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Discussione: Unione eurasiatica

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    Unione eurasiatica - Wikipedia
    Unione eurasiatica


    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
    Unione eurasiatica
    Евразийский Союз
    Proposta di bandiera dell'Unione
    Tipo Organizzazione internazionale
    Fondazione 2015
    Fondatore Bielorussia
    Kazakistan
    Russia
    Sede centrale Mosca
    Presidente Viktor Christenko
    Lingua ufficiale Russo
    Bielorusso
    Kazaco
    Paesi membri
    Membri Bielorussia
    Kazakistan
    Russia
    Osservatori Kirghizistan
    Tagikistan
    Statistiche complessive
    Superficie 20.007.860 km2
    Popolazione 169.669.400
    Densità 8.36/km2
    Fusi orari UTC+3 - UTC+12
    Valute Rublo bielorusso
    Rublo russo
    Tenge kazako
    L'Unione eurasiatica è un'ipotetica unione politica ed economica tra Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan[1][2] e altri paesi ex-sovietici.
    L'idea, ispirata all'integrazione tra i paesi dell'Unione europea, è stata annunciata nell'ottobre 2011 dall'allora presidente russo Vladimir Putin[3], che riprese una proposta lanciata originariamente dal presidente kazako Nursultan Nazarbaev nel 1994[4]. Il 18 novembre 2011 i presidenti di Bielorussia, Kazakistan e Russia hanno firmato un accordo che stabilisce l'obiettivo di fondare l'Unione eurasiatica entro il 2015.[5]. L'accordo include piani per la futura integrazione e la creazione di una Commissione eurasiatica (modellata sulla base della Commissione europea) e di uno Spazio economico eurasiatico, entrato in vigore il 1º gennaio 2012[5][6].
    Indice





    Stati membri

    Se realizzata, l'Unione eurasiatica comprenderebbe alcuni degli stati che in passato costituivano l'Unione Sovietica: Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia, Kirghizistan e Tagikistan[7]. Secondo il New York Times, numerosi candidati alle elezioni presidenziali kirghize del 2011 hanno approvato il progetto[8], mentre il governo del Tagikistan ha dichiarato che la possibilità di adesione è ancora in fase di valutazione[2].
    Durante una tavola rotonda a Mosca organizzata dal partito Russia Unita, il politologo Dmitrij Orlov ha dichiarato che oltre a gli stati ex-sovietici l'Unione eurasiatica potrebbe estendersi anche ad altri paesi che sono stati storicamente o culturalmente legati alla Russia, come la Finlandia, l'Ungheria, la Repubblica Ceca, la Bulgaria, la Cina e la Mongolia, che sarebbero uniti in un'unione federale dove il russo verrebbe usato come lingua di comunicazione e cooperazione economica[9].
    Secondo Vladimir Putin, l'Unione eurasiatica sarebbe costruita sui "migliori valori dell'Unione Sovietica". Secondo alcuni critici, il progetto mirerebbe invece a restaurare l'"impero" sovietico[10].
    Storia

    La prima proposta pubblica è arrivata dal presidente kazako Nursultan Nazarbaev, che nel 1997 pubblicò un libro intitolato L’Unione Eurasiatica. Idee, pratica e prospettive (1994-1997). Già nel 1995 Bielorussia, Kazakistan e Russia avevano siglato due trattati sull'Unione doganale eurasiatica e lo spazio economico comune[11].
    Il 10 ottobre 2000 è stata istituita la Comunità economica eurasiatica (EurAsEC o EvrAzES), di cui fanno parte Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan (dal 2006 al 2008 ne ha fatto parte anche l'Uzbekistan, mentre Armenia, Moldavia e Ucraina hanno lo status di osservatori), finalizzata a promuovere l’integrazione economica dei Paesi membri con la nascita di un mercato comune come vettore di sviluppo nelle repubbliche ex-sovietiche[12]. La Comunità economica eurasiatica è dotato d'una serie di organismi: il consiglio interstatale, il comitato per l’integrazione, il segretariato, l’assemblea interparlamentare, la Banca eurasiatica per lo sviluppo, il fondo Anti-Crisi, la corte comunitaria. Il consiglio interstatale è il supremo organismo della CCEA ed è composto dai capi di Stato e di governo dei paesi membri; esso adotta le delibere per consenso.
    Il compito di armonizzare e integrare le delibere del Consiglio e di applicarle all’interno di ogni Stato è affidato al Comitato per l’integrazione. La composizione del Comitato e la ponderazione dei voti al suo interno chiarisce il ruolo della Federazione russa nella Comunità. L’organo delibera a maggioranza di due terzi, pertanto la distribuzione dei voti tra i diversi Paesi dimostra l’assoluta preponderanza politica del governo russo, che ottiene un potere di veto su ogni proposta[13].
    Paese membro Numero di voti assegnati
    Federazione Russa 40 voti
    Bielorussia 15 voti
    Kazakistan 15 voti
    Kirghizistan 7,5 voti
    Tagikistan 7,5 voti
    L'Unione doganale eurasiatica, comprendente Russia, Bielorussia e Kazakistan, ha già portato a una parziale integrazione economica tra tre paesi, e l'Unione eurasiatica è considerata l'evoluzione di questa unione doganale. Altre organizzazioni regionali costituiscono la base per un'ulteriore integrazione: l'Unione Russia-Bielorussia, la Comunità economica eurasiatica, l'Organizzazione del Trattato di sicurezza collettivo (che comprende Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan) e la Comunità degli Stati Indipendenti.
    Dal 2009 la Comunità economica eurasiatica dispone di un fondo anti-crisi, creato da Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan. Nel gennaio 2012 ha preso vita la Corte comunitaria chiamata a risolvere le eventuali dispute di natura economica che dovessero sorgere nell’applicazione delle risoluzioni dell’Unione e dei trattati sottoscritti in tale ambito.
    Questi organi permettono di rendere più concreto il tragitto verso l’unificazione economica che la Comunità assume come obiettivo primario della sua nascita[14]. Questo tragitto porterà, con gli accordi di Dušanbe del 6 ottobre 2007, alla nascita dell’Unione doganale eurasiatica, la cui entrata in vigore viene calendarizzata per il gennaio 2010. L’incontro sancisce che l'Unione coinvolgerà soltanto Bielorussia, Kazakistan e Russia, mentre i rimanenti membri della Comunità economica eurasiatica potranno aderire dopo una riforma dei loro rispettivi sistemi economici e giuridici[15].
    Per rendere operativa quest'unione è stata istituita nel 2011 una Commissione doganale, poi ribattezzata Commissione economica eurasiatica. Quest'organo è esplicitamente ispirato alla Commissione europea[16].
    Il 9 dicembre 2010 i rappresentanti di Russia, Bielorussia e Kazakistan hanno siglato i documenti relativi all'implementazione dello Spazio Economico Comune, cominciata a partire dal 1º gennaio 2012. La Banca di Sviluppo Eurasiatica prevede che questi accordi porteranno entro il 2030 ad una crescita supplementare complessiva per i tre paesi pari 909 miliardi di dollari[17]. Il raggiungimento di una vera e propria unità politica, ossia la nascita dell'Unione Eurasiatica, è prevista per il 2015[18].
    L’Unione doganale non si esaurisce in una riduzione o abolizione delle tariffe protezioniste tra i tre Paesi, ma prevede un sistema di convergenza di differenti pratiche burocratiche in vista di una loro semplificazione che incentivi lo scambio di materie prime, beni industriali e investimenti nei paesi membri.
    Rapporti internazionali

    La stessa definizione di Comunità economica eurasiatica presenta la necessità di allargare lo Spazio Economico Comune non solo a tutti i paesi della Comunità degli Stati Indipendenti, ma anche a tutti i Paesi europei sotto la bandiera di una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok" come dichiarato da Vladimir Putin. La nascita della Comunità non deve essere interpretata in opposizione all’Unione europea, ma come la formazione di un polo economico complementare ad essa. La necessità di collegare i due mercati nasce dall’intensità del commercio tra i due attori. All’interno di questi scambi commerciali l’Italia si attesta come il terzo Paese destinatario di esportazione di prodotti dell’Unione, con 12.012 milioni di dollari, e il primo importatore mondiale di prodotti commerciali dal Kazakistan; Il processo di rafforzamento dell’Unione doganale non fa che incentivare i benefici per l’economia italiana. Il flusso commerciale tra Italia e Russia è stato sintetizzato da Roberto Pelo e Stefano Torrembini con la formula «made in Italy per pagare la bolletta del gas», per sottolineare il ruolo delle aziende italiane in Russia come controparte della dipendenza energetica della penisola nei confronti del gigante russo[19].
    Il punto cruciale dell’unione tra le due regioni economiche rimane l’Ucraina, un paese diviso tra i sostenitori di una politica filo-russa e coloro che sostengono una politica filo-occidentale. L’Ucraina si dimostra, pertanto, come un anello di congiunzione tra Unione europea e la Comunità eurasiatica, da una parte è disposta al negoziato per aprirsi verso l’Unione doganale, dall’altra nella primavera 2012 ha firmato un accordo di associazione con l’Unione europea per la creazione di una zona di libero scambio[20].

  2. #2
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    Predefinito Re: Unione eurasiatica

    Unione Eurasiatica: l'alternativa russa all'Unione Europea | Europae
    Unione Eurasiatica: l’alternativa russa all’Unione Europea


    Scritto da: Livia Satullo 27 novembre 2013
    In concomitanza col terzo summit del Partenariato Orientale e all’indomani della decisione dell’Ucraina di sospendere i negoziati per la firma dell’accordo di associazione (AA) con l’Unione Europea prevista proprio in questi giorni, non può che ridestarsi da parte dei delusi osservatori europei l’interesse per l’Unione Eurasiatica. L’annuncio di Kiev, improvviso seppur da taluni non ingenui già paventato, riporta l’attenzione sul progetto di unione che, proprio ai confini dell’Unione Europea, dovrebbe riunire in una nuova struttura organizzativa, fondamentalmente ricalcata sull’esempio della stessa UE, gli stati dell’ex URSS.
    L’inatteso allontanamento dell’Ucraina dal vicino europeo ha sollevato immediati e forti dubbi circa la possibilità che a questo allontanamento corrisponda un avvicinamento di Kiev a Mosca, da concretizzarsi tramite la disponibilità di Kiev ad aderire all’Unione Eurasiatica. L’organizzazione, fortemente voluta dal Presidente russo Putin, è nata da un’idea lanciata nel 1994 dal Presidente kazako Nazarbaev. Di fatto, l’Unione che dovrebbe prendere vita nel 2015 ha le sue radici in un accordo firmato nel 2011 tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan. Ad oggi, infatti, un’unione doganale esistente tra questi tre Paesi costituisce il primo passo verso la costituzione di quell’unione che dovrebbe arrivare a riunire all’interno dei suoi confini Armenia, Azerbaijan, Turkmenistan, Tagikistan, Kyrgyzistan, Moldova, Georgia e, magari, Ucraina.
    Mentre Armenia, Tagikistan e Kyrgyzistan hanno già espresso la loro intenzione di aderire quanto prima all’unione doganale, la Georgia, in ragione di storici conflitti che vedono tensioni continue seppur intermittenti tra i due Paesi, mantiene un atteggiamento solo vagamente possibilista. In una recente intervista l’ormai ex-Primo Ministro georgiano Ivanishvili ha dichiarato che se tale unione recherà vantaggi al suo Paese, ne seguirà di certo l’adesione: tuttavia la Georgia guarda in realtà principalmente all’Europa, allineandosi dunque sulla stessa posizione ormai da tempo assunta da Kiev.
    Infatti, nonostante gli ultimi sviluppi dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, la posizione dell’Ucraina relativamente all’adesione all’unione doganale e quindi all’Unione Eurasiatica è sempre stata parecchio chiara. Ancora il mese scorso Andriy Olefirov, Vice Ministro degli Esteri dell’Ucraina, ribadiva l’interesse prioritario dell’Ucraina ad avvicinarsi all’UE come strumento più idoneo a migliorare la propria situazione economica. Nella stessa intervista, il Vice Ministro sottolineava come l’eventuale firma dell’AA fosse di certo attualmente molto più vantaggiosa dell’adesione all’unione doganale coi vicini orientali.
    D’altronde, dopo la decisione della sospensione dei negoziati, il Primo Ministro Azarov ha rassicurato i più dubbiosi dichiarando che la momentanea sospensione della firma non ha nulla a che vedere con l’eventualità che Kiev possa entrare a far parte dell’Unione Eurasiatica. Attualmente, l’Ucraina è un membro osservatore di tale Unione, cosa ben diversa, come ha sottolineato l’ambasciatore russo all’UE Chizhov, dalla completa membership. È, d’altro canto, evidente che le due Unioni si escludono a vicenda, non potendo quindi l’Ucraina appartenere simultaneamente a quella Europea e a quella Eurasiatica. Resta, tuttavia, il timore che l’Ucraina possa alla fine tradire il partner europeo.
    In effetti, al di là della diatriba specifica relativa al caso Tymošenko che ha investito direttamente i rapporti tra Ucraina e Unione Europea alla vigilia della firma dell’AA, vi sono probabilmente diverse e più complesse questioni che conducono tuttora il Presidente Janukovyč ad adottare una tattica attendista nei confronti dell’UE. I rapporti con la Russia, infatti, non possono essere liquidati dall’oggi al domani. Tre sono le principali questioni che di certo il governo ucraino deve valutare: il delicato tema dell’approvvigionamento energetico; una parte non irrilevante della popolazione ucraina (nella zona orientale del Paese) piuttosto russofila; infine, l’utilizzo da parte della Russia della politica commerciale come arma di ricatto. Mosca che dopo aver da tempo bandito il vino georgiano, ha più di recente bandito quello moldavo, vieta ora le importazioni del cioccolato ucraino. “Velenoso? No, almeno non ancora”, ha riso l’ambasciatore Chizhov.
    Nell’immagine un incontro al Cremlino, nel 2000, tra il Presidente khazako Nursultan Nazarbayev e quello russo Vladimir Putin (photo: Wikimedia Commons)

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    Predefinito Re: Unione eurasiatica

    Putin accelera sulla creazione dell'Unione Economica Eurasiatica: firma entro maggio

    Foto: RIA Novosti


    Il presidente russo Vladimir Putin conta sul fatto che il progetto del trattato sulla costituzione dell'Unione Economica Eurasiatica sia firmato prima di quanto programmato, ovvero entro maggio, e diventi operativo a gennaio 2015.


    Intervenendo ad una riunione del Consiglio Supremo economico eurasiatico a livello di capi di Stato, ha sottolineato che l'obiettivo generale della Russia, Bielorussia e Kazakistan è passare ad nuovo livello di interazione, che contribuisca a costituire l'Unione Eurasiatica.
    Il presidente russo ha sottolineato che è importante garantire tra gli Stati la libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e della manodopera.

    In Russia, Putin, Russia, Diplomazia Internazionale, Economia, L’Unione Economica Eurasiatica, Politica
    Per saperne di più:
    Putin accelera sulla creazione dell'Unione Economica Eurasiatica: firma entro maggio - Notizie - Politica - La Voce della Russia

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    Predefinito Re: Unione eurasiatica

    L'Unione euroasiatica: Putin rivuole lo spazio sovietico - ECONOMIA
    L'Unione euroasiatica: Putin rivuole lo spazio sovietico


    Una nuova Urss. Con l'Ucraina ad arginare gli islamici dell'Asia. Il sogno catto-comunista di Vladimir.


    GEOPOLITICA
    di Barbara Ciolli


    (© Getty images) Vladimir Putin esce dalle sale del Cremlino.

    Fino al 1991 si chiamava Urss, dal 2015 potrebbe chiamarsi Unione Eurasiatica. Il sogno - ambiziosissimo - dello zar di Russia Vladimir Putin procede a ritmi spediti, grazie a machiavelliche alleanze internazionali e a una rete di rapporti commerciali e politici con le ex Repubbliche sovietiche, costruiti negli anni con un articolato sistema di pesi e contrappesi.
    Organico, per la quadratura del cerchio, è l'ingresso nel Blocco eurasiatico dell'Ucraina: il crinale sul quale, nelle ultime settimane, si gioca la partita per rifondare o meno una grande area comunitaria oltre la Vecchia cortina di ferro.
    TRA MOSCA E BRUXELLES. Gli steccati, a ben guardare, non sono mai del tutto caduti. Altrimenti gli oltre 2 milioni e 600 mila abitanti del granaio d'Europa non si sarebbero spaccati tra chi, come le migliaia che hanno innalzato le barricate nella Capitale, vuole stare con Bruxelles e chi, invece, come il presidente Viktor Janukovic, preferisce far parte dell'Unione doganale di Mosca.
    Nel disegno di Putin, una volta instaurato un rapporto commerciale privilegiato con la Russia, Kiev potrebbe proseguire il suo processo di cooperazione con l'Ue, fisiologico anzi allo sviluppo di buone relazioni tra Bruxelles e il Cremlino.
    NO AI NEGOZIATI A TRE. Non a caso, dal presidente russo era arrivata la proposta di aprire un tavolo di negoziati a tre, con l'Ucraina e l'Unione europea. Ma i tecnocrati dell'Ue, privi dell'appeal economico e finanziario di Mosca, hanno rifiutato di diventare l'ultima ruota del carro, preferendo insistere nello sganciare Kiev dall'orbita russa. Per inglobarla poi, in prospettiva, a tutti gli effetti nell'area comune europea.
    Con la crisi dell'euro, gli ex Stati dell'Urss tornano nell'orbita russa

    (© Ansa) Barricate dei manifestanti europeisti a Kiev.

    Il valore dell'Ucraina è strategico per entrambi i blocchi geopolitici: due visioni che difficilmente potranno collimare in una vera area comune eurasiatica che va da Lisbona a Vladivostok.
    Si dice che, nel 2005, Putin - ex capo del Kgb che prega in Chiesa e, nel 2013, ha reintrodotto il programma di allenamento sportivo stalinista - abbia annoverato «il crollo dell'Unione sovietica come la più grande catastrofe geopolitica del secolo».
    In molti, soprattutto a Occidente, considerano il suo progetto di Unione eurasiatica, alternativa e dialogante con Bruxelles e le potenze in Asia, come un «movimento di risovietizzazione della regione»: definizione, quest'ultima, coniata dall'ex segretario di Stato americano Hillary Clinton.
    RUSSIA, TRAINO COMMERCIALE. Nell'architettura del moderno Commonwealth post-sovietico, la Russia è concepita, come da tradizione, per avere un ruolo dominante.
    Ma è indubbia anche l'esca della crescita economica esercitata sui Paesi minori, abituati a essere contesi tra Est e Ovest come Stati cuscinetto e per i quali l'ammiraglia russa è rimasta, anche dopo il crollo del comunismo, il primo partner commerciale.
    Appartenere a un'ipotetica Unione eurasiatica (Eau), comporta infatti, da parte dei governi membri, l'adesione a un sistema economico, giuridico, doganale e in parte anche militare comune.
    Lanciata nel 2012 con Kazakistan e Bielorussia, primi firmatari del progetto putiniano, l'unione doganale c'è già. E, con l'applicazione delle stessa tariffa sull'importazione delle merci nei tre Stati, ha dato linfa vitale agli interscambi, sempre più fiorenti, «tra la Russia e l'Asia centrale, a scapito delle esportazioni da altri Paesi come l'Unione europea a la Cina», ha rilevato un rapporto della Banca mondiale.
    GEORGIA E MOLDAVIA CON L'UE. Per l'istituzione internazionale, «Mosca è stata il principale beneficiario a breve termine» del libero scambio tra i tre Paesi e «continuerà a esserlo anche con una grande unione».
    Ma, con la crisi dell'euro, i vantaggi esistono anche per i Paesi membri, che vivrebbero di luce riflessa: attratti dai benefici economici, anche il Kirghizistan, Armenia e Tagikistan sono sempre più inclini a entrare nell'Unione doganale russa, sacrificando, al limite, proposte di partnership energetiche con Bruxelles.
    Georgia e Moldavia, invece, lo scorso novembre hanno firmato, al vertice lituano di Vilnius, l'accordo di associazione con l'Ue. E anche l'Azerbaijan ha preferito sviluppare intese economiche con il blocco atlantico.
    Fondo anti-crisi, Commissione eurasiatica e Banca per lo sviluppo

    (© Getty images) Vladimir Putin a un vertice con i membri dell'Unione doganale.

    Propedeutica per l'Unione eurasiatica è l'oliata Comunità economica eurasiatica (Eurasec), in vigore dal 2000 tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.
    I suoi organismi comuni - il fondo anti-crisi, l'assemblea interparlamentare, la corte comunitaria, la banca eurasiatica per lo sviluppo e il Consiglio interstatale - in Ue sono ancora in embrione e, nell'Eurasia, sarebbero facilmente estendibili a un'area comune politica allargata.
    In un regime post-sovietico equivalente alla vecchia Comunità economica europea (Cee), grazie a un meccanismo di ponderazione dei voti la Federazione russa ha potere di veto, con 40 voti a disposizione contro i 22,5 voti degli altri quattro Stati membri.
    Un simile equilibrio di poteri resterebbe immutato nell'Unione eurasiatica, con il russo come lingua comune e, sul modello della Cee, sarebbe creata la Commissione eurasiatica come organo esecutivo.
    «IL MEGLIO DELL'URSS». Nel blocco che Putin vuole fondare sui «migliori valori dell'Unione sovietica», l'Ucraina, «Paese slavo-ortodosso etnicamente e religiosamente più vicino alla Russia», ha «un ruolo speciale». Ruolo importante «non solo in termini di potenziale industriale», ha scritto Vladimir Karjakin, ricercatore per l'Istituto russo di studi strategici, ma anche «per bilanciare», con il suo «potenziale economico e demografico, il ruolo altrimenti determinante di vettore islamico di altri Stati dell'area comune». In pratica, per arginare il peso delle Repubbliche 'islamiche' dell'Asia centrale.
    Nella “dottrina Putin”, anche potenziali Stati cuscinetto come Finlandia, Ungheria, Bulgaria e Mongolia sarebbero funzionali per ammortizzare le minacce e le turbolenze in arrivo dall'esterno, attraverso un sistema modulare di soft power e la cooperazione nelle politiche di sicurezza.
    EURASIA CONTRO UE. Dal nucleo russo dell'Unione eurasiatica - speculare al cuore franco-tedesco dell'Ue - l'influenza di Mosca si irradierebbe poi nei Paesi membri dell'associazione, attraverso istituzioni sovranazionali create ad hoc, fino a toccare le aree di influenza esterne fondate su capillari alleanze politiche ed economiche e affinità religiose e culturali.
    Il sogno dell' egemonia russa si allarga fino alla muraglia cinese e alla teocrazia iraniana. Lambisce la Turchia e, con la battaglia per l'Ucraina, anche l'eterna incompiuta dell'Ue.
    Mercoledì, 04 Dicembre 2013

  5. #5
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    ECONOMIA: L’Unione euroasiatica pensa all’Euro, perserverare diabolicum est; Kiev indugia..

    Posted 22 novembre 2012 in Economia with 0 Comments
    di Antonio Lukic

    Pochi giorni fa il Primo Ministro dell’Armenia ha affermato che l‘Unione Euroasiatica potrebbe in futuro, plausibilmente già entro il 2015, avvalersi di una moneta unica, riporta il giornale russo Pravda. Già l’estate scorsa il Primo Ministro russo Medvedev ha fatto appello alla creazione di una moneta unica per l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Anche se alcuni sono scettici all’idea, per via degli eventi in corso nell’Unione Europea, altri sono molto favorevoli. Sempre secondo il Primo Ministro armeno l’idea darebbe più equilibrio rispetto che nell’UE, dato che l’Eurozona è formata da Paesi in cui ci sono forti disuguaglianze sia economiche che sociali, mentre i Paesi Euroasiatici sono molto più simili e omogenei e nessun Paese crescerebbe alle spese di un altro, affermando inoltre: “qual’è il punto nell’avere valute nazionali e perdere denaro nel corso di ogni trasferimento estero?”. Gli scettici però controbattono ricordando che la Bielorussia ha un sistema economico pianificato, abbastanza diverso da quello russo e kazako (anche se si sta integrando molto con l’economia russa). L’idea in realtà si stava delineando da tempo, ma la questione su chi dovesse essere a emettere moneta non si riusciva a risolvere. 10 anni fa Lukashenko era propenso ad accogliere l’iniziativa a patto che fosse la Bielorussia ad avere il centro di emissione moneta, cosa che la Russia non poteva accettare. Un altro punto delicato è l’Ucraina, riluttante ad entrare nell’Unione Euroasiatica dato che ha uno spiraglio aperto verso l’Unione Europea. La Repubblica di Crimea, che fa parte dell’Ucraina ma ha tendenze più russofile, potrebbe giocare un ruolo in questo. I russi hanno ricordato all’Ucraina che è più appetibile il mercato russo per gli ucraini che il contrario, ma queste rassicurazioni non sono bastate. In Ucraina non escludono la possibilità di unirsi ai russi, nel caso in cui le condizioni economiche nell’UE arrivino a peggiorare. Insomma, a Kiev osservano chi sia il miglior offerente, anche se non è detto che l’UE sia pronta ad accogliere nuovi membri. Alcuni esperti ricordano che se la Russia volesse costringere l’Ucraina a seguirli potrebbe avere tanti assi nella manica, per primo il taglio di rifornimenti di energia. Comunque nell’Unione Euroasiatica tutti sono convinti che perché si raggiunga la piena integrazione è necessario che l’Ucraina si aggreghi, poiché “ad oggi gli unici mercati che possono essere autosufficienti sono quelli composti da almeno 200 – 250 milioni di abitanti”. Una data plausibile è l’1 gennaio 2015, e probabilmente la valuta non sarà il Rublo russo ma una nuova valuta emessa da un nuova “Banca Centrale Euroasiatica”. Pravda conclude dicendo che questo potrebbe essere una creazione di una “nuova Unione Sovietica”, anche se con principi capitalistici ed economie di mercato.
    ECONOMIA: L?Unione euroasiatica pensa all?Euro, perserverare diabolicum est; Kiev indugia..

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    Predefinito Re: Unione eurasiatica


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    ECONOMIA: L’Unione euroasiatica pensa all’Euro, perserverare diabolicum est; Kiev indugia..

    Posted 22 novembre 2012 in Economia with 0 Comments
    di Antonio Lukic

    Pochi giorni fa il Primo Ministro dell’Armenia ha affermato che l‘Unione Euroasiatica potrebbe in futuro, plausibilmente già entro il 2015, avvalersi di una moneta unica, riporta il giornale russo Pravda. Già l’estate scorsa il Primo Ministro russo Medvedev ha fatto appello alla creazione di una moneta unica per l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Anche se alcuni sono scettici all’idea, per via degli eventi in corso nell’Unione Europea, altri sono molto favorevoli. Sempre secondo il Primo Ministro armeno l’idea darebbe più equilibrio rispetto che nell’UE, dato che l’Eurozona è formata da Paesi in cui ci sono forti disuguaglianze sia economiche che sociali, mentre i Paesi Euroasiatici sono molto più simili e omogenei e nessun Paese crescerebbe alle spese di un altro, affermando inoltre: “qual’è il punto nell’avere valute nazionali e perdere denaro nel corso di ogni trasferimento estero?”. Gli scettici però controbattono ricordando che la Bielorussia ha un sistema economico pianificato, abbastanza diverso da quello russo e kazako (anche se si sta integrando molto con l’economia russa). L’idea in realtà si stava delineando da tempo, ma la questione su chi dovesse essere a emettere moneta non si riusciva a risolvere. 10 anni fa Lukashenko era propenso ad accogliere l’iniziativa a patto che fosse la Bielorussia ad avere il centro di emissione moneta, cosa che la Russia non poteva accettare. Un altro punto delicato è l’Ucraina, riluttante ad entrare nell’Unione Euroasiatica dato che ha uno spiraglio aperto verso l’Unione Europea. La Repubblica di Crimea, che fa parte dell’Ucraina ma ha tendenze più russofile, potrebbe giocare un ruolo in questo. I russi hanno ricordato all’Ucraina che è più appetibile il mercato russo per gli ucraini che il contrario, ma queste rassicurazioni non sono bastate. In Ucraina non escludono la possibilità di unirsi ai russi, nel caso in cui le condizioni economiche nell’UE arrivino a peggiorare. Insomma, a Kiev osservano chi sia il miglior offerente, anche se non è detto che l’UE sia pronta ad accogliere nuovi membri. Alcuni esperti ricordano che se la Russia volesse costringere l’Ucraina a seguirli potrebbe avere tanti assi nella manica, per primo il taglio di rifornimenti di energia. Comunque nell’Unione Euroasiatica tutti sono convinti che perché si raggiunga la piena integrazione è necessario che l’Ucraina si aggreghi, poiché “ad oggi gli unici mercati che possono essere autosufficienti sono quelli composti da almeno 200 – 250 milioni di abitanti”. Una data plausibile è l’1 gennaio 2015, e probabilmente la valuta non sarà il Rublo russo ma una nuova valuta emessa da un nuova “Banca Centrale Euroasiatica”. Pravda conclude dicendo che questo potrebbe essere una creazione di una “nuova Unione Sovietica”, anche se con principi capitalistici ed economie di mercato.
    ECONOMIA: L?Unione euroasiatica pensa all?Euro, perserverare diabolicum est; Kiev indugia..

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    Predefinito Re: Unione eurasiatica

    http://www.ansuitalia.it/Sito/index....&id=1398792527
    La UEE rende la Russia una superpotenza.


    I presidenti di Russia, Bielorussia e Kazakistan Vladimir Putin, Aleksandr Lukashenko e Nursultan Nazarbaev hanno in programma di firmare la creazione dell’Unione economica eurasiatica (UEE) alla fine di maggio. Dopo la ratifica da parte dei parlamenti nazionali il 1 gennaio 2015, il trattato istitutivo sarà effettivo. Armenia e poi Kirghizistan potranno presto seguire questi tre leader. Nel frattempo, un forum anti-eurasiatico ha recentemente avuto luogo a Almaty, i cui partecipanti hanno espresso il parere che l’UEE per la Russia non sia un progetto economico ma geopolitico che ne rafforza il ruolo di superpotenza.






    Questo è il motivo per cui Mosca accelera la firma del trattato. In tal modo la Russia ovviamente reagisce alla firma accelerata dall’UE per un accordo di associazione con l’Ucraina e la Moldavia. La firma del trattato istitutivo dell’UEE, originariamente in programma per l’autunno di questo anno, è stata anticipata a giugno ed è ora discussa per maggio. Gli eventi in Ucraina hanno certamente giocato un ruolo nel cambio. “La Russia cerca di mobilitare i sostenitori dell’integrazione eurasiatica e di utilizzare i vantaggi esistenti e previsti nella propaganda anche nelle sue relazioni con i Paesi occidentali“, ha dichiarato in un’intervista con l’autrice Natalija Garitonova, assegnista ricercatrice presso la Lomonosov Moscow State University. Ha sottolineato che l’obiettivo ufficiale dell’UEE è l’integrazione economica. In questo senso, “Unione” è la prossima fase dell’integrazione dopo la creazione dell’EurAsEC (Euroasian Comunità Economica) e dell’Unione Doganale. “Parliamo della creazione di un territorio economico comune. E’ abbastanza chiaro ciò che succede. Ma tutti sanno che la base economica sotto forma di spazio economico unitario, anche nel corso della sua costituzione, dovrà assumere un carattere decisamente politico e ideologico-umanitario. È inevitabile“, riferisce Garitonova. Gli oppositori avanzano proprio questo fatto quale loro principale argomento contro l’integrazione eurasiatica. Sono rigorosamente in disaccordo sulla condivisione della sovranità, specialmente politica, degli Stati membri dell’Unione. Qualsiasi integrazione richiede la creazione di strutture sovranazionali, a nome della quale gli Stati aderenti cederanno una porzione di questa sovranità. Ciò spiega gli scarsi risultati dei precedenti tentativi d’integrazione, a partire dalla Comunità degli Stati Indipendenti. Alcune persone in Kazakistan, in particolare, vedono l’integrazione con la Russia come una minaccia contro la sovranità del governo trasformando il Kazakistan in una colonia del neo-impero della Russia. Ad esempio, l’attivista kazako Serikzhan Mambetalin osserva che l’integrazione nel quadro dell’Unione Dogana e dell’Unione Eurasiatica significherebbe la fine della politica multivettoriale di Astana e un cambio geopolitico verso Mosca: “Non possiamo integrarci con la Russia fino al punto di rinunciare all’opportunità di sviluppare in maniera indipendente, senza guardare la Russia, le nostre relazioni con Cina, Unione europea, Stati Uniti e altre potenze regionali”. Il vicedirettore generale del Centro per la ricerca e l’analisi di informazioni dello spazio post-sovietico della MSU, Julija Jakusheva, non è d’accordo con tale posizione. Ha in particolare osservato che “preoccupazioni come queste sono conseguenza di dichiarazioni scarsamente ponderate di certi politici ed esperti russi, che sostengono l’estensione della futura unione alla componente politica. In Russia quasi nessuno si accorge di tali dichiarazioni, ma in Kazakistan sono prese in un modo assai insano. Nel complesso, persone in Kazakistan in larga misura hanno sentimenti antieuroasiatici assai soggettivi ed emotivi. Da questo punto di vista, i risultati del forum anti-eurasiatico Almaty sono estremamente eloquenti: il movimento contro la partecipazione del Kazakistan nell’UEE è piccolo, disorganizzato e non consolidato“, dice Jakusheva. Secondo l’opinione degli esperti, la prima cosa che cattura l’attenzione è la mancanza di argomentazioni chiare. L’Unione Doganale (UD) e l’Unione dello Spazio Economico (USE) sono divenuti letteralmente i capri espiatori dei problemi economici del Paese. In una certa misura il problema ancora irrisolto di una gestione competente dell’aspetto informativo del programma d’integrazione, spiega tali tendenze, cioè la realizzazione di un lavoro informativo diffuso tra i tanti gruppi sociali, imprese e circoli politici dei Paesi eurasiatici. Tuttavia, i recenti sondaggi in Kazakistan mostrano che circa l’85% delle persone è per l’adesione all’UEE. “Penso che questo dato rifletta l’elevato livello di fiducia nella direzione che la leadership del Kazakistan prende, così come la fiducia nell’efficacia della partnership russo-kazaka. Date le circostanze, la Russia ha fatto una scelta fondamentale, s’è rifiutata d’introdurre la componente politica nel progetto“, ha detto Jakusheva in un’intervista con l’autrice. Secondo lei, la storia del mondo offre molti esempi di erosione degli obiettivi di un’organizzazione rallentandone seriamente crescita e sviluppo. “A questo punto non ha senso forzare la creazione dell’aspetto politico dell’Unione. In primo luogo dobbiamo costruire un’organizzazione economica efficace. Si noti che una delle parole nel titolo dell’unione è “economica”. Inoltre, nell’UEE tutte le parti avranno pari rappresentanza e diritti di voto, escludendo la possibilità che Mosca domini gli altri membri dell’alleanza“, ha sottolineato Jakusheva. Erevan non dovrebbe concordare. L’Armenia è un potenziale membro dell’UEE. Tuttavia, a maggio l’Armenia non ha firmato il trattato istitutivo dell’UEE, dato che la data fissata per l’adesione dell’Armenia all’UD è stato posticipato dal 5 marzo 2014 e non è ancora chiaro quando avverrà. “L’Armenia è stata rifiutata, e questo non solo perché l’Armenia non è riuscita a completare tutte le misure previste nella “road map”, ma perché la Russia non era assicurata dai danni che poteva subire dall’economia armena in conseguenza dell’aumento dei pedaggi alla dogana. Ecco perché il 5 marzo scorso annunciarono che comunque, in quel momento, non sarebbe divenuta membro dell’UD, ma poi si vedrà la possibilità di aderire all’Unione Eurasiatica“, ha spiegato ai giornalisti Stepan Safarjan. Tuttavia il viceministro degli Esteri russo Vasilij Nebenzi, in un’intervista ad Interfax, ha osservato che “una road map per l’adesione nell’Unione Doganale e nell’Unione dello Spazio Economico è pronta per l’Armenia, che segue con grande successo“. Il completamento del percorso sarà la base per un accordo per l’adesione dell’Armenia all’Unione Doganale e all’UES, e successivamente all’adesione all’Unione Economica Eurasiatica. "La road map per il Kirghizistan è in fase di sviluppo e ammetto la possibilità che passi alla riunione del Surpreme Eurasian Economic Counsil del 29 aprile”, ha detto. Il ricercatore dell’Istituto di Economia Aleksandr Karavaev, in un’intervista con l’autrice, ha espresso dubbi sul fatto che ogni aderente alla zona di libero scambio o all’Unione doganale potrà partecipare all’UEE. “Tutto dipende di quale Paese parliamo. E’ possibile che non sarà compito del Cremlino fin quando l’UEE esisterà effettivamente. Tuttavia, nell’ambito dello sviluppo dell’UD, la comparsa di nuovi aderenti non sorprenderebbe. L’Armenia sta già entrando nell’UD. Kirghizistan, Vietnam, Egitto e Israele sono in vari fasi e livelli di negoziazione sulla zona di libero scambio con l’UD. Svizzera e Nuova Zelanda hanno sospesi i negoziati dopo le sanzioni anti-Crimea. Negoziati sono in corso per la creazione di un gruppo di lavoro tra UD e India. L’UEE sviluppa una serie di contatti di lavoro in Sud America, che potrebbero eventualmente portare a dei negoziati“, ha detto Karavaev.

    Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

  8. #8
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    Predefinito Re: Unione eurasiatica

    A.N.S.U. » Leggi : La UEE rende la Russia una superpotenza.
    La UEE rende la Russia una superpotenza.


    I presidenti di Russia, Bielorussia e Kazakistan Vladimir Putin, Aleksandr Lukashenko e Nursultan Nazarbaev hanno in programma di firmare la creazione dell’Unione economica eurasiatica (UEE) alla fine di maggio. Dopo la ratifica da parte dei parlamenti nazionali il 1 gennaio 2015, il trattato istitutivo sarà effettivo. Armenia e poi Kirghizistan potranno presto seguire questi tre leader. Nel frattempo, un forum anti-eurasiatico ha recentemente avuto luogo a Almaty, i cui partecipanti hanno espresso il parere che l’UEE per la Russia non sia un progetto economico ma geopolitico che ne rafforza il ruolo di superpotenza.






    Questo è il motivo per cui Mosca accelera la firma del trattato. In tal modo la Russia ovviamente reagisce alla firma accelerata dall’UE per un accordo di associazione con l’Ucraina e la Moldavia. La firma del trattato istitutivo dell’UEE, originariamente in programma per l’autunno di questo anno, è stata anticipata a giugno ed è ora discussa per maggio. Gli eventi in Ucraina hanno certamente giocato un ruolo nel cambio. “La Russia cerca di mobilitare i sostenitori dell’integrazione eurasiatica e di utilizzare i vantaggi esistenti e previsti nella propaganda anche nelle sue relazioni con i Paesi occidentali“, ha dichiarato in un’intervista con l’autrice Natalija Garitonova, assegnista ricercatrice presso la Lomonosov Moscow State University. Ha sottolineato che l’obiettivo ufficiale dell’UEE è l’integrazione economica. In questo senso, “Unione” è la prossima fase dell’integrazione dopo la creazione dell’EurAsEC (Euroasian Comunità Economica) e dell’Unione Doganale. “Parliamo della creazione di un territorio economico comune. E’ abbastanza chiaro ciò che succede. Ma tutti sanno che la base economica sotto forma di spazio economico unitario, anche nel corso della sua costituzione, dovrà assumere un carattere decisamente politico e ideologico-umanitario. È inevitabile“, riferisce Garitonova. Gli oppositori avanzano proprio questo fatto quale loro principale argomento contro l’integrazione eurasiatica. Sono rigorosamente in disaccordo sulla condivisione della sovranità, specialmente politica, degli Stati membri dell’Unione. Qualsiasi integrazione richiede la creazione di strutture sovranazionali, a nome della quale gli Stati aderenti cederanno una porzione di questa sovranità. Ciò spiega gli scarsi risultati dei precedenti tentativi d’integrazione, a partire dalla Comunità degli Stati Indipendenti. Alcune persone in Kazakistan, in particolare, vedono l’integrazione con la Russia come una minaccia contro la sovranità del governo trasformando il Kazakistan in una colonia del neo-impero della Russia. Ad esempio, l’attivista kazako Serikzhan Mambetalin osserva che l’integrazione nel quadro dell’Unione Dogana e dell’Unione Eurasiatica significherebbe la fine della politica multivettoriale di Astana e un cambio geopolitico verso Mosca: “Non possiamo integrarci con la Russia fino al punto di rinunciare all’opportunità di sviluppare in maniera indipendente, senza guardare la Russia, le nostre relazioni con Cina, Unione europea, Stati Uniti e altre potenze regionali”. Il vicedirettore generale del Centro per la ricerca e l’analisi di informazioni dello spazio post-sovietico della MSU, Julija Jakusheva, non è d’accordo con tale posizione. Ha in particolare osservato che “preoccupazioni come queste sono conseguenza di dichiarazioni scarsamente ponderate di certi politici ed esperti russi, che sostengono l’estensione della futura unione alla componente politica. In Russia quasi nessuno si accorge di tali dichiarazioni, ma in Kazakistan sono prese in un modo assai insano. Nel complesso, persone in Kazakistan in larga misura hanno sentimenti antieuroasiatici assai soggettivi ed emotivi. Da questo punto di vista, i risultati del forum anti-eurasiatico Almaty sono estremamente eloquenti: il movimento contro la partecipazione del Kazakistan nell’UEE è piccolo, disorganizzato e non consolidato“, dice Jakusheva. Secondo l’opinione degli esperti, la prima cosa che cattura l’attenzione è la mancanza di argomentazioni chiare. L’Unione Doganale (UD) e l’Unione dello Spazio Economico (USE) sono divenuti letteralmente i capri espiatori dei problemi economici del Paese. In una certa misura il problema ancora irrisolto di una gestione competente dell’aspetto informativo del programma d’integrazione, spiega tali tendenze, cioè la realizzazione di un lavoro informativo diffuso tra i tanti gruppi sociali, imprese e circoli politici dei Paesi eurasiatici. Tuttavia, i recenti sondaggi in Kazakistan mostrano che circa l’85% delle persone è per l’adesione all’UEE. “Penso che questo dato rifletta l’elevato livello di fiducia nella direzione che la leadership del Kazakistan prende, così come la fiducia nell’efficacia della partnership russo-kazaka. Date le circostanze, la Russia ha fatto una scelta fondamentale, s’è rifiutata d’introdurre la componente politica nel progetto“, ha detto Jakusheva in un’intervista con l’autrice. Secondo lei, la storia del mondo offre molti esempi di erosione degli obiettivi di un’organizzazione rallentandone seriamente crescita e sviluppo. “A questo punto non ha senso forzare la creazione dell’aspetto politico dell’Unione. In primo luogo dobbiamo costruire un’organizzazione economica efficace. Si noti che una delle parole nel titolo dell’unione è “economica”. Inoltre, nell’UEE tutte le parti avranno pari rappresentanza e diritti di voto, escludendo la possibilità che Mosca domini gli altri membri dell’alleanza“, ha sottolineato Jakusheva. Erevan non dovrebbe concordare. L’Armenia è un potenziale membro dell’UEE. Tuttavia, a maggio l’Armenia non ha firmato il trattato istitutivo dell’UEE, dato che la data fissata per l’adesione dell’Armenia all’UD è stato posticipato dal 5 marzo 2014 e non è ancora chiaro quando avverrà. “L’Armenia è stata rifiutata, e questo non solo perché l’Armenia non è riuscita a completare tutte le misure previste nella “road map”, ma perché la Russia non era assicurata dai danni che poteva subire dall’economia armena in conseguenza dell’aumento dei pedaggi alla dogana. Ecco perché il 5 marzo scorso annunciarono che comunque, in quel momento, non sarebbe divenuta membro dell’UD, ma poi si vedrà la possibilità di aderire all’Unione Eurasiatica“, ha spiegato ai giornalisti Stepan Safarjan. Tuttavia il viceministro degli Esteri russo Vasilij Nebenzi, in un’intervista ad Interfax, ha osservato che “una road map per l’adesione nell’Unione Doganale e nell’Unione dello Spazio Economico è pronta per l’Armenia, che segue con grande successo“. Il completamento del percorso sarà la base per un accordo per l’adesione dell’Armenia all’Unione Doganale e all’UES, e successivamente all’adesione all’Unione Economica Eurasiatica. "La road map per il Kirghizistan è in fase di sviluppo e ammetto la possibilità che passi alla riunione del Surpreme Eurasian Economic Counsil del 29 aprile”, ha detto. Il ricercatore dell’Istituto di Economia Aleksandr Karavaev, in un’intervista con l’autrice, ha espresso dubbi sul fatto che ogni aderente alla zona di libero scambio o all’Unione doganale potrà partecipare all’UEE. “Tutto dipende di quale Paese parliamo. E’ possibile che non sarà compito del Cremlino fin quando l’UEE esisterà effettivamente. Tuttavia, nell’ambito dello sviluppo dell’UD, la comparsa di nuovi aderenti non sorprenderebbe. L’Armenia sta già entrando nell’UD. Kirghizistan, Vietnam, Egitto e Israele sono in vari fasi e livelli di negoziazione sulla zona di libero scambio con l’UD. Svizzera e Nuova Zelanda hanno sospesi i negoziati dopo le sanzioni anti-Crimea. Negoziati sono in corso per la creazione di un gruppo di lavoro tra UD e India. L’UEE sviluppa una serie di contatti di lavoro in Sud America, che potrebbero eventualmente portare a dei negoziati“, ha detto Karavaev.

    Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 

 

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