Originariamente Scritto da
Bisentium
La Sardegna è stata conquistata dai Romani intorno al 238 a.C..
Teatro di diverse rivolte fino al I sec. a C., tra cui quella famosa di Amsicora (peraltro a rigore non sardo, ma punico della costa) nel 216.
Il conquistatore della Sardegna fu Tito Manlio Torquato.
La Sardegna è stata progressivamente ma profondamente romanizzata, a partire dal sud dell'Isola per andare verso nord. Non a caso oggi la lingua sarda è la più vicina tra tutte le lingue dell'area romanza al latino. L'influsso della civiltà romana non ha toccato soltanto le coste, come si diceva un pò superficialmente qualche anno fa: ricerche archeologiche hanno dimostrato una radicata presenza di stanziamenti romani.
Si ricordi in particolare quello di Austis (dal nome di Agusuto), dove erano stanziati legionari di origine lusitana.
Grandiose sono le vestigia lasciate dalla romanità in Sardegna.
Ciò tanto sulle città costiere, in buona parte di origine fenicia: Cagliari, Nora e Bithia nel sud, Tharros all'ovest (presso Oristano), Turris Libisonis (l'attuale Porto Torres) al nord. Pare però che la prima colonia romana fu Feronia nel nord-est. Nell'entroterra, maestose sono le rovine di Forum Traiani (Fordongianus, OR), importante stazione militare e termale.
Nel sud-ovest, c'è il tempio del Sardus Pater, a Antas vicino Fluminimaggiore, culto recuperato da Augusto - nell'ottica della salvbaguardia dei culti tradizionali - sulla base del precedente culto del Sardus Babai assimilato poi dai Fenici a Sid.
Fu Cesare a dare la cittadinanza romana alle città costiere della Sardegna.
Come detto, l'assimilazione della Sardegna fu talmente completa da dar vita alla lingua romanza più vicina alla madrelingua latina.
Le città della costa accolsero numerosi immigrati italici che già cominciaronpo a modificare il panorama etnico dell'isola, rendendolo più simile a quello dell'Italia continentale. Popolazioni italiche furono stanziate anche nelle campagne, come i campani Patulcenses.
La Sardegna amministrativamente fu una provincia romana insieme con la Corsica, per essere poi inserita alla fine del III secolo nella Diocesi Italiciana da Giustiniano, nella riorganizzazione dell'Impero.
Nel IV secolo la Sardegna ebbe numerosi martiri cristiani, come Efisio, Lussorio, Gavino, Bachisio e altri, molti dei quali provenienti dalle file dell'esercito romano e tutt'oggi profondamente venerati dai Sardi, anche se bisogna dire che sotto le spoglie del santo cristiano spesso si celano divinità pagane pre-cristiane.
La Sardegna romana termina la sua storia con l'invasione vandala del V secolo e ricomincia in un'altra veste a seguito della riconquista giustinianea, che riporterà l'isola sotto Bisanzio.
L'eredità giuridica e amministrativa bizantina (e pertanto, in una considerevole misura, romana), dopo che Bisanzio deve abbandonare la Sardegna a seguito della destabilizzazione del Mediterraneo occidentale a causa delle scorrerie saracene, rivive nell'esperienza politica autoctona dei quattro "giudicati" (Torres, Gallura, Arborea, Cagliari), forma di governo adottata dai Sardi dopo la dipartita degli ultimi funzionari bizantini.
Insomma, senza dubbio la Sardegna è figlia della civiltà romana e italica.