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    Predefinito I dittatori sono “destituibili”: rimonta e declino degli scagnozzi militari degli USA

    I dittatori sono “destituibili”: rimonta e declino degli scagnozzi militari degli Stati Uniti


    La storia si ripete? Dal “re di Giava” al faraone d’Egitto, da Suharto a Mubarak




    di Michel Chossudovsky







    Nel maggio 1998, il presidente indonesiano Suharto è stato destituito in seguito alle proteste di piazza. Gli organi d’informazione occidentali hanno acclamato in coro la “democratizzazione”: il “re di Giava” era stato destituito da manifestazioni di massa come è accaduto per Hosni Mubarak definito dai media contemporanei il “faraone d’Egitto”.

    La crisi asiatica del 1997

    La crisi finanziaria asiatica del 1997, che ha impoverito milioni di persone, è stata creata da speculatori istituzionali. E’ stato un processo di manipolazione deliberata del mercato per destabilizzare la moneta nazionale attraverso la vendita “allo scoperto”.
    La rupia indonesiana è stata indebolita, il prezzo degli alimenti è salito alle stelle, i salari reali sono crollati di oltre il 50%. Gli operai della Nike impegnati nella produzione di articoli destinati all’esportazione guadagnavano 45 dollari al mese prima della crisi. Sulla scia della svalutazione della rupia, il loro salario è sceso sotto i 20 euro al mese.
    Le proteste del maggio 1998 contro il presidente Suharto sono scaturite da una povertà diffusa e dalle illegalità sociali causate dalla “medicina economica” fatale che il Fondo Monetario Internazionale(FMI) ha imposto prima e dopo la crisi asiatica.
    Il 13 maggio 1998, l’omicidio di sei studenti all’Università Trisakti di Giacarta ha portato alla richiesta delle dimissioni del presidente Suharto che aveva occupato il suo ruolo per 31 anni.
    In un commento pubblicato dal Times irlandese nel maggio 1998, l’autore del Centro di Ricerca sulla Globalizzazione, Finian Cunningham ha abbordato l’euforia dei media occidentali descrivendo Suharto come”il re di Giava destituito dal suo popolo”(Leggi Irish Times 22 maggio 1998).

    (Questa valutazione)giudica molto male l’equilibrio del potere, non solo in Indonesia ma in molte altre parti del mondo. La prima lezione da trarre dalle turbolenze in Indonesia dovrebbe essere il ruolo decisivo svolto dagli Stati Uniti e dal Fondo Monetario Internazionale(FMI). Quelli che dovrebbero attribuirsi il merito di aver destituito Suharto in modo decisivo, sono gli uomini d’azione dell’ordine capitalistico mondiale e non il potere del popolo. Dopo quasi 30 anni di saccheggio delle ricche risorse indonesiane è stato chiaro che Suharto non andava più bene alle potenze occidentali quando nell’autunno precedente l’Indonesia era stata infettata dall’influenza asiatica finanziaria.
    A differenza di altre piccole tigri asiatiche, Suharto ha dimostrato di non esser troppo abile nella gestione del solito trattamento impattante neoliberista del FMI volto ad una sedicente ripresa economica. Questo neocolonialismo ha l’effetto di consentire un miglior controllo delle risorse di un paese da parte del capitale straniero e lascia invariabilmente la maggior parte della popolazione nella miseria mentre la ricchezza viene travasata molto rapidamente nelle borse di Londra e di New York.

    In Indonesia, i segnali sono già allarmanti. Il successore di Suharto non è più votato alla democrazia e alla giustizia sociale, la macchina militare del paese continua a funzionare con efficiente brutalità e, si noti bene, il FMI ha ribadito i suoi appelli per le “riforme liberali” e per la riduzione della spesa pubblica.

    Purtroppo, questo non è il caso di “un re spodestato dal popolo” ma piuttosto quello di”uno scagnozzo abbandonato dalla Mafia”-la Mafia è l’élite finanziaria occidentale-che può continuare a pestare gli Indonesiani con un altro strumento( Cunningham Finian, Irish Times, 25 maggio 1998).

    I vertici degli apparati militari e dell’Intelligence in Indonesia e in Egitto sono stati formati negli Stati Uniti nelle stesse accademie militari. Mubarak e Suharto sono stati insediati da Washington.
    I due regimi e i loro eserciti hanno commesso atrocità contro il loro popolo. I due leader sono serviti per minare il nazionalismo post-coloniale.

    Il massacro del 1965 finanziato dalla CIA.

    Nel 1965 il generale Suharto è stato l’istigatore del massacro di oltre mezzo milione di membri e sostenitori del Partito comunista indonesiano( familiari inclusi). Questo massacro, finanziato dalla CIA, è avvenuto in coordinamento con l’ambasciata statunitense: lo scopo finale era quello di indebolire e far sloggiare il governo nazionalista di Sukarno, che aveva sostenuto il Partito Comunista.

    In un contesto differente, il maresciallo d’aviazione Hosni Mubarak ha svolto un ruolo simile nel periodo di transizione dopo il periodo nazionalista Nasser-Sadat. E’ diventato vicepresidente nel 1975 ed è stato insediato come presidente in seguito all’assassinio di Anwar Sadat nel 1981.

    Alcuni documenti declassificati confermano l’entità del massacro in Indonesia finanziato dagli Stati Uniti:

    Ad esempio, un rapporto dell’Ambasciata degli Stati Uniti del 13 novembre 1965 trasmetteva alcune informazioni di polizia che volevano che “venissero uccisi ogni notte a Giava Est e nel centro di Giava dai 50 ai 100 membri del Partito comunista indonesiano(PCI)”. L’ambasciata ha anche ammesso in una posta aerea del 15 aprile 1966 destinata a Washington: “Francamente non sappiamo se il numero (dei membri del PCI uccisi) sia più vicino a 100.000 o a 1 milione, ma crediamo che si tratti di un errore riferito a stime inferiori soprattutto quando si tratta d’interviste alla stampa”. A pagina 339 sembra che il numero di 105.000 morti venga attribuito nel 1970 all’agente del servizio estero Richard Cabot Howland in una pubblicazione classificata della CIA.

    Su un altro tema controverso, cioè quello del coinvolgimento degli Stati Uniti nelle uccisioni, il volume include una “nota editoriale” a pag. 387 che descriveva l’aerogramma del 10 agosto 1966 inviato dall’ambasciatore Marshall a Washington in cui si segnalava che una lista di alti dirigenti comunisti preparato dall’ambasciata, senza essergli attribuita.”era stata utilizzata dalle autorità indonesiane addette alla sicurezza e che queste non sembravano avere la minima informazione ufficiale sulla leadership del PCI di quell’epoca”. Il 2 dicembre 1965 è stato ha girato un pagamento clandestino di 50 milioni di rupie al movimento KG che stava attuando la repressione. Tuttavia, la risposta della CIA al Dipartimento di Stato, datata 3 dicembre è interamente classificata.(Pp.379-380).
    L’intervento della CIA nella pubblicazione del Dipartimento di Stato è solo l’ultimo di una serie di controversie analoghe risalenti al 1990, quando la CIA aveva censurato un volume di Stato sull’Iran dei primi anni cinquanta per escludere qualsiasi riferimento al colpo di stato appoggiato dalla CIA che aveva rovesciato Mossadegh nel 1953.

    Cambiamento di regime in Indonesia.

    Nel maggio 1998 c’era un clima di festa a Giacarta ed era molto simile a quello che prevale ora in Egitto. Agli ordini di Washington, Suharto era stato sostituito dal suo vicepresidente B.J.Habibie.
    “Per gli studenti è stato un caso della seriel re è morto, abbasso il re”.
    L’atmosfera aveva iniziato a cambiare molto presto quando corsero voci che il presidente Suharto si sarebbe rivolto alla nazione alle 9 del mattino. Centinaia di persone si riunirono davanti ad un mega schermo televisivo nell’ingresso sporco e poco illuminato nel quale era apparso un generale Suharto dall’aria affaticata.
    Hanno ascoltato in silenzio fino a quando l’unico presidente che avevano conosciuto in Indonesia disse loro:”Ho deciso che lascerò le mie funzioni di presidente da oggi 21 maggio 1998, quando avrò finito di leggere questa dichiarazione”.
    In quell’istante gridarono tutti di gioia e il tutto durò diversi minuti. Nessuno ha udito il generale Suharto mentre continuava nell’annuncio che in virtù della Costituzione, il suo vice M.B.J.Habibie sarebbe diventato presidente sino alla fine del suo mandato cioè fino al 2003. Non hanno nemmeno sentito il generale che ha concluso dicendo:”Chiedo perdono per tutti i miei errori e per le mie mancanze”(Il massacro di 500.000 persone,M.C.).
    Gli studenti ballavano sui tetti e facevano salti in aria nella fontana ornamentale all’esterno. Si rotolavano in mezzo ai detriti di tre giorni di occupazione. Qualcuno piangeva, altri pregavano, le coppie si abbracciavano. Soltanto 9 giorni dopo che le truppe avevano ucciso quattro di loro nel campus universitario di Trisakti cominciarono a credere di esser riusciti a rovesciare i leader responsabili.
    La sera prima, il generale Wiranto aveva valutato i sistemi di sicurezza con tre dirigenti del servizio e con il responsabile della polizia nazionale. Le prospettive erano buie. Gli studenti in rappresentanza di 50 università avevano previsto di restare in Parlamento fino al momento delle dimissioni di Suyharto. Erano ampiamente supportati dall’esercito. (Questo appoggio faceva parte del processo di cambiamento di regime. Confrontate con l’Egitto, è l’autore che lo sottolinea).
    “L’edificio appartiene al popolo, a tutti noi” aveva detto il colonnello Nachrowi, portavoce del comando militare di Giacarta, spiegando che non aveva l’ordine di fermare la manifestazione(Vedi l’Egitto nel febbraio 2011,M.C.).
    Gli studenti avevano collaborato con i militari e avevano invitato il comandante dell’esercito di Giacarta, il brigadiere generale Silalahi quando i documenti fondamentali erano spariti dopo che due intrusi si erano infiltrati nel corpo studentesco.(Confronta con l’Egitto,M.C.).
    Nel frattempo gli eventi venivano sollecitati altrove. Il Segretario di Stato statunitense, signora Madeleine Albright, aveva pubblicamente suggerito al generale Suharto di dare le dimissioni annunciando la fine dell’appoggio internazionale. E’ stato impossibile per il presidente Suharto impostare il comitato delle riforme promesso di martedì, perché gli universitari l’avevano respinto.(La storia si ripete. Confrontate le dichiarazioni di Madeleine Albright con quelle di Hillary Clinton, M.C.). Il generale Suharto non aveva altra alternativa se non quella di cedere il potere nelle mani dell’amico di vecchia data signor Habibie e di garantire al generale Wiranto, un altro dei suoi protetti che aveva posto in carica a gennaio, che la sua famiglia avrebbe mantenuto lo status e la sua ricchezza. La decisione era stata presa all’una del mattino da Suharto. Gli studenti hanno capito cosa volesse dire solo quando hanno ascoltato la registrazione della dichiarazione del generale Suharto che annunciava le dimissioni.
    L’euforia si è rapidamente dissipata. Si erano sbarazzati del “vecchio ladro” come ha affermato uno studente di economia, ma Habibie “è uguale, è un altro criminale”.Una donna di mezza età che aveva fatto parte dello staff presidenziale ha sottolineato il suo disgusto dicendo:”Si inchinava e baciava in continuazione Suharto”. Gli studenti avevano assaporato una vittoria inebriante e non volevano esser delusi da un compromesso che lasciasse gli alleati di Suharto in carica.
    Avevano aperto il panorama politico ad una vera riforma democratica ma capivano di dover restare attivi e vigili senza lasciarsi sfuggire le loro conquiste.
    Il dr. Amien Rais, vecchio amico del signor Habibie- ha detto che avrebbe atteso di vedere la composizione del nuovo Gabinetto prima di decidere di approvare. Il suo consiglio avrà un certo peso presso gli studenti che, per il momento, non si muovono dal Parlamento.
    Sempre più studenti sono arrivati unendosi alla celebrazione di una vittoria straordinaria cioè il rovesciamento del leader asiatico più a lungo in carica. Alcuni camioncini viaggiavano con a bordo dei volontari che lanciavano bevande e sacchi di riso offerti da un ricco sostenitore. Gli studenti cantavano, ballavano e si facevano foto.
    Più tardi diranno che erano lì in Parlamento, quando il generale Suharto, conosciuto come il re di Giava, è stato destituito.(Conor O’Clery, The day the ‘king of Java’ was deposed by his own people, Irish Times, 22 maggio 2011).
    La fine di Suharto ha portato alla continuità. Tuttora la macchina militare, combinata ad una forma di sviluppo capitalista spietato, regnano in Indonesia. Il paese è ricco di risorse naturali ed è un produttore di petrolio e tuttavia la povertà e la disoccupazione sono endemiche. Alcuni conglomerati stranieri si sono impossessati della ricchezza del paese con l’appoggio della macchina militare e dell’apparato di polizia.
    Suharto e Mubarak sono stati ambedue uomini manovrati dagli Stati Uniti, reclutati dalle fila dell’esercito. Sono dei leader da destabilizzare:quando non c’è più bisogno di loro, li si destituisce.
    Per riprendere Finian Cunningham relativamente all’Indonesia(1998),”la macchina militare del paese continua a funzionare con brutale efficacia”.
    Le elezioni democratiche si sono tenute nel 1999 e il Parlamento ha nominato presidente Abdurrahman Wahid e come vicepresidente Megawati la figlia di Sukarno. Wahid è stato in seguito destituito. L’illusione di un governo populista continuava ad esistere con Megawati come fantoccio presidenziale (2001-2004).
    Nel frattempo, il ruolo dell’esercito e i suoi legami con gli Stati Uniti non sono mutati. Nle 2004 un(ex) comandante militare di carriera, Susilo Bambang Yudhyono è diventato presidente. Aveva stretti legami con il Pentagono ed era stato addestrato a Fort Benning e nell’US Army Command and General Staff College a Fort Leavenworth nel Kansas. E’ stato rieletto nel 2009.

    Egitto: un colpo di stato finanziato dagli Stati Uniti?

    In Egitto la macchina militare domina dopo la caduta di Mubarak. Il generale Mohamed Hussein Tantawi, ministro della Difesa egiziano, comandante in capo delle Forze Armate e capo del consiglio superiore dell’esercito dall’ 11 febbraio 2011, è de facto il Capo dello Stato e Omar Suleiman è vicepresidente. Entrambi sono stati nominati dagli Stati Uniti.
    Il generale Tantawi e il segretario statunitense alla Difesa Robert Gates.
    Da molto tempo Tantawi ha stretto legami con le più alte sfere dell’esercito statunitense ossia dai tempi in cui era al comando delle forze alleate nella guerra del Golfo nel 1991. Ahmed Shafik, un ex comandante in capo dell’Aviazione occupa il posto del primo ministro.
    Non solo l’esercito ha il compito di attuare la democrazia ma i leader dell’opposizione tra cui Mohammed El Baradei hanno chiamato il popolo egiziano a sostenere l’esercito.
    L’opposizione, nella società civile, sostenuta dagli Stati Uniti(tra cui Kefaya e il Movimento del 6 aprile) è in contatto sia con i militari che con l’ambasciata statunitense. E’ stato riferito che i suoi membri “si sono incontrati con alti funzionari del consiglio superiore dell’esercito”.
    “I manifestanti hanno sostenuto che i generali avevano espresso la loro sincera intenzione nel preservare le conquiste della rivoluzione”.(Egypt’s opposition fights itself as army tightens control-World Wires-MiamiHerald.com, 14 febbraio 2011).

    Intenzione sincera? Suleiman e Tantawi ora congiuntamente responsabili nella “transizione democratica” nel nome del movimento di protesta, sono i nuovi scagnozzi militari di Washington. Questo per quanto riguarda la democrazia. Entrambi gli uomini sono incaricati di torturare per conto della CIA nel quadro del programma di “extraordinary rendition”dei servizi segreti.
    L’Egitto è la destinazione più comune per i sospettati spediti dagli Stati Uniti per esser interrogati e in seguito torturati. La extraordinary rendition talvolta è la tortura per procura o l’esternalizzazione della tortura. A volte gli agenti della CIA entrano con i detenuti nella stanza degli interrogatori. Tuttavia, la maggior parte del tempo restano fuori stanza ed entrano per l’interrogatorio solo quando il detenuto è stato torturato.
    Gli Stati Uniti spediscono 1,5 miliardi di dollari all’anno all’Egitto e la maggior parte di questo denaro va all’esercito. Eppure gli Stati Uniti sono sempre stati al corrente di queste flagranti violazioni dei diritti umani da parte del governo egiziano. Abbiamo finanziato l’intero governo e la polizia che commetteva questi atti.
    Omar Suleiman, il vicepresidente, è stato il pilastro egiziano della tortura quando la CIA inviava prigionieri in Egitto nell’ambito del programma extraordinary rendition. In effetti, egli stesso ha commesso alcuni tra i peggiori atti di tortura. Ha supervisionato la tortura attraverso la polizia segreta ed è un amico molto vicino al governo statunitense, compresa l’amministrazione Obama.(Marjorie Cohn,Egypt was a common destination for torture of detainees sent by U.S. Global Research, 16 febbraio 2010).
    Washington muove i fili che controllano sia l’apparato militare che l’opposizione della società civile in Egitto. I dettagli della “contrattazione” tra i rappresentanti del movimento di protesta e l’esercito sono già stati individuati da Washington DC.
    La società civile e i gruppi giovanili finanziati dagli Stati Uniti hanno tradito il movimento popolare.
    Traduzione di Stella Bianchi da mondialisation.ca per itali asociale.net

    Michel Chossudovsky è Direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione e professore emerito di Economia all’Università di Ottawa. E’ l’autore di Guerre et mondialisation, La vérité derrière le 11 septembre e di Mondialisation de la pauvreté et nouvel ordre mondial (best-seller internazionale pubblicato in 12 lingue).


    05/03/2011










    Italia Sociale
    Ultima modifica di stanis ruinas; 06-03-11 alle 09:00
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

 

 

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