User Tag List

Pagina 1 di 7 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 62
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Sep 2010
    Località
    Ovunque
    Messaggi
    9,402
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    Libia/ Sangue a Bengasi, almeno 24 persone uccise in un giorno

    Ma per fonti di stampa e ong le vittime sarebbero molte di più





    Tripoli, 19 feb. (TMNews) - Ventiquattro persone sono rimaste uccise negli scontri di ieri tra forze di sicurezza e manifestanti anti-regime a Bengasi, in Libia: il bilancio delle vittime è stato fornito da alcune fonti sanitarie locali e dal quotidiano Quryna, vicino a uno dei figli del colonnello, Seif el Islam Gheddafi. Il giornale ha precisato che si tratta di manifestanti uccisi da colpi d'arma da fuoco mentre "tentavano di attaccare" una caserma e un commissariato durante un funerale.

    Secondo un conteggio compiuto dall'Afp, almeno 65 persone sono morte in Libia dall'inizio del movimento di sommossa popolare contro il colonnello Muammar Gheddafi, al potere dal 1969. L'organizzazione non governativa Human Rights Watch ha invece stilato un bilancio ben più pesante, di almeno 84 morti a partire solo da giovedì. Tutti i medici della città sono stati chiamati all'ospedale di Al Jalaa, e la popolazione è stata esortata a donare sangue.

    La giornata di oggi si è aperta con la sospensione dei servizi internet in tutto il Paese da parte del governo; i manifestanti avrebbero invece occupato l'aeroporto di Bengasi, teatro degli scontri più sanguinosi e dove ieri è stata data alle fiamme la sede di una radio locale. La televisione satellitare panaraba Al Jazeera ha riportato testimonianze secondo cui stamane vi sarebbero ancora morti nelle strade e immagini di 'obitori d'emergenza'. Nell'ospedale, secondo queste testimonianze, potrebbero esserci circa 120 morti.(con fonte Afp)





    TMNews - Libia/ Sangue a Bengasi, almeno 24 persone uccise in un giorno
    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Sep 2010
    Località
    Ovunque
    Messaggi
    9,402
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    Libia: ancora scontri, almeno 84 morti

    Bilancio di una ong americana. Testimoni parlano di 70 manifestanti uccisi a Bengasi. Caccia al figlio di Gheddafi




    MILANO - Scontri e violenze. Il Nordafrica e parte del Medio Oriente sono ancora in sommossa. Dopo il cambio di regime in Tunisia ed Egitto proteste e manifestazioni si susseguono in Libia, Bahrein, Yemen e ora anche in Kuwait.

    LIBIA - Le forze di sicurezza libiche avrebbero ucciso almeno 84 manifestanti in tre giorni di proteste contro il regime di Muammar Gheddafi. A sostenerlo dal Cairo è l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, che cita interviste telefoniche con fonti mediche e testimoni. In particolare il regime avrebbe ucciso almeno 70 manifestanti a Bengasi, seconda città della Libia, mentre sono in aumento in tutto il Paese le proteste contro il colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce l'emittente Al Jazeera, citando un medico locale che ha visto i corpi nel principale ospedale cittadino. «L'ho visto con i miei occhi: almeno 70 cadaveri in ospedale», ha detto Wuwufaq al-Zuwail, aggiungendo che le forze della sicurezza hanno impedito alle ambulanze di recarsi nei luoghi delle proteste. Spiegando che il governo di Tripoli ha bloccato il segnale di Al Jazeera nel paese, l'emittente riferisce inoltre che, secondo testimonianze, è stato oscurato anche il sito web. Secondo una società specializzata americana in particolare la rete internet sarebbe stata disattivata in tutto il Paese.


    CACCIA AL FIGLIO DI GHEDDAFI - La rivolta contro il regime avrebbe anche coinvolto direttamente la famiglia del colonnello Gheddafi. C'era anche uno dei figli del leader libico, Saad, tra i fedelissimi del regime che venerdì sera sono stati assediati dai manifestanti nell'albergo «Uzu» di Bengasi. Secondo quanto riporta il sito «Libya al-Youm», ritenuto vicino alle opposizioni, Saad e altri uomini fedeli al colonnello sarebbero riusciti a fuggire dall'albergo, ma ancora bloccati in città. Per liberare Gheddafi junior il governo ha inviato un battaglione composto da 1500 uomini della sicurezza guidati del genero del leader libico, Abdullah Senoussi, il cui compito è quello di riportare Saad sano e salvo a Tripoli. Venerdì sera alcuni abitanti del quartiere dove si trova l'albergo avevano circondato la struttura per cercare di catturare il figlio del leader libico.

    KUWAIT - Proteste sono segnalate anche in Kuwait dove in una manifestazione tenutasi a Jahra a nord ovest di Kuwait city ci sarebbero stati almeno 30 feriti oltre a 50 arresti. In particolare la protesta è stata alimentata dai beduini che non hanno la nazionalità kuwaitiana.

    BAHREIN - In Bahrein la coalizione Wefaq, principale gruppo di opposizione sciita, ha respinto l'offerta di dialogo avanzata da re Hamad, ribadendo che prima il governo dovrá rassegnare le dimissioni e ritirare i soldati dalle strade di Manama. Lo riferisce la Bbc, ricordando che ieri sono stati almeno 50 i feriti durante i funerali dei 4 manifestanti uccisi nei giorni scorsi. Re Hamad Isa al-Khalifa aveva chiesto al figlio maggiore Salman di avviare colloqui a livello nazionale per risolvere la crisi.

    OMAN - Anche Muscat, in Oman, è stata teatro di manifestazioni anti-governative per chiedere «democrazia» e «più soldi e più lavoro». Venerdì , dopo la preghiera , nel distretto commerciale di Ruwi, nella capitale dell'Oman, circa 300 tra donne e uomini hanno manifestato pacificamente per circa un'ora. In risposta alle proteste nate per la disoccupazione e la povertà, il piccolo paese non-Opec ha aumentato gli stipendi dei dipendenti nazionali che lavorano nel settore privato.

    ALGERIA - Cariche della polizia e primi feriti anche nel centro di Algeri, dove 400 manifestanti stanno sfidando il divieto di manifestare nella capitale algerina. Nella piazza del 1 maggio, luogo di ritrovo del corteo dell'opposizione, le forze di sicurezza impediscono di sostare. Qualsiasi passante che si ferma viene picchiato dalla polizia, riferiscono testimoni oculari. «Il dispositivo di sicurezza - spiega il sito del quotidiano indipendente Al-Watan - è presente in modo massiccio, molto più numeroso della settimana scorsa, ed ha di fatto chiuso quasi ermeticamente la piazza». Il corteo convocato dal Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia (Cncd) segue di una settimana un'altra manifestazione dell'opposizione algerina, repressa dalla polizia con cariche ed arresti. Un deputato algerino del partito di opposizione «Raggruppamento per la cultura e la democrazia (RCD)», Tahar Besbes, è in coma dopo essere stato colpito da un pugno da un agente durante la manifestazione di Algeri. Lo ha riferito il portavoce del partito, precisando che il deputato ha battuto violentemente la testa cadendo a terra.

    GIBUTI - Sono «invece dai tre ai cinque» i morti registrati negli scontri avvenuti in Gibuti tra la polizia e i manifestanti contro il presidente Ismail Guelleh. Lo riferisce un leader dell'opposizione in esilio a Londra, Abdourahman Boreh, aggiungendo che il capo del Partito del Gibuti per lo sviluppo, Mohamed Daoud Chehem, è stato arrrestato dalle autorità per aver manifestato. «I manifestanti sono stati picchiati con bastoni e attaccati con gas lacrimogeni - ha detto Boreh - a quel punto i manifestanti hanno dato fuoco ad auto della polizia. Credo che oltre 10 manifestanti siano stati seriamente feriti e da tre a cinque sono stati uccisi». Intanto la polizia sta cercando, per arrestarli, Ismael Guedi Hared, presidente del Sindacato per un'alternativa democratica, e Aden Robleh Awaleh, leader del Partito nazionale democratico. Guelleh, 63 anni, è stato eletto per la prima volta nel 1999 e a marzo ha emendato la costituzione per poter estendere il suo mandato di due ulteriori mandati di sei anni ciascuno. Da ieri è in corso una protesta nel Paese e, stando al sito Djibouti24, un agente di polizia è stato ucciso e un secondo è in coma dopo essere stato colpito da una pietra.

    OBAMA - Dagli Stati Uniti intanto è arrivata la condanna del presidente Barack Obama, che si è detto «molto preoccupato» dalle violenze contro i manifestanti in Libia e anche in Yemen e Bahrein. «Gli Stati Uniti condannano l'uso della violenza da parte dei governi contro i manifestanti pacifici», ha dichiarato il presidente in un comunicato.

    Redazione online
    19 febbraio 2011






    Libia: ancora scontri, almeno 84 morti - Corriere della Sera
    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Sep 2010
    Località
    Ovunque
    Messaggi
    9,402
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    Continua la rivolta in Libia: gli scontri e le manifestazioni dilagano in tutto il Maghreb e nel Medio Oriente. Sono già quaranta le vittime dall’inizio della protesta contro Gheddafi, che minaccia una repressione “devastante”. Intanto Barack Obama ha condannato le violenze contro i manifestanti in Libia, Yemen e Bahrein. Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, ha affermato che Obama è “profondamente preoccupato” per la situazione in Medio Oriente. Inoltre il presidente degli Stati Uniti ha chiesto ai governi coinvolti di evitare atti di violenza.






    http://www.haisentito.it/articolo/li...k-obama/38683/
    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Sep 2010
    Località
    Ovunque
    Messaggi
    9,402
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    Libia/ Berlusconi: Preoccupato,ma non voglio disturbare Gheddafi
    Non l'ho chiamato, situazione lì è in evoluzione



    Roma, 19 feb. (TMNews) - Silvio Berlusconi si dice preoccupato per quanto sta avvenendo in Libia, ma spiega di non aver sentito il suo amico Gheddafi per non "disturbarlo" in un momento così delicato. "Siamo preoccupati - dice il premier ai giornalisti - per tutto quello che sta accadendo lì in tutta l'area".

    A chi gli chiedeva se avesse sentito il colonnello, il premier ha risposto di no perché "la situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno".




    Libia/ Berlusconi: Preoccupato,ma non voglio disturbare Gheddafi - Politica - Virgilio Notizie
    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  5. #5
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Sep 2010
    Località
    Ovunque
    Messaggi
    9,402
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Sep 2010
    Località
    Ovunque
    Messaggi
    9,402
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  7. #7
    email non funzionante
    Data Registrazione
    26 Sep 2010
    Messaggi
    1,609
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    domenica 20 febbraio 2011, 08:00


    I ribelli danno la caccia ai figli di Gheddafi



    Il Cairo

    Il colonnello Mu'ammar Gheddafi sta vivendo in queste ore il più importante attacco contro il suo regime. A causa delle enormi restrizioni imposte ai mass media è quasi impossibile capire quale sia in queste ore la reale situazione nel Paese. A sollevarsi contro il rais, al potere da 42 anni, è la parte est della Libia: Bengasi, Al Baida, Zawiya, Darnah. Il dissenso non sembra aver ancora toccato Tripoli, roccaforte di Gheddafi, assieme alla sua città natale, Sirte. La risposta del regime è una retata di decine di cittadini stranieri di Paesi arabi appartenenenti - afferma l’agenzia ufficiale libica Jana - a una «rete» che aveva lo scopo di destabilizzare il Paese. Secondo la Jana, che cita fonti «sicure», le decine di persone arrestate «in alcune città libiche» sono state «addestrate per nuocere alla stabilità della Libia, alla sicurezza dei suoi cittadini e alla loro unità nazionale». Secondo fonti vicine all’inchiesta cui fa riferimento l’agenzia, «gli organi di sicurezza libici hanno stabilito che le persone arrestate sono di nazionalità tunisina, egiziana, sudanese, palestinese e siriana», e anche «turca».
    Ieri, a Bengasi, sarebbe già cominciata la caccia ai membri del clan Gheddafi: sono circolate voci sulla morte di un nipote del rais, forse ucciso in un attacco a una caserma. E l'albergo dove si trovava uno dei figli del leader, Saad, sarebbe stato preso d'assalto. L'uomo si sarebbe salvato grazie alle forze di sicurezza. Secondo Human Rights Watch, dopo diversi giorni di protesta, i morti negli scontri sarebbero poco meno di un centinaio.
    «Abbiamo chiesto a tutti i dottori di correre all'ospedale - ha detto un medico di Bengasi a Hrw - perché non abbiamo mai visto nulla di simile». «È un massacro», dice al Giornale dalla Gran Bretagna Ahmed S., 26 anni, membro di un'organizzazione giovanile libica. I suoi cugini vivono a Bengasi. Si manifesta ovunque, racconta. «La popolazione controlla gran parte delle città dell'est e a Bengasi ha preso anche la radio». Da ore gli abitanti usano i suoi microfoni per aggiornare il mondo sulla situazione. E in Italia, gli eventi libici hanno già aperto la polemica. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha detto di essere preoccupato per tutto ciò quello sta avvenendo nei Paesi del Nord-Africa, ma che per ora non intende «disturbare» Gheddafi. Dopo la dichiarazione del premier le opposizioni si sono scatenate, invocando una condanna delle violenze un intervento nei confronti di Tripoli, anche con la sospensione del Trattato di amicizia firmato dai due leader nel 2008. Le poche notizie dalla Libia sono arrivate ieri via telefono: internet è stato bloccato per diverse ore. Ahmed S. ha parlato con i suoi parenti: raccontano che a sparare sulla folla non siano stati né polizia né esercito, ma mercenari in arrivo dal Chad e dalla Mauritania, pagati dal regime migliaia di dollari.
    «Sono atterrati con tre aerei. In molte zone, la polizia e l'esercito quando hanno visto arrivare soldati stranieri hanno preso le parti della popolazione». E anche l'emittente Al Jazeera ha mostrato le immagini di uomini con armi automatiche e giubbotti anti-proiettile. Si sarebbero appostati sui tetti, per sparare alla folla. Per Heba Morayef, di Hrw, ad agire contro i manifestanti ci sarebbero anche le forze speciali. Le persone a Bengasi e Al Baida - spiega al Giornale - sono ispirate dagli eventi in Tunisia ed Egitto. Non c’è un'opposizione organizzata nel Paese. «Nel sistema della Jamahiriya, la Repubblica libica, è vietato creare partiti: il governo, in teoria, sarebbe il popolo». Lo stesso Gheddafi non ha in realtà nessun titolo ufficiale, oltre all'onorifico nome di guida della Rivoluzione. In un Paese dove le tribù sono lo scheletro della società, sono fedeli al rais e legate a lui dalle rendite petrolifere, i giovani che hanno innescato in queste ore le proteste si trovano stritolati da due tipi di potere autoritario - spiega Thomas Hüsken, antropologo sociale all'università di Bayreuth, in Germania - e si trovano a dover agire entro i limiti imposti dal regime e quelli imposti dal clan. E né l'uno né l'altro offrono loro quello che vogliono.






    I ribelli danno la caccia ai figli di Gheddafi - Esteri - ilGiornale.it del 20-02-2011
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

  8. #8
    email non funzionante
    Data Registrazione
    26 Sep 2010
    Messaggi
    1,609
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    Libia: al-Arabiya, interrotta connessione a Internet





    Tripoli, 19 feb. - (Adnkronos/Aki) - L'emittente televisiva al Arabiya ha annunciato oggi che in Libia e' stato interrotto il collegamento a Internet in seguito alla rivolta popolare che da tre giorni si svolge nel Paese nordafricano per chiedere le dimissioni del colonnello Muammar Gheddafi e maggiori diritti civili. L'obiettivo del leader libico, da 41 anni al potere, e' quello di limitare la diffusione di notizie sugli scontri in corso tra manifestanti e polizia e gli appelli ad aderire alla protesta diffusi tramite il Web, mezzo usato anche per chiamare alla rivolta in Tunisia e in Egitto.
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    26 Sep 2010
    Messaggi
    1,609
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    «Io medico di Bengasi ho visto 19 cadaveri e centinaia di feriti»






    In Bahrein la coalizione Wefaq, principale gruppo di opposizione sciita, ha respinto l’offerta di dialogo avanzata da re Hamad, ribadendo che prima il governo dovrà rassegnare le dimissioni e ritirare i soldati dalle strade di Manama. Lo riferisce la Bbc, ricordando che venerdì sono stati almeno 50 i feriti durante i funerali dei 4 manifestanti uccisi nei giorni scorsi. I dimostranti continuavano a urlare: «Rimuovete la famiglia reale». L’esercito di Manama ha usato le maniere forti contro l’opposizione, uccidendo almeno 6 persone. Re Hamad Isa al-Khalifa aveva chiesto al figlio maggiore Salman di avviare colloqui per risolvere la crisi. I governi di Francia e Regno Unito hanno sospeso la vendita di apparati e sistemi di sicurezza al Barhein per evitare che possano essere usati contro la popolazione.




    «Io medico di Bengasi ho visto 19 cadaveri e centinaia di feriti» - Esteri - ilGiornale.it del 20-02-2011
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

  10. #10
    email non funzionante
    Data Registrazione
    26 Sep 2010
    Messaggi
    1,609
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Libia - la rivolta contro il regime di Gheddafi

    19-02-2011
    LIBIA: 84 MORTI IN TRE GIORNI.
    E LA PROTESTA SI ALLARGA

    Continuano le manifestazioni contro i sistemi politici in Libia, Algeria, Bahrein e Yemen e sale il numero delle vittime negli scontri in piazza. Ottantaquattro morti in tre giorni di proteste contro il regime di Muammar Gheddafi in Libia, proteste in piazza anche in Algeria con manifestazioni che si susseguono ad Algeri e un deputato dell'opposizione che, coinvolto negli scontri, sarebbe finito in coma. E ancora: il sindacato generale del Barhein ha convocato uno sciopero a tempo indeterminato per chiedere il diritto di organizzare proteste pacifiche senza l'intervento violento delle forze di sicurezza mentre un ragazzo ha perso la vita in Yemen.



    LIBIA. Le forze di sicurezza libiche hanno ucciso almeno 84 manifestanti in tre giorni di proteste contro il regime di Muammar Gheddafi. A sostenerlo e' l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, che cita interviste telefoniche con fonti mediche locali e testimoni.

    ''Ieri - spiega in una nota l'organizzazione con base a New York - migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Bengasi, Al Beida, Ajdabiya, Zawiya e Derna, dopo i violenti attacchi contro le proteste pacifiche che il giorno prima avevano causato la morte di 20 persone a Bengasi, 23 ad Al Beida, tre a Ajdabiya e tre nel Derna''.

    Inoltre, si legge ancora, ''fonti ospedaliere hanno riferito a Human Right Watch che altri 35 manifestanti sono stati uccisi ieri a Bengasi, tutti con colpi d'arma da fuoco''.

    Il vicedirettore di Hrw per Medio Oriente e Nordafrica, Joe Stork, ha invitato le autorita' libiche a rispettare il diritto di libero assembramento.

    ''Le forze di sicurezza di Gheddafi - ha denunciato - stanno sparando contro i cittadini solo perche' stanno chiedendo un cambiamento e uno Stato di diritto''. Le autorita' libiche ''dovrebbero consentire ai manifestanti di potersi esprimere''. Gheddafi e' il leader della Libia dal 1969 ed e' il sovrano che da piu' tempo governa nel mondo arabo.

    ALGERIA. Proteste in piazza anche in Algeria con manifestazioni che si susseguono ad Algeri e un deputato dell'opposizione che, coinvolto negli scontri, sarebbe finito in coma. Circa 200 manifestanti si sono riversati oggi in piazza Primo Maggio, al centro di Algeri, per protestare contro il sistema politico e chiedere un ''Algeria libera e democratica''. La polizia in tenuta antisommossa si e' scontrata contro i dimostranti per impedire l'accesso alla piazza dove sabato scorso si era tenuta la prima ''giornata della collera''. I manifestanti, urlando slogan come ''la gente vuole la caduta del regime'', sono riusciti a forzare il blocco, ma sono stati poi dispersi. Nella manifestazione il deputato di opposizione Tahar Besbes, travolto dagli scontri, sarebbe finito in coma.

    Si tratta di un deputato del Raggruppamento per la cultura e la democrazia (Rcd), picchiato dalla polizia e subito ricoverato d'urgenza all'ospedale Mustafa Bacha, ad Algeri.

    Secondo le prime ricostruzioni l'uomo, colpito allo stomaco da un poliziotto, sarebbe caduto a terra sbattendo la testa contro il marciapiede.

    BAHREIN. I manifestanti oggi sono tornati anche a Pearl Square, a Manama, dopo due giorni dal raid della polizia del Bahrein che causo' la morte di quattro dimostranti antigovernativi e 95 feriti. Veicoli blindati erano stati infatti dispiegati nella capitale lungo l'autostrada verso piazza Pearl, nel tentativo da parte del governo di mettere fine ai tre giorni di proteste antiregime.

    In mattinata i mezzi corazzati delle forze di sicurezza hanno lasciato la piazza. Intanto il re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, si legge in una nota del Palazzo reale del piccolo emirato del Golfo, ha dato mandato al principe ereditario di avviare un dialogo per risolvere la crisi nata dopo le proteste in piazza. L'opposizione pero', attraverso Abdel Jalil Khalil Ibrahim, capogruppo parlamentare di Al Wefaq, principale blocco sciita, ha respinto l'offerta chiedendo che prima il governo si dimetta e i militari si ritirino dalle strade.

    Il sindacato generale del Barhein ha convocato uno sciopero a tempo indeterminato per chiedere il diritto di organizzare proteste pacifiche senza l'intervento violento delle forze di sicurezza.

    YEMEN. Uno studente ucciso e altri cinque rimasti feriti, di cui uno in modo serio, e' il drammatico bilancio degli scontri avvenuti oggi tra i manifestanti anti-regime e i sostenitori del presidente Ali Abdullah Saleh, vicino al campus universitario di Sanaa, in Yemen. L'uccisione del ragazzo e' avvenuta quando i sostenitori del governo, armati con pistole e manganelli hanno cercato di penetrare il campus e gli studenti hanno risposto lanciando delle pietre. I ragazzi protestano da giorni, ma non sono mai riusciti ad arrivare nei pressi del Palazzo presidenziale perche' sempre fermati da sostenitori del governo. La vittima sarebbe la prima registrata a Sanaa.

    Fonti sanitarie avevano registrato invece quattro morti nella citta' portuale di Aden dove altre 17 persone sono rimaste ferite, di cui 5 soldati.






    LIBIA 84 MORTI IN TRE GIORNI br E LA PROTESTA SI ALLARGA
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

 

 
Pagina 1 di 7 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Libia: caduto il regime di gheddafi
    Di Avanguardia nel forum Socialismo Nazionale
    Risposte: 113
    Ultimo Messaggio: 19-11-11, 20:39
  2. Risposte: 411
    Ultimo Messaggio: 27-08-11, 02:16
  3. Libia: al-Qaeda, Gheddafi assassino, sosteniamo la rivolta
    Di Amalie nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 22
    Ultimo Messaggio: 24-02-11, 16:07
  4. LIBIA E GHEDDAFI: COSA C'E' (DAVVERO) DIETRO LA RIVOLTA
    Di marocchesi nel forum Destra Radicale
    Risposte: 18
    Ultimo Messaggio: 23-02-11, 13:15
  5. Risposte: 21
    Ultimo Messaggio: 04-09-08, 13:42

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito