Ho letto e non concordo. Perchè ritenere "provvidenziale", come ha fatto il Vaticano, l'abbandono dei papi del potere temporale, schiera di fatto la Chiesa di Benedetto XVI sul fronte liberale, accogliendo con qualche secolo di ritardo le riflessioni di Tocqueville - il cui pensiero sulle origini della Rivoluzione differiva alquanto da quello di Burke e di Maistre e certamente non può essere inquadrato in una prospettiva controrivoluzionaria.
Mi risulta oggettivamente difficile.Si possono ricordare le colpe e i peccati di Garibaldi, ma non se ne può non riconoscere il coraggio ed il valore strategico.
Cavour era un liberale francofilo infarcito di cultura rivoluzionaria.Si può dire che Cavour corruppe alcuni alti ufficiali meridionali, ma si deve ricordare che loro si fecero corrompere e insieme a loro pure gli zii del re delle Due Sicilie.
Cesso di Stato o no, era pur sempre una monarchia conservatrice, Trono e Altare. Quella che è venuta dopo, al di là della questione meridionale, no.Non si può non ricordare poi, omettendolo per partito preso, che era un cesso di stato, il Regno delle due Sicilie.
Si può infine criticare Casa Savoia, ma solo perchè non si ha niente da dire che luoghi comuni.
Inevitabile? Può darsi. Ma questo non mi impedisce di guardare ai legittimisti delle Due Sicilie con gli stessi occhi benevoli con cui guardo ai Confederati Sudisti americani.
In questo thread io ho cercato di stare nel mezzo tra le due tradizioni monarchiche - quella dei Savoia e quella dei Borbone - cercando di evitare quel conflitto che puntualmente avviene nell'occasione dell'Unità d'Italia e che gioca inevitabilmente a favore dei repubblicani.