Secondo decennio del XXI secolo (2010-2020)
Cos'è successo?
Nel Mondo
I venti di rivolta che buttarono giù i regimi tunisini ed egiziani, fecero lo stesso in Libia, Marocco, Yemen e Siria il problema ci fu quando scoppiarono le proteste in Arabia Saudita.
Tra il 2012 e il 2013 si aprì la più grande crisi energetica che la storia ricordi, che costrinse molti stati a trovare alternative al petrolio, balzato oltre i $300 al barile.
Germania, Australia, Cina e altri ancora costruirono in gran fretta nuove centrali a carbone, altre avviarono la costruzione di centrali nucleari e quasi tutti i paesi finanziarono la ricerca sulle energie alternative.
La Cina entrò in profonda crisi, dato che molte industrie erano costantemente interrotte dall'energia elettrica che ogni giorno veniva a mancare su preciso ordine del governo.
La Russia si arricchì con le esportazioni di petrolio in costante aumento.
Gli Stati Uniti rielessero Barack Obama nel 2012 che garantì una politica più isolazionista e tentò di risollevare l'economia interna.
Tra il 2015 e il 2016 la Cina fu sconvolta da imponenti manifestazioni di piazza e da continue diserzioni nelle file dell'esercito che, dopo un anno e mezzo di massacri, portarono alla fuga del premier cinese e alla proclamazione dello stato del Tibet.
Mentre la Cina andò verso la democrazia, la Russia, tiranneggiata da Putin, vide reprimere nel sangue ogni manifestazione e quando l'America chiese di rispettare i diritti umani, Putin chiuse il gas provocando una seconda crisi energetica tra il 2016 e il 2017 che provocò molti danni in Europa.
Nel gennaio 1017 si insediò il nuovo Presidente USA Marco Rubio (Repubblicano) mentre Norvegia, Danimarca, Svezia e Finlandia si fusero in un'unico stato Scandinavo uscendo dall'UE in crisi.
Tra il 2017 e il 2018 dilagarono nell'Europa dell'Est golpe manovrati in maniera più o meno occulta dalla Russia che videro instaurarsi regimi filo russi in Romania, Moldavia, Kazakistan.
Sull'onda di questi eventi, le repubbliche baltiche decisero di fondersi tra loro chiedendo un'alleanza militare con l'UE e gli USA.
Con queste grandi sfide l'Europa si recò alle urne per il referendum che avrebbe segnato la storia futura del mondo.
I popoli europei avrebbero dovuto rispondere SI' o NO alla Confederazione degli Stati Europei, che sarebbe stata fondata su un sistema federale con compiti importanti per i comuni, altrettanti per gli stati e alcuni poteri (politica estera, difesa, economia generale, direttive per l'istruzione e la sanità, ecc.) sarebbero andati al governo centrale, con sede a Bruxelles (dichiarato distretto centrale), alla guida del quale ci sarebbe stato un Presidente eletto ogni quattro anni dal Popolo che avrebbe detenuto il potere esecutivo, e un Parlamento bicamerale, composto da una Camera degli Europei (700 membri eletti tramite collegi uninominali in proporzione alla popolazione di ogni stato) e da un Senato della Confederazione (eletto su base uninominale, 4 senatori per ogni stato, 1 per gli stati con meno di 2 milioni di abitanti).
Ogni lingua di ogni stato aderente sarebbe divenuta lingua ufficiale, tuttavia ogni atto amministrativo, sarebbe stato promulgato in esperanto, che sarebbe stato insegnato in ogni scuola della Confederazione.
In Italia
L'Italia risentì parecchio della prima crisi energetica, tuttavia dopo le elezioni del 2013, elezioni che finirono nell'instabilità assoluta con Berlusconi ritiratosi ad Antigua, si formò un governo di grande coalizione guidato da Casini sostenuto dal PD e da parte del Pdl nonche dal Partito della Nazione di Casini stesso (al 13%) che varò la costruzione di dieci reattori nucleari da 1000 MW ciascuno, riuniti in 5 centri con 2 reattori ciascuno.
Nel contempo venne varato un piano statale con il quale si investirono parecchi miliardi per le energie pulite. Il governo, durante i cinque anni successivi, oltre a qualche sgravio fiscale per le famiglie, alla riduzione del numero e degli stipendi dei parlamentari, delle province e delle ammnistrazioni locali, varò delle maxi manovre che portarono ad un'inversione di tendenza nel 2015 rispetto all'aumento del debito (giunto al 123%) che scese arrivando al 110% nel 2018.
Detto ciò, sapete più o meno com'è andata la storia di questi anni, ora tocca a voi, popolo italiano del 2020, votare per il referendum di domenica 5 e lunedì 6 aprile 2020.
QUESITO: Volete che l'Italia entri nella Confederazione Europea, secondo quanto sancito dai Trattati di Roma del 14 giugno 2019?