Responsabili, il tesoriere Grassano? Un condannato per truffa | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano

Responsabili, il tesoriere Grassano? Un condannato per truffa

Responsabile di nome e di fatto, in Parlamento e di fronte al Tribunale di Alessandria. Per Maurizio Grassano, 49enne ex leghista membro della gloriosa “terza gamba” del governo B., la battuta è fin troppo facile: il Tribunale di Alessandria lo ha condannato a quattro anni per truffa aggravata ai danni del comune. Una cosa non da poco, visto che Grassano è stato per anni consigliere comunale della Lega Nord e, addirittura, presidente del Consiglio comunale fino al suo ingresso in Parlamento. Oggi è tra i sostenitori del processo breve anche se, piuttosto abbattuto, ai microfoni de ilfattoquotidiano.it dichiara: “Ho subito un’ingiustizia, forse perché sono un parlamentare, ma con me i magistrati sono stati velocissimi, altro che processo breve, un processo lampo per condannarmi”.

Il caso in cui è coinvolto scoppia nel febbraio 2009, quando qualcuno decide di vederci chiaro sui “costi” a carico del comune del presidente Grassano. Fin dal 2003 il comune di Alessandria eroga cospicui rimborsi alla Vega Sas dell’imprenditore Sergio Cavanna, azienda di Novi Ligure attiva nel settore delle costruzioni di cui Grassano risulta essere dipendente. Cifre importanti (89 mila euro nel 2004, 158 mila nel 2008, 190 mila soltanto nei primi mesi del 2009) versate all’azienda per rimborsare le assenze di Grassano dal lavoro a causa dei suoi impegni istituzionali. L’allora presidente del consiglio comunale lascia il posto il 9 febbraio 2009, nel tentativo di tacitare le polemiche, ma la magistratura apre ugualmente un’inchiesta. Il 25 settembre 2009 viene arrestato (un mese ai domiciliari) perché sospettato di inquinare le prove. Poi il processo, quindi, sabato scorso, la sentenza: accogliendo in parte le tesi del pm (che aveva chiesto pene più severe), il Tribunale di Alessandria ha condannato Grassano e Cavanna per truffa, con annessa interdizione dai pubblici uffici. In pratica il comune avrebbe versato oltre 750 mila euro per un rapporto di lavoro inesistente, non comprovato da alcun documento e contratto. Il giudice ha disposto un risarcimento di 850 mila euro (di cui 380 da versare immediatamente) a favore del Comune di Alessandria (tuttora governato dal centrodestra) che si era costituito parte civile.

Dimissioni, neanche a parlarne. Anzi, la sua vicenda giudiziaria non gli ha impedito di essere nominato tesoriere del gruppo parlamentare di Iniziativa Responsabile. “Nessuno si voleva sacrificare tra i Responsabili”, afferma Grassano. L’ex deputato leghista è in Parlamento dal giugno 2010, quando da primo dei non eletti della Lega nella circoscrizione Piemonte 2 subentrò al dimissionario Roberto Cota, da marzo 2010 presidente della Regione Piemonte. E qualche sassolino dalla scarpa nei confronti degli ex colleghi di partito se lo toglie. “Nella Lega si applica il moralismo a corrente alternata – continua – ci sono parecchi inquisiti che nel partito non sono stati sospesi”. In meno di un anno comunque Grassano è transitato dal Gruppo Misto (il Carroccio, a causa del processo in corso, non lo aveva accettato nel gruppo parlamentare), ai Liberaldemocratici, all’Alleanza di centro di Francesco Pionati fino ai Responsabili. Ora è membro della Commissione Esteri, nonostante qualche difficoltà nell’individuare le capitali di grandi paesi europei (impietosa fu La Zanzara di Radio24) e le perplessità sulla guerra in Libia: “Non ho ancora capito chi sono i cattivi”.

di Stefano Caselli e Francesca Nava