Nucleare, intervista a Gianni Mattioli e Massimo Scalia
Il volume si snoda sulle risposte ad una domanda essenziale: perché investire sull’atomo in Italia, un settore ormai in declino, quando si sa che:
• utilizza come combustibile l’uranio, una risorsa che va comunque acquisita sul mercato estero, scarsa e perciò destinata a divenire sempre più costosa e oggetto di competizione internazionale, da acquisire comunque sul mercato estero;
• utilizza una tecnologia complessa che non mette al riparo da gravi rischi sanitari, non solo in condizioni incidentali, ma neppure nel normale funzionamento di una centrale;
• non ha risolto il problema della chiusura in sicurezza del ciclo del combustibile e dunque, pur potendo garantire pochi anni di disponibilità, aprirebbe il futuro problemi irrisolti e gravi;
• ha costi di produzione del kWh elettrico difficilmente definibili (anche per smantellamento e gestione scorie), e comunque superiori rispetto ad altre fonti energetiche realmente pulite e rinnovabili.
Inoltre il nucleare non serve a contrastare il riscaldamento globale, non ci rende indipendenti dal petrolio e toglie risorse e attenzione all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, obiettivi vincolanti ormai prossimi.
loooooooooooool
«Non ti fidar di me se il cuor ti manca».
Identità; Comunità; Partecipazione.
Si certo, ogni persona minimamente informata e oggettiva lo sarebbe.
Dannato Barone Rosso.
Assolutamente favorevole. Credo che attualmente sia la sola forma di produzione energia elettrica abbondante, pulita e ragionevolmente sicura.
There are only 10 types of people in the world: those who understand binary and those who don't
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Oddio.. non è che sia così scarsa.. anzi, quello è proprio l'ultimissimo problema.
Non sarei di per sé contrario al nucleare. Mi spaventa tantissimo la gestione in Italia di una fabbrica, dello smaltimento delle scorie, dei costi e tempi di produzione.. ho votato no.
Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
(brunik - 25/09/2011)
A foras.
Certamente.
Quello giapponese non è un incidente nucleare ma un disastro di origine naturale che ha coinvolto anche le centrali nucleari.
Da lunedì si tireranno le somme, petrolio e gas andranno alle stelle, l'effetto giappone si salderà alla crisi in atto dal 2007 ed avremo un'altra accelerata verso un baratro economico-finanziario sempre più prevedibile.
Non abbiamo altra strada da prendere, per tempo, che riconcepire il sistema energetico rendendolo quanto più possibile autarchico e diversificato, basandolo sulle fonti non fossili, l'efficienza energetica e la ricerca tecnologica.
Non è questione di quello che "vogliamo" ma di quello che "possiamo".
Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.
L'uranio tenderà ad essere sempre meno reperibile e la sua crescente domanda ( tenendo presente la Cina, l' India e il Brasile) già dal 2001 stà subendo una forte impennata. L'uranio non ci rende indipendenti dal petrolio e questo lo confermano gli altri stati "nuclearizzati". Vedremo nel lungo periodo chi avrà ragione..