Ha ragione. Pensate davvero che la finanza globale ed europea permetterà la deflagrazione dell'area euro quando nemmeno la cenciosa grecia è uscita?
Ha ragione. Pensate davvero che la finanza globale ed europea permetterà la deflagrazione dell'area euro quando nemmeno la cenciosa grecia è uscita?
Una sola moneta, un solo popolo, una sola banca centrale. Magica europa!
Quanti di noi hanno perso i propri amati genitori ad un'età che non si avvicina neanche lontanamente a questo essere disgustoso che non solo ancora vive e vegeta, ma comanda sulla vita di noi tutti.
E' certamente vero il detto, che più gliela mandi e più campa.
Sembra che la Germania abbia mantenuto la possibilità di tornare al Marco (mica stupidi, come ci si può fidare degli italiani? ).
"La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi." Carl von Clausewitz
"Tanti di loro sono così assuefatti, così dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo." The Matrix
Cos'è il Socialismo
Mario Giordano: Giorgio Napolitano scomunica il 30% degli elettori
19 aprile 2014
Lui non dubita, noi un po’ sì. La lunga lettera con cui Giorgio Napolitano si auto-promuove a pieni voti, a un anno dalla sua riconferma al Quirinale, contiene, sotto una dose di cloroformio tipografico in grado di addormentare un cammello, un bel po’ di veleno: chiunque abbia osato criticare sua maestà il Presidente viene infatti additato come responsabile di «reazioni virulente», «intrighi» e «faziosità». Lui, poverino, c’è rimasto un po’ male perché pensava di essere santificato subito, in virtù del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei mandati presidenziali. Invece nulla: questi sciagurati di italiani gli hanno dato il Colle, ma non l’aureola. E questo è successo «sorprendentemente» e in "ambienti molto diversi", come scrive al «Corriere della Sera» il medesimo capo dello Stato, cui non viene il minimo dubbio che se «ambienti diversi» pensano la stessa cosa, magari, c’è un fondamento di verità. Macché.
«Aver pagato allo spirito di fazione un prezzo nei consensi, non mi fa dubitare della giustezza della strada seguita». Non lo fa dubitare. Punto. Del resto, si sa, anche chi prende l’autostrada al contrario è sempre convinto che siano gli altri ad aver sbagliato direzione. E probabilmente, proprio come Napolitano, si chiede: perché mi vengono addosso e hanno delle «reazioni virulente»?
OSTINATO E CONTRARIO
Comunque, non preoccupatevi, nonostante la direzione di marcia ostinata e contraria, Sua Maestà Napolitano è sereno. Non so se anche questo gliel’ha detto Renzi, durante il suo ultimo colloquio (hashtag: #Giorgiostaisereno), ma il compito «faticoso e ingrato» non ha turbato più di tanto il capo dello Stato, che infatti è orgoglioso per aver mantenuto la «serenità indispensabile». Perciò si loda senza esitazioni e, soprattutto, senza dubbi: il bilancio è «positivo». Non vi sentite già per questo più sollevati? Ebbene: potrete essere ancor più sollevati sapendo che nel terz’ultimo capoverso della lettera Napolitano nasconde la vera notizia: è pronto ad andarsene. Per dirlo ci mette mezza pagina, ovviamente, tra «confido che stiano per realizzarsi le condizioni» e il «distacco comprensibile e costruttivo». In pratica, una mini-supercazzola in sanscrito quirinalizio per comunicare al mondo il seguente messaggio: potrei levare le tende entro breve. Alleluja.
Anche noi, adesso, siamo un po’ più sereni. Ma non è tutto. Per chi ha resistito all’overdose di retorica, infatti, per chi s’è salvato nello slalom della pomposità istituzionale, passando attraverso l’elogio del quirinalista del «Corriere» Marzio Breda, i salamelecchi a De Bortoli («La ringrazio per il suo caloroso apprezzamento…») e i nuovi interventi al limite della Carta Costituzionale (come quando spiega al Parlamento con quali maggioranze deve approvare le riforme), ecco il premio: al penultimo capoverso arriva infatti la parte più bella, quella davvero rivelatrice del carattere dell’uomo e del suo rispetto per la democrazia. Il presidente della Repubblica scrive testualmente che «l’impegno per l’unità europea è senza alternative». Proprio così: «senza alternative». Si può al massimo «rimotivare» la causa, magari «riaffermarla», naturalmente con «istanze di rinnovamento» e «capacità persuasiva». Ma pensare a un’alternativa no. Quello non è possibile. L’uomo del Colle ha detto no.
Ora a Napolitano non sfuggirà che ci sono delle elezioni in arrivo. E che alcuni dei partecipanti al concorso democratico propongono invece un’alternativa all’unità europea, in particolare all’unità monetaria, ma non solo. Se, per dire, queste forze prendessero il 51 per cento dei voti, il Presidente della Repubblica che farebbe? Negherebbe il risultato? Il garante della democrazia disconoscerebbe il risultato della democrazia? Cioè lui, simbolo e emblema della sovranità popolare, calpesterebbe la sovranità popolare perché «l’unità europea» è un valore superiore? E davvero l’unità europea è un valore superiore? Superiore persino al voto dei cittadini? E chi l’ha deciso?
ARBITRO IN CAMPO
Ma se anche i sostenitori del no all’unità europea fossero una piccola minoranza, il presidente della Repubblica non dovrebbe rappresentare anche loro? Chi sta al Quirinale non è forse l’arbitro? E s’è mai visto un arbitro che con tanta nonchalance si toglie la propria divisa e indossa quella di una delle squadre? Non succede nemmeno quando gioca la Juve, mi perdonino i lettori bianconeri: ed è tutto detto. «L’unità europea è senza alternative», c’informa Napolitano. Ed è come dire: lasciate ogni speranza, o voi che votate. Il vostro parere non conta un fico secco, quel che c’è da decidere s’è già deciso nei palazzi che contano. Ed è per far rispettare questo volere (mica la volontà popolare) che re Giorgio si dà da fare. Il suo è un impegno «irrinunciabile». E resterà tale anche quando sarà sceso dal trono, come annuncia in questo penultimo, sfolgorante, capoverso, prima di chiedere scusa, all’ultimo capoverso, per la lunghezza della sua prosa. Come se davvero fosse quello il peggior difetto della lettera.
di Mario Giordano
Mario Giordano: Giorgio Napolitano scomunica il 30% degli elettori - Libero Quotidiano
questo stralcio del commento dell'autore articolo (M Giordano)
«l’impegno per l’unità europea è senza alternative». Proprio così: «senza alternative». Si può al massimo «rimotivare» la causa, magari «riaffermarla», naturalmente con «istanze di rinnovamento» e «capacità persuasiva». Ma pensare a un’alternativa no. Quello non è possibile. L’uomo del Colle ha detto no."
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significa in sintesi che l'impegno è un suo bisogno ma non il risultato dell'Impegno.
(questo già lo sanno gli astenuti e gli astenendi che infatti il 25 maggio non voteranno un plebiscito a favore UE per lasciare un sol uomo al comando: il nostro più qualificato oratore istituzionale felice di aver regnato sui sudditi( che pacchia) senza la responsabilità del governare.)
Ultima modifica di joseph; 22-04-14 alle 19:48
GLF