"NON POSSIAMO ESSERE UN'ECCEZIONE"
di Giovanni Caprara-intervista a George Coyne gesuita e astronomo - Roma - Gennaio 2002
Il direttore dell’osservatorio pontificio crede alla vita su altri mondi.
CASTEL GANDOLFO - I cieli si sono aperti. Intorno a stelle lontane gli astronomi hanno scoperto numerosi pianeti simili ai nostri che forse nascondono la vita. I telescopi hanno portato l’occhio quasi sulla soglia delle nostre origini quando l’Universo si accese 15 miliardi di anni fa con un poderoso Big Bang, mostrandoci i primi passi della creazione. Gli scienziati più avventurosi ipotizzano addirittura altri universi esistenti in spazi paralleli e in dimensioni inconcepibili alla comune immaginazione. Il cielo, insomma, è cambiato profondamente negli ultimi anni sollevando qualche domanda sul possibile, nuovo rapporto tra l’uomo e le sue idee sul mondo astrale che lo circonda. George Coyne, gesuita e astronomo, alza gli occhi dalla Specola Vaticana che ha ancora le sue cupole a Castel Gandolfo dove Pio X decise di sistemarle, portandole via dal Vaticano dove un altro Papa, Leone XIII, le aveva volute nel 1891.
"Ma qui ormai possiamo solo collaudare strumenti e far lezione agli studenti, - dice - il nostro vero osservatorio è su un’alta montagna dell’Arizona, negli Stati Uniti, dove l’aria è tersa e trasparente".
George Coyne è americano. A dirigere la Specola lo chiamò Giovanni Paolo I, Papa Luciani, nel 1978. Tra i misteri celesti ama studiare il "cannibalismo cosmico", un violentissimo fenomeno nel quale i grandi astri divorano i più piccoli.
Come guarda un uomo di chiesa e di scienza al nuovo universo, a un creato dove forse esistono altri esseri pensanti?
L’universo è la culla dell’umanità e, in noi, la passione di conoscere non è mai soddisfatta. Ma più conosciamo più riconosciamo la nostra ignoranza. Indubbiamente non c’è mai stata un’epoca in cui l’astronomia, la cognizione celeste, sia stata tanto progredita. C’è una bella storia degli indiani d’America. Quando il governo decise di costruire il primo grande osservatorio nazionale in Arizona scelse una montagna sacra agli indiani i quali, dopo lunghe trattative, furono contenti dello scopo per cui veniva utilizzata. Però gli indiani non sapevano come chiamare gli astronomi perché loro abitavano sotto il cielo, lo ammiravano ma non lo studiavano e quindi erano privi di un termine che indicasse colui che indaga. Allora inventarono una parola nella loro lingua che tradotta significa "gli uomini dagli occhi lunghi". In effetti questi strumenti non sono soltanto delle macchine ma il prolungamento della nostra curiosità di sapere. Il fatto che sia un gesuita non cambia il modo in cui faccio ricerca, ma certamente influisce sulla mia interpretazione.
Di fronte alla possibilità di vita su altri pianeti qual è il suo pensiero e la posizione della Chiesa?
È una prospettiva che appassiona, ma bisogna andarci cauti. Per il momento non c’è alcuna evidenza scientifica della vita. Ma stiamo accumulando osservazioni che indicano tale possibilità. L’universo è tanto grande che sarebbe una follia dire che noi siamo l’eccezione. Il dibattito è aperto e complesso. Immaginiamo dunque che ci sia. Questo ci dimostrerebbe che Dio ha ripetuto altrove ciò che esiste sulla terra e nello stesso tempo toglierebbe dalla fede quel geocentrismo, quell’egoismo, se posso dire, che ancora la caratterizza. Se io incontrassi un essere intelligente di altri mondi e mi rivelasse una sua vita spirituale e mi dicesse che anche il suo popolo è stato salvato da Dio mandando il suo unico figlio, mi domanderei come è possibile che il suo "unico" figlio sia stato presente in luoghi diversi. Pensieri simili sono una grande sfida. Un’eresia dopo l’altra ha cercato di negare l’umanità di Dio nei secoli. Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. E questo vero uomo può apparire anche su altro pianeta? Non so, non so negare ma nemmeno affermare. La possibilità di vita extraterrestre intelligente e spirituale ci presenta molte domande. La scienza per un credente, comunque, non demolisce la fede ma la sprona.
Si deve credere anche a un’evoluzione della fede?
Sì. Quando da giovane seminarista studiavo, non immaginavo che oggi sarei stato qui a parlare di simili argomenti. In cinquant’anni l’umanità è arrivata a questo punto. Purtroppo la Chiesa non sempre tiene il passo, specialmente oggi.
L’accelerazione della scienza ha messo forse a disagio i teologi che non la vedono come una sfida oppure non colgono la necessità di un’evoluzione?
Non so dire. Io trovo un certo ambiente ideologico nella Chiesa che sembra dire: "Sono affari tuoi, di voi scienziati". Cioè non credono che l’argomento debba essere studiato, affrontato. Non credono ai risultati scientifici e assolutamente non vogliono affrontare le discussioni che potrebbero far tremare un po’ le dottrine.
Dopo il pronunciamento del Papa su Galileo e la sua riabilitazione agli occhi della storia cattolica, non c’è stato un cambiamento anche da parte dei teologi?
Su questo non devo proprio parlare. Gli studi nei seminari non offrono una formazione scientifica. Chi entra in seminario è un sacerdote che esercita un ministero e non è un uomo del mondo di oggi; lavora a metà, è un prete dimezzato.
Le osservazioni astronomiche ci rivelano con sempre maggiore precisione ciò che accadde dopo la creazione, dopo il Big Bang da cui tutto ebbe origine. Ciò influisce sulla visione della Chiesa?
Si, ma bisogna andarci cauti. È vero che la cosmologia del Big Bang è ormai sicura come modello scientifico. Ma esso dice poco della creazione, forse niente, perché la creazione com’è intesa nella Bibbia, non risponde alla domanda sull’origine dell’universo ma al perché c’è qualcosa anziché il nulla. E questa è una risposta teologica a una domanda di fede. Invece la scienza si occupa di scoprire da dove sia venuta la materia che conosciamo. In altri termini, la Sacra Scrittura e la teologia stessa non intervengono sul modo con cui Dio ha creato l’universo. Le due domande tuttavia non sono in conflitto, non si incontrano e quando sembra che ciò accada possono nascere dei fraintendimenti molto gravi. Per questo stava sbagliando anche Pio XII. Quando uscì la teoria del Big Bang, impressionato dal risultato, egli voleva pronunciare un discorso solenne per affermare che gli scienziati stavano scoprendo ciò che la Chiesa sapeva già dalla Genesi. Allora il presidente della Pontificia Accademia andò dal Santo Padre, gli spiegò come l’ipotesi degli scienziati non avesse alcun legame con le Sacre Scritture e lo convinse a non dire nulla. Dell’argomento ho discusso anche con il famoso astronomo inglese Stephen Hawking secondo il quale l’universo non avrebbe avuto origine perché non sarebbe mai esistito un tempo zero dal quale possa aver avuto inizio. E quindi, conclude Hawking, per la nascita dell’Universo non abbiamo bisogno di Dio. In realtà, anche se la sua idea fosse giusta, non esclude affatto Dio perché Dio non è una realtà di cui abbiamo bisogno in quanto si è dato spontaneamente a noi. Ma Hawking non ha alcuna cultura filosofica e teologica. Lui è solo uno scienziato.
Papa Giovanni Paolo II è sensibile all’astronomia?
Si, fin dall’inizio del papato ed è venuto anche a trovarci alla Specola. È soprattutto aperto al confronto tra scienza e fede. Ma oltre al caso Galileo, quando ci fu la ricorrenza della pubblicazione dei "Principia" di Newton ci domandò: "La Chiesa deve celebrare questo evento, che cosa facciamo?" Invece di affrontare una vuota celebrazione gli proponemmo una serie di conferenze sui temi scientifici che avevano attinenza con la fede. Ne fu contento e il primo incontro fu lui stesso ad aprirlo.
George Coyne Direttore dell'Osservatorio Vaticano
tel: (520) 621-7855 a Tucson e 39-6-698 85266 a Roma.
gcoyne@as.arizona.edu
"La fede in Cristo non è incompatibile con Ufo ed extraterrestri"
Padre Balducci sul "Times": ET esiste-Nel suo ultimo libro il teologo, amico personale del Papa,
sostiene di credere negli alieni provenienti da altri universi.-di Giovanni Giacchi - "il Giornale" 30/08/1998 LONDRA - E.T. e i suoi fratelli esistono davvero, non sono né un'invenzione della mente umana né una congettura e probabilmente sono più evoluti di noi. A darci queste rivelazioni dallo spazio non è un appassionato di fenomeni paranormali, ma padre Corrado Balducci, della congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, teologo molto stimato in Vaticano e amico personale del Papa.
In un'intervista che farà da appendice al suo libro che verrà pubblicato in Italia la prossima settimana e di cui "The Times" ha dato ieri delle anticipazioni, il religioso ammette senza alcun dubbio l'esistenza degli alieni, precisando però che non c'è alcun contrasto né teologico, né morale, né di alcun tipo tra il fatto di credere negli extraterrestri e la fede in Cristo. Sono insomma realtà che si possono integrare, anche perché, fa notare il teologo del Vaticano, nel Nuovo Testamento c'è un passo con scritto che Cristo è il re dell'Universo, non solamente del mondo.
Balducci sostiene che è sbagliato asserire che i racconti fatti su incontri ravvicinati con gli extraterrestri sono poco credibili. "È invece ragionevole credere e affermare che gli alieni esistono - racconta nell'intervista l'eminente figura dell'entourage del sacro pontefice - le loro esistenze non possono essere negate più a lungo, perché ci sono troppe evidenze dell'esistenza degli extraterrestri e dei dischi volanti".
Non c'è spazio per altre interpretazioni: quello che padre Balducci vuole invece sottolineare, oltre a quelle sue idee che peraltro aveva già avuto modo informalmente di esternare, è che non c'è - non ci sarebbe - un rapporto di sfida tra i cosiddetti marziani e gli esseri umani, tra le loro convinzioni morali ed etiche e le nostre convinzioni religiose. Gli insegnamenti di Cristo non sarebbero dunque, a dire del teologo, in pericolo.
"Fatti come l'esistenza dei dischi volanti - afferma padre Balducci nell'appendice del suo libro che si intitolerà "Conferme" - indicano che gli alieni si sono evoluti più rapidamente degli esseri umani. Ma anche se si scoprisse che gli extraterrestri sono in qualche modo superiori agli umani, questo non metterebbe in dubbio gli insegnamenti del Cristianesimo". Tesi senza dubbio per molti lettori assai particolare, per tutti coloro che non si interessano di fenomeni paranormali e non vanno al di là dell'evidenza, che sembrano però una vera e propria legittimazione di E.T. e dei suoi amici dello spazio.
Ma il religioso nel volume di prossima pubblicazione vuole anche dare un supporto teologico alle tesi che con particolare passione sta portando avanti ed offrendo alla riflessione della pubblica opinione. Balducci riferisce nell'intervista di un passaggio nel Nuovo Testamento in cui San Paolo parla di Cristo come re dell'Universo e non come re del mondo. "Questo significa - precisa il teologo - che ogni cosa nell'Universo, compresi gli extraterrestri, sono conciliabili con Dio".
Padre Balducci, oltre ad essere un membro ufficiale della famiglia papale, è anche un rinomato esorcista e un esperto di demonologia. Dal 1964 negli annuari vaticani è registrato come "prete d'onore". Ha già scritto due volumi incentrati sulla figura del Diavolo, argomento anch'esso particolare. E adesso naturalmente "Conferme" che con l'uscita non mancherà senz'altro di fare scalpore. La sua prima domanda a un alieno sarebbe relativa alla concezione che essi hanno di Dio. Nella sua analisi Balducci non si ferma a questo e va avanti: "È molto importante accordare credito ai racconti dei testimoni oculari ma bisogna stare molto attenti ad assicurarsi che siano realmente autentici. Ho sentito gente che ha detto di avere avuto dei contatti, ma erano persone che sfortunatamente non erano stabili mentalmente".
Insomma, gli alieni, lo dicono i fatti nel tempo, esistono, ma bisogna stare attenti alle falsificazioni.
Il Tempo-intervista al demonologo Monsignor Corrado Balducci
di David Murgia- 19 Gennaio 2003 Molte erano state fino ad ora le "ammissioni" del demonologo della Santa Sede, che nelle sue dichiarazioni aveva mostrato apertamente di credere alla possibilità dell'esistenza di intelligenze extraterrestri. In questa intervista monsignor Balducci "alza il tiro".
Ecco il testo:
UFO, alieni e altre forme di vita nell'universo, tra realtà e finzione, tra truffatori e ciarlatani, ma qual è la posizione del Vaticano su questi "misteri" e soprattutto la fede cattolica accetta che il nostro non sia il solo mondo per cui il Messia sia stato inviato per redimere gli uomini? A questi interrogativi risponde monsignor Corrado Balducci, demonologo e scienziato esperto in ufologia a cui la Santa Sede ha chiesto di studiare questo fenomeno "con gli occhi della fede".
Monsignor Balducci, gli Ufo e gli alieni esistono davvero o sono solo invenzioni di imbroglioni?
Non credere agli Ufo e alla presenza di altri esseri viventi è peccato. La loro esistenza non solo è provata da circa un milione di testimonianze, tra cui anche quelle di molti scienziati atei, ma è anche confermata da alcuni brani della Sacra Scrittura che in alcuni punti chiariscono la presenza di extraterrestri.
Per esempio?
Il Salmo 23 che recita: "Del Signore è la Terra, l'universo e i suoi abitanti". Ora, perché il salmista ha voluto, dopo aver citato la Terra, ricordare anche l'universo con i suoi abitanti? Questo vuol dire che la presenza di altri esseri viventi è certa. Anche la teologia è d’accordo con questa tesi.
In che senso?
Non possiamo certo affermare che gli angeli, i demoni o la stessa Madonna si servano di astronauti per muoversi ma è vero che l'infinito numero delle stelle, dei sistemi solari e delle galassie sono state create per la gloria di Dio e non avrebbe senso che tutto questo sia solo per noi, che abitiamo uno dei più piccoli pianeti dell'universo. Per questo io non solo sono convinto che ci siano altri mondi abitati da esseri anche superiori a noi, ma anche che ciò sia possibile, verosimile e soprattutto desiderabile.
Potrebbe essere più chiaro?
La presenza di alieni nell'universo, magari superiori a noi non solo perché più intelligenti ma anche perché meno peccatori, giustificherebbe lo sbalzo che c'è tra noi uomini e gli angeli. Lucrezio scriveva che "natura non facit saltum" (la natura non fa salti) e quindi, nell'ordine provvidenziale della creazione, Dio ha pensato bene di creare anche altri esseri.
Le risulta che ci siano stati santi che abbiano affermato l'esistenza degli Ufo?
San Pio da Pietralcina, per esempio, che a chi gli chiedeva se gli extraterestri esistessero veramente, ha risposto: "L'onnipotenza di Dio non si limita al solo pianeta Terra. In altri pianeti esistono delle creature e altri esseri che non hanno peccato come noi e che pregano Dio". Ma la lista è lunga. Addirittura un noto teologo come Niccolò Cusano affermava che "non c'è stella dalla quale siamo autorizzati ad escludere l'esistenza di altri esseri, anche diversi da noi".
"ESISTONO ALTRI ESSERI INTELLIGENTI"
-di Adriano Forgione Realtà del fenomeno UFO e sue implicazioni teologiche: ragionevolmente, gli ET sono fra noi.
Uno sguardo alla loro natura e un accenno al Terzo Segreto di Fatima.Ho incontrato Monsignor Corrado Balducci al 2° Convegno Ufologico città di Ancona "Civiltà Aliene tra dubbio e ragione" il 17 Aprile scorso. Balducci, demonologo della Santa Sede, è persona molto disponibile, dai modi affabili, che gode di una certa fama anche nell'ambiente ufologico, per aver dichiarato apertamente di credere alla possibilità dell'esistenza di intelligenze extraterrestri interagenti con il pianeta Terra. Le sue affermazioni sono state fatte a nome del Vaticano? Con Monsignor Balducci si è cercato di approfondire le ripercussioni religiose di un possibile contatto.
Monsignore, da dove scaturisce il suo interesse verso le intelligenze extraterrestri?
Il vero interesse verso l'ufologia nasce un paio di anni fa, anche se ho iniziato a parlarne in TV circa quattro anni fa, nel 1995. In realtà tutto nacque nel 1959, quando iniziai a dedicarmi agli studi demonologici e, dovendo anche esplorare campi quali la psichiatria e la parapsicologia, indirettamente ebbi a che fare con tematiche legate allo studio ufologico. Ricordo che negli anni Cinquanta c'era un movimento, nel pubblico, in alcuni scienziati e anche tra noi ecclesiastici, di negazione ad ogni costo dell'oggetto degli studi parapsicologici. Dicevano che non esisteva la base per ammettere la parapsicologia e fenomeni che venivano definiti fandonie e fantasie. Semplicemente, si negava. Questo ha avuto i suoi riflessi anche in ufologia, legata ad altre tematiche di frontiera. Documentandomi, mi resi conto che la negazione generalizzata era frutto di un fanatisrno senza logica. Qualcosa di vero deve esserci, anche ad usare solo il buon senso e, ragionevolmente, il fenomeno è innegabile. La critica rigida va contro il buon senso, perché va contro il valore della testimonianza umana. Negli ultimi anni le testimonianze di eventi ufologici sono aumentate a dismisura, eppure c'è ancora troppa gente che tende a minimizzare tutto a fandonia. Certo, in molti casi si potrebbe trattare di false valutazioni di fenomeni naturali o altro, ma non è pensabile assolutamente poterle ridurre completamente a tali categorie. Una posizione di scetticismo integrale è del tutto ingiustificata.
E cosa accade nel suo ambiente?
Questo non l'ho mai confessato a nessuno, lo dico a lei; ci sono stati alcuni teologi che mi hanno detto: "Balducci, ma dove ti sei messo, è tutta una fantasia", e si trattava di teologi di rilievo, mica pretucoli di campagna. Quando poi ho spiegato il mio interesse, l'ho anche difeso a spada tratta per dire che è ora di smetterla con questo atteggiamento, perché se si continua così, si finirà per indebolire e distruggere il valore della testimonianza umana. È questo che mi preoccupa perché sulla testimonianza umana si basa sia la vita individuale di ciascuno di noi, sia la vita sociale, ma soprattutto la vita spirituale dei Cristiani, essendo la Rivelazione Divina un fatto storico testimoniato. La Rivelazione di Dio è infatti testimoniata attraverso gli uomini e i Vangeli. Se qualcuno crede alle testimonianze bibliche dei miracoli, deve ragionevolmente credere anche ai testimoni di eventi odierni straordinari. È chiaro che bisogna provare che ogni affermazione è basata su fondamenti di credibilità. È soprattutto la difesa della testimonianza umana, il motivo per il quale ho deciso di interessarmi all'ufologia.
In diverse occasioni ha dichiarato che gli ET potrebbero essere spiritualmente più evoluti di noi.
Devo premettere che è da escludersi che gli angeli si servano di astronavi. Quali esseri puramente spirituali, essi sono dove vogliono essere e, nei rari casi in cui si manifestassero, non avrebbero alcuna difficoltà ad assumere forme visibili. Pertanto, quando si parla di extraterrestri, si deve pensare o ad esseri come noi oppure, preferibilmente, ad altri tipi di viventi, che ad una parte spirituale associano sempre una parte materiale, un corpo, sebbene in un rapporto diverso rispetto a noi umani terrestri.
La scienza oggi accetta l'esistenza di forme di vita nel Cosmo, nonostante non voglia prendere in considerazione il fatto che tali intelligenze possano trovarsi già nel nostro ambito planetario, almeno in forma manifesta. La Teologia come affronta il problema?
A favore dell'abitabilità di altri mondi non esistono solo le opinioni di scienziati laici, ma anche di teologi e di persone morte in concetto di santità come Padre Pio. Nel libro del sacerdote Don Nello Castello, "Così parlò Padre Pio" dei 1974, è scritto che il beato, alla domanda di un suo confratello "padre, ho pensato che la Terra è un niente di fronte agli astri e tutti agli altri pianeti" rispose "Sì e noi se usciamo dalla Terra siamo nulla. Il Signore non ha certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianeta. In altri pianeti ci saranno degli esseri che non avranno peccato". Posso menzionare anche il Cardinale Niccolò Cusano (1401- 1464) che scrisse "non c'è stella dalla quale siamo autorizzati ad escludere l'esistenza di esseri sia pure diversi da noi". Il gesuita e astronomo, padre Angelo Secchi (1818-1866) scriveva: "È assurdo considerare i mondi che ci circondano come deserti inabitati". E potrei continuare a lungo. Certo, non si ha ancora una conferma scientifica su questo particolare punto. Tuttavia nell'ambito teologico e scritturale si possono fare alcune considerazioni. Non essendoci limiti alla potenza di Dio, che esistano pianeti abitati non è solo possibile, ma anche verosimile. Esiste infatti eccessiva diversità tra gli angeli, esseri puramente spirituali, e noi, formati di spirito e materia e la cui anima è vincolata nell'agire dalle capacità del corpo stesso. E questo si spiega con l'assioma che "la natura non fa salti". Per cui è verosimile che la distanza tra noi e gli angeli venga ridotta dalla presenza di esseri che, avendo comunque un corpo, magari più perfetto, posseggano un'anima che venga meno condizionata nel suo agire evolutivo. Probabilmente questo non solo è possibile e verosimile ma, a mio parere, anche desiderabile. In un futuro nemmeno tanto remoto, infatti, tali esseri potrebbero esserci di aiuto, specie nel nostro cammino spirituale.
Alcuni studiosi credono che questo sia già avvenuto in passato.
Interessante punto di discussione. È arguibile che questi esseri, già da tempo, potrebbero esserci di protezione e di aiuto. Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che alcuni disastri siano stati evitati grazie a loro. Qualora esistessero realmente esseri intelligenti di altri pianeti si troverebbe la soluzione di come conciliare la loro esistenza con la redenzione del Cristo. Se Cristo è centro e capo dell'intera creazione, non esistono mondi che non facciano riferimento a Cristo, essendo tutti sotto l'influsso del Verbo divino e della sua gloria. E nessuna gloria è possibile senza l'esistenza di esseri intelligenti che possano comprenderla. In ogni caso è assurdo pensare che l'unica forma di intelligenza sia la nostra. Che esistano forze intellettuali diverse da quella umana, costruite su di un tipo differente di struttura, non solo è possibile, ma estremamente probabile.
La sua è una ricerca personale o parla per il Vaticano?
È una ricerca personale.
Venti anni fa padre Domenico Grasso si espresse pubblicamente a favore del fenomeno UFO. Anche per lui fu solo un interesse personale?
Queste sono ricerche assolutamente personali. li Vaticano non stabilisce niente. Non ci viene detto "fa quella ricerca oppure quell'altra" ma lascia ampia libertà di agire agli individui. Sarà contento quando saprà che anche Balducci avrà parlato di ufologia. Noi non lavoriamo in rispetto di direttive precise, assolutamente.
Quali possono essere le possibili implicazioni del fenomeno sulla civiltà attuale o nel prossimo futuro, ammettendo un'interazione tra l'uomo ed intelligenze extraterrestri?
È una domanda che mi induce a pensare che sarebbe meglio sapere come sono fatti questi esseri. Mi sono già spinto in questo campo e ho motivato la mia opinione con un "verosimilmente". Quello che lei vorrebbe sapere dipende dal fatto se sono inferiori o superiori a noi. Se sono come noi, non ci sarebbero grandi implicazioni, in quanto potrebbero avere una civiltà allo stesso grado della nostra. Diverso il caso in cui si tratti di esseri superiori. Allora potrebbero mutare molti presupposti.