Giovannino Guareschi: il mio Papa si chiama Giuseppe

[Guelfo Nero]

[Luca]

[Luca]

Premessa pronunciata prima della conferenza numero 192

Non ci stancheremo mai di dirlo. Questo non è un posto come gli altri, non è un luogo d'aggregazione o un parcheggio dove esercitare stanchi ozi che inframmezzino la vita accademica. Quest'aula è un Alcazar di verità e d'onore, una rocca di coraggio e di dedizione, un ridotto senza disperazione ma con scanzonata e beffarda dignità, mentre tutto all’intorno vacilla e si immiserisce, mentre altrove si danza attorno a sempre nuovi e sempre falsi vitelli d’oro. Molti visi ci incalzano con i loro occhi severi e pensosi dalle pareti in questo luogo ma altri visi e altri sguardi incrociamo quotidianamente in quest'aula. Sono quelli della ricca e variegata comunità umana che vi dimora, una comunità che cerca di vincere le sue meschinità, di combattere le sue fragilità, in un mutuo e continuo scambio di affetti e di cultura, di dottrina e di carità fraterna, sotto lo stendardo di Cristo Re. Questa comunità ha avuto in questi anni vari protagonisti, capi e gregari, prìncipi e comprimari, amici e ospiti, traditori e giullari ma ha avuto un cavaliere, de jure ma soprattutto de facto, e questi è Federico Pizzi, il nostro relatore di oggi. Federico rappresenta al meglio lo spirito di questa comunità umana, nata sotto l'insegna del disinteresse e del dono, anche nelle diverse coloriture ideali e politiche che l'attraversano. Egli ha donato a questo gruppo amicizia, cordialità, preziosi ed efficaci suggerimenti, in una parola Fedeltà nel senso più vero e profondo del termine, anche quando personali attitudini, interessi, prudenze umane e facili calcoli l'avrebbero portato altrove e talvolta ricevendone fastidi e gratuite quanto ignominiose calunnie. Per questo lo ringraziamo per questi ottimi anni trascorsi insieme, per la sua presenza e disponibilità e per quella cordiale e discreta amicizia di cui ci ha fatto dono. Ed ora gli cedo molto volentieri la parola per questa conferenza di formazione intitolata “Non muoio neanche se mi ammazzano. Giovannino Guareschi tra letteratura e politica”.

[Luca]

A 44 anni dalla morte di Giovanni Guareschi: due lettere ancora attuali « AGERECONTRA 2012

[Luca]

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