Il pastore che gridava al lupo al lupo finì col perdere credibilità e gregge.
Repubblica e soci che, da quindici anni in qua, gridano dai loro giornali che la vita degli italiani è in pericolo, minacciata dal lupo Berlusconi, hanno finito per diventare il vero lodo che rende sempre più immune e inattaccabile Silvio Berlusconi.
Si chiamino D’Avanzo o Travaglio, sono state tante e tali le volte in cui il premier è stato assolto dalle loro accuse che la gente si è stancata di prenderli sul serio e, ciò che è più grave, non darà loro ascolto neppure quando il lupo si appaleserà realmente.
Lunedì prossimo si avrà assoluta contezza di quanti elettori si saranno lasciati sedurre dalle grida allarmate provenienti dalle solite redazioni e dalle solite segreterie di partito; forse il tre o quattro percento di loro negherà il voto al Pdl e questo potrebbe salvare il Pd dal disastro annunciato.
Si dice che la campagna moralista che ha varcato anche i confini nazionali servirà a disgustare il voto cattolico, dirottandolo verso gli ex margheritini nel Pd o verso il non voto.
C’è da chiedersi però se il gioco vale la candela, se cioè meriti la pena riaccendere i riflettori sull’Italia, causandole danni enormi, solo per compiacere i soliti anti italiani e alimentare il loro disprezzo verso questa “povera nazione di imbecilli, sudditi dell’imperatore satiro e corrotto”, il tutto per un pugno di voti.
Questa mattina ci sarebbe stato un motivo di forte contrarietà nei confronti del presidente del consiglio a causa della frase infelice su Milano invasa dagli africani, perché non è codesto il modo corretto di esprimersi di un capo di governo; ma poi sono arrivate le foto rubate da Zappadu, sequestrate in Italia e quindi consegnate agli spagnoli che le hanno lanciate nel web con una tempistica cronometrica.
Questi scatti ritraggono persone in una situazione di vulnerabilità, inconsapevoli della presenza a distanza di un vojer di professione, violentate nella propria privacy, mentre nude o seminude stanno ai bordi di una vasca di foggia particolare, in un ambiente riservato.
Dov’è lo scandalo? Dov’è il reato?
Senza dubbio nell’uso improprio che si sta facendo di queste immagini.
Se nessun cittadino sarà più padrone di girare come gli pare in casa propria e di ospitare chiunque gli parrà, offrendogli ciò che i suoi mezzi gli permettono, compresa la libertà di mettersi a proprio agio come e dove gli pare, allora lo si dica e il Travaglio-Savonarola detti i nuovi codici morali di comportamento da osservare nell’intimità casalinga e non manchi di stilare anche le sanzioni per chi non vi si attenesse, e poi organizzi squadre di fotografi con teleobiettivi per sorprendere i mascalzoni desnudi tra le pareti domestiche, nei loro giardini protetti da recinzioni o in un gommone o barca al largo.
Prendere il sole nudi è un piacere che accomuna donne e uomini di ogni strato sociale.
E’ arcinoto quanto siano diffusi campeggi o spiagge private dove è severamente vietato (guarda caso) entrare con macchine fotografiche e dove si rifugiano naturisti di ogni ceto e di ogni credo e professione.
La sinistra ha sempre considerato queste attitudini una prova dell’evoluzione del costume, un’espressione innata di libertà e i suoi detrattori e censori sono sempre stati messi alla berlina.
Che strani rigurgiti moralistici si riservano ai “nemici”, magari di ritorno da una gita in barca, trascorsa al sole completamente nudi.
Perla Scandinava