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    Predefinito L'enigma del Fienile Protestante

    Dopo essere apparso un paio d'anni fa, non senza polemiche, a una mostra del Museo Civico di Recanati, rieccolo a Palazzo Panciatichi, a Firenze.
    E' l'ennesimo Van Gogh ritrovato e per di più si tratterebbe dell'ultima opera del grande pittore olandese, dipinta poco prima del suicidio a Auvers-sur-Oise.


    Già allora il critico d'arte Antonio De Robertis lo smontò piuttosto sbrigativamente: "A mio avviso il quadro di Recanati è un falso costruito non senza una certa abilità depistatoria.Il falsario è partito dal disegno originario,denominato FIENILE PROTESTANTE,eseguito da Van Gogh a Etten nel giugno del 1881,prendendovi soprattutto la forma del tetto di paglia e contaminandolo con la parte del fienile in primo piano del quadro eseguito dal dott. Gachet con lo pseudonimo di Louis Van Ryssel nel 1904, rappresentante il luogo esatto dove Van Gogh si sarebbe sparato un colpo di pistola,che si trova dietro il castello di Auvers. Da qui è spiegabile l’ostinazione di chi presenta il quadro nel sostenere che quello rappresentato sarebbe il fienile dove è avvenuto il fatto.Ma ad Auvers sur Oise non esiste quello scorcio della casa/chiesa col campanile protestante,ma solo la parte anteriore tratta dal quadro del dott.Gachet.".

    Si tratterebbe dunque di un clamoroso falso, cosa non nuova nei dintorni di Vincent.
    Ma lo storico dell'arte Stefano Masi, che ne sponsorizza l'autenticità, gioca ora una carta che sembrerebbe tagliare la testa al toro: sul quadro sono stati rilevati un capello e tracce ematiche appartenenti a Van Gogh.
    Oltre a confermare l'autenticità del quadro, questa clamorosa rivelazione svela, finalmente, anche le ragioni del suicidio dello sfortunato pittore.
    Al padrone della locanda, che lo trovò quella sera morente nella sua cameretta, Van Gogh confessò di essersi sparato un colpo di rivoltella al petto, in un campo vicino; altri studiosi sostennero che gli avevano sparato dei ragazzi che giocavano con una pistola e che lui volle scagionare autoaccusandosi.
    Ma ora è chiaro cos'è accaduto in quel tragico pomeriggio fra i campi: appena terminato il quadro del Fienile Protestante, Vincent Van Gogh si è sparato il colpo che lo ha portato alla morte, imbrattando del suo sangue il suo ultimo dipinto.
    E lo ha fatto per una atroce quanto evidente ragione: si era accorto di aver dipinto un falso Van Gogh!

  2. #2
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    Predefinito Re: L'enigma del Fienile Protestante

    [center]Università, è Vincent Van Gogh l’autore del ‘Fienile protestante’? L’opera sarà oggetto di una serie di studi scientifici

    Il ‘Fienile protestante’, opera al centro di numerose polemiche circa l’attribuzione a Vincent Van Gogh, sarà oggetto di una serie di studi scientifici condotti, tra l’altro, dal dipartimento di biologia dell’Università di Firenze e dal Politecnico di Torino. E’ quanto emerso oggi a Firenze nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale della Toscana che da domani ospiterà l’opera per una mostra dal titolo ‘L’enigma del fienile protestante’. Gli studi, è stato spiegato, si concentreranno, tra l’altro, sull’analisi di pollini e ‘microresti’ vegetali contenuti negli oli usati per dipingere la tela. Lo studio, ancora in fase preliminare, rientra nell’ambito di un protocollo internazionale siglato negli anni scorsi da vari enti di ricerca per l’analisi scientifica delle opere d’arte. Il ‘Fienile protestante’, è stato detto ancora, farà da ‘cavia’ per questo tipo di analisi, essendo la prima opera che verrà esaminata nell’ambito del protocollo. Il consigliere regionale e membro dell’ufficio di presidenza del Consiglio della Toscana Gian Luca Lazzeri che ha promosso l’invito alla mostra ha sottolineato che “proprio perché ci sono tesi diverse su quest’opera abbiamo voluto tentare di dare un contributo al dibattito. Con questa mostra il Consiglio toscano non vuole sposare l’una o l’altra fazione ma intraprendere un percorso nella direzione del protocollo internazionale per la metodica di analisi scientifica delle opere d’arte”. Il quadro è stato in passato già oggetto di polemiche e due anni fa, in occasione della sua esposizione a una mostra a Recanati, finì al centro di dubbi sulla sua autenticità, con una presa di posizione da parte dell’ambasciata olandese che chiedeva di non essere associata all’evento. “Non abbiamo sentito l’ambasciata olandese, ne loro ci hanno cercato, ma non era questo il nostro obiettivo”, ha sottolineato oggi Lazzeri.

    http://www.gonews.it/2014/04/15/univ.../#.U0-6m6J_e_I
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  3. #3
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    Predefinito Re: L'enigma del Fienile Protestante

    L'ultimo Van Gogh in mostra a Firenze, ma l'Olanda gela tutti: "Attenti, è un falso"

    È la tela che il genio avrebbe dipinto poco prima di morire. L'ambasciatore di Amsterdam in una lettera: solo una truffa. Un artista e un critico italiani hanno convinto il Consiglio regionale: "Nel quadro, il sangue e un capello del pittore"

    di Carlo Bonini

    Qualcuno gioca con Vincent Van Gogh. E per giunta nella terra dei falsi Modigliani, in un affare che lascia basita l'Olanda e racconta una faccenda molto italiana. Anche nel suo incipit. Un elegante pieghevole che, per posta e in rete, annuncia in una magnifica cornice - il rinascimentale palazzo Panciatichi di Firenze - e con l'autorevole patrocinio della Regione Toscana, un Evento di quelli con la maiuscola. All'altezza del sorprendente oggetto che ne è il cuore e che battezza la mostra che si inaugura mercoledì prossimo 16 aprile. "L'Enigma del Fienile Protestante". "L'ultima tela di Vincent Van Gogh", si legge in un monumentale catalogo patinato. Il prospetto di una fattoria con campanile nella regione di Auvers sur Oise dove una mattina del luglio 1890 il pittore perde la vita. L'ultima immagine fissata per sé e i posteri in limine mortis - aggiungono i curatori - e per giunta macchiata del suo sangue e di uno dei suoi rossi capelli. L'annunciata lista dei relatori dell'Evento è nutrita e variamente assortita. E tuttavia curiosa per le assenze. Non uno studioso acclarato dell'opera di Van Gogh. Non un nome che testimoni l'Olanda, la terra orgogliosa e attenta custode dell'opera del pittore. E quella cautela nel titolo, poi. L'Enigma. Perché?

    In via Mercati, nella sede dell'ambasciata d'Olanda, la fonte diplomatica non dà tempo neppure di concludere la domanda, annegandola in una risata omerica. "L'Enigma del Fienile Protestante? Ma quale enigma? Ma quale Van Gogh? Ci risiamo con quei due. E a Firenze, poi. Forse in Toscana non conoscono bene i precedenti di quel quadro. Ci avessero chiamato gli avremmo volentieri raccontato tutto. Perché questa sta davvero diventando una storia incredibile".

    "Quei due" chi? Una storia incredibile, perché? Un ingiallito ritaglio delle cronache locali del Resto del Carlino datato luglio 2012 svela che il Fienile di Firenze è una seconda volta. La prima fu in quel di Recanati, nelle sale del museo civico. E l'esordio non fu esattamente un trionfo. In quei giorni l'ambasciatore olandese in Italia, Alphonsus Stoelinga, invia una severa lettera al museo. "Sono rimasto molto sorpreso nel vedere nel catalogo anche il nome della mia ambasciata, del consolato, dell'Istituto olandese di Firenze. Per evitare qualsiasi equivoco, vorrei far presente che non c'è stata alcuna partecipazione alla realizzazione della mostra. Preferiamo non essere associati a questa impresa e ci farebbe piacere se nei cataloghi rimasti, cancellaste i nomi di queste tre istituzioni olandesi".

    L'ambasciatore non scrive altro. Ma "l'impresa" del Fienile è un dossier alto una spanna. Che documenta come, nel gennaio del 2012, si presenti a un funzionario dell'ambasciata tale Massimo Mascii. È un artista che non ha trovato grande ribalta, ma quel giorno ha una magnifica storia da raccontare. Si dice procuratore di un misterioso "collezionista privato belga", proprietario di un Van Gogh "scoperto di recente e riemerso da lunghissimo oblio". La sua ultima tela, appunto. Mascii è in coppia con tale Stefano Masi, storico dell'arte, e i due cercano la benedizione del Regno dei Paesi Bassi per una mostra da tenere a Firenze. Consegnano quelle che indicano come le "prove" di quella straordinaria scoperta e, tra queste, una lettera del Museo Van Gogh di Amsterdam al misterioso proprietario belga del quadro di cui Mascii si dice appunto "procuratore". Viene dunque investito della faccenda il direttore dell'Istituto universitario di storia dell'Arte olandese a Firenze, Michael Kwakkelstein. L'uomo è un professore universitario scrupoloso e ripassa ogni cartuscella di quell'incarto con crescente stupore.

    Sul quadro - sostengono i due - "sono state condotte indagini scientifiche che hanno rilevato le impronte digitali, le tracce ematiche e una formazione pilifera che consentono di attribuire il quadro a Van Gogh". Il professore inarca il sopracciglio. Impronte digitali? Tracce ematiche? E con quale campione di raffronto, visto che parliamo di un uomo morto nel 1890? Ma quello che lo fa trasecolare è la prova cui sottopone, controluce, la lettera che Mascii ha prodotto del Museo Van Gogh. È stata "sbianchettata" nella sua parte cruciale. Lì dove il museo informa che "il Fienile non è un Van Gogh". Kwakkelstein scrive a Mascii. "Sono obbligato a rinunciare a qualsiasi tipo di collaborazione".

    I due, tuttavia, non si perdono d'animo. E il 7 luglio spuntano in quel del museo di Recanati con il Fienile. L'inaugurazione - registrata in un video di 26 minuti - li vede dietro un lungo tavolo discettare della tela, in un fiorire di accorti condizionali. "Potrebbe". "Dovrebbe". "Logicamente sarebbe". E la mostra va. Nonostante un accorato appello inviato alla stampa locale da Antonio De Robertis, critico d'arte e specialista dell'opera di Van Gogh. "Quel quadro non è suo. Ritiratelo finché siete in tempo". De Robertis ne spiega i motivi. "Nei suoi ultimi quadri, lo stile di Van Gogh è vorticoso, a spirali. E soprattutto, visto che dipingeva ciò che vedeva, vi sfido a trovare uno scorcio simile a quello della tela ad Auvers sur Oise, dove ha vissuto i suoi ultimi 70 giorni". Parole al vento. Il Fienile si inabissa quell'estate. Per risorgere appunto ora. Con quell'accorta clausola di stile nel titolo della mostra. "L'Enigma del Fienile". E chi sa che qualcuno non si convinca dell'impossibile. Dicono che un Van Gogh viaggi sui 30 milioni di euro.

    (12 aprile 2014) © Riproduzione riservata

    L'ultimo Van Gogh in mostra a Firenze, ma l'Olanda gela tutti: "Attenti, è un falso" - Repubblica.it
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  4. #4
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    Predefinito Re: L'enigma del Fienile Protestante

    Caro Trash, la questione è complessa e non priva di fascino... e, al tempo stesso, dannatamente semplice.

    Perché, vedi, quel quadro non è un Van Gogh. Intendo dire che non lo è comunque, non lo sarebbe nemmeno se lo avesse dipinto lui - e io non lo credo - perché, al massimo, ne testimonierebbe la decadenza tragica.

    Non che il tratto e l'impostazione complessiva facciano schifo, ho visto di peggio... Però c'è un vuoto incolmabile: mancano l'essenza palpitante e la profondità concettuale di Van Gogh... E' un dipinto da cui il genio è fuggito, ammesso che ci sia stato prima... e la cui freddezza, contrapposta al calore anche cromatico delle altre opere, mi dà perfino un senso di fastidioso disagio...

    Plausibile, dunque, la tua ipotesi... Anzi, se si è sparato dopo aver partorito questa antitesi di se stesso il buon Vincent ha tutta la mia comprensione.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 17-04-14 alle 13:47
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