di Alessandro Sallusti pg. 1 de ilgiornale.it 31 03 2011
Emergenza profu*ghi, ecco il piano di Berlusconi.
Tre giorni per svuota*re-Lampedusa dall’onda*ta di profughi, poche setti*mane per ripristinare la normalità, più un piano di rilancio dell’isola (per dare un segnale ha com*perato in pochi minuti una villa da due milioni di euro) e uno di inden*nizzo per gli abitanti (niente tasse per un an*no).
Sembra un libro dei sogni, ma già due volte questo governo ha mante*nuto promesse altrettan*to azzardate: la prima per i rifiuti in Campania, la se*conda per l’emergenza terremoto in Abruzzo.
Se poi a Napoli e a L’Aquila le cose si sono arenate non è certo colpa dell’ese*cutivo.
I pasticci li hanno combinati in seguito gli enti locali, i burocrati, i magistrati che hanno smantellato la Protezio*ne civile a colpi di discuti*bili inchieste (per ora sol*tanto mediatiche) e l’op*posizione sorretta dalla stampa amica.
Vedremo se anche questa volta una parte del Paese, quella che a parole denuncia inefficienze e ritardi, si metterà di traverso alla soluzione del problema Lampedusa.
I primi se*gnali non sono incorag*gianti.
Dalla sinistra non ci si dovevano aspettare applausi, ma neppure il solito tono strafottente, arrogante, addirittura vio*lento.
Ci manca poco che parlino di un piano ad personam, messo in atto non per salvare cittadini italiani ma per distrarre da altre questioni.
In realtà la manovra di*versiva l’ha messa in atto proprio la sinistra, orga*nizzando con le sue trup*pe di contestatori una gaz*zarra*assedio fuori dalla Camera mentre si stava discutendo la legge sulla prescrizione breve dei processi a carico di perso*ne incensurate.
Una nor*ma di civiltà in vigore in tutti i Paesi occidentali che come al solito non piace ai giudici e ai loro al**leati politici.
L’opposizio*ne, bluffando, sta cercan*do di farla passare come legge pro Berlusconi, che evidentemente, essendo come tutti noi cittadino italiano, in futuro potrà le*gittimamente avvalerse*ne se se ne presentasse l’occasione (il principale processo in corso, quello Mills, è già avviato di suo alla prescrizione).
Sta di fatto che la violen*ta gazzarra ha ottenuto il suo effetto perché un mi*nistro, Ignazio La Russa, è caduto nel trappolone.
Insultato dai manifestan*ti, se l’è presa in aula con l’opposizione e, ripreso da Fini, ha mandato a quel paese pure lui.
Risul*tato: rissa, seduta sospe*sa, polemiche con l’oppo*sizione ma anche dentro la maggioranza che non perdona al ministro il ri*schio che mesi di lavoro e mediazioni su un tema così delicato vengano compromessi da un ec*cesso di personalismo sfociato in uno scatto d’ira.
Qualcuno, tra gli ex Forza Italia, ha anche chiesto a caldo le sue di*missioni.
La Russa si è poi scusato.
Speriamo basti a ricucire, ma certo non ci voleva.
Non oggi, non sul tema della giustizia che in Italia è una emergenza grave tanto, se non di più, di quella dell’immigrazio*ne.
saluti