Senza la nostra percezione cosa sarebbe la materia?

[Troll]

Non sono ironico... Ma più che risponderti per assurdo non saprei come risponderti...

Quì serve fare un esempio più specifico per capirci. Metti caso che io volessi costruire delle "semplici" casse audio per il mio computer, e lo facessi partendo da zero..., Iniziassi la mia ricerca operativa sulla percezione uditiva, convinto che questa (percezione) sia una reale caratteristica della cosa percepita....

Come potrei raggiungere l'obbiettivo se mi disinteressassi del cosa c'è llì fuori e restassi convinto che il suono sia una proprietà materiale esistente da qualche parte nell'universo?

Per fare le casse audio ti interessi della qualità del suono percepito dalle tue orecchie (che presumibilmente funzionano all'incirca come quelle dei clienti paganti) senza preoccuparti di presunte "reali proprietà intrinseche del suono" (percepito magari in maniera diversa da orecchi animali; ma non è un problema, tanto l'animale non compra le casse audio).

[silence]

Per fare le casse audio ti interessi della qualità del suono percepito dalle tue orecchie (che presumibilmente funzionano all'incirca come quelle dei clienti paganti) senza preoccuparti di presunte "reali proprietà intrinseche del suono" (percepito magari in maniera diversa da orecchi animali; ma non è un problema, tanto l'animale non compra le casse audio).

Sì, ma cosa è materialmente presente e cosa è qualitativo? E' presente il suono, la vibrazione che si propaga nell'aria? Le particelle che vibrano ed emettono un onda che si propaga nell'aria? L'orecchio?

[Troll]

Sì, ma cosa è materialmente presente e cosa è qualitativo? E' presente il suono, la vibrazione che si propaga nell'aria? Le particelle che vibrano ed emettono un onda che si propaga nell'aria? L'orecchio?

Si tratterebbe sempre in ogni caso di elementi che appaiono alla tua percezione, non di "quel che c'è veramente là fuori".

[silence]

Si tratterebbe sempre in ogni caso di elementi che appaiono alla tua percezione, non di "quel che c'è veramente là fuori".

Appunto. Il problema è proprio questo infatti. Qual'è il confine tra ricerca scientifica e quaitativa del suono per esempio? (considerate le dovute premesse circa il fatto che noi siamo dei percettori)

[Troll]

Appunto. Il problema è proprio questo infatti. Qual'è il confine tra ricerca scientifica e quaitativa del suono per esempio? (considerate le dovute premesse circa il fatto che noi siamo dei percettori)

Se intendi la ricerca come ciò che ci consente di conseguire i risultati che vogliamo anziché come "ciò che svela la realtà autentica del mondo là fuori" (qualsiasi cosa ciò voglia dire) il problema non si pone.

[Darwin]

Appunto. Il problema è proprio questo infatti. Qual'è il confine tra ricerca scientifica e quaitativa del suono per esempio? (considerate le dovute premesse circa il fatto che noi siamo dei percettori)

La ricerca scientifica studia ed analizza le nostre percezioni.

Di fatto 'assume' come postulato o meglio 'si comporta come se' tali percezioni siano derivate da una 'realtà' esterna investigabile.

Per spiegarle utilizza 'modelli' che sono di fatto astrazioni che implicano la definizione di oggetti e delle interazioni fra essi. La verifica sperimentale che comporta l'abbinamento o meglio l'interpretazione delle proprietà di tali oggetti con le percezioni possibili fa da filtro ai possibili modelli.

Nella fattispecie il modello che intepreta il suono come onde di pressione in un mezzo che colpiscono il nostro timpano e vengono interpretate dal nostro cervello è stato ampiamente testato e verificato ed ogni nostro dispositivo di raccolta , trasmissione e riemissione del suono è un esempio di come tale modello abbia una notevole corrispondenza con la 'realtà' esterna.

La scienza questo fa e non si può pretendere nulla di più.
Qualsiasi pretesa di definire la vera 'essenza' o 'qualità' delle cose è al di fuori della portata del metodo scientifico , è un problema meramente filosofico ed in un qualche misura ci si potrebbe chiedere se sia un 'problema' affrontabile ed in tutti i casi è strettamente legato al concetto di 'verità' con tutto questo che ne consegue.

Sarebbe interessante la visione contraria , cioè di quanto i modelli 'filosofici' debbano tenere conto delle esperienze scientifiche (percezioni organizzate razionalmente in esperimenti e modelli impegati).

[silence]

Se intendi la ricerca come ciò che ci consente di conseguire i risultati che vogliamo anziché come "ciò che svela la realtà autentica del mondo là fuori" (qualsiasi cosa ciò voglia dire) il problema non si pone.

Quindi se io vado alla ricerca del suono o delle particelle che vibrando nell'aria producono un onda che viene "decriptata" dal mio organismo non fa' differenza?

[Troll]

Quindi se io vado alla ricerca del suono o delle particelle che vibrando nell'aria producono un onda che viene "decriptata" dal mio organismo non fa' differenza?

Tu puoi incasellare e manipolare soltanto quel che percepisci con questo strumento o quell'altro.

[silence]

La ricerca scientifica studia ed analizza le nostre percezioni.

Di fatto 'assume' come postulato o meglio 'si comporta come se' tali percezioni siano derivate da una 'realtà' esterna investigabile.

Per spiegarle utilizza 'modelli' che sono di fatto astrazioni che implicano la definizione di oggetti e delle interazioni fra essi. La verifica sperimentale che comporta l'abbinamento o meglio l'interpretazione delle proprietà di tali oggetti con le percezioni possibili fa da filtro ai possibili modelli.

Nella fattispecie il modello che intepreta il suono come onde di pressione in un mezzo che colpiscono il nostro timpano e vengono interpretate dal nostro cervello è stato ampiamente testato e verificato ed ogni nostro dispositivo di raccolta , trasmissione e riemissione del suono è un esempio di come tale modello abbia una notevole corrispondenza con la 'realtà' esterna.

La scienza questo fa e non si può pretendere nulla di più.
Qualsiasi pretesa di definire la vera 'essenza' o 'qualità' delle cose è al di fuori della portata del metodo scientifico , è un problema meramente filosofico ed in un qualche misura ci si potrebbe chiedere se sia un 'problema' affrontabile ed in tutti i casi è strettamente legato al concetto di 'verità' con tutto questo che ne consegue.

Sarebbe interessante la visione contraria , cioè di quanto i modelli 'filosofici' debbano tenere conto delle esperienze scientifiche (percezioni organizzate razionalmente in esperimenti e modelli impegati).

Questi modelli sono degli algoritmi più o meno complessi che rendono riproducibili le verifiche sperimentali, e fin quì ci siamo.

La domanda mia però è: quale realtà posso investigare matematicamente assumendo che noi partiamo da sensazioni puramente interpretative?

[Troll]

Questi modelli sono degli algoritmi più o meno complessi che rendono riproducibili le verifiche sperimentali, e fin quì ci siamo.

La domanda mia però è: quale realtà posso investigare matematicamente assumendo che noi partiamo da sensazioni puramente interpretative?

Ma non sai nemmeno se esista una realtà là fuori, tutto quello che sai è che percepisci questo e quell'altro nelle date situazioni.