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  1. #21
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    Citazione Originariamente Scritto da Haxel Visualizza Messaggio
    ma se i padani sono un misto tra
    celtici, romani, ostrogoti, longobardi? un pò come tutti gli italiani
    http://forum.politicainrete.net/1876059-post304.html







    European Y-DNA haplogroups frequencies by country - Eupedia







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  2. #22
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    IL BACICCIA E' BULICCIO

    Bossi, un disastro, una mente contorta e dissociata, un incidente della democrazia italiana, uno sfasciacarrozze con il quale non mi siederò mai più allo stesso tavolo.

    (Silvio Berlusconi, 1994)

  3. #23
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    Citazione Originariamente Scritto da Andre86 Visualizza Messaggio
    http://forum.politicainrete.net/1725121-post8.html

  4. #24
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    150 UNITA': LE TRE LUCI SACRE DEL GRANDE ORIENTE ACCESE NOTTE 17 MARZO
    (ASCA) - Roma, 16 mar - Per l'intera notte del 17 marzo, in tutte le logge del Grande Oriente d'Italia rimarranno accese le tre luci sacre della Bellezza, della Forza e della Sapienza. A dare l'annuncio e' Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia (Goi).

    ''Insieme alle iniziative che il Grande Oriente ha messo in campo per le celebrazioni - rimarca l'avvocato ravennate alla guida del GOI - questo pensiero simbolico vuole essere un sicuro segno di speranza che invita i cittadini alla comunione e al progetto, vegliando sulla nostra amata Italia.
    La massoneria - conclude Raffi - e' forza morale e lievito per la societa': dara' il proprio contributo di pensiero e di azione per un nuovo racconto identitario. Dopo 150 anni, per restare insieme''.
    -----------------------------------------------------------------------------------
    Nell'udienza concessa il 29 maggio 1876 ai rappresentanti delle 24 città della Lega Lombarda, Pio IX rivolse un discorso di capitale importanza che potrebbe essere definito, come ha sottolineato Antonio Monti, Il Risorgimento italiano giudicato da Pio IX. Pio IX ricorda in quel discorso le origini dei moti che sconvolsero l'ordine politico e sociale della Restaurazione: «Sorge allora una setta, nera di nome e più nera di fatti, e si sparse nel paese, penetrando adagio in molti luoghi (la Carboneria). Più tardi un'altra ne compare che volle chiamarsi giovane: ma per verità era vecchia nella malizia e nelle iniquità(la giovane Italia). A queste due altre ancora ne vennero dietro, ma tutte alla fine portarono le loro acque torbide e dannose alla palude massonica». Questi agitatori e gli illusi da essi guadagnati, riuscirono al «trionfo del disordine e alla vittoria della più perfida rivoluzione».




    La padania 17-3-11
    Guardiamo all’Irlanda il cui simbolo è il trifoglio, una straordinaria bandiera di fede e identità
    Il 17 marzo è festa: viva san Patrizio!
    GIUSEPPE REGUZZONI
    Per me il 17 marzo è soprattutto san Patrizio.
    Irish Shamrock, il trifoglio, simbolo dell’Irlanda, ma anche
    Straordinaria bandiera di fede e identità: settecento anni
    di lotta per la libertà e l’indipendenza, con il più naturale
    e semplice dei simboli nazionali, sparso su tutti i prati
    dell’Isola di Smeraldo.
    Vuole la leggenda che san Patrizio, l’evangelizzatore dell’isola,
    si sia trovato a spiegare al popolo irlandese il più complesso
    dei dogmi religiosi, l’unità e trinità di Dio, e che, avuta
    una straordinaria intuizione, abbia raccolto da terra un trifoglio
    mostrandolo a chi gli stava davanti. Uno e trino, per l’appunto,
    e per di più straordinariamente verde, simbolo di una vita
    che a primavera sempre rifiorisce e lascia sperare anche noi
    che all’inverno di una retorica grigia e strumentale, possa
    finalmente seguire la rinascita.
    È toccato anche a me, in una delle più belle città lacustri
    della Padania, sedere a un medesimo tavolo con un professore
    in pensione che difendeva i luoghi comuni più i n so p p or t abili
    d e l l a «chincaglieria retorica» r i so r g im e nta l e .
    L’espressione, se si vuole irriverente, è di Antonio Gramsci,
    fondatore del quotidiano l’Unità, che oggi è divenuto il quotidiano
    dell’unità patriottarda, dimenticando che la sua denominazione
    era, all’origine, un richiamo all’unità dei proletari di tutto il mondo.
    Gli internazionalisti di ieri sono divenuti i paleorisorgimentali
    di oggi, ma, se si scava, continua a dominare sempre e solo il rosso.
    Si mettono insieme, con allegra e leggerissima malafede, luoghi comuni
    Tra loro inconciliabili, i Savoia con Mazzini e Garibaldi,
    arrivando a legittimare l’unità d’Italia in nome di quella farsa
    che furono i plebisciti, parlando persino di conquiste
    di libertà e modernità: che cosa sarebbe l’Italia senza Vittorio
    Emanuele II e le sue scelte?
    Capita di sentirsi doma n d a r e anche questo.
    Sarebbe certamente molto meglio di quello che è ora.
    Il punto, in ogni caso, non è l’unità in sé e per sé,
    ma il significato e la forma dell’unità. Anche Hitler
    ha unificato l’Europa, ma nessuno o quasi nessuno
    si sogna di indicarlo come modello.
    L’unità è un rapporto d’amore o di interesse,
    talora anche di ambedue, oppure è una forzatura
    violenta, uno stupro, in senso psicoanalitico, in ogni
    caso un rapporto non consensuale.
    L’unità ha senso solo con la libertà. Per questo il 17 marzo
    è tutto tranne che un compleanno da festeggiare….
    Che tristezza questa ubriacatura di cattiva retorica
    in salsa tricolore!
    Un’a ff e r ma z i on e non diventa vera per il fatto
    che è insistentemente ripetuta da televisioni, organi
    di stampa e cartelloni interni ai centri commerciali.
    Perché tutta questa paura della verità storica?
    Perché questa ostentazione di luoghi comuni, invece
    che un serio e critico approfondimento?
    Il professore sabaudo-mazziniano di cui sopra, perfetta
    Immagine di questa «chincaglieria retorica», si permetteva
    di ironizzare su una mia affermazione.
    Avevo detto che la Confederazione Elvetica è così unita
    da non avere bisogno di riempire le sue piazze di (orrendi)
    monumenti a Garibaldi, al punto da poter persino di chiamare
    “Via della Stazione” l’arteria centrale dei propri centri urbani.
    Giù, allora, lunghe sviolinate su come è importante e bello
    Avere tante vie Mazzini, via Garibaldi, Piazza Cavour etc.
    E, perché no, viaCadorna (il decimatore di fanti italiani),
    via Bixio (il fucilatore di Bronte), Piazza Umberto I
    (quello che si congratulò con Bava Beccaris per
    le cannonate su donne e bambini) ...
    I n t a n t o, mentre i nostri Soloni i r on i z za n o
    sul presunto grigiore elvetico, migliaia di nostri studenti
    e ricercatori bussano alle università svizzere e in “Via
    della Stazione” a Bellinzona non c’è il rischio di essere
    derubati come in Corso Garibaldi a Napoli.
    Da quando esiste questa Italia, nata in contrapposizione
    aperta a quella precedente, il “ b l a b l a ” r e t o r i c o
    dell’unità serve solo a giustificare lo status quo, a impedire
    il cambiamento e a ratificare il parassitismo di una parte
    del Paese ai danni di un’altra.
    Evidentemente, c’è chi si consola così.
    L’offensiva mediatica intorno al 17 marzo, voluta
    dalle Logge e dai poteri forti, sta paradossalmente
    fallendo.
    Più sbraitano, più è facile constatare che questo è
    un Paese diviso, senza fiducia in se stesso e con
    un orgoglio nazionale che non è nemmeno capace
    di difendere una sia pur minima idea di cittadinanza.
    Se amano tanto questa patria, perché tanto facilmente
    ne spalancano le porte a un’immigrazione indiscriminata
    e ne regalano la cittadinanza dietro presentazione
    di uno scontrino del caffè o poco più?

    La padania 18.3.11
    BOSSI SFOGGIA SPILLA CON TRIFOGLIO IRLANDESE
    La tradizionale spilletta con Alberto da Giussano e una con
    il Trifoglio simbolo dell'Irlanda. La sfoggiava ieri il leader della Lega,
    Umberto Bossi. L'inedita presenza dello “shamrock” sul bavero
    del ministro per le Riforme, trova una spiegazione nel fatto che ieri
    era la giornata di San Patrizio, festa nazionale irlandese.
    E così, al cronista che ha osservato da vicino il simbolo,
    Bossi ha voluto spiegare: «Non dimentico i miei amici irlandesi».
    Insomma un omaggio sincero a una terra da sempre nel cuore
    del leader leghista.




  5. #25
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    puoi mettere molti grafici, ma la storia è questa
    non si può più dire che il nord ha un passato solo celtico, se leggi vedrai che ho ragione
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  6. #26
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    Citazione Originariamente Scritto da Haxel Visualizza Messaggio
    puoi mettere molti grafici, ma la storia è questa
    non si può più dire che il nord ha un passato solo celtico
    Infatti, ha pure un passato germanico…

    http://forum.politicainrete.net/1876059-post304.html





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  7. #27
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    già ci capiamo...
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  8. #28
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    Predefinito Rif: Il 17 marzo? Festeggio San Patrizio

    Il Velino
    Lirica, quanto Risorgimento c’è davvero nel Nabucco?
    Apolitico e disinteressato all’Unità, Verdi ne divenne fautore solo coi moti del 1848. Sei anni dopo il "Va' pensiero".
    Hans Sachs
    In scena al Teatro dell’Opera di Roma, il “Nabucco” di Giuseppe Verdi, opera scelte per le celebrazioni del 150esimo dell’unità d’Italia, è uno sforzo produttivo enorme: Riccardo Muti, giunto da Chicago per curare personalmente tutte le prove, non si è limitato al ruolo di maestro concertatore ma ha curato, con attenzione, tutti gli aspetti dio uno spettacolo già all’insegna del tutto esaurito.
    Vale la pena riprendere il tema su quanto Verdi possa essere considerato “il bardo” del Risorgimento e in che misura “Nabucco” può essere vista come opera che contribuì al movimento di unità nazionale. Gli storici della musica ormai concordano che Verdi acquisì una coscienza risorgimentale solo in concomitanza dei moti del 1848, e delle guerre d’indipendenza.
    Occorre, però, fare alcune precisazioni. La coscienza risorgimentale di Verdi fu molto limitata. Il compositore è stato essenzialmente un apolitico, fedele suddito di Maria Luigia, l’asburgica duchessa di Parma, sino al trasferimento a Milano (1832) e anche dopo di allora non ebbe alcuna manifestazione di “dissidenza” nei confronti degli Asburgo, almeno fino al termine della II guerra d’indipendenza.
    Le opere della “trilogia popolare” (“Rigoletto”, “Trovatore” e “Traviata”) non ebbero le loro prime rappresentazioni nella Milano “liberata” con la II guerra d’indipendenza, ma nella Roma papalina e nella Venezia asburgica.
    La sua opera concettualmente più rivoluzionaria, “Stiffelio”, ebbe la prima rappresentazione a Trieste, città che fungeva da porto e da Borsa merci e valori della Vienna asburgica.
    Verdi, anzi, provava un certo disprezzo nei confronti della politica, palesato apertamente in “Simon Boccanegra”, “Don Carlo” e, soprattutto, “Aida”. Nominato senatore del Regno, non fece mistero (il suo epistolario è chiarissimo) di annoiarsi. Non potendo dimettersi, andava a palazzo Madama il meno possibile…
    In breve, la partecipazione di Verdi al movimento di unità nazionale fu sostanzialmente passiva, non come quella di Richard Wagner, rivoluzionario e nazionalista, che sin dalle prime opere (si pensi a “Lohengrin”) vagheggiava un nuovo e invincibile impero germanico. I suoi melodrammi vennero, però, letti come espressione risorgimentale da quella borghesia che andava a teatro, ne finanziava l’operatività ed era l’anima del movimento. Poco importa che alla prima alla Scala nel 1842 “Va’ pensiero” ricevette applausi di cortesia, mentre il pubblico si spellò le mani all’inno finale a Dio.
    Eppure, nell’immaginario, “Va’ pensiero” viene ancora oggi letto come simbolo del Risorgimento, uno dei due periodi peraltro - l’altro è il Seicento a Venezia - in cui in Europa la lirica si finanziò con le proprie gambe, ossia con i proventi della biglietteria e i finanziamenti dei “palchettisti”.
    Quanto allo spettacolo di Muti è per molti aspetti esemplare perché, da un lato, il direttore e l’orchestra danno un forte impulso ritmico ad un dramma di cui, sulla scena, di risorgimentale c’è poco o nulla; Scarpetta offre infatti una lettura visionaria in una scena unica e costumi in gran misura in bianco e nero, lontani da interpretazioni colossali (come ad esempio nella messa in scena curata, sempre a Roma, da Jacob Kaufmann nel 2004 e nel 2007). Nonostante l’età, grazie alla tecnica e alla recitazione, Leo Nucci affascina ancora come Nabucco. Al suo fianco due scoperte, almeno per l’Italia: l’ungherese Csilla Boross nel ruolo impervio di Abigaille e l’ucraino Dmitry Beloselskiy in quello di Zaccaria. L’augurio è di un cd e un dvd.


  9. #29
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    Predefinito 23 Aprile. San Giorgio



    Viva San Giorgio e la Sua Croce, simbolo di Genova, Milano, Bologna, Alessandria, e tanti altri comuni padani.

    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  10. #30
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    Predefinito Rif: 23 Aprile. San Giorgio

    VIVA!!!! :gluglu:

 

 
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