Unione eurasiatica - Wikipedia
Unione eurasiatica
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Unione eurasiatica Евразийский Союз Proposta di bandiera dell'Unione Tipo Organizzazione internazionale Fondazione 2015 Fondatore Bielorussia
Kazakistan
RussiaSede centrale Mosca Presidente Viktor Christenko Lingua ufficiale Russo
Bielorusso
Kazaco L'Unione eurasiatica è un'ipotetica unione politica ed economica tra Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan[1][2] e altri paesi ex-sovietici.
Paesi membri Membri Bielorussia
Kazakistan
RussiaOsservatori Kirghizistan
TagikistanStatistiche complessive Superficie 20.007.860 km2 Popolazione 169.669.400 Densità 8.36/km2 Fusi orari UTC+3 - UTC+12 Valute Rublo bielorusso
Rublo russo
Tenge kazako
L'idea, ispirata all'integrazione tra i paesi dell'Unione europea, è stata annunciata nell'ottobre 2011 dall'allora presidente russo Vladimir Putin[3], che riprese una proposta lanciata originariamente dal presidente kazako Nursultan Nazarbaev nel 1994[4]. Il 18 novembre 2011 i presidenti di Bielorussia, Kazakistan e Russia hanno firmato un accordo che stabilisce l'obiettivo di fondare l'Unione eurasiatica entro il 2015.[5]. L'accordo include piani per la futura integrazione e la creazione di una Commissione eurasiatica (modellata sulla base della Commissione europea) e di uno Spazio economico eurasiatico, entrato in vigore il 1º gennaio 2012[5][6].
Indice
Stati membri
Se realizzata, l'Unione eurasiatica comprenderebbe alcuni degli stati che in passato costituivano l'Unione Sovietica: Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia, Kirghizistan e Tagikistan[7]. Secondo il New York Times, numerosi candidati alle elezioni presidenziali kirghize del 2011 hanno approvato il progetto[8], mentre il governo del Tagikistan ha dichiarato che la possibilità di adesione è ancora in fase di valutazione[2].
Durante una tavola rotonda a Mosca organizzata dal partito Russia Unita, il politologo Dmitrij Orlov ha dichiarato che oltre a gli stati ex-sovietici l'Unione eurasiatica potrebbe estendersi anche ad altri paesi che sono stati storicamente o culturalmente legati alla Russia, come la Finlandia, l'Ungheria, la Repubblica Ceca, la Bulgaria, la Cina e la Mongolia, che sarebbero uniti in un'unione federale dove il russo verrebbe usato come lingua di comunicazione e cooperazione economica[9].
Secondo Vladimir Putin, l'Unione eurasiatica sarebbe costruita sui "migliori valori dell'Unione Sovietica". Secondo alcuni critici, il progetto mirerebbe invece a restaurare l'"impero" sovietico[10].
Storia
La prima proposta pubblica è arrivata dal presidente kazako Nursultan Nazarbaev, che nel 1997 pubblicò un libro intitolato L’Unione Eurasiatica. Idee, pratica e prospettive (1994-1997). Già nel 1995 Bielorussia, Kazakistan e Russia avevano siglato due trattati sull'Unione doganale eurasiatica e lo spazio economico comune[11].
Il 10 ottobre 2000 è stata istituita la Comunità economica eurasiatica (EurAsEC o EvrAzES), di cui fanno parte Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan (dal 2006 al 2008 ne ha fatto parte anche l'Uzbekistan, mentre Armenia, Moldavia e Ucraina hanno lo status di osservatori), finalizzata a promuovere l’integrazione economica dei Paesi membri con la nascita di un mercato comune come vettore di sviluppo nelle repubbliche ex-sovietiche[12]. La Comunità economica eurasiatica è dotato d'una serie di organismi: il consiglio interstatale, il comitato per l’integrazione, il segretariato, l’assemblea interparlamentare, la Banca eurasiatica per lo sviluppo, il fondo Anti-Crisi, la corte comunitaria. Il consiglio interstatale è il supremo organismo della CCEA ed è composto dai capi di Stato e di governo dei paesi membri; esso adotta le delibere per consenso.
Il compito di armonizzare e integrare le delibere del Consiglio e di applicarle all’interno di ogni Stato è affidato al Comitato per l’integrazione. La composizione del Comitato e la ponderazione dei voti al suo interno chiarisce il ruolo della Federazione russa nella Comunità. L’organo delibera a maggioranza di due terzi, pertanto la distribuzione dei voti tra i diversi Paesi dimostra l’assoluta preponderanza politica del governo russo, che ottiene un potere di veto su ogni proposta[13].
L'Unione doganale eurasiatica, comprendente Russia, Bielorussia e Kazakistan, ha già portato a una parziale integrazione economica tra tre paesi, e l'Unione eurasiatica è considerata l'evoluzione di questa unione doganale. Altre organizzazioni regionali costituiscono la base per un'ulteriore integrazione: l'Unione Russia-Bielorussia, la Comunità economica eurasiatica, l'Organizzazione del Trattato di sicurezza collettivo (che comprende Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan) e la Comunità degli Stati Indipendenti.
Paese membro Numero di voti assegnati Federazione Russa 40 voti Bielorussia 15 voti Kazakistan 15 voti Kirghizistan 7,5 voti Tagikistan 7,5 voti
Dal 2009 la Comunità economica eurasiatica dispone di un fondo anti-crisi, creato da Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan. Nel gennaio 2012 ha preso vita la Corte comunitaria chiamata a risolvere le eventuali dispute di natura economica che dovessero sorgere nell’applicazione delle risoluzioni dell’Unione e dei trattati sottoscritti in tale ambito.
Questi organi permettono di rendere più concreto il tragitto verso l’unificazione economica che la Comunità assume come obiettivo primario della sua nascita[14]. Questo tragitto porterà, con gli accordi di Dušanbe del 6 ottobre 2007, alla nascita dell’Unione doganale eurasiatica, la cui entrata in vigore viene calendarizzata per il gennaio 2010. L’incontro sancisce che l'Unione coinvolgerà soltanto Bielorussia, Kazakistan e Russia, mentre i rimanenti membri della Comunità economica eurasiatica potranno aderire dopo una riforma dei loro rispettivi sistemi economici e giuridici[15].
Per rendere operativa quest'unione è stata istituita nel 2011 una Commissione doganale, poi ribattezzata Commissione economica eurasiatica. Quest'organo è esplicitamente ispirato alla Commissione europea[16].
Il 9 dicembre 2010 i rappresentanti di Russia, Bielorussia e Kazakistan hanno siglato i documenti relativi all'implementazione dello Spazio Economico Comune, cominciata a partire dal 1º gennaio 2012. La Banca di Sviluppo Eurasiatica prevede che questi accordi porteranno entro il 2030 ad una crescita supplementare complessiva per i tre paesi pari 909 miliardi di dollari[17]. Il raggiungimento di una vera e propria unità politica, ossia la nascita dell'Unione Eurasiatica, è prevista per il 2015[18].
L’Unione doganale non si esaurisce in una riduzione o abolizione delle tariffe protezioniste tra i tre Paesi, ma prevede un sistema di convergenza di differenti pratiche burocratiche in vista di una loro semplificazione che incentivi lo scambio di materie prime, beni industriali e investimenti nei paesi membri.
Rapporti internazionali
La stessa definizione di Comunità economica eurasiatica presenta la necessità di allargare lo Spazio Economico Comune non solo a tutti i paesi della Comunità degli Stati Indipendenti, ma anche a tutti i Paesi europei sotto la bandiera di una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok" come dichiarato da Vladimir Putin. La nascita della Comunità non deve essere interpretata in opposizione all’Unione europea, ma come la formazione di un polo economico complementare ad essa. La necessità di collegare i due mercati nasce dall’intensità del commercio tra i due attori. All’interno di questi scambi commerciali l’Italia si attesta come il terzo Paese destinatario di esportazione di prodotti dell’Unione, con 12.012 milioni di dollari, e il primo importatore mondiale di prodotti commerciali dal Kazakistan; Il processo di rafforzamento dell’Unione doganale non fa che incentivare i benefici per l’economia italiana. Il flusso commerciale tra Italia e Russia è stato sintetizzato da Roberto Pelo e Stefano Torrembini con la formula «made in Italy per pagare la bolletta del gas», per sottolineare il ruolo delle aziende italiane in Russia come controparte della dipendenza energetica della penisola nei confronti del gigante russo[19].
Il punto cruciale dell’unione tra le due regioni economiche rimane l’Ucraina, un paese diviso tra i sostenitori di una politica filo-russa e coloro che sostengono una politica filo-occidentale. L’Ucraina si dimostra, pertanto, come un anello di congiunzione tra Unione europea e la Comunità eurasiatica, da una parte è disposta al negoziato per aprirsi verso l’Unione doganale, dall’altra nella primavera 2012 ha firmato un accordo di associazione con l’Unione europea per la creazione di una zona di libero scambio[20].