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Visualizza Risultati Sondaggio: Elezioni in Jugoslavia

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  • Alleanza dei Socialdemocratici

    7 36.84%
  • Partito Socialista Jugoslavo

    3 15.79%
  • Partito Democratico

    0 0%
  • Partito del Rinnovamento Jugoslavo

    1 5.26%
  • Partito Progressista Serbo

    0 0%
  • Partito di Azione Democratica

    0 0%
  • Partito Islamico Jugoslavo

    0 0%
  • Comunità Democratica Croata

    1 5.26%
  • Forum Liberale

    4 21.05%
  • Unione degli Ungheresi

    0 0%
  • Blocco Nazionalista Democratico Macedone

    0 0%
  • Partito Democratico del Kosovo

    0 0%
  • Autodeterminazione

    1 5.26%
  • Partito Democratico Progressista Albanese

    0 0%
  • Partito Radicale Serbo

    2 10.53%
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Risultati da 1 a 10 di 25
  1. #1
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    Predefinito Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    1989: di fronte al collasso dei regimi comunisti, anche in Jugoslavia il governo di Ante Markovic, impegnato in una durissima austherity per rilanciare l'economia, apre alla democrazia e al libero mercato. In diverse repubblica della Federazione si vorrebbero organizzare imminenti elezioni democratiche.

    [B] Ante Markovic riesce a mettere un pò d'ordine e a fissare un election day repubblicano: vorrebbe abbinarvi anche uno federale, ma bisognerebbe modificare estensivamente la Costituzione, quindi la cosa viene rimandata. Tuttavia, la nuova Presidenza Collettiva jugoslava dovrà essere democratica. Viene fissata una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5% uniforme per tutte le Repubbliche[\B] * Prima differenza con la nostra TL, in cui Markovic subì la convocazione di elezioni separate per le varie repubbliche.

    1990: elezioni repubblicane. I partiti secessionisti di centrodestra si impongono in Slovenia come nella nostra TL. In Croazia, la proporzionale spariglia le carte: i secessionisti dell'HDZ, divisi al loro interno tra moderati più vicini a Stipe Mesic e gli oltranzisti del leader Tudjman, ottengono il 36%, e per governare contro i forti socialdemocratici ex comunisti (32%) devono allearsi col centro moderato, comunque non ostile alla secessione (22%). In Bosnia, il partito di Markovic, la cui credibilità è aumentata, ottiene comunque un positivo 15%, a cui si può sommare una percentuale equivalenti di consensi per i postcomunisti. Al governo va tuttavia una coalizione dei tre partiti nazionalisti, il croato HDZ, il serbo SDS e il bosgnacco SDA. Il faccendiere moderato Fikret Abdic sconfigge Izetbegovic nella corsa alla leadership all'interno dell'SDA e diventa il nuovo Presidente bosniaco. In Montenegro, Macedonia e Serbia si confermano come nella nostra TL Momir Bulatovic, Slobodan Milosevic e Kiro Gligorov.

    *L'election day e la maggiore credibilità del governo federale permettono ai postcomunisti di ottenere migliori risultati un pò ovunque, ma sopratutto, imponendo una legge elettorale uniforme, impediscono l'autosuicidio dei postcomunisti croati, che in assenza di doppio turno non vengono distrutti dalla convergenza dei moderati sui nazionalisti. In Croazia, si afferma quindi un governo più moderato di quello della nostra TL, e la propaganda nazionalista di Mate Boban non attecchisce.

    1990-1991- I tentativi di Markovic di salvare la Jugoslavia restano disperati, Milosevic lo sabota costantemente e Slovenia e Croazia fanno fronte comune contro la federazione. Di fronte alla proposta croato-slovena di una confederazione, la Bosnia preferisce un modello di autonomie differenziali, così come la Macedonia, e la Serbia rifiuta tutto.
    Croazia e Slovenia, meno scioviniste rispetto alla nostra TL, si coordinano meglio: la JNA viene colta di sorpresa quando i due paesi dichiarano unilateralmente l'indipendenza della Confederazione Illirica, nome lirico scelto per evocare ricordi classicistici e napoleonici in Europa Occidentale. Il comandante della JNA, di fronte alla presa in ostaggio dei suoi soldati nelle caserme, con molti di loro che sono parenti o amici degli assedianti, e la difesa territoriale passata a sostegno degli indipendentisti, è costretto a ammettere il fatto compiuto.
    L'intero esercito jugoslavo da ovest si sposta in Bosnia, e occhieggia minacciosamente le aree serbofone della Croatia, Krajna e Slavonia. Il governo croato del moderato-nazionalista Stipe Mesic annuncia che i serbi continueranno a godere dello status di minoranza costitutiva della Confederazione, e che non saranno intaccate le loro libertà linguistiche e religiose. Una modifica alla Costituzione croata aumenterà l'autogoverno delle due aree serbofone.
    Ben presto, anche la Macedonia le raggiunge, ma si lascia aperta la porta di una futura adesione a una "nuova unione jugoslava". Kadijievic a malincuore si rassegna.

    1991-1992: In Bosnia, la situazione è esplosiva. Fikret Abdic si trova a dover gestire gli estremisti del suo partito che vogliono la Sharia, i conservatori di Izetbegovic che chiedono l'indipendenza, e dall'altra parte gli oltranzisti serbi e croati. Quando annuncia la fine del governo di unità tra nazionalisti e apre a postcomunisti e democratici di Markovic, che intanto rimane premier di una federazione in una profonda crisi di identità, Karadzic insorge, e scatena la guerriglia con chiari obiettivi secessionisti. Si schiera a suo sostegno Vuk Draskovic, l'avversario nazionalista di Milosevic alle presidenziali. Milosevic rompe la coalizione con i radicali serbi di Seselj e si schiera contro la secessione della Republika Srpska, spaventato dal fatto che gli ultranazionalisti possano indebolirlo rispetto a Draskovic, ma Kadijievic non si fida più di un leader screditato.

    1992: la JNA, l'Armata Popolare Jugoslava, attua un colpo di Stato. Vengono sospese per un periodo " non inferiore a sei mesi" la Costituzione federale e quelle repubblicane, e Markovic assume la presidenza a interime di un Consiglio di Salvezza Nazionale. Assieme a lui, ne fanno parte Djukanovic in rappresentanza del Montenegro, dopo la deposizione di Bulatovic nel golpe, Abdic per la Serbia, Kadijievic stesso per la Serbia. Partecipano senza diritto di voto rappresentanti del Kosovo, dei Serbi e dei Croati di Bosnia, e della Vojvodina.
    Dopo alcuni tentennamenti, UE e USA riconoscono il nuovo governo.

    1993- La Giunta convoca nuove elezioni per l'Assemblea Costituente della Repubblica Federale di Jugoslavia, vinte dai postcomunisti dell'Unione Riformista di Markovic. L'opposizione è formata dai liberali del Partito Democratico e da varie forze nazionaliste.

    ...

    2013: Elezioni nella Repubblica Federale di Jugoslavia. I confini repubblicani sono stati modificati alcune volte nel tempo, e la Macedonia è rientrata nel 1995.
    Della federazione fanno parte:

    Repubblica Serba: Vojvodina, Serbia esclusi Sangiaccato e Valle del Presevo, Bosnia Orientale.
    Repubblica di Bosnia e Erzegovina: Bosnia Musulmana, parte della Bosnia Orientale, Erzegovina, Sangiaccato.
    Repubblica del Kosovo e Mehtoja: Kosovo esclusa la provincia di Kosova Mitrovica, che fa parte della Serbia, ma aggiunta la valle del Presevo e alcune province occidentali della Macedonia.
    Repubblica di Macedonia.
    Repubblica di Montenegro.

    La costituzione è simile a quella Svizzera. L'economia è passata dal socialismo dell'autogestione a un modello misto, piccole e medie imprese unite alle grandi in cui però vige un regime di cogestione. C'è una forte presenza della proprietà cooperativa. La presenza della criminalità rimane endemica nelle regioni meridionali. La Repubblica fa parte dell'UE, ma non della NATO, rimanendo filorussa e parte dei non allineati, e potrebbe adottare l'Euro nei prossimi anni. Il suo livello di reddito è paragonabile alla Slovacchia.

  2. #2
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Quali sono i post-comunisti Manfr ? Alleanza dei Socialdemocratici o Partito Socialista Jugoslavo ?
    Ultima modifica di SteCompagno; 07-03-11 alle 15:43
    VOTA NO AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE
    UN NO COSTITUENTE PER LA DEMOCRAZIA CONTRO L'AUSTERITA'
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  3. #3
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Alleanza dei Socialdemocratici:

    Partito nato dalla confluenza della vecchia Lega dei Comunisti, dell'Unione delle Forze Riformiste di Markovic e della Sinistra Unita Jugoslava di Kadijievic. E' guidato dal serbo-bosniaco Milorad Dodik ed è forte in tutte le aree industriali della federazione. La presenza del leader montenegrino Djukanovic lo rende il partito egemone in Montenegro, ma ne contamina considerevolmente l'immagine con accuse di clientelismo e contiguità al contrabbando e al narcotraffico. Ha governato ininterrottamente per gli ultimi 12 anni, e sembra che uscirà sconfitto. E' europeista, ma contrario alla NATO, favorevole a mantenere l'attuale assetto federale, ed ha abbracciato la Terza Via, anche se rimane una forte componente di sinistra ancora suggestionata dall'autogestione.

    Partito Socialista Jugoslavo:

    Guidato dall'inossidabile settantenne Milosevic, è ora diventato in tutto fuorchè nel nome un partito di nostalgici del comunismo, in versione anche più dura e centralizzata rispetto ai tempi di Tito. Emerge a volte uno sciovinismo serbocentrico. Estremamente statalista, forte nelle aree di maggior degrado industrale della Serbia.

    Partito Democratico:

    Partito liberale, agrario, centrista e democratico cristiano, è il principale partito dell'opposizione. Membro del PPE, si contrappone ai socialdemocratici sotto la guida di Vojislav Kostunica, che capeggia l'ala più conservatrice nei valori e liberale classica in economia, anche se è presente una forte componente di matrice più liberal-sociale guidata da Zoran Djindic. Unifica ortodossi e cattolici, filoeuropeo e filoamericano, favorevole a una svolta più confederale, viene però accusato di essere chiuso verso gli islamici.

    Partito del Rinnovamento Jugoslavo: Nonostante il nome, è un partito serbo nazionalista. Fa riferimento alla fede ortodossa in maniera molto spiccata, e i suoi giovani si scontrano regolarmente cone le bande di estremisti croati e islamici. Monarchico, in attesa del ritorno dei Karadjeorgevic chiede una federazione più centralizzata e il Presidenzialismo. Non frontalmente contrario agli americani, euroscettico, molto filorusso, statalista.

    Partito Progressista Serbo: Radicato solo nella Bosnia Serba, raccoglie quel che resta del Partito Democratico Serbo di Karadzic, che ora langue in prigione. A guidarlo è Biljana Plavsic, anche lei megera di ferro, che ha cercato di sdoganarlo dandogli un taglio alla Geert Wilders, islamofobia lbertaria: la retorica liberista da Ron Paul si sposa bene con la mentalità isolazionista dei contadini e dei montanari della Srspka, e l'Islamofobia funziona benissimo. Ha appoggiato in passato sia l'opposizione che la maggioranza. Per una Grande Serbia indipendente, non frontalmente antiamericano, euroscettico e filorusso.

    Partito di Azione Democratica: partito islamico moderato, guidato da Abdic e da Izetbegovic figlio, che rappresenta l'ala più conservatrice. E' un partito liberista-compassionevole e conservatore, sul modello dell'AKP turco. Persegue una politica dei due forni tra opposizione e maggioranza, è filoamericano e filoeuropeo. Vi aderiscono anche gli autonomisti albanesi moderati del defunto Rugova, rendendolo un partito abbastanza popolare.

    Partito Islamico Jugoslavo: piuttosto piccolo, radicato solo in alcune zone isolate della Bosnia e del Kosovo, raccoglie i pochi seguaci dell'Islam radicale, sharia e corporativismo.

    Comunità Democratica Croata: partito nazionalista croato, raccoglie sia moderati che vogliono l'unione con la confederazione illirica che nostalgici ustasha. Liberista e conservatore, euroscettico, filoamericano.

    Forum Liberale: Partito liberale, liberista e libertario, antirusso, filoeuropeo e filoamericano, non di eccessivo successo data la struttura economica del Paese, ne fa parte un ombrello di associazioni per i diritti civili e i diritti umani, esprimendo quindi una leadership collettiva. Ha circa il 10% in Serbia, percentuali trascurabili in Kosovo, Macedonia e Bosnia, meno del 10% in Montenegro.

    Unione degli Ungheresi: partito autonomista di destra, finora vicino al Premier ungherese Orban ma con una componente in crescita vicina allo Jobbik. E' ovviamente radicato in Vojvodina, si contrappone agli autonomisti socialdemocratici che corrono con l'Alleanza.

    Blocco Nazionalista Democratico Macedone: conservatore, ortodosso e statalista, è il partito secessionista macedone, conta su un buon 20% dei voti nella Repubblica.

    Partito Democratico del Kosovo: principale partito autonomista albanese, è una formazione teoricamente di estrema sinistra nata dalla costituzionalizzazione del PKK, ma è legato ai Democratici albanesi di Berisha. Sospettato di legami col narcotraffico, è piuttosto serbofobo, anche se rispetto all'unione con l'Albania predilige l'indipendenza dei Tosk, gli albanesi del Nord (islamici in Kosovo, cattolici in Albania). Filoamericano, filoeuropeo, filorusso, basta che arrivino investimenti.

    Autodeterminazione: partito secessionista, nazionalista e xenofobo kosovaro, per una Grande Albania monarchica, euroscettico ma filoamericano.

    Partito Democratico Progressista Albanese: è il terzo partito autonomista albanese per dimensioni, il primo tra gli albanesi di Macedonia. Si può considerarlo una forza conservatrice e liberista, ma è anch'esso contrario alla Grande Albania, e non si impicca sulla questione dell'indipendenza. Soffre molto la concorrenza degli autonomisti di sinistra moderata che corrono con l'Alleanza.

    Partito Radicale Serbo: in grossa crisi, è il partito dei nostalgici dei cetnici, nazionalisti serbi di estrema destra, antiamericani, xenofobi, per la Grande Serbia, euroscettici e filorussi, statalisti. Indeboliti dalla separazione con i Progressisti e scaricati come impresentabili dal Rinnovamento, contano ancora su una base di circa l'8% dei voti in Serbia, ma la loro base elettorale si sta estinguendo.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Forum liberale :giagia:
    "Ma questo lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti" (J.M. Keynes)
    "Qualcuno vivo che se lo prende nel culo però c'è sempre!" (Cabra)

  5. #5
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Progressisti nonostante il nome mi piacerebbero, ma sono contro l'Islam, non va.
    Rinnovamento sarebbe ottimale se non avesse scaricato in maniera proditoria i Radicali. Praticamente una AN serba, non va.
    Radicali sarebbero la mia posizione naturale, ma anche loro finirebbero per causare una guerra civile coi bosniaci. Qui c'è poco da fare, o una repubblica bosniaca indipendente o libertà religiosa.

    Tocca votare PSJ, ma sempre pronto ad andarmene se dovesse accennare ad occidentalizzarsi.
    Ultima modifica di Perseo; 07-03-11 alle 16:08

  6. #6
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Fortemente indeciso tra Milosevic e i socialdemocratici. :gratgrat:
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  7. #7
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Citazione Originariamente Scritto da SteDiessino Visualizza Messaggio
    Fortemente indeciso tra Milosevic e i socialdemocratici. :gratgrat:
    Milosevic. I Soc-Dem ti venderanno.

  8. #8
    .
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Così a pelo il Forum Liberale,ma molto dipenderebbe dalla Repubblica/minoranza di appartenenza,soprattutto se fossi ungherese.
    Senatore Imperiale,Patrizio dell’Impero,Duca Duce di Parmula,Placentula et Guastallula,Sovrintendente agli ‘Mperial vitigni di Sangiovese,Vicecomandante del FICA.

  9. #9
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Vada per i Socialdemocratici,ma starò nella corrente di sinistra.
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  10. #10
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    Predefinito Rif: Elezioni nella Repubblica Federale Jugoslava

    Gli ungheresi come si pongono nei confronti dell'UE?

 

 
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