"Non è nello specchio che bisogna osservarsi.
Uomini, guardatevi nella carta". (Henri Michaux)
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Gabriel Pacheco, nato a Città del Messico nel 1973, è apprezzato a livello internazionale per l'intensità della sua opera in quel regno delle allegorie che è per lui il mondo dell'illustrazione. Iniziò per caso, quando la sorella gli chiese di illustrare una storia... e da allora non si è più fermato. I suoi lavori sono un concentrato di romanticismo, suggestione e surrealismo e sono raccolti in volumi pubblicati in tutto il mondo.
Ho sempre pensato all'insieme delle illustrazioni di un libro come a un paesaggio. Ci sono sentieri ben marcati che portano in un luogo preciso, altri che si prendono per puro diletto. Un territorio immenso può dispiegarsi al lettore con ramificazioni inaspettate. E' meraviglioso che l'atto creativo della lettura crei cammini che neppure lo stesso autore aveva immaginato: è l'immensità della scrittura. È così anche per l'illustrazione, che è una forma di scrittura. Ogni immagine, ogni parola, si concatena ai nostri ricordi e alle nostre esperienze, di lettori e di uomini, creando un infinito paesaggio da percorrere. Per questa ragione le mie immagini hanno più livelli di lettura. Sarà il lettore-pensante, in base al suo livello di esperienza, a farsi largo tra i significati e a tracciare il proprio cammino.
E ancora...
Uso la metafora in piccoli dettagli, sostituendo una cosa con un'altra. La mia idea di metafora è semplice: una scala smette di essere una scala se disegno un personaggio seduto sopra di essa, trasformandola così in scala-sedia, e se la scala non sostiene niente, diventa una scala-sedia-anelito, e si potrebbe andare ancora più lontano se la realizzo di carta, perché diventerebbe una scala-sedia-anelito-di carta: così fragile…Rubare oggetti, appropriarsene e riutilizzarli per ri-significare il mondo. Un atto molto naturale...