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  1. #1
    Tradizional-Socialista
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    Predefinito La Lega vista da destra,aspre critiche ad un movimento giudicato "piccolo-borghese"

    La lente delle riviste
    La Lega vista da destra
    Da uno scarso interesse ad un entusiasmo poi rimangiato.
    Aspre critiche ad un movimento giudicato "piccolo-borghese"

    Francesco Germinario
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    Riportiamo parte dell'inchiesta del prof. Francesco Germinario, ricercatore presso la "Fondazione Micheletti" in Brescia, pubblicata su "L'Almanacco del Popolo" nel gennaio '94. Al di là dell'etichetta "destra radicale" che il prof. Germinario utilizza per definire la nostra collocazione (e che egli stesso, nell'introduzione alla sua ricerca, definisce; «(...) la stessa definizione di "destra radicale" coniata a suo tempo ci pare scientificamente insufficiente a definire l'attuale specificità di quest'area politico-culturale. Precisiamo, dunque, che in questa sede il concetto di "destra radicale" sarà utilizzato per comodità e soprattutto in assenza di un concetto scientificamente più soddisfacente»), si tratta di un lavoro ineccepibile per la sua correttezza. "L'Almanacco del Popolo" è in vendita presso le Librerie Feltrinelli.
    --------------------------------------------------------------------------------
    Nell'approccio al tema dell'indagine abbiamo privilegiato l'analisi dell'atteggiamento di cinque riviste, "Orion", "Aurora", "Avanguardia", "L'Uomo libero", "Diorama Letterario". Queste pubblicazioni -tutte mensili, ad esclusione de "L'Uomo libero", a scadenza trimestrale- possono essere considerati i periodici più rappresentativi dell'area, costituendo ciascuna di esse una tendenza culturale specifica.
    Mentre "L'Uomo libero" e "Avanguardia" rivendicano l'ispirazione ai regimi fascisti e alla tradizione della cultura di destra, "Orion" ed "Aurora" hanno inteso avviare un discorso più revisionista rispetto a questa tradizione, specie nei confronti del fascismo italiano.
    Il primo periodico si è fatto cassa di risonanza dei gruppi populisti e antisemiti russi e dei gruppi nostalgici del regime sovietico, arrivando a teorizzare il nazionalcomunismo, ossia l'unione di gruppi neo-fascisti e neo-comunisti in un fronte di opposizione alle strategie dispiegate dalla cosiddette centrali del mondialismo (l'alta finanza, il sionismo, i gruppi monopolistici, ecc.) per americanizzare i popoli dell'ex-URSS.
    Il secondo fondato da militanti fuoriusciti dal MSI su posizioni rautiane, si è progressivamente avvicinato alle posizioni di "Orion", anche se tende a privilegiare come punto di riferimento la tradizione del cosiddetto «socialismo nazionale» italiano pre-fascista (l'interventismo rivoluzionario, il sansepolcrismo, ecc.).
    (...) Considerata sia la povertà d'analisi che il carattere episodico dei giudizi sul leghismo, se non una vera e propria indifferenza nei confronti di questo fenomeno, può essere utile interrogarsi sui motivi di quest'atteggiamento. L'indifferenza di questo settore della stampa della destra radicale verso il leghismo si spiega con la torsione dichiaratamente ideologica sia de "L'Uomo Libero" che, soprattutto, di "Avanguardia". Proprio l'indifferenza e il disinteresse verso la politica quotidiana rivelano come nella destra radicale i progetti di revisione teorico-politica promossi dai gruppi che ruotano attorno ad "Aurora" e "Orion", al di là della loro sincerità, risultano in complesso del tutto minoritari (...).
    (...) L'atteggiamento che meglio interpreta se non la disillusione, almeno l'ostilità di alcuni settori della destra radicale nei confronti della Lega è quello di Renato Pallavidini, responsabile torinese di "Aurora" e attualmente uno dei militanti più rappresentativi dell'area. (32)
    Legato alla cultura movimentista e socialisteggiante della destra, Pallavidini sottopone a dura critica i precedenti giudizi positivi sulla Lega espressi dalla rivista ("Orion", N.d.R.), spostando l'analisi dalla questione delle etnie ad un approccio più politico. Il suo è stato il primo intervento critico nei confronti della Lega pubblicato nella rivista. Ad avviso di Pallavidini, la Lega era lontana dalla cultura dei diritti delle minoranze linguistiche e delle etnie: «io penso che si tratti di una pura e semplice idealizzazione del fenomeno Lega Nord di ciò che alcuni nostri militanti vorrebbero che la Lega Nord fosse». (33) La base sociale leghista risulta variegata e contraddittoria, unita più che altro dalla protesta particolaristica e corporativa egemonizzata dal «malcontento espresso dagli ambienti industriali e medio-alto borghesi, che si collocano all'interno del sistema e ne sollecitano un funzionamento più efficace e razionale, per il quale è condizione preliminare un ricambio di classe di governo». I motivi conduttori della politica di Bossi sono: «da un lato un vergognoso sentimento antimeridionale (...), dall'altro la volontà egoistica e godereccia di poter usufruire senza problemi, e per intero, di questa ricchezza; una volontà, questa, che è lo specchio fedele di un modello di società individualistica, e frantumata in una miriade di interessi corporativi e reciprocamente contrapposti». (34) La conclusione di Pallavidini era che non solo la Lega non era un fenomeno rivoluzionario, ma non era da considerarsi neanche un momento di destabilizzazione del sistema di potere. Il giudizio sarebbe stato ribadito in un altro intervento pubblicato l'anno successivo: espressione degli umori di vasti settori di ceti medi e di piccola borghesia, il movimento di Bossi «può diventare uno strumento delle trame politiche del capitale finanziario italiano e delle forze imperialiste e mondialiste». (35) Quanto alle istanze autonomiste e federaliste, si trattava di posizioni interne alla logica capitalista e finanziaria niente affatto diversa da quella che aveva condotto il grande capitale ad appoggiare il fascismo. (36) Il dato significativo di questi giudizi di Pallavidini non consiste tanto nella messa in evidenza dei tratti apertamente conservatori, se non reazionari, del fenomeno leghista, quanto nel fatto che si trattava di una posizione isolata all'interno dell'area della destra radicale. Non è da escludere, quindi, che all'interno dell'area permanessero ancora residue illusioni in merito ad un ritorno della Lega alle sue posizioni originarie sulle etnie.
    Solo alcuni mesi dopo, quando ormai la Lega si era caratterizzata come forza parlamentare, quelle illusioni paiono cadere definitivamente. In un lungo articolo di commento alle ultime vicende politiche, Murelli operava una decisiva svolta, scrivendo che la Lega costituiva un soggetto politico «facilmente convertibile al progetto mondialista», una «semplice proposta revisionista degli interessi del vero Nemico: l'Alta Finanza». (37) Abbandonate le posizioni che tendevano a rimarcare gli aspetti filo-etnici del movimento, per Murelli e la redazione del mensile milanese la Lega «è diventata il trampolino di lancio del Nuovo Ordine Mondiale». (38) Quanto alla scelta liberista, si trattava di una posizione funzionale allo Stato centralista, lontana da quel carattere di rottura della tradizione statalista della società italiana: «i sostenitori di una politica economica liberista non riescono a scorgere che è stato proprio il liberismo a volere lo Stato centralizzato perché «funzionale ai propri interessi». (...)
    Netta opposizione
    Fondata da militanti missini emiliani di provenienza rautiana («il fascismo movimentista e rivoluzionario delle origini e della RSI rimane, ed è, il nostro punto di riferimento culturale, filosofico e operativo pur nella convinzione che l'epoca attuale abbisogni di strumenti e comportamenti adeguati e appropriati ai tempi») (41), il periodico "Aurora" ha avuto una scadenza trimestrale per i primi anni, per poi divenire mensile agli inizi del '92, estendendo la propria area di diffusione al di fuori del suo tradizionale ambito regionale.
    Considerata la scadenza inizialmente irregolare della rivista, gli interventi sulla Lega sono stati pochi e quasi tutti presenti negli ultimi fascicoli.
    Al contrario di "Orion", si è trattato però di interventi molto critici nei confronti del fenomeno leghista. In tutti gli interventi pubblicati su "Aurora" non ci sono mai riferimenti a problemi etnici sia per l'indifferenza del periodico a tali questioni -malgrado la vicinanza a certe posizioni di "Orion"- sia perché quando compaiono i primi interventi la Lega aveva abbandonato la sua prospettiva iniziale.
    Il primo significativo accenno alla Lega è quando ormai questo movimento aveva già ottenuto alcuni significativi successi elettorali. Ad avviso di Dorfkatze, uno dei collaboratori più presenti sulle pagine dei primi numeri della rivista, a fondamento del fenomeno leghista c'era lo stesso rifiuto per la partitocrazia, simile a quello che nel '71/'72 aveva caratterizzato i successi elettorali del MSI. (42)
    Le leghe manifestavano «la rabbia, l'indignazione e probabilmente l'impotenza di milioni di italiani non rappresentati». (43) La differenza significativa, però, rispetto al '71-'72 è che mentre in quell'occasione l'avanzata del MSI fu contenuta -«e comunque non in grado di modificare gli equilibri politici» (44)- perché le origini storico-politiche del partito e la sua ideologia «lo rendevano un soggetto vulnerabile», contro l'avanzata leghista, invece, il regime partitocratico non era riuscito ancora a trovare un antidoto convincente.
    Considerato che la linea politica del periodico è quella di dare vita ad un movimento politico nazionalpopolare, non meraviglia che "Aurora" manifesti a più riprese la sua opposizione verso la Lega. Considerata l'ispirazione «socialista nazionale» del collettivo redazionale, la rivista non ha mai concesso credito eccessivo alle posizioni di Bossi.
    Ad avviso dei redattori del periodico, la Lega è un movimento che rispecchia valori egoistici e borghesi, assolutamente non condivisibili da chi è legato al sentimento della «comunità di popolo»: «la Lega non ci piace. Non ci piace l'odio, l'egoismo sordido che ne costituisce il collante emotivo». (45) D'altro canto, risulta inaccettabile proprio quell'egoismo borghese del «(...) signor Brambilla (il quale, N.d.R.) dovrebbe ricordare che è proprio grazie al voto compatto del Sud se nell'immediato dopoguerra l'Italia non è diventata una repubblica bulgara; se lui adesso ci ha il fuoribordo in darsena e non è -come a Praga, Sofia, Bucarest- in piazza con una candela in mano ad implorare le briciole del lauto pasto altrui». (46)
    In altri termini, "Aurora" è contraria alla Lega perché movimento dagli istinti egoistici tipici del sovversivismo dei piccoli borghesi erangès e attentatore dell'unità nazionale. Così, ancora una volta è Pallavidini a sottolineare a più riprese la caratteristica piccolo-borghese del leghismo e l'impossibilità dei nazionalrivoluzionari di condividerne le prospettive politiche. È da rilevare che, caso isolato nella pubblicistica della destra radicale, il periodico emiliano ha più volte richiamato l'attenzione sugli aspetti razzistici e antimeridionali della Lega. Così mentre per Pallavidini e da chiedersi se le dichiarazioni neo-niceforiane di Miglio sui meridionali «non siano una provocazione stupida, o qualcosa di più inquietante» (47) per Costa «il separatismo leghista è incapace di comprendere che il popolo italiano è ormai diventato una stirpe". (48)
    Dunque, mentre "Orion" aveva attraversato una fase di simpatie e di benevola attenzione verso il leghismo, la linea di "Aurora" rimane sempre attestata all'opposizione.
    Questa posizione è ribadita da uno dei teorici storici della destra radicale, nonché collaboratore del mensile, Paolo Signorelli. Accusando il MSI di essersi fatto utilizzare dalla partitocrazia in funzione anti-Lega, Signorelli ribadisce di «non guardare con simpatia le Leghe (perché , N.d.R.) opposizione egoistica, rozza, non qualificata culturalmente». (49) Quanto al regionalismo federalista, lungi da l'essere una forma di rivalutazione delle tradizioni popolari, risulta incentrato «sull'individualismo, sull'egoismo, sulla fuga particolaristica». (50)
    Stabilite le dovute distanze dal fenomeno leghista, nei numeri successivi il periodico sarebbe ritornato sporadicamente sul problema ribadendo le proprie posizioni: la Lega era un fenomeno a caratterizzazione sociale piccolo-borghese con una linea politica di sovversivismo antinazionale. Considerata la linea nazionalpopolare della rivista, è da ipotizzare che i redattori di "Aurora" considerino il separatismo leghista il nemico da sconfiggere, probabilmente un nemico molto più pericoloso del sistema partitocratico. Non a caso analizzando i risultati elettorali delle amministrative di Milano e Torino, il commentatore politico del periodico, Pallavidini, avrebbe osservato che l'elezione di Formentini «fa paura a tutti coloro che amano la cultura e il libero dibattito». (51)
    (...)
    Francesco Germinario
    Note
    :
    (32) R. Pallavidini, "Itinerario Politico (Diario di un militante) ", S. E. B. , Milano, '92
    (33) R. Pallavidini, "Lega Nord e dintorni", in "Orion" n° 87, dicembre '91, pag. 5. L'articolo è preceduto da un capello redazionale in cui si prendono le distanze da alcuni punti dell'analisi dell'autore.
    (34) ivi, pag. 6
    (35) R. Pallavidini, "Elezioni '92: un'analisi", in "Orion", n° 91, aprile '92, pag. 11.
    (36) Per Pallavidini, esponente di quella cultura che privilegia il fascismo-movimento a scapito del fascismo-regime, la Lega Nord è caratterizzata dalla presenza delle classi medie, a scapito di quelle lavoratrici. Questo spiega a suo avviso il carattere filo-capitalistico del movimento di Bossi. Da qui il paragone tra il Fascismo-regime e la Lega Nord. «Nel '22 dalla protesta dei ceti medi nacque il Fascismo-regime, oggi sono sorti la Lega Nord e il vento separatista, ma nella sostanza si riproduce, entro forme politiche, programmi, valori diversi, un medesimo ribellismo piccolo-borghese che, privo di una guida cosciente, orientato spontaneamente su un falso obiettivo strategico, rappresentato dalla sola classe politica, può diventare uno strumento del potere economico». (ibidem)
    (41) L. Costa, "Avanti ed in alto", "Aurora", n° 3 luglio-settembre '91, pag. 1
    (42) H. L. Dorfkatze, "Leghe: la paura corre col vuoto", in "Aurora", n° 4 ottobre-dicembre '91, pag. 8
    (43) ibidem
    (44) ibidem
    (45) ibidem; ma vedi anche Anonimo (ma attribuibile a L. Costa) , "Editoriale", in Aurora n° 3, luglio-settembre '92, pag. 2
    (46) «nessuno che voglia dirsi oggi antagonista e nazionalrivoluzionario, può permettersi il lusso di lasciarsi ingabbiare in una polemica puramente antipartitica e antiparlamentaristica, che ci risucchierebbe nella protesta generica, nel sovversivismo piccolo-borghese contro la classe politica, ma inconcludente e spesso compiacente nei confronti del potere economico, come compiacente fu lo squadrismo agrario ieri, e la Lega Nord di oggi.» (R. Pallavidini, "Centralità del problema sociale nelle tattiche e nelle strategie di un nuovo movimento", in "Aurora", n° 5, ottobre-dicembre '92, pag. 6; ma vedi anche ID, "Situazione politica: le grandi manovre", in "Aurora", n° 1 gennaio '93, pag. 4.
    (47) R. Pallavidini, "Situazione politica: le grandi manovre", in "Aurora", cit. pag. 4.
    (48) Anonimo (ma attribuibile a L. Costa) "Editoriale", "Aurora", cit. pag. 2
    (49) P. Signorelli, "Sistema e false opposizioni", in "Aurora", n° 1, gennaio-marzo '92 pag. 5
    (50) ibidem
    (51) R. Pallavidini, "I nuovi vassalli", in "Aurora", n° 7, luglio '93, pag. 16
    Dicono di noi
    Chiunque stia dalla parte di una giusta causa non può essere definito un terrorista.
    Yasser Arafat

    Una religione senza guerra è zoppa.
    Ruhollāh Mosavi Khomeyni

  2. #2
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    Predefinito Rif: La Lega vista da destra,aspre critiche ad un movimento giudicato "piccolo-borghe

    Interessante ed istruttivo: la Lega Nord ha affascinato in diversi momenti anche tanti camerati o pseudo tali , finiti a militare nel partito di Bossi più perchè attirati dall'ambarabam propagandistico, dall'iconografia che non per una reale scelta d'identità.
    Constato che anche all'epoca, quando il movimento leghista apparve alla ribalta nazionale, tutti - o quasi tutti - i movimenti d'area criticarono ferocemente come organizzazione della piccola-media borghesia del nord il progetto padanista di cui si fece interprete Bossi.
    Analisi che per me rimangono validissime alla luce del successivo balzo in avanti, dall'abbraccio mortale con il berlusconismo e dall'aver accettato ruoli e posizioni di potere a livello di esecutivo nazionale che , di fatto, rendono la Lega un nemico dell'identità nazionale assoluto!
    Un socialista nazionale non potrà che combattere ad oltranza ogni tentativo, idea, progetto scissionista.
    "Sarebbe anche simpatico, se non fosse nazista!" (Malandrina) :gluglu:


    "Al di là dell'approvazione o disapprovazione altrui!" :gluglu:

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Ottobre Nero Visualizza Messaggio
    Interessante ed istruttivo: la Lega Nord ha affascinato in diversi momenti anche tanti camerati o pseudo tali , finiti a militare nel partito di Bossi più perchè attirati dall'ambarabam propagandistico, dall'iconografia che non per una reale scelta d'identità.
    Constato che anche all'epoca, quando il movimento leghista apparve alla ribalta nazionale, tutti - o quasi tutti - i movimenti d'area criticarono ferocemente come organizzazione della piccola-media borghesia del nord il progetto padanista di cui si fece interprete Bossi.
    Analisi che per me rimangono validissime alla luce del successivo balzo in avanti, dall'abbraccio mortale con il berlusconismo e dall'aver accettato ruoli e posizioni di potere a livello di esecutivo nazionale che , di fatto, rendono la Lega un nemico dell'identità nazionale assoluto!
    Un socialista nazionale non potrà che combattere ad oltranza ogni tentativo, idea, progetto scissionista.
    Da soggetto che ha indossato una camicia verde , consiglio caldamente quello che scrive in Padania , Jotsecondo , lui , per me hefico: , ha capito l'amabaradan che ci sta dietro .
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  4. #4
    Anticapitalista!
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    Predefinito Rif: La Lega vista da destra,aspre critiche ad un movimento giudicato "piccolo-borghe

    per alcuni brevi momenti la lega può aver dato voce ad Idee vicine alle nostre. questo bisogna ammetterlo (la battaglia antimondialista a fine '90, questione kosovo, ecc).

    la questione però è cosa è diventata la lega adesso: un carrozzone parademocristiano, pieno di gente allucinante e di riciclati, ruffiani e carrieristi pronti a tutto, arraffoni mangia-mangia, amici-degli-amici, parenti a tutti i livelli, paraculi e cagasotto, il mgp in testa, buoni solo a fare comunicati stampa e offrire da bere ai gazebo.
    ma ZERO Ideali e zero coraggio. unico obiettivo: poltrone e posti da sottobosco della politica per gli amici.

    ho già più volte raccontato quello che è successo a Torino in dicembre (e sul forum Carroccio hanno cancellato il tutto sdegnati, segno evidente che loro stessi si vergognano di simili figure ad opera dei loro simili): ben 120 'giovani padani', i leoni della lega, i braveheart della padania, di cui molta gente quasi trentenne, sono rimasti per ore chiusi dentro un edificio dove tenevano un 'corso' da futuri amministratori (ergo, magna magna) perchè fuori, in strada, c'erano 20-dicasi 20-VENTI!!!! antagonisti (di cui la metà donne) che presidiavano con uno striscione dietro a una fila di polizia in assetto da combattimento!
    si stavano cagando addosso dalla paura e nessuno ha avuto il coraggio di uscire, seppure presenti i poliziotti, finchè gli ultimi 3-4 antagonisti rimasti se ne sono andati!
    ma si può? è questa le gente 'coraggiosa' a cui si può affidare il nostro Futuro? sono questi i 'fucili' padani a cui accenna bossi?
    altro che secessione, questi sono fin troppo indaffarati ad intrallazzare e magnare (psi style) per pensare a fare la secessione!
    piazzare i parenti regola nr.1, altro che 'rivoluzione', altro che 'breaveheart!!!!

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da italicum Visualizza Messaggio
    ho già più volte raccontato quello che è successo a Torino in dicembre (e sul forum Carroccio hanno cancellato il tutto sdegnati, segno evidente che loro stessi si vergognano di simili figure ad opera dei loro simili): ben 120 'giovani padani', i leoni della lega, i braveheart della padania, di cui molta gente quasi trentenne, sono rimasti per ore chiusi dentro un edificio dove tenevano un 'corso' da futuri amministratori (ergo, magna magna) perchè fuori, in strada, c'erano 20-dicasi 20-VENTI!!!! antagonisti (di cui la metà donne) che presidiavano con uno striscione dietro a una fila di polizia in assetto da combattimento!
    si stavano cagando addosso dalla paura e nessuno ha avuto il coraggio di uscire, seppure presenti i poliziotti, finchè gli ultimi 3-4 antagonisti rimasti se ne sono andati!
    Anni fa a Modena, i militanti leghisti erano pronti a dare l'assalto al carcere durante la manifestazione pro serenissimi , là incarcerati ma qualcuno non sarebbe stato d'accordo .
    Il responsabile di questa involuzione ? Probabilmente uno sciamano hefico: .
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  6. #6
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    Predefinito Rif: La Lega vista da destra,aspre critiche ad un movimento giudicato "piccolo-borghe

    Citazione Originariamente Scritto da Freezer Visualizza Messaggio
    Anni fa a Modena, i militanti leghisti erano pronti a dare l'assalto al carcere durante la manifestazione pro serenissimi , là incarcerati ma qualcuno non sarebbe stato d'accordo .
    Il responsabile di questa involuzione ? Probabilmente uno sciamano hefico: .
    a parole sono pronti a fare un 48, ma nei fatti è un movimento di pusillamini e di poltronari e i fatti lo dimostrano!

    peccato che tanta gente caschi in questa 'rete' di proclami e dichiarazioni (possibilmente a tiro dei giornalisti) virulente a cui, poi, non seguno MAI i fatti!

    si veda anche per la costituzione europea: blablabla contro e poi l'hanno votata tutti!

  7. #7
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    Predefinito Rif: La Lega vista da destra,aspre critiche ad un movimento giudicato "piccolo-borghe

    Citazione Originariamente Scritto da Ottobre Nero Visualizza Messaggio
    Interessante ed istruttivo: la Lega Nord ha affascinato in diversi momenti anche tanti camerati o pseudo tali , finiti a militare nel partito di Bossi più perchè attirati dall'ambarabam propagandistico, dall'iconografia che non per una reale scelta d'identità.
    Constato che anche all'epoca, quando il movimento leghista apparve alla ribalta nazionale, tutti - o quasi tutti - i movimenti d'area criticarono ferocemente come organizzazione della piccola-media borghesia del nord il progetto padanista di cui si fece interprete Bossi.
    Analisi che per me rimangono validissime alla luce del successivo balzo in avanti, dall'abbraccio mortale con il berlusconismo e dall'aver accettato ruoli e posizioni di potere a livello di esecutivo nazionale che , di fatto, rendono la Lega un nemico dell'identità nazionale assoluto!
    Un socialista nazionale non potrà che combattere ad oltranza ogni tentativo, idea, progetto scissionista.
    Ma la lega è stata secessionista solo a fine novanta inizio anni zero. Per me pur non condividendo le idee nordiste (che poi in origine avrebbero più che altro dovuto produrre altre due leghe una del centro e una del sud), la lega resta un partito dalle posizioni accettabili se non sfociano nell'indipendentismo padano.
    Per il resto dei partiti militanti resta quello che ha ottenuto i maggiori successi, a differenza della cosiddetta destra radicale, che tanto parla e poco agisce.

 

 

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