Originariamente Scritto da
carlomartello
Lega: «Aiutiamo le famiglie con una struttura dedicata»
LA PROPOSTA. Il Carroccio apre ai cattolici: «Il Pd è in stato confusionale, gli oratori stiano dalla nostra parte»
Rolfi: «Serve una divisione interna ai servizi sociali con risorse umane ed economiche specifiche, e il prossimo passaggio sarà un assessore ad hoc»
Incentivi per far restare in città i giovani che si sposano
Un assessorato dentro l'assessorato; una struttura con risorse umane ed economiche specifiche dedicata alla famiglia. È quanto sosterrà la Lega Nord nel momento della verifica di metà mandato.
«Per ora nascerà all'interno dei Servizi sociali, virando dalla logica della pura assistenza, nell'ottica più moderna delle politiche attive a favore della popolazione. Il passo successivo sarà amministrativo con la figura vera e propria dell'assessore. Ci penseremo nella prossima Giunta Paroli» dichiara il vice sindaco Fabio Rolfi.
«I SERVIZI SOCIALI - aggiunge- si occupano in generale dei disagio, degli anziani, dei disabili, degli immigrati: è giusto,
ma occorre anche, come accade nei Paesi europei,
dare sostegno alla famiglia e alla maternità. Certo i fondi sono ristretti in questo periodo, per cui servirà razionalizzare e individuare delle priorità». Già sono pronte le indicazioni operative, come
fideiussioni per le coppie con lavori precari, in modo che possano accendere mutui per comprare la casa o stanziamenti per i genitori che chiamino una baby-sitter dalla lista delle accreditate istituita dal Comune. «Sono
incentivi per far rimanere in città i giovani che si sposano, perché noi vogliamo una Brescia da 220mila abitanti» spiega Rolfi. Il quale
rispolvera anche una scelta da lui ritenuta tuttora valida nonostante le sentenze del Tribunale, ovvero il bonus bebè: «ci sono modi per riproporlo, ad esempio sotto forma di voucher in collaborazione con le farmacie». Quali saranno i criteri per il bandi di assegnazione si deciderà nel concreto, piace sempre molto il criterio della residenza, cinque o meglio dieci anni.
Alla base di queste proposte ci sta, secondo i lumbard che sono al governo cittadino con Pdl e Udc,
una precisa concezione della famiglia. «
Per noi famiglia vuol dire un uomo e una donna sposati, magari con qualche figlio. Non c'è altro. Al massimo potranno ottenere i benefici i conviventi che intendano sposarsi entro sei mesi» dice il vice sindaco. E su questo attacca duramente il Pd, a suo dire spaccato ed incerto su queste tematiche. Racconta della «ridicola» vicenda dell'emendamento 2 alla 'Relazione sullo stato di attuazione delle linee programmatiche che si discuterà in consiglio lunedì prossimo,
emendamento che chiede di togliere dalla definizione di famiglia l'espressione fondata sul matrimonio tra uomo e donna: in un primo momento, il 3 marzo, è stato presentato con la firma di tutti gli undici consiglieri del Pd, poi, il 4 marzo si sono ritirati tutti meno Claudio Bragaglio, salvo ripensamento, nello stesso giorno, di Alfredo Bazoli che lo ha rifirmato.
«SONO IN STATO confusionale, senza sintesi fra anima laica e anima cattolica» è il commento a cui si associa il capogruppo Nicola Gallizioli. «E non è la prima volta- a suo dire - è accaduto in occasione dei dibattiti sul crocifisso da appendere nell'aula consigliare e sui maltrattamenti dei cristiani all'estero che hanno invece accomunato alle persecuzioni di ogni religione». Il Carroccio «che ha le idee chiare su cosa sia una famiglia» si pone allora come paladino dei valori cattolici. «Sempre più- sostiene Gallizioli - il Pd si caratterizza in Loggia come partito estremo, che erige muri, con cui non si può dialogare, tant'è vero che Bragaglio non è mai stato espulso. La Lega diventa il partito centrista, moderato, di riferimento per i cattolici. Le associazioni, gli oratori guardano a noi. Loro sono staccati dal loro stesso elettorato e lo dimostra il fiorire di liste civiche. In tanti cercano referenti nuovi e a loro diciamo di venire da noi».
Magda Biglia
Bresciaoggi.it - Cronaca
carlomartello