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    Predefinito Julius Evola visto da sinistra

    Evola visto da sinistra
    Evola visto da Sinistra

    In Evola vi è un altro aspetto molto interessante che si manifesta nella prime e nelle ultime tappe della sua vita. Lo si qualifica a volte come "anarchismo di destra" che è evidente nelle sue opere artistiche di gioventù e soprattutto in "Cavalcare la tigre". Contemporaneamente la sua posizione antiborghese coerente e permanente lo isola considerevolmente dalla Destra convenzionale occidentale. D'altra parte anche in seno alla Tradizione egli fu sempre attratto dai domini poco consueti che rientrano più o meno nella prospettiva della Via della Mano Sinistra. Indubbiamente, nell'insieme dei suoi scritti è molto saliente ciò che si potrebbe tentare di chiamare la "sinistra" del messaggio evoliano. L'anticonformismo totale verso la realtà moderna occidentale, la contestazione radicale dei valori borghesi avvicinano Evola a certe branche della sinistra. Questo fenomeno non è la manifestazione della sua natura personale. Vi è qui un lato sintomatico estremamente importante. La Rivolta evoliana contro il mondo moderno possiede degli aspetti distruttivi come ogni rivolta, d'altronde. Il suo radicalismo intransigente lo spinge alla rottura con il conservatore abituale che difende per inerzia i valori di ieri contro i valori di oggi. Per Evola lo "ieri" non del tutto ideale. Il suo orientamento va molto più lontano, verso il mito primordiale, verso l'Iperborea perduta, verso la Trascendenza, verso l'Eterno Presente. Questa ricerca dell'assoluto qui e ora obbliga a superare i limiti convenzionali e anche a sgretolare le forme secondarie della Tradizione adattate al kali-yuga. Evola non accetta una parte del Sacro, lo vuole Tutto, immediatamente. Questa Rivolta gli fa prendere posizioni "anarchiche", contestare la legittimità delle forme tradizionali svuotate di ogni vita. E' d'altronde la posizione autentica dell'adepto dei Tantra, quella che egli spiega perfettamente ne "Lo Yoga della Potenza". Ma paradossalmente la stessa antinomia è propria alla corrente della sinistra radicale e la fenomenologia esistenziale ed estetica delle due rivolte, per quanto differenti, le unisce in un certo caso quasi perfettamente. La rivoluzione, la guerra, la crisi, il ribaltamento sociale provocano sempre un trauma profondo che necessariamente obbliga l'essere umano a incontrare la realtà ontologica profonda che supera i cliché profani della vita "normale". Ernst Juenger, al quale Evola si interessò molto, sviluppò nei suoi romanzi e scritti politici questo problema del reincontro dell'uomo moderno, profondamente alieno, con la realtà superiore nella situazioni di crisi estrema. D'altronde, Evola attraversò egli stesso dei periodi di crisi personale al limite del suicidio. Dunque la sete dell'assoluto è in logico rapporto con le esperienze "negative" e talvolta anche "antinomiche". Queste considerazioni spiegano anche l'interesse di Evola per certi personaggi giudicati dagli altri tradizionalisti (Guénon, Burkhardt, etc.) nettamente "contro-iniziatici" - Alister Crowley, Giuliano Kremmerz, Gustav Meyrink etc. A sinistra, soprattutto all'estrema sinistra, si ritrova facilmente il medesimo complesso, la stessa passione, la stessa esaltazione dell'esperienza traumatica e nello stesso tempo lo stesso ifiuto del conformismo, la stessa avversione viscerale in rapporto alle norme e alle convenzioni, la stessa rivolta contro l'abituale. D'altra parte, la cultura ideologica della "sinistra rivoluzionaria" non è priva di accostamenti esoterici che a volte sono gli stessi come nel caso dei tradizionalisti e della "rivoluzione conservatrice". Citiamo a titolo di esempio Theodore Reusse, attivista di sinistra e iniziatore alla massoneria dello stesso Guénon! Il lato "sinistro" di Evola richiama il paradosso politico della Russia attuale dove i neocomunisti, antiliberali fanno fronte comune con i conservatori russo-ortodossi. Cosa che si può anche pensare di certi aspetti del bolscevismo russo storico in cui si sono sviluppate per vie eterodosse e contraddittorie le tendenze profonde della sacralità russo-ortodossa - l'avversione per il mondo occidentale borghese, la ricerca del Regnum, i fattori escatologici, l'esperienza diretta, rivoluzionaria e immediata della Verità. Più ancora, vi erano all'alba della corrente comunista russa accostamenti esoterici estremamente curiosi con i rappresentanti delle correnti spirituali locali ed europee. Si può dire che tra Evola e la Russia esistono non solo le corrispondenze a livello di corrente ideologica "conservatrice", "di destra", ma anche certi lati della "sinistra" russa, nella sua dimensione profonda e paradossale, possono essere comparati con gli scritti di Evola e anche chiariti grazie al suo metodo di ricerca della struttura dei fenomeni traumatici. Il fatto stesso che il comunismo abbia vinto nel paese più conservatore e più tradizionalista d'Europa ci obbliga a rivedere gli schemi abituali conservatori a proposito della natura profana e moderna del comunismo, come tappa avanzata della degrado dell'attuale civiltà. D'altronde, le previsioni dei conservatori e contro-rivoluzionari (come Léon de Poncin) concernenti la necessità della vittoria della quarta casta proletaria in tutto il pianeta sono smentite dal trionfo attuale della civiltà borghese (presunta terza casta) nella Russia postsovietica. Lo stesso Evola commise il medesimo errore accettando la posizione radicalmente antisocialista e anticomunista, propria dei conservatori reazionari con i quali, a livello metafisico, egli era in pieno disaccordo, dovuto alla differenza profonda tra la Via della Mano Sinistra che gli era propria e la Via della Mano Destra che (a volte) indirettamente e parzialmente ispira i conservatori convenzionali. In altri termini la "sinistra metafisica" in Evola non ha potuto trovare la manifestazione dottrinale coerente a livello politico e il lato "anarchico" ed "esoterico" restano in qualche modo sovrapposti assai contraddittoriamente alla sua fedeltà alla "reazione" politica. Lo stesso equivoco esiste nelle sue relazioni col fascismo e col nazional-socialismo dove egli criticava l'aspetto politico di sinistra e contemporaneamente tentava di rafforzare l'aspetto "metafisico di sinistra" (insistendo ad esempio sul paganesimo contro le relazioni con il Vaticano). La storia politica degli anni 80-90 mostra che il comunismo non era l'ultima forma di decadenza della caste. Dunque Evola aveva torto nel predire la vittoria dei sovietici e di conseguenza di prendere la posizione radicalmente anticomunista e di non riconoscere il lato paradossale e in qualche modo tradizionale della Rivoluzione. Malgrado il suo interesse particolare per "L'Operaio" di Junger, Evola ha falsamente identificato, seguendo la logica della Destra non rivoluzionaria, le caste tradizionali con le classi della civiltà occidentale. A questo proposito, si può richiamare l'avvertimento estremamente importante di George Dumezil riguardante il fatto che nella società tradizionale indoeuropea, dunque ariana, i lavoratori appartengono alla terza casta e non alla quarta. Oltre a ciò, i mercanti, (cioè i proto-capitalisti) non appartengono del tutto al sistema delle caste in tale società e tutte le funzioni di distribuzione dei beni e del denaro sono stati appannaggio dei guerrieri, degli kshatryas. Ciò significa che la classe dei mercanti non corrisponde assolutamente alla struttura della società ariana ed è storicamente sovrapposta ad essa con la mescolanza culturale e razziale. Dunque la lotta antiborghese dei socialisti possiede implicitamente la dimensione tradizionale e indoeuropea, cosa che spiega perfettamente le tendenze "antigiudaiche" (addirittura antisemite) di un gran numero di teorici socialisti a partire da Fourrier, Marx e fino a Stalin. Questa considerazione mostra la giustificazione dell'elemento socialista (e pure nazional-comunista) nelle correnti della Rivoluzione Conservatrice - specialmente in Spengler, Sombart, van den Bruck, junger e fino a Nikisch. E' fuori di dubbio che con questo ambiente tedesco d'anteguerra Evola aveva ottime relazioni intellettuali, cosa che ahimè, non lo ha aiutato a sfumare le sue posizioni e a rettificare le sue vie dottrinali e tradizionaliste. Questa contraddizione in Evola è notevole se si confrontano "Orientamenti" e "Gli Uomini e le Rovine" da un lato, e "Cavalcare la Tigre" dall'altro. "Evola di sinistra" non è ancora scoperto e riconosciuto. Ma ancora una volta - la Russia e la sua storia conservatrice e rivoluzionaria, paradossale e rivelatrice, antica e moderna ci aiuta a comprendere Evola nelle sue idee esplicite e soprattutto il senso implicito del suo messaggio che rimane da scoprire e assimilare. Non solamente in Russia, ma in questo ultimo aspetto anche in Occidente.

    dal sito Fronte Patriottico
    http://xoomer.alice.it/controvoce

  2. #2
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    il fatto che Evola contesti i valori borghesi non rappresenta un punto in comune con la sinistra...interessante invece quando dice che ha sbagliato a mettere sullo stesso piano caste tradizionali e classi sociali. però mi sembra azzardatissimo dire che "la lotta antiborghese dei socialisti possiede implicitamente la dimensione tradizionale e indoeuropea" e marx non credo fosse antisemita visto che era ebreo...

  3. #3
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    Evola e l'Impero euro-sovietico di Jean Thiriart

    L'adattamento delle idee di Evola alla Russia e la scoperta tramite il suo metodo tradizionale della sacralità russa, pone una serie di questioni interessanti sulla dottrina della Terza Via in generale, sia livello metafisico che a livello geopolitico e politico. Questi due livelli sono sempre in realtà intimamente legati e la stessa vita di Evola testimonia l'importanza assoluta di scoprire questa corrispondenza "naturale" e sacra che il mondo moderno tende sempre a negare o a nascondere. Nell'impegno politico di Evola non vi è niente di casuale o convenzionale. Le sue idee esoteriche e le sue opinioni politiche sono in perfetta armonia. Egli è uno straordinario esempio di coerenza e di fermezza di spirito di fronte al caos moderno che cerca sempre di sviare gli uomini nella loro ricerca della verità. Si può dire che vi è una logica rimarchevole tra il tradizionalismo metafisico di Evola e la sua difesa dell'idea politica imperiale, antimoderna, "iperborea" ed europea. La sua posizione ideologica decolla direttamente dall'individuazione delle due forme del degrado spirituale dell'Occidente nel capitalismo americano (il polo occidentale) e nel comunismo sovietico (il polo orientale). Dunque, politicamente egli è contro il mondo borghese e il mondo socialista, geopoliticamente egli è contro l'estremo Occidente (Stati Uniti, Francia, Inghilterra, dunque i paesi atlantisti) e contro l'Oriente comunista (il blocco euroasiatico socialista). Da ciò deriva logicamente una certa simpatia innegabile sebbene sfumata per il fascismo e il nazional-socialismo a livello politico e per la difesa dell'Europa centrale germanica a livello geopolitico. In questa visione molto coerente, La Russia (e il mondo slavo) politicamente, geopoliticamente e pure razzialmente occupano la posizione del nemico naturale, da qui questa affermazione estrema che "gli slavi non ebbero mai la tradizione" ("Heidnischer Imperialismus"). Si può supporre che questa visione geopolitica aveva in Evola i fondamenti nella geografia sacra o piuttosto in una certa versione della geografia sacra propria all'occidente imperiale prima ellenico, poi romano e infine germanico che vedeva negli spazi eurasiani le terre della barbarie, popolate dagli "untermenschen" slavo-tartari. Questa stessa concezione è stata ripresa dalla cattolicità occidentale, soprattutto dopo lo scisma. Questo terzaforzismo di Evola (né Occidente, né Oriente, - Europa) è intimamente legata agli altri aspetti già menzionati che impediscono di integrare pienamente e senza sfumature la sua dottrina nel tradizionalismo russo-ortodosso. La valutazione del socialismo come qualcosa di essenzialmente antitradizionale va di pari passo con la scarsa stima per la civiltà slava. Questi due aspetti sono intrinsecamente legati. Se nel caso di Evola vi è corrispondenza diretta tra visione metafisica e dottrina politica, vi erano altri rappresentanti della stessa tendenza politica che seguivano la stessa linea senza alcun riferimento esoterico, ma in piena conformità con i principi che essi stessi ignoravano totalmente. Il terzaforzismo geopolitico e politico del Terzo Reich (quello, ahimè, non di van den Bruck, ma di Adolf Hitler) e in minore misura lo stato fascista italiano hanno fondato la loro ideologia, nei tratti generali, sulla medesima base dottrinale. Da ciò l'attacco contro l'URSS e la guerra contro le potenze atlantiste - Inghilterra e Stati Uniti. Si può dire che la stessa visione è propria fino ad ora agli ambienti dell'estrema destra europea indipendentemente dal fatto che i loro rappresentanti leggano o meno "Orientamenti" o "Gli Uomini e le Rovine", per non parlare di "Rivolta contro il mondo moderno". E' positivo richiamare il caso estremamente interessante dell'evoluzione politica dell'ideologia di "Giovane Europa" di Jean Thiriart che apparteneva a questi movimenti terzaforzisti di estrema destra in senso lato del dopoguerra, tentando di applicare il concetto di patria nella realtà concreta dell'Europa democratica e denazificata. Thiriart dagli anni 60 rappresentava la versione "secolarizzata" e "razionalizzata" della dottrina di Evola, privata dei suoi lati metafisici, ma conservante la coerenza puramente politica. Evola stesso cita Thiriart ne "Gli Uomini e le Rovine". Thiriart cominciò con la ristretta formula "Né Occidente, né Oriente - Europa Imperial", dunque con la formula identica alla visione di Evola Nel corso degli anni 70 e 80, dopo essersi ritirato dalle lotte politiche, Thiriart è arrivato alla conclusione che i due termini negativi di questa formula non sono più eguali. Egli ha riconosciuto nel sistema socialista sovietico molte più affinità con i propri ideali che non nel mondo capitalista. La stessa cosa egli ha trovato nelle correnti della Rivoluzione Conservatrice tedesca, nel fascismo di sinistra europeo ed italiano, nella repubblica Sociale e anche nel nazional-bolscevismo russo, etc. A partire da questo egli proclama lo slogan un po' provocatorio dell' "Impero euro-sovietico da Vladovostock fino a Dublino", affermando con ciò la compatibilità politica e geopolitica del terzaforzismo europeo con il socialismo euroasiatico. Queste idee hanno influenzato molto l'ambiente nazional-rivoluzionario nelle correnti politiche europee. Bisogna notare che tutto questo è stato fatto nello spirito del pragmatismo politico più freddo, senza alcun appello alla Tradizione. Ma si può, teoricamente almeno, trovare l'esatta corrispondenza metafisica con l'operazione geopolitica di Thiriart. Questo significherebbe la revisione del pensiero evoliano dal punto di vista "eurasista" e nell'ottica del tradizionalismo russo-ortodosso. Come Thiriart è rimasto fedele al suo primo impulso di impegno politico (egli era, d'altronde, un combattente delle SS) cambiando del tutto la sua visione geopolitica, si può pure restare fedeli alla profonda essenza metafisica del messaggio di Evola, adattando certi suoi aspetti alla visione "euroasiatica" con tutte le implicazioni necessarie. Thiriart e anche certi rappresentanti della ND europea e delle correnti NR hanno optato risolutamente per la designazione del nemico unico assoluto che è il capitalismo cosmopolita e la dominazione geopolitica degli Stati Uniti. Il campo socialista è stato piuttosto percepito come "il possibile alleato". Se si farà la trasposizione di questa valutazione politica al livello spirituale più elevato si arriverà all'apprezzamento sommariamente positivo della tradizione russo-ortodossa, alla scoperta della componente slava dell'insieme indoeuropeo e anche al riconoscimento nel bolscevismo russo di tendenze antimoderne e in qualche modo tradizionali. In questo caso, si giungerà alla formula "Oriente contro Occidente", "socialismo e socialismo nazionale contro capitalismo", "eurasisti contro atlantisti", "Russia con l'Europa germanica e continentale contro gli Stati Uniti e i paesi anglosassoni" etc. Parallelamente si opera la revisione delle idee di Evola che corrisponde esattamente alla lettura "russa" dei suoi scritti (più l'accentuazione del suo aspetto rivoluzionario, di "sinistra"). Terza Roma, Terzo Reich e Terza Internazionale si mostreranno di colpo come simboli intimamente legati tra loro, come le tre forme differenti, ma complementari della Rivolta contro il mondo moderno - non sempre coscienti delle loro implicazioni trascendenti e a volte deviate e pure parodistiche. Ma forse nell'età oscura in cui noi ci troviamo, in questo kali-juga, non ci si devono aspettare dalla realtà esteriore le realizzazioni splendenti e sublimi delle verità tradizionali. Certi aspetti ripugnanti delle ideologie contemporanee e soprattutto la loro messa in pratica possono a volte nascondere i tesori spirituali come i "guardiani della soglia" della tradizione tibetana, mostruosi e aggressivi, custodiscono il deposito prezioso della Tradizione (questa metafora è stata utilizzata una volta dal prof. Claudio Mutti a proposito dell'aspetto esteriore dei regimi comunisti; bisogna precisare che egli stesso è tradizionalista guénoniano ed evoliano, russofilo e nello stesso tempo estimatore delle idee di Jean Thiriart!). Si può aggiungere che malgrado molto confronti in rapporto al lato esoterico del nazional-socialismo e molte parole severe a suo riguardo, Evola stesso accettò la partecipazione alla lotta intellettuale precisamente in questo campo ideologico, provando a "correggere i nomi" (secondo l'espressione esoterica della tradizione cinese) e ad aprire le prospettive del tradizionalismo autentico, non dal di fuori, ma dall'interno del movimento che rappresentava, sia pure approssimativamente, la Rivolta per l'Assoluto. Dunque, "i guardiani della soglia" del neo-spiritualismo ariosofista non impedirono ad Evola di mescolarsi attivamente nel combattimento spirituale al fianco dei nazional-socialisti. Bisogna riconoscere che Evola stesso non compì un'evoluzione simile a quella di Thiriart. Resta comunque il fatto che il suo ultimo libro dottrinale è "Cavalcare la tigre" e non "Orientamenti". L'Impero euro-sovietico da Vladivostock fino a Dublino, il campo della rivolta paradossale dei "rossobruni" eurasisti in cerca del Regnum si oppone totalmente alla modernità, - a questa modernità che si concretizza escatologicamente nel "dominio assoluto del capitale" e nella "mentalità semitico-mercantile", nell'avvento finale del tipo sociale che non appartiene né alla terza, né alla quarta casta tradizionale indoeuropea - tutto ciò si può dedurre dalla lettura "russa" di Evola, dalla lettura "rivoluzionaria" di Evola che sbriciola la scolastica tradizionalista impotente, accademica, e rincuora e rivivifica il suo spirito che, d'altronde, non è morto.

  4. #4
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    Per me è interessante perchè fa vedere come alcune idee che si direbbero inconciliabili alla fin fine hanno differenze si , ma non come si potrebbe immaginare!!!

  5. #5
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    Solo pippe mentali, la verità è che si può essere benissimo "anti-borghesi" e di Destra, come del resto lo era Evola.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Arjuna
    Bah, a me sembra proprio un sintomo del complesso d'inferiorità che molti della c.d. "destra" nutrono verso la sinistra.
    Dire che l'opposizione ai valori ed al mondo borghese di Evola siano in qualche modo coincidenti con certi movimenti di sinistra, deriva a mio parere da un'interpretazione superficiale e parziale del pensiero evoliano: innanzi tutto perchè non si può prendere in esame Cavalcare la Tigre isolatamente dalle altre opere, in special modo Gli uomini e le rovine, dato che lo stesso Evola affermò che i due testi sono complementari.
    Poi perchè l'"anarchismo" è prima di tutto una dimensione individuale di distacco e rifiuto di una visione del mondo, motivata da un profondo "esame di coscienza" che porta a riconoscere i fondamenti etici della propria personalità. Come tale non può avere nessuna pretesa sociale ovvero di estensione tout cout alle masse.
    Non si può poi non constatare il costante disprezzo di Evola per la "massa" comunque intesa, nonchè di ogni forma di "rivoluzione" attuata dal basso o che si ponga come obiettivo la mobilitazione del "popolo". Evola fu sempre profondamente aristocratico ed analizzò la storia proprio come degenerazione della classe aristocratica che finì per favorire l'avvento al potere delle classi via via più basse e quindi l'idea della democrazia, quindi il dominio del popolo, inteso come massa dei lavoratori o dei senza lavoro, è sempre considerato come il peggiore dei mali, peggio anche del dominio dei mercanti, come lo stesso Evola afferma in Rivolta e di questo non si può non tenere conto!
    Nel pensiero evoliano chi governa, non lo fa in nome o per conto del popolo, ma in grazia di una superiore investitura da ricercare nell'origine, intesa sia in senso biologico (quindi l'appartenenza ad una casta aristocratiche) sia in senso spirituale, da qui per esempio la condanna del "bonapartismo" visto come degenerazione della democrazia, in cui un "capo" riesce ad unificare un popolo incarnandolne la volontà ponendovi la base del proprio potere per governarlo.
    Sulle considerazioni riguardo Dumézil e la presunta identificazione del socialismo con l'"ideologia indoeuropea", mi sembra del tutto strumentale (oltre che strumentale alla "correzione" del giudizio evoliano su dominio dei mercanti e dei lavoratori), innanzitutto perchè nella tripartizione indoeuropea, non si parla di classi sociali, ma funzionali, quindi la terza classe è quella legata alla ricchezza e alla fecondità, l'ipotesi di dugin che la classe dei mercanti si sia inserita nelle società indoeuropee attraverso contaminazioni razziali riprende un antico pregiudizio sulla formazione delle società ariane arcaiche, soprattutto quella romana, che proprio Dumèzil ha smontato.
    La terza classe, legata appunto alla ricchezza e alla fecondità è sempre legata, da un lato alla produzione agricola (fecondità della terra), dall'altro all'allevamento (fecondità degli animali), ma anche all'accumulo di beni e ricchezze (fecondità della "casa") e non a caso è caratterizzata dall'opulenza, dalla femminilità e dall'oro.
    Non vi è in essa distinzione tra mercanti e lavoratori perchè essa comprende tutti coloro che non sono guerrieri e non appartengono alle gentes aristocratiche, così era in origine nella società romana divisa tra rex-flamen, patritius, plebeus.
    successivamente la plebe si suddivise tra cavallieri e plebei, ma in origine la classe dei lavoratori e quella dei mercanti erano una sola, il che ribalta le considerazioni di Dugin sul socialismo.
    Inoltre la terza classe, com'è ben descritto nel mito romano della guerra tra latini e sabini (che non è altro che una versione di un mito primordiale indoeuropeo) si caratterizza sempre per la ricchezza, l'accumulo di beni ed il possesso dell'oro che ne è il simbolo, senza però dare a ciò un connotato negativo; il che non mi pare proprio connaturale alla gran parte dei movimenti socialisti, inclini piuttosto (sotto l'influenza della sovversione cristiana) a vedere nella ricchezza una "colpa" ed un segno di corruzzione, opposto invece alla presunta "innocenza" del povero.

    Concludendo, resta da dire che fu lo stesso Evola, in un'intervista degli anni '60 a prendere le distanze e a rimarcare le essenziali differenze tra il suo pensiero ed il nazimaoismo e quindi i vari movimenti "di sinistra".
    !

  7. #7
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    destra? chi era costui?

  8. #8
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    Ancora con le minchiate dell'Evola di sinistra?

  9. #9
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    certo!

  10. #10
    Alvise
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    Mah... a me non sembra ci siano molti dubbi sul fatto che Evola fosse di Destra.
    Molto banalmente, perché lo diceva lui.

 

 
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