni, senza sapere chi accoglievano, ospitarono degli angeli. Buone sono queste occupazioni; migliore tuttavia quella scelta da Maria; la prima infatti comporta l'affaccendarsi per necessità, la seconda apporta la dolcezza derivante dalla carità ... A te sarà portato via un giorno il peso della necessità, mentre eterna è la dolcezza della verità. Non le sarà tolta la parte che si è scelta; non le sarà tolta ma accresciuta. In questa vita infatti le sarà aumentata, le sarà resa perfetta nell'altra vita, ma non le sarà tolta giammai. (Serm. 103, 4, 5)

    Chiunque chiede al Signore e cerca di ottenere l'unica cosa, senza la quale non giova nulla, la chiede con certezza e sicurezza. Questa cosa infatti è l'unica vera vita e la sola beata: contemplare le delizie di Dio nell'immortalità dell'anima e nell'incorruttibilità del corpo. Chi l'otterrà, possiede tutto ciò che vuole né potrà chiedere cosa che non sarà conveniente. In essa è la sorgente della vita, di cui ora dobbiamo aver sete nella preghiera, finché viviamo nella speranza, sotto la protezione di Colui al cui cospetto è tutto intero il nostro desiderio di saziarci al fiume delle sue delizie. In Lui il nostro desiderio sarà saziato e non vi sarà più da chiedere con gemiti, ma solo da possedere con gaudio. (Ep. 130, 14, 27)

    Pertanto una carità incipiente è una giustizia incipiente, una carità progredita è una giustizia progredita, una carità grande è una giustizia grande, una carità perfetta è una giustizia perfetta. Perfetta però è la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. La carità è somma in questa vita, quando per lei si disprezza la stessa vita. (De nat. et gr. 70, 84)

    Nella casa del Signore eterna è la festa. Non vi si celebra una festa che passa. Il festoso coro degli angeli è eterno; il volto di Dio presente dona una letizia che mai viene meno. Questo giorno di festa non ha né inizio né fine. Da quella eterna e perpetua festa risuona un non so che di canoro e di dolce alle orecchie del cuore; purché non sia disturbata dai rumori del mondo. Il suono di quella festa accarezza le orecchie di chi cammina nella tenda e osserva i miracoli di Dio nella redenzione dei fedeli, e rapisce il cervo alle fonti delle acque. (Ep. 41, 9)

    Ricado sotto i pesi tormentosi della terra. Le solite occupazioni mi riassorbono, mi trattengono, e molto piango, ma molto mi trattengono, tanto è considerevole il fardello dell'abitudine. Ove valgo, non voglio stare; ove voglio, non valgo, e qui e là sto infelice. (Confess. 10, 40, 65)

    Conversavamo soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso quelle che stanno innanzi, cercavamo fra noi alla presenza della verità, che sei tu, quale sarebbe stata la vita eterna dei santi, che occhio non vide, orecchio non udì, né sorse in cuore d'uomo. Aprivamo avidamente la bocca del cuore al getto superno della tua fonte, la fonte della vita, che è presso di te, per esserne irrorati secondo il nostro potere e quindi concepire in qualche modo una realtà così alta. (Confess. 9, 10, 23)

    Elevandoci con più ardente impeto d'amore verso l'Essere stesso, percorremmo su su tutte le cose corporee e il cielo medesimo, onde il sole, la luna e le stelle brillano sulla terra. E ancora ascendendo in noi stessi con la considerazione, l'esaltazione, l'ammirazione delle tue opere, giungemmo alle nostre anime e anch'esse superammo per attingere la plaga dell'abbondanza inesauribile, ove pasci Israele in eterno col pascolo della verità, ove la vita è Sapienza, per cui si fanno tutte le cose presenti e che furono e che saranno, mentre essa non si fa, ma tale è oggi quale fu e quale sempre sarà ... E mentre ne parlavamo e anelavamo verso di lei, la cogliemmo un poco con lo slancio totale della mente, e sospirando vi lasciammo avvinte le primizie dello spirito, per ridiscendere al suono vuoto delle nostre bocche, ove la parola ha principio e fine. (Confess. 9, 10, 24)

    Poiché è vero che tutti gli uomini vogliono essere beati, che questo è il solo fine cui aspirano con un amore ardentissimo e in vista di questo desiderano anche tutte le cose, e, d'altra parte, nessuno può amare ciò di cui ignora del tutto la natura e la qualità e nessuno può ignorare la natura di ciò che sa di volere, ne consegue che tutti sanno che cos'è la vita beata. (De Trin. 13, 5, 8)

    L'essere ragionevole è creato in un grado tanto alto che, sebbene sia nel divenire, tuttavia, unendosi al bene che non diviene, cioè a Dio sommo, raggiunge la felicità e colma la propria insoddisfazione soltanto se è felice, e Dio soltanto può colmarla. (De civ. Dei 12, 1. 3)

    La beatitudine, che può rendere beata l'anima stessa, non si realizza se non mediante la partecipazione a quella vita sempre viva, a quella sostanza immutabile ed eterna che è Dio ... E così come l'anima, che è inferiore a Dio, comunica la vita a ciò che è inferiore ad essa, cioè al corpo, così non può, l'anima, ricevere la vita che la rende felice, se non da ciò che è superiore all'anima stessa ... L'anima è superiore al corpo, e Dio è superiore all'anima. L'anima arricchisce ciò che è inferiore e riceve da chi le è superiore. Si ponga al servizio del suo Signore, se non vuol essere calpestata dal suo servo. Non c'è che il solo Dio che può rendere beata l'anima ... L'anima diventa beata partecipando alla vita di Dio. ... Tu non troverai la beatitudine nell'angelo, ma dove la trova l'angelo, lì la troverai anche tu. (In Io. ev. tr. 23, 5)

    A noi dunque, che crediamo, lo Sposo si presenti bello. Bello è Dio, Verbo presso Dio; bello nel seno della Vergine, dove non perdette la divinità e assunse l'umanità; bello il Verbo nato fanciullo, perché mentre era fanciullo, succhiava il latte ed era portato in braccio, i cieli hanno parlato, gli angeli hanno cantato lodi, la stella ha diretto il cammino dei magi, è stato adorato nel presepio, cibo per i mansueti. È bello in cielo, bello in terra, bello nel seno, bello nelle braccia dei genitori; bello nei miracoli e nei supplizi; bello nell'invitare alla vita e nel non curarsi della morte; bello nell'abbandonare la vita e nel riprenderla; bello nella croce, nel sepolcro, in cielo... Suprema e vera bellezza è la giustizia; se ovunque è giusto, ovunque è bello. Venga a noi per farsi contemplare con gli occhi dello spirito (En. in ps. 44, 3)

    In ciò consiste, o miei fratelli, la religione cristiana, che viene predicata in tutto il mondo suscitando la reazione degli avversari, i quali protestano quando sono vinti e infieriscono quando prevalgono. Questa è la religione cristiana, che consiste nel rendere onore ad un solo Dio, non a molti dèi. (In Io. ev. tr. 23, 5)

    Dio è tutto per te, è tutto quello che ami ... Di Dio tutto si può dire, e niente si riesce a dire degnamente. Non c'è una ricchezza così grande come questa povertà. Cerchi un nome adeguato e non lo trovi; cerchi di esprimerti in qualche maniera, e ogni parola serve. (In Io. ev. tr. 13, 5)

    Oh se il nostro cuore in qualche modo sospirasse verso quella gloria ineffabile! Se sentissimo fino a gemere la nostra condizione di pellegrini e non amassimo il mondo, se con animo filiale non cessassimo di bussare alla porta di colui che ci ha chiamati! (In Io. ev. tr. 40, 10)

    I beati posseggono la Gerusalemme celeste, senza preoccupazioni né molestie, senza discriminazione né delimitazione di confini. La posseggono tutti e ciascuno la possiede per intero. Grandi ricchezze sono quelle! (En. in ps. 83, 8)

    Vi scongiuro, fratelli, amate con me, correte credendo con me, desideriamo insieme la patria celeste, sospiriamo verso quella patria, sentiamoci pellegrini quaggiù ... Giungerai alla fonte da cui sei stato appena irrorato, vedrai la luce di cui ... appena un raggio ha colpito il tuo cuore immerso nelle tenebre. (In Io. ev. tr. 35, 9)

    Desiderare le cose celesti, anelare alle cose eterne, aspirare alla patria che sta in alto e non teme nemici: dove non si perde l'amico e non si deve temere il nemico, dove si vive in perfetta concordia senza alcuna privazione, dove nessuno nasce perché nessuno muore, dove nessuno deve progredire e nessuno viene meno, dove non si ha né fame né sete, perché si è saziati dall'immortalità e nutriti dalla verità. (In Io. ev. tr. 30, 7)

    Egli sarà il porto dove termineranno le nostre fatiche: vedremo Dio e loderemo Dio ... Non ci saranno le opere di misericordia poiché non ci sarà alcuna miseria ... là tutti vivono nella loro patria ... là tutti sono eternamente sani ... là tutti sono rivestiti di eterna luce ... là tutti vivranno senza fine. Eppure non starai senza far niente. Vedrai infatti colui che per lungo tempo hai desiderato e lo loderai senza interruzione. (Serm. 37, 30)

    Non vuoi lasciare il mondo, ma il mondo lascia te, anche se vuoi seguirlo ... La fatica passa, viene il riposo. Passano le false letizie, viene il bene che l'anima fedele ha desiderato, il bene verso il quale sospira con ardore ogni pellegrino in questo mondo. Viene la patria beata, la patria celeste, la patria popolata dagli angeli, la patria dove nessun cittadino muore, dove non può entrare alcun nemico, la patria dove per l'eternità Dio ti sarà amico e dove non temerai alcun avversario. (Serm. 38,11)

    Dimora beata! O patria sicura! Lì non c'è nemico, lì non c'è sofferenza, lì vivremo sicuri ... lì l'acqua non gocciola, ma vi precipita la sorgente inesausta della verità. Quella però è acqua che dà letizia ... perché è la sorgente stessa della vita. (Serm. 217, 5)

    In quella città vi sarà una volontà libera unica in tutti i suoi membri, inseparabile da ciascuno, libera da ogni male, ricca di ogni bene. Essa godrà ininterrottamente della soavità delle gioie eterne, dimentica delle colpe, dimentica delle pene, e tuttavia non dimentica della sua liberazione sì da essere ingrata verso il suo Liberatore ... Quello sarà il sabato supremo, il sabato che non avrà sera ... Là, nel riposo, vedremo che Lui è Dio, quello cioè che noi avremmo voluto essere quando siamo caduti lontani da Lui per aver dato ascolto al seduttore ... Infatti senza di Lui che cosa abbiamo fatto, se non andare in rovina sotto la sua ira? Invece, da Lui rifatti e resi perfetti da una grazia più grande, riposeremo per sempre, vedendo che egli è Dio, del quale saremo pieni quando Egli sarà tutto in tutti. (De civ. Dei 22, 30. 4)

    La settima età sarà il nostro sabato, il cui termine non sarà la sera, ma il giorno del Signore, come un ottavo giorno eterno, che fu consacrato dalla resurrezione di Cristo, prefigurando il riposo eterno non solo dello spirito, ma anche del corpo. Là riposeremo e contempleremo, contempleremo ed ameremo, ameremo e loderemo. (De civ. Dei 22, 30. 5)

    Ci sarà infatti lassù un'assoluta stabilità e il nostro corpo stesso, conseguita l'immortalità, si librerà in alto contemplando Dio. Che se anche adesso la parola che vi sto dispensando ha la forza di mantenere in piedi per tanto tempo chi è appesantito da un fragile corpo, cosa non avrà a produrre in noi quella beatitudine? Come non ci trasformerà? Saremo infatti simili a lui. (En. in ps. 83, 8)

    Divenuti simili a lui, potremo forse venir meno? potremo forse volgerci altrove? Stiamone certi, o fratelli! La lode e l'amore di Dio non ci sazieranno mai completamente. Se ti stancassi d'amare, verresti meno anche nella lode; ma, se è vero che l'amore sarà eterno, poiché la bellezza di lui sarà inesauribile, allora (non temere!) nulla ti impedirà di lodare per sempre colui che per sempre potrai amare. (En. in ps. 83, 8)

    Non ci sarà nulla che ti opponga resistenza, nulla che ti si ribelli ... Tutte queste guerre allora non ci saranno più: ci sarà la pace, la pace perfetta. Andrai dove vorrai, ma non ti allontanerai da Dio ... Di lui sarai beato, e sarai sempre con lui. (Serm. 242, 8. 11)

    Riconosciamo cosa è riservato in alto a chi onora Dio, lassù dove ci viene raccomandato di tenere i nostri cuori e noi rispondiamo che sono rivolti al Signore. E Dio non voglia che non mentiamo almeno in quell'ora, in quel momento, in quell'attimo di tempo, quando così rispondiamo ... Che c'è per me lassù? La vita eterna, l'incorruzione, il regno con Cristo, la società con gli angeli, dove non sarà nessun turbamento, nessuna ignoranza, nessun pericolo, nessuna tentazione: ci sarà invece la vera, sicura, stabile tranquillità ... Non vi stupiscono le bellezze del creato? E che cosa sarà chi le ha create? È lui la ricompensa della vostra fede. Avari, che cosa potrà mai bastarvi, se Dio stesso non vi basta? (Serm. 19, 5)

    Dio sarà tutto in tutti, perché, essendo Dio carità, per effetto di questa carità ciò che ognuno possiede diventa comune a tutti. In questo modo, infatti, quando uno ama, possiede nell'altro ciò che egli non ha. La diversità dello splendore non susciterà invidia perché regnerà in tutti l'unità della carità. (In Io. ev. tr. 67, 2)

    Si amano gratuitamente questi uomini scalmanati, e da Dio si pretende un premio per amarlo! Ama Dio gratuitamente! Non invidiare Dio a nessuno. Appropriatevi di lui quanti potete farlo, quanti desiderate possederlo! Egli non rimpicciolisce, né voi riuscirete a porgli dei limiti. Ciascuno di voi lo possederà tutto intero; e tutto intero lo avrete tutti. (En. in ps. 72, 34)

    Quanto sarà grande quella felicità in cui non vi sarà più nessun male, non mancherà nessun bene e si loderà Dio che sarà tutto in tutti! ... Lui sarà la fine dei nostri desideri: lo contempleremo senza fine, lo ameremo senza saziarcene, lo loderemo senza stanchezza. E questo dono, questo affetto, questa occupazione sarà comune a tutti come a tutti sarà comune la vita eterna ... Uno dei grandi beni di quella città beata sarà che nessuno invidierà coloro che si trovano in un grado superiore ... Ognuno possederà il proprio dono: l'uno l'avrà più grande, l'altro più piccolo, ma ognuno avrà insieme al proprio dono anche quello di non desiderare niente di più. (De civ. Dei 22, 30. 1-2)

    Godremo, fratelli, di una visione mai contemplata dagli occhi, mai udita dalle orecchie, mai immaginata dalla fantasia: una visione che supererà tutte le bellezze terrene, quella dell'oro, dell'argento, dei boschi e dei campi, del mare e del cielo, del sole e della luna, delle stelle e degli angeli. La ragione è questa: che essa è la fonte di ogni altra bellezza. (In Io. ep. tr. 4, 5)

    Dove l'anima potrà essere saziata? Dove si trova il sommo bene, la verità totale, l'abbondanza piena. Qui in terra, anche se ci sostiene l'autentica speranza, è più facile aver fame che esser saziati ... Dice il Signore: Gli do ciò che ama, e gli rendo ciò che spera: vedrà ciò che senza vedere ha creduto, mangerà ciò di cui adesso ha fame e sarà saziato con ciò di cui adesso ha sete. Dove? Nella resurrezione dei morti. (In Io. ev. tr. 26, 6)

    Quando saremo giunti alla presenza di Dio, come non ci infiammerà quell'amore senza inquietudine che proveremo dinanzi al suo volto, che ora desideriamo e a cui aneliamo? Se ora aneliamo a lui senza vederlo, quando lo avremo raggiunto, come ci illuminerà! Come ci muterà! E che cosa farà di noi? E noi, o fratelli, di che cosa ci occuperemo? Questa sarà la nostra occupazione: lodare Dio. Amerai e loderai. Potrai smettere di lodare se potrai smettere di amare. Ma non cesserai di amare perché colui che vedrai è tale che non ingenera in te alcun fastidio. Ti sazia e non ti sazia. È strano ciò che dico ... Cosa dirò dunque, se non ciò che può, sì, esser detto a parole ma solo a stento può esser pensato? Ti sazia e non ti sazia; perché ambedue le cose trovo nella Scrittura ... Avranno fame anche mentre ti mangiano; e coloro che ti bevono, anche durante il bere avranno sete. Che vuol dire "aver sete pur mentre si beve"? Vuol dire: non stancarsi mai di bere. Se, dunque, ci sarà data un giorno questa dolcezza ineffabile ed eterna, che cosa, o fratelli, essa esige ora da noi se non una fede sincera, una speranza salda, una carità pura, e che ognuno cammini nella via che Dio gli assegna, sopporti le tentazioni e accolga le consolazioni? (Ep. 85, 24)

    Non temere di averti a stancare: tale sarà il godimento di quella bellezza, che sempre sarà dinanzi a te e mai te ne sazierai; o meglio, ti sazierai sempre e non ti sazierai mai. Se dicessi: non ti sazierai mai, potresti pensare che patirai la fame; se dicessi: ti sazierai, potresti pensare che finirai per annoiarti. Non so come esprimermi: non ci sarà noia e non ci sarà fame; ma Dio ha di che offrire a coloro che non riescono ad esprimersi, e tuttavia credono a quello che da lui possono ricevere. (In Io. ev. tr. 3, 21)

    Mi chiuderò nella mia stanza segreta, ove cantarti canzoni d'amore fra gemiti, gli inenarrabili gemiti che durante il mio pellegrinaggio suscita il ricordo di Gerusalemme nel cuore proteso in alto verso di lei, Gerusalemme la mia patria, Gerusalemme la mia madre, e verso di te, il suo sovrano, il suo illuminatore, il suo padre e tutore e sposo, le sue caste e intense delizie, la sua solida gioia e tutti i suoi beni ineffabili, e tutti simultanei perché Tu sei unico, sommo, vero Bene. Non me ne distoglierò, fino a che nella pace di quella madre carissima, dove stanno le primizie del mio spirito, donde traggo queste certezze, tu non abbia adunato tutto ciò che sono da questa deforme dispersione, per uniformarlo definitivamente in eterno, o Dio mio, misericordia mia. (Confess. 12, 16, 23)

    Il salmista, pur ammirando le parti del tabernacolo, si sentiva attirato da una misteriosa soavità interiore e segreta; e mentre camminava nel tabernacolo, rapito da questa musica interiore, imponeva silenzio in lui a tutto il chiasso della carne e del sangue, e arrivava sino alla casa di Dio ... Nella casa del Signore eterna è la festa. Il volto di Dio presente dona una letizia che mai viene meno. Il suono di quella festa accarezza le orecchie di chi cammina nella tenda e osserva i miracoli di Dio nella redenzione dei fedeli, e rapisce il cervo alle fonti delle acque. (En. in ps. 41, 9)

    Il tuo dono ci accende e ci porta verso l'alto. Noi ardiamo e ci muoviamo. Saliamo la salita del cuore cantando il cantico dei gradini. Del tuo fuoco, del tuo buon fuoco ardiamo e ci muoviamo, salendo verso la pace di Gerusalemme. Quale gioia per me udire queste parole: Andremo alla casa del Signore! Là collocati dalla buona volontà, nulla desidereremo, se non di rimanervi in eterno. (Confess. 13, 9, 10)

    Quale intimo segreto è mai questo dal quale mai si è allontanati? Mirabile intimità e dolce solitudine! O segreto senza tedio, non amareggiato da pensieri inopportuni, non turbato da tentazioni e da dolori! Non è forse quell'intimo segreto dove entrerà colui al quale il Signore dirà, come a servo benemerito: Entra nel gaudio del tuo Signore? (In Io. ev. tr. 25,14)

    Quando arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole che diciamo senza giungere a Te; Tu resterai, solo, tutto in tutti, e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te. (De Trin. 15, 28, 15)

    Ormai però il salmo è finito; e poi sento un certo qual odore che mi fa pensare d'aver tenuto un lungo discorso. Ma non si riuscirebbe mai a soddisfare i vostri desideri. Siete troppo prepotenti! Oh, se almeno con codesta vostra violenza rubaste il regno dei cieli! (En. in ps. 72, 34)

    Bisognava dunque convincere l'uomo della grandezza dell'amore di Dio per noi e dello stato in cui eravamo quando ci ha amati: di questa grandezza perché non disperassimo, di questo stato perché non insuperbissimo. (De Trin. 4, 1, 2)

    Dio corona non i tuoi meriti, ma i suoi doni, se i tuoi meriti ti provengono da te stesso e non da lui ... Se dunque i tuoi meriti nel bene sono doni di Dio, Dio non corona i tuoi meriti come tuoi meriti, ma come suoi doni. (De gr. et l. arb. 6, 14-15)

  7. #17
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    Antonello da Messina, S. Agostino, 1472-73, Museo Nazionale, Palermo

    Andrea del Sarto, Disputa sulla Trinità (con i SS. Sebastiano, Agostino, Lorenzo martire, Domenico, Francesco e Maria Maddalena), 1520 circa, Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Firenze


    Giovanni Bellini, Trittico dei Frari, dettaglio, 1488, Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia. I Santi raffigurati sono Agostino (o Nicola di Bari?) e Pietro, Benedetto e Marco

    Giovanni Bellini, Pala Barbarigo, 1488, San Pietro Martire, Murano. I Santi raffigurati sono Marco ed Agostino

  8. #18
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    Sandro Botticelli, Madonna in trono e Santi (Altare di S. Barnaba), 1490, Galleria degli Uffizi, Firenze. I Santi sono: Caterina d'Alessandria, Agostino, Barnaba, Giovanni Battista, Ignazio e S. Michele

    Vittore Carpaccio, S. Agostino nel suo studio, 1502, Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, Venezia

    Carlo Crivelli, SS. Agostino e Girolamo, 1490 circa, Gallerie dell'Accademia, Venezia

    Gaspard Dughet, Paesaggio con S. Agostino ed il Mistero della Trinità, 1651-53, Galleria Doria-Pamphili, Roma

    Vincenzo Foppa, S. Agostino, 1465-70, Castello Sforzesco, Milano

  9. #19
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    Benozzo Gozzoli, S. Agostino è mandato a scuola a Tagaste, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, S. Agostino insegna a Roma, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, S. Agostino a Cartagine, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, S. Agostino legge l'Epistola di S. Paolo, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, Arrivo di S. Agostino a Milano, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, Battesimo di S. Agostino da parte di S. Ambrogio, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, S. Agostino discute con S. Ambrogio, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, S. Agostino lascia Milano, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

  10. #20
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    Benozzo Gozzoli, Partenza da Ostia di S. Agostino, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, Benedizione della folla di Ippona da parte di S. Agostino, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, Parabola sulla SS. Trinità, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, Visione di S. Agostino, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Benozzo Gozzoli, Funerali di S. Agostino, 1464-65, Cappella Absidale, Chiesa di S. Agostino, San Gimignano

    Guercino, S. Agostino, S. Pietro in Vincoli, Roma

    Guercino, S. Agostino tra i SS. Giovanni Battista e Paolo l'eremita, S. Agostino in Campo Marzio, Roma

 

 
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