Dopo la decisione del Pontefice di annullare la visita alla Sapienza
Prodi: «Grande rammarico».
Napolitano scrive una lettera al Santo Padre
Casini: «Paura per il futuro».
Berlusconi: «Italia umiliata».
Veltroni: «Perde la cultura liberale»
ROMA - Dopo l'annullamento della presenza del Pontefice all'università La Sapienza di Roma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera personale a Benedetto XVI.
«Profondo rammarico» è invece il commento del presidente del Consiglio, Romano Prodi. «Condanno i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza dell'Italia. Esprimo quindi profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve tacere nel nostro Paese e a maggior ragione quella del Papa».
«È una ferita che umilia l'università e l'Italia», ha affermato il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «La rinuncia a cui è stato costretto il Papa in nome di una presunta laicità della conoscenza è il segno dell'intolleranza e di un certo fanatismo che nulla hanno di autenticamente laico. L'università italiana e lo Stato non si dimostrano in grado di garantire la libertà di espressione alla massima autorità religiosa. La sinistra ancora una volta dovrebbe fare un severo esame di coscienza: l'alleanza con certe frange intolleranti, e la campagna di anticlericalismo ideologico fomentata da alcuni partiti, hanno creato il clima nel quale è maturata questa pagina vergognosa».
Il presidente del Senato Franco Marini: «Esprimo profondo rincrescimento a nome mio e del Senato per come si è sviluppata e conclusa questa vicenda». Mentre il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, in visita di Stato in Sudamerica, si è trincerato dietro un «no comment. Non ho elementi. Quando le situazioni non si conoscono è meglio tacere».
Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema: «Il clima di tensione è stato creato da atteggiamenti e prese di posizione estremistiche che non rappresentano affatto la grande maggioranza degli italiani e che non fanno onore alla coscienza civile e democratica del Paese».
«Complimenti ai firmatari del documento contro la visita del Papa all'ateneo di Roma», ha commentato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. «Con la loro intolleranza hanno dimostrato lo stato di desolazione dell'università italiana e la debolezza culturale dei reduci del Sessantotto. Se questi sono i maestri dei nostri figli, c'è da aver paura per il nostro futuro».
Il sindaco di Roma e segretario del Partito democratico, Walter Veltroni: «È una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee e il rispetto delle istituzioni. Ogni critica è legittima e il confronto delle opinioni è l'ossigeno della nostra convivenza, ma ogni atteggiamento di intolleranza, come quelli che si sono manifestati in questi giorni verso il Pontefice, fa male alla democrazia e alla libertà».
Il ministro dell'Università, Fabio Mussi, intervenendo alla Camera a nome del governo su quanto accaduto: «È grave e sbagliato per l’università e per la sua missione. L'università è un luogo che deve accogliere, non respingere e non è necessario condividere quel che dice il Papa, ma era giusto che parlasse».
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Il segretario della Dc per le autonomie, Gianfranco Rotondi: «Il vento anticlericale che spira sull'Occidente e sui tempi moderni lascia preoccupati. Il fatto che il Santo Padre abbia rinunciato alla sua visita deve indurre a una riflessione profonda».
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Una nota dell'ufficio politico dell'Udeur: «Una vicenda penosa, frutto di una gazzarra laicista della sinistra anticlericale che ha puntato allo scontro, resuscitando uno spirito anticattolico».
Da Corriere della Sera.it - Martedì 15 Gennaio 2008
http://www.corriere.it/cronache/08_g...ba99c667.shtml