Originariamente Scritto da
salvo.gerli
E ora stop al processo
Per il bene del Paese, sarebbe opportuno sospendere immediatamente, per la durata del conflitto in Libia, i processi a carico del premier Silvio Berlusconi.
E’ una soluzione di buon senso, e
il Tribunale di Milano dimostri di accettarla e di vivere nel mondo reale, e non in una dimensione parallela.
Il primo passo, la proposta, la faccia Napolitano in persona.
Sarebbe disdicevole, non solo per il capo del governo ma per tutto il Paese, l’immagine, amplificata dai media italiani ed esteri, di Silvio Berlusconi, che interpreta, contemporaneamente, due personaggi:
lo statista in conflitto, nella “coalizione dei volenterosi”, contro Gheddafi e l’imputato del reato di “induzione alla prostituzione minorile”, in guerra contro il Procuratore aggiunto della Repubblica di Milano, Ilda Boccassini, non meno insidiosa, per il premier, del sanguinario dittatore libico.
In pieno conflitto, al mattino,
il Cavaliere dovrebbe rispondere,
davanti a “Ilda la rossa” e alle tre signore togate, progressiste, del tribunale di Milano a domande tipo: “Quante volte, Onorevole, ha giaciuto con la sedicente nipote di Mubarak, Ruby Rubacuori, sul lettone, regalatole da Putin?“,
“La ragazza era minorenne, oppure maggiorenne?“.
“E, nelle notti dei bunga-bunga, ad Arcore, trascorse in allegria con i suoi attempati ma gaudenti amici, Lele Mora ed Emilio Fede, quale ruolo svolgevano le 32 avvenenti ragazze, a cui Lei è accusato di aver regalato auto, alloggi gratis nel confortevole residence milanese dell’Olgettina e consistenti gruzzoloni?”.
E, una volta sospese le udienze, Berlusconi dovrebbe salutare l’avvocato Ghedini e occuparsi di Gheddafi, consultandosi con Sarkozy e la signora Clinton, per concordare la strategia più efficace per costringere alla resa l’ex amico di Tripoli, ossequiato con un eccessivo baciamano.
Nemmeno i fantasiosi fratelli Vanzina includerebbero una scena del genere nei loro farseschi filmoni di Natale.
Forse, la soluzione più dignitosa, e meno sconveniente, soprattutto per il Paese, potrebbe trovarla Giorgio Napolitano, che è anche il Presidente del Consiglio superiore della Magistratura e l’esponente politico, oggi, con il più alto gradimento degli italiani.
Ma, al di là del suo ruolo, il Capo dello Stato, molto stimato anche all’estero, in queste drammatiche settimane, ha pronunciato le parole più adeguate alle circostanze, per contenuti e solennità.
Lo statista partenopeo potrebbe esercitare la sua “moral suasion” sul Capo della Procura, Edmondo Bruti-Liberati, e il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro, ad accettare di sospendere i processi al premier sino alla scadenza del conflitto.[/U]
Il governo potrebbe varare un decreto-legge, da approvare con urgenza in Parlamento: una sorta di “mini lodo-Alfano”, cioè uno scudo, che consenta a Berlusconi di esser giudicato dopo la fine della guerra.
E l’opposizione, con senso di responsabilità, potrebbe rinunciare a cavalcare il “love and bed’s affair” del Presidente del Consiglio in nome dei superiori interessi del Paese.
Un’ottima occasione, anche per gli onorevoli Fini, Rutelli e D’Alema, che spesso e volentieri si presentano come
sussiegosi statisti, pensosi dell’immagine e del ruolo, in politica estera, dell’Italia, di dimostrarsi tali, in nome del principio, caro agli inglesi:
“Right or wrong, it is my country!“.
E, almeno, per qualche mese, la mega-figuraccia sarebbe evitata, non solo al premier e imputato, ma a tutti noi.
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hefico: