Originariamente Scritto da
Gigione
Ancora con questo compendio, ma che rottura di coglioni, se qualcuno approfitta ingiustamente del proprio ruolo non c'è bisogno del manuale di istruzioni per capirlo.
La lettera L'ex ambasciatore americano Spogli
«Grati all'Italia, miglior alleato degli Usa»
Caro direttore,
dalla pubblicazione dei primi cablogrammi diplomatici sottratti da Wikileaks negli ultimi mesi dello scorso anno,
sulla stampa italiana sono apparse spesso notizie riguardanti gli Stati Uniti e l'Italia. Nella frenesia di segnar punti a proprio vantaggio, che domina l'infuocata scena politica italiana in questo momento, ciò che è andato perso è il giudizio imparziale sui rapporti tra Italia e Stati Uniti instaurati da Silvio Berlusconi e dai governi da lui guidati.
Gli Stati Uniti non hanno miglior alleato dell'Italia sul continente europeo. Ho ripetuto a più riprese queste parole, in veste di ambasciatore, e sono fermamente convinto che esse corrispondono a verità ancora oggi come nel 2005, quando ebbi occasione di pronunciarle. Dai Balcani, dal Libano, dall'intera area del Medio Oriente fino in Iraq e Afghanistan, il contributo italiano in termini di uomini, materiali e aiuti finanziari a sostegno di politiche e iniziative condivise resta impareggiabile. Quando è stata invitata ad appoggiare un obiettivo americano, l'Italia non si è mai tirata indietro. La nostra cooperazione alla difesa è in continuo sviluppo e oggi i nostri rispettivi Paesi godono di una relazione tra le più strette e variegate, tra tutti i rapporti bilaterali militari.
Una collaborazione così intensa ha contribuito a innalzare l'Italia a una statura senza precedenti sulla scena politica internazionale. Spesso giudicata in passato un partner di secondo piano, dal 2000 in poi l'Italia ha assunto una posizione di grande rilievo sul palcoscenico mondiale tra i Paesi del G8. In un articolo pubblicato su questo quotidiano nel settembre del 2010, ho avuto modo di commentare come l'Italia abbia saputo, in meno di un decennio, abbandonare la tradizionale immagine di peso piuma a livello mondiale per trasformarsi in un importante e prezioso collaboratore per il mantenimento della pace e della stabilità.
Sotto il profilo storico, per quanto forti e reciprocamente vantaggiosi siano stati in passato, solo con l'insediamento del governo di Silvio Berlusconi nel 2001-2006 i nostri rapporti politici hanno raggiunto la preminenza di cui godono oggi. L'eccellente rapporto personale tra il presidente Bush e il premier Berlusconi è nato da una visione condivisa delle sfide e delle opportunità a livello globale e del modo migliore per affrontarle. Difatti, l'ascesa dell'Italia ad attore chiave sulla scena internazionale è coincisa con un periodo di intensa collaborazione tra Italia e Stati Uniti che si protrae fino ad oggi ed è stata favorita sul versante italiano in primo luogo dai governi Berlusconi del 2001-2006 e del 2008 fino ai nostri giorni. Benché la coalizione di Prodi del 2006-2008 abbia appoggiato anch'essa la maggior parte degli interventi americani - con l'importante eccezione dell'Iraq - nessuno ha mai sostenuto con pari lealtà e coerenza le posizioni politiche americane come Silvio Berlusconi.Certo, ci sono state divergenze di opinione su alcune questioni, per lo più riguardanti la Russia, ma non solo. Nel corso degli anni, tuttavia, queste differenze sono state in gran parte superate o sono diventate irrilevanti. Ma nulla di tutto ciò - e tanto meno l'attenzione morbosa dei media su alcuni commenti espliciti contenuti nei cosiddetti cablogrammi segreti - potrà mai mettere in dubbio la stretta alleanza che accomuna l'America e l'Italia, unite nello sforzo di trovare soluzione ai più spinosi problemi del mondo.
Per il suo spirito collaborativo, l'America ha un debito di gratitudine nei confronti del premier Silvio Berlusconi.
Ambasciatore Ronald P. Spogli
25 febbraio 2011
«Grati all'Italia, miglior alleato degli Usa» - Corriere della Sera
Come dire......ma wikiciupamelo
iaociao: