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    Talking Lomabardia,Veneto,Emilia Romagna pagano per tutti.

    Lombardia, Emilia e Veneto pagano per tutti | Linkiesta.it



    Lombardia, Emilia e Veneto pagano per tutti
    In qualsiasi Paese esistono regioni che versano risorse ai territori più svantaggiati: è nomale, anzi è giusto. E allora dove sta l’anomalia italiana? Sta in due fattori, spiega Gabrio Casati che inizia oggi la sua collaborazione con Linkiesta: il numero ristretto di “pagatori” e la somma che essi sborsano. La specificità degli efficienti trentini e bolzanini, l’orientalità friulana, l’insularità siciliana sono tutti finanziariamente resi possibili dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia. Si capisce dunque come, da un punto di vista fiscale, parlare di questione settentrionale sia eccessivamente generoso. Ma altrettanto generoso sarebbe abbandonarsi alla lacrima per il 150esimo del Paese senza affrontare il problema dell’ingiusta ripartizione di carichi e responsabilità fiscali. Se vogliamo celebrare il 200esimo d’Italia è da lì che dobbiamo partire, altrimenti rivolta fiscale al Nord e sociale al Sud, temiamo, ci priveranno di quest’altro traguardo in tempi abbastanza brevi.



    Divisi ma uniti (Afp)
    POLITICA
    17 marzo 2011 - 17:01
    Il Paese festeggia oggi il genetliaco della sua unificazione. Centocinquanta anni di unità politica che hanno definito un preciso profilo di solidarietà territoriale e di flussi di spesa. Ci sembra utile dare uno sguardo appena più approfondito a questo “patto di solidarietà” per capire se i bei festeggiamenti che si susseguono nelle piazze italiane abbiano una dimensione economica, oltre che doverosamente emotiva, su cui appoggiarsi.

    È noto ormai a tutti che in Italia esistano territori che versano più risorse allo Stato centrale di quante ne ricevano e altri che fanno il contrario. Una buona approssimazione, al fine di identificare quali territori siano contributori e i beneficiari netti, e in quale misura, dei trasferimenti centrali, è rappresentato da un indice sintetico: il residuo fiscale. Esso è oggetto di un ampio e citatissimo studio di Unioncamere del Veneto in collaborazione con la Cgia di Mestre.

    Unioncamere del Veneto analizza l’ammontare del residuo fiscale, ovvero la differenza tra tutte le entrate – fiscali e di altra natura – che le amministrazioni pubbliche prelevano dal territorio e le risorse che vengono spese in quello stesso territorio, nelle regioni italiane. Nei casi in cui tale dato risulti positivo, la pubblica amministrazione (Stato centrale e strutture periferiche) è in avanzo finanziario (ovvero preleva dal territorio più risorse di quante non ne ridistribuisca in loco, sotto forma di servizi, prestazioni e investimenti). Ebbene, il quadro che emerge dallo studio è decisamente più variegato di quel che sarebbe lecito aspettarsi sulla base di una rigida schematizzazione Nord-Sud, a tal punto da imporre una sostanziale ridefinizione dei termini rispetto alla vulgata della Questione Settentrionale.

    Prima di procedere è opportuno esplicitare due considerazioni una di carattere tecnico e l’altra di carattere politico: la realtà è sempre più complessa dei numeri che pretendono di descriverla. Ciò nonostante ci sembra che il residuo fiscale fornisca un quadro in sé significativo, seppur non assolutizzabile, dei flussi di finanza pubblica tra regioni del Paese. Inoltre, in questo scritto, dizioni quali “Lombardia”, “Veneto”, e tutte le loro possibili varianti, valgono solo come forme lessicali con substrato amministrativo, utili a fissare concetti e nulla di più. Non interessa in alcun modo attribuire a queste espressioni una valenza “nazionale”, da ritrovarsi in aleatori processi a ritroso, ricerche di claudicanti precedenti storici, presunte comunioni di sangue. Né, del resto, la fredda realtà di cifre ufficiali, ha alcun bisogno di sovrastrutture etnico-culturali per liberare tutta la sua valenza politica.

    Residuo fiscale delle amministrazioni pubbliche. Saldo della distribuzione delle entrate e delle spese consolidate per regione. Anno 2006 – Primi e ultimi 4 risultati


    Una lettura attenta e laica dei dati riportati dalla tabella rivela, da un punto di vista fiscale, l’esistenza di una questione lombarda, lombardo-veneta-emiliana al massimo, ma certo non settentrionale in sé.

    Esistono infatti solo sette regioni che registrano un residuo fiscale positivo. Quattro di queste mostrano dati che, per consistenza, non sono significativi, potendo rientrare nella categoria dei dati fisiologici: Marche, Lazio, Toscana e Piemonte registrano residui complessivi tra i 2,2 miliardi (Marche) e i 5,9 miliardi (Piemonte). Tra le regioni, invece, massicciamente contributrici, l’Emilia Romagna registra un residuo fiscale positivo di circa 15,3 miliardi, praticamente identico a quello del Veneto, 15,6 miliardi.

    Manca la Lombardia, il polmone largamente principale. La somma dei residui fiscali di Veneto, Emilia Romagna e Piemonte non produce infatti un dato capace di pareggiare il contributo lombardo: quasi 38 miliardi, 4.000 euro pro-capite.
    L’elenco dei contributori, indipendentemente dalla misura del loro contributo, finisce qui. Tutte le altre regioni incassano infatti più di quanto versino, raggiungendo il vertice assoluto della Sicilia, il cui differenziale è negativo per oltre 14 miliardi o degli abitanti della Val D’Aosta che ricevono, a testa, oltre 4.700 euro all’anno di risorse eccedenti rispetto a quelle che hanno versato.
    Intendiamoci: in qualsiasi paese esistono regioni che versano risorse ai territori più svantaggiati: è normale, anzi è giusto. E allora dove sta l’anomalia italiana? Sta in due fattori: il numero ristretto di “pagatori” e la somma che essi sborsano.
    La situazione appare abbastanza limpida: l’unità territoriale del Paese è garantita dalla Lombardia, con un robusto sostegno veneto ed emiliano. La dimensione di tale contributo ci sembra possa definire una patologia e un disequilibrio insostenibile nella ripartizione delle responsabilità nazionali. Un rapido confronto intra-europeo avvalora questo convincimento.

    Tabella 10. Residuo fiscale in alcune regioni europee in percentuale sul rispettivo Pil regionale

    Regione % su Pil
    Lombardia (IT) 11,5
    Veneto (IT) 10,3

    Emilia Romagna (IT) 10,1
    Catalogna (ES) 8,1
    Stockholm (SE) 7,6
    South East (UK) 6,7

    Baden-Würtemberg (DE) 4,4
    Ile-de-France (FR) 4,4
    Bayern (DE) 3,5
    I differenziali sono impressionanti. La distanza tra Baviera e Lombardia è di 8 punti percentuali di Pil locale, quella tra Emilia Romagna e Baden-Würtemberg è di 5,7. In nessun Paese membro dell’Unione tre soli territori devono, in completa solitudine, versare oltre il 10% ciascuno del proprio Pil per mantenere l’Unità della nazione cui appartengono.

    La specificità degli efficienti trentini e bolzanini, l’orientalità friulana, l’insularità siciliana e il disastro calabrese o campano sono tutti finanziariamente resi possibili dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia. E il fatto che Trento e Bolzano spendano magnificamente i loro sovrabbondanti trasferimenti, mentre Palermo e Reggio Calabria no, non è sufficiente a modificare il quadro. Ben si capisce dunque come, da un punto di vista fiscale, parlare di questione settentrionale sia eccessivamente generoso. Ma altrettanto generoso, e parimenti ingenuo, sarebbe abbandonarsi alla lacrima per il 150esimo del Paese senza affrontare il problema dell’ingiusta ripartizione di carichi e responsabilità fiscali che in 150 anni si è imposta. Se vogliamo celebrare il 200esimo d’Italia è da lì che dobbiamo partire, altrimenti rivolta fiscale al Nord e sociale al Sud, temiamo, ci priveranno di quest’altro traguardo in tempi abbastanza brevi.


    andate a vedere la tabella nel link...

    Miglio aveva ragione : "I Padani sono capre..." laora, tasi e paga mona!!

  2. #2
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    Leggete beoti italioti leggete mi raccomando...................

  3. #3
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    .
    [QUOTE=alberto90;1991801]
    Lombardia, Emilia e Veneto pagano per tutti | Linkiesta.it

    La specificità degli efficienti trentini e bolzanini, l’orientalità friulana, l’insularità siciliana e il disastro calabrese o campano sono tutti finanziariamente resi possibili dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia. E il fatto che Trento e Bolzano spendano magnificamente i loro sovrabbondanti trasferimenti, mentre Palermo e Reggio Calabria no, non è sufficiente a modificare il quadro.
    ...
    Miglio aveva ragione : "I Padani sono capre..." laora, tasi e paga mona!!
    =========

    Miglio aveva ragione : "I Padani sono capre..." laora, tasi e paga mona!!
    ... kome si fa a non kapire ke kuesto skritto è fatto x dividere i padalpini !? ... solo una kapra può postare una simile scemenza duosikula, funzionale solo a loro ! ... sveglia padanisti ... siate + okulati nello scegliere i msg ke postate... non dobbiamo dividerci sulle balle ke gli italiani insinuano...

    .
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  4. #4
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    Padania Stato guarda che Miglio era di Como e se devo dirla tutta aveva ragione ...solo un popolo di asini (a cui appartego anche io) può essere trattato in questo modo e stare zitto, anzi festeggiare! altro che dividere quà la gente neanche se ne accorge...

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da alberto90 Visualizza Messaggio
    Padania Stato guarda che Miglio era di Como e se devo dirla tutta aveva ragione ...solo un popolo di asini (a cui appartego anche io) può essere trattato in questo modo e stare zitto, anzi festeggiare! altro che dividere quà la gente neanche se ne accorge...

    non konfondere... Miglio è una kosa e l' Opinione di Gabrio Casati è altro...
    dal punto di vista indipendentista è una "idiozia" bella e buona ... è uno ke vuole strumentalizzare il sentimento padanista x dividere e inimikarci l'un l'altro... Piemonte, Valle d'Aosta, Friuli, Liguria, Romagna e Marke del Nord non sono parassiti... ed i 300.000 trentini-sudtirolesi non li sento kausa della nostra servitù impositiva, anzi, sono felice x loro ! ... il sentimento ke il tuo amiko porta è antipadano ... tu propagandi kuel msg ...
    Unione Konfederale Cisalpina

  6. #6
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    Io quando dico che Miglio aveva ragione intendo sostenere che molti "padani" che non si informano molto sono delle capre e che non si rendono conto di come vengono presi per il culo....ecco cosa intendo..
    per quanto riguarda i liguri, i piemontesi ecc io non ho mai detto che sono parassiti, tranne per la regione Liguria (che riceve più di quello che da), le altre sono tutte in pareggio o anch'esse hanno una quantità di denaro che (non enorme come quella lombarda, veneta e romagnola) che regalano allo stato.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da alberto90 Visualizza Messaggio
    Io quando dico che Miglio aveva ragione intendo sostenere che molti "padani" che non si informano molto sono delle capre e che non si rendono conto di come vengono presi per il culo....ecco cosa intendo..
    per quanto riguarda i liguri, i piemontesi ecc io non ho mai detto che sono parassiti, tranne per la regione Liguria (che riceve più di quello che da), le altre sono tutte in pareggio o anch'esse hanno una quantità di denaro che (non enorme come quella lombarda, veneta e romagnola) che regalano allo stato.

    kon tutto kuello ke la Liguria ed i Genovesi ci danno ed hanno dato, non ho nessun appunto da fare loro e se rikiedono il mio aiuto, ben volentieri sono pronto a darlo senza nulla pretendere, nè lamento di sorta... xkè so ke lì ci sono fratelli operosi ke danno konforto al mio sentimento padanista... da buon padalpino sono orgoglioso dei miei koncittadini liguri ... spero ke ank'essi lo siano di me.

    non sono orgoglioso invece nè è mio piacere essere assimilato all'identità italiana ke aborro ... ke ci vuoi fare sono padalpino...

    .
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  8. #8
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    Ma porca vacca io parlo di residuo fiscale! Genova e la Liguria ha dato tanto al mondo....lo so.
    se ci fosse uno stato cisalpino non ci sarebbero tali residui fiscali e non mi preoccuperei se una o due regioni fossero in lieve "deficit", il tutto se il nord fosse indipendente... ma non lo è , quel dato sulla Liguria è solo una segnalazione.

  9. #9
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    Io non ho capito perche' i residui fiscali di Marche, Lazio, Toscana e Piemonte debbano essere considerati ''fisiologici'': si tratta di cifre che vanno da oltre 2 miliardi a quasi 6 che ogni anno lasciano le regioni dove vengono prodotti per non tornare piu' indietro.

    Con l'esclusione del Lazio che e' un caso particolare, negli altri casi si tratta di vera e propria rapina fiscale, pur non stratosferica come quella che viene imposta alla povera Lombardia.

    Tutte le regioni in avanzo fiscale avrebbero buone ragioni di lottare coalizzate per avere una forte compartecipazione all'IRPEF e a tutte le altre tasse statali, in modo da ridurre il loro residuo al minimo.
    Ultima modifica di Italiano; 25-03-11 alle 20:49
    Bisogna adattarsi al presente, anche se ci pare meglio il passato.

  10. #10
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    Fini oggi:

    (ANSA) - TRAPANI, 25 MAR - 'La piu' grande sciocchezza e' quella di parlare di Padania. Che cosa tiene insieme, infatti, Ventimiglia con il Cadore se non l'essere italiani?'. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, presentando il suo libro 'L'Italia che vorrei'. Fini ha poi parlato di Giustizia. Non si puo' prescindere - ha detto - da una tripartizione dei poteri e dall'autonomia dell'ordinamento giudiziario. E per quanto riguarda i giovani l'encefalogramma della politica 'e' piatto'.

    E allora cosa tiene unito il Cadore con Canicattì???
    Fini non sà più cosa dire per essere al centro dell'attenzione...

    @ Italiano... forse il residuo fiscale di 1-3 miliardi è fisiologico forse perchè non è nell'ordine di decine di miliardi...non saprei sennò.

 

 
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