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  1. #11
    STELLA D'ACCIAIO
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Citazione Originariamente Scritto da Lazzaro Visualizza Messaggio
    Un Paese moderno, privo di corruzione ed in assenza di conflitti di interesse, avrebbe potenziato la fruibilità di INTERNET sull'intero territorio.

    Quelli di Google a breve trasmetteranno contenuti che un tempo erano solo televisivi.

    Uno STATO ha la possibilità di far concorrenza sia a Google che Microsoft.
    I nostri governanti, Brunetta in testa, producono i siti web che ben conosciamo sul turismo ed avversano l'Open Source.
    pARLI DI RETE CON UN GOVERNO CHE NON SA ACCENDERE NEANCHE LA LUCE DI CASA? repapelle: INTERESSANO SOLO I PROFITTI DELL AZIENDA DEL PADRONE TRIPICLATI DA QUANDO E' IN POLITICA..

    - INTERNET + TELEVISIONE. iango:

    Ne vedremo delle belle.
    I'm not a robot without emotions, I'm not what you see
    I've come to help you with your problems, so we can be free
    I'm not a hero, I'm not a savior, forget what you know
    I'm just a man whose circumstances went beyond his control
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  2. #12
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Affare solo per mediaset che ci ha messo su la pay tv simil sky grazie alla concessione di 5 frequenze nazionali sulle circa 50 disponibili, prima del digitale le frequenze era no tre . I problemi tecnici maggiori per il digitale sono venuti dalla terza rete rai che con le leggi attuali deve garantire l'informazione regionale, l'etere non ha confini le regioni si e i ripetitori erano natie posizionati per l'analogico..fino a quando non ci sarà il passaggio definitivo in tutte le regioni è un pastrocchio ovunque sopratutto per la rai
    Ultima modifica di Pao; 15-04-11 alle 14:44

  3. #13
    Non ci resta che piangere
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Sicuramente è necessario passare al digitale, il problema è che la legge sulle frequenze l'ha fatta uno sgherro di Al Pappone a suo uso e consumo.
    Dove c'era un canale ora ce ne sono cinque, ma solo chi occupava già il 50% di un bacino di utenza può chiedere le licenze.
    Il digitale terrestre prima o poi verrà inglobato in internet, vedrete. Cioé si useranno le frequenze per mandare in giro i pacchetti internet.
    Guardati intorno. Tutte queste macerie sono il risultato di 8 anni di PDL e di 2 di PD al governo. Il porcellum gli garantisce il posto a vita. Mandiamoli a casa! Vota chiunque ma non questi porci.

  4. #14
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Citazione Originariamente Scritto da diogene Visualizza Messaggio
    Sicuramente è necessario passare al digitale, il problema è che la legge sulle frequenze l'ha fatta uno sgherro di Al Pappone a suo uso e consumo.
    Dove c'era un canale ora ce ne sono cinque, ma solo chi occupava già il 50% di un bacino di utenza può chiedere le licenze.
    Il digitale terrestre prima o poi verrà inglobato in internet, vedrete. Cioé si useranno le frequenze per mandare in giro i pacchetti internet.
    Infatti ci sono delle frequenze in UHF, le ultime come numero, prima riservate all'analogico, che sono state destinate ad altri usi, praticamente per internet.
    Al pappone ha fatto il furbo facendo credere agli ingenui che l'aumento dei numero dei canali disponibili grazie al digitale avrebbe risolto il conflitto di interesse, ma on centra nulla il numero dei canali, sono le frequenze quelle che contano e che son poche, prendersene poi addirittura due in più rispetto al periodo dell'analogico per poter creare la pay tv simil sky è stato un ulteriore furto.
    Ultima modifica di Pao; 15-04-11 alle 15:16

  5. #15
    Il fustigatore.
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    dal Manzanarre al Reno, dall'Alpi alle Piramidi!!
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    La mia esperienza è sicuramente positiva.Devo dire che questo è il primo anno che pago il canone televisivo senza irritazione,anzi!
    Rai5,Rai Storia e Rai Movie questi tre canali mi fanno plaudire il digitale entusiaticamente. Le dirette dalla Scala di Milano,l'opera lirica della Domenica mattina,i servizi di Passepartout di Philippe Daverio, la Storia su Rai Storia,ebbene tutto questo non può che compiacermi.Parlando invece prettamente sotto il profilo tecnico,devo dire che il digitale troppe volte è lacunoso e subisce brische interruzioni,anche su un lcd nuovo.
    Ahi serva Italia di dolore ostello,
    nave sanza nocchiero in gran tempesta
    non donna di provincia ma bordello!
    Dante Alighieri Divina Commedia Purgatorio canto VI° anno 1304!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  6. #16
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Il flop del digitale terrestre
    le spese inutili per la tv negataCanali spariti e decoder superati. La qualità del segnale peggiora nel nuovo Far West. Costi fino a 200 euro tra ricevitore, tecnico, antenne. In aree come Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto un telespettatore su due vede i programmi a singhiozzodi AGNESE ANANASSO e ENRICO DEL MERCATO


    La nuova tecnica ha tagliato fuori
    milioni di telespettatori italiani
    DALLE parti di Parma e Piacenza è vietato guardare Raitre. Sulla riviera romagnola, l'unico tg regionale che si riesce a vedere è quello del Veneto. In provincia di Novara chi prova a sintonizzarsi sul notiziario regionale vede le emittenti locali lombarde. Dappertutto, poi, la sintonizzazione di un canale con il telecomando è un irrisolvibile rompicapo.

    È la rivoluzione incompiuta del digitale terrestre. I cui effetti pesano sulle regioni che sono già passate al nuovo sistema, dove soprattutto le fasce anziane della popolazione sono costrette a quotidiani corpo a corpo con l'apparecchio tv oltre che al pagamento di salatissimi conti agli antennisti. L'Adoc ha commissionato un sondaggio in alcune delle regioni già servite dal sistema del digitale terrestre (Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e Trentino). Rivela che il 76 per cento degli intervistati ha avuto almeno un problema dopo lo switch-off. Di questi uno su due (il 53 per cento) si lamenta dello scarso segnale relativo a uno o più canali e non riesce a vedere un programma fino in fondo. Il 43 per cento addirittura non vede alcuni canali e il problema riguarda sia Rai sia Mediaset.
    Ma perché il passaggio al digitale terrestre ha tagliato fuori un rilevante numero di italiani? E quanto pesa la battaglia per l'assegnazione delle frequenze sulla cattiva qualità del servizio?

    LA TV NEGATA
    Dalla Rai riconoscono che i problemi ci sono, ma ci tengono a sottolineare che secondo le loro indagini l'83 per cento di questi
    dipende dalla cattiva manutenzione dell'impianto di ricezione domestico e nella quasi totalità dei casi la cattiva ricezione del segnale, frequente subito dopo lo switch-off, si risolve con la messa a punto dell'impianto stesso. Del resto, sempre secondo i dati Rai, l'emittente pubblica ha aumentato la platea di spettatori nel passaggio dall'analogico al digitale: nelle regioni che sono passate al digitale tra l'1 gennaio e il 7 marzo 2010 (si tratta di 16,5 milioni di utenti), gli spettatori Rai sono cresciuti di 78 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2009. Sono numeri che servono anche a giustificare l'investimento messo in campo dalla Rai tra il 2009 e il 2012 per adeguare le sue strutture e favorire il passaggio al nuovo sistema di trasmissione: 400 milioni di euro. Sono molti? Era necessario un investimento superiore? Sono soldi spesi dove serviva adeguare veramente le strutture?

    Sono domande attuali nel giorno in cui la Corte dei conti sottolinea che "la Rai sta affrontando un impegnativo piano di investimenti, sempre stabilito per legge, per l'adeguamento impiantistico al digitale terrestre, per il quale la società lamenta l'insufficienza dei contributi pubblici sin qui stanziati". Proprio per questo i magistrati contabili, davanti a un aumento dell'evasione nel pagamento del canone, hanno "ribadito l'esigenza inderogabile di rigorosi interventi di contenimento dei costi".

    Ma, nonostante il piano di investimenti, i punti critici segnati sulla cartina geografica sono tanti. Troppi. In Val d'Aosta, nella provincia di Trento, in ampie zone del Piemonte dove il Tg3 di quella regione è una chimera, fino all'Emilia-Romagna, regione capofila per i guai da digitale terrestre. Tocca al presidente del Corecom emiliano Gianluca Gardini raccontare: "Il 30 o 35 per cento degli emiliani non vede il Tg3 regionale e l'intera popolazione delle zone di Parma e Piacenza non vede RaiTre per niente. E' assurdo che chi paga il canone non riesca a seguire il notiziario della propria regione o addirittura un'intera rete come RaiTre. Quando siamo passati al digitale, nel dicembre scorso, la Rai ha promesso che avrebbe ristrutturato la rete, ma non lo ha fatto. L'ultima richiesta che abbiamo avanzato è di dare qualche frequenza in più alla Rai tra quelle che sono destinate alla telefonia".

    IL GROVIGLIO DELLE FREQUENZE
    Ecco, appunto. Dietro la tv vietata c'è l'ingarbugliata vicenda dell'assegnazione delle frequenze per la trasmissione in digitale terrestre. Di quelle che sono già andate all'asta e di quelle che dovranno andarci a breve. Per provare a orientarsi in questo groviglio conviene spostarsi proprio nella zona tra Parma e Piacenza, là dove chi si sintonizza su Raitre, se gli va bene, vede solo le trasmissioni di qualche televisione locale lombarda. In quella parte d'Italia, dopo lo switch-off, alla Rai è stato assegnato il canale 24. Su quella frequenza, insomma, dovrebbe correre solo il segnale Rai. Peccato, però, ammette Stefano Ciccotti amministratore delegato di Raiway, che "su quel canale ci siano interferenze pesantissime di emittenti locali lombarde che distruggono le nostre frequenze. Nella pianura padana, del resto, non ci sono confini di etere. E' vero che quando sono state assegnate le frequenze nulla impediva di destinare canali uguali a emittenti diverse in differenti regioni. Certo, si poteva evitare di assegnare lo stesso canale destinato alla Rai alle private in regioni limitrofe".

    E, invece, è successo proprio questo. E' successo che il ministero non abbia tenuto in alcun conto le esigenze avanzate dalla Rai quando si è trattato di dividere le frequenze per il digitale terrestre tra le tv nazionali e la pletora di tv locali che, in Italia, raggiungono il numero record di 650. Il fatto è che, allo scopo di liberare il maggior numero di frequenze da assegnare alle locali o da inserire nelle prossime aste, il ministero ha chiesto alla Rai di passare dalla multi alla monofrequenza. Significa che se prima i segnali di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre e, soprattutto, i segnali dei tg regionali potevano camminare su frequenze diverse, adesso sulla stessa frequenza devono correre più programmi. Ovvio che un adeguamento del genere alla Rai costi. Proprio per questo, nel 2010, Rai e ministero dello Sviluppo economico firmarono un verbale di intesa in forza del quale la concessionaria del servizio pubblico si impegnava ad adeguare i propri impianti in cambio dell'assicurazione che le frequenze necessarie in ogni regione venissero assegnate alla Rai "in esclusiva e senza interferenze di altre aree". Intesa che, però, è rimasta sulla carta perché le emittenti locali interferiscono con la Rai e, in molte regioni, ne oscurano i programmi. Dunque, per la Rai oltre al danno c'è la beffa: poche frequenze e per di più "disturbate".

    IL GOVERNO VA ALL'INCASSO
    Difficilissimo ricavare per la tv pubblica nuovi spazi nell'etere utili a cancellare i problemi di oscuramento e interferenza. Piuttosto, il numero delle frequenze da assegnare è destinato a ridursi. Dunque, se i cittadini di Emilia, Piemonte, Val d'Aosta, Trentino continueranno a non vedere o a vedere male i canali Rai, l'allarme scatterà anche per le regioni prossime allo switch-off. "Temo che i problemi possano replicarsi in zone come le Marche e l'Abruzzo", spiega l'ad di Raiway Stefano Ciccotti. Per tacere di quello che potrebbe accadere in regioni come la Sicilia dove, già oggi, intere comunità sono servite da ripetitori che con il passaggio al nuovo sistema diventerebbero inservibili e dove - spiega il presidente del Corecom Ciro Di Vuolo - c'è il record di tv locali.

    E allora perché il governo vuole anticipare i tempi e completare lo switch-off nei primi mesi del 2012? A parte la tentazione di tagliare le unghie al competitor principale di Rai e Mediaset che è Sky, che sul digitale ha ancora bisogno di tempo per attrezzarsi, il primo motivo è di carattere economico. C'è bisogno di fare cassa e, dunque, di mettere in bilancio quei due miliardi e 400 milioni che si stima di incassare dalla vendita di nove frequenze per la banda larga in mobilità ai gestori della telefonia. Tradotto, significa che dal tavolo sul quale puntano gli occhi le tv, nazionali e locali, spariranno improvvisamente nove canali. A farne le spese, sarà ancora una volta la Rai. Spiega Ciccotti: "In assenza dei canali compresi tra il 61 e il 69 e dei canali riservati all'asta (beauty contest) e posto che non esistono risorse sufficienti per soddisfare le esigenze delle tv locali in modo esclusivo, qualsiasi risorsa assegnata alla Rai risulterebbe comunque interferibile". Senza contare che le nove frequenze per la telefonia dovranno essere distribuite anche nelle regioni che sono già passate al digitale. In pratica, bisognerà sottrarre canali a chi li aveva già avuti. A pagare pegno, in questo caso, saranno circa 200 tv locali.

    IL NEMICO DECODER
    Ma la Caporetto del digitale, per i teleutenti, prende soprattutto la forma del decoder. L'apparecchio che milioni di italiani si sono visti piombare in casa da quando sono cominciate le operazioni di switch-off. Soprattutto tra gli anziani la tv vietata è figlia del rompicapo che è diventata la sintonizzazione dei canali. Nel 2010 le famiglie italiane servite dal digitale terrestre erano 19,5 milioni. Una platea vastissima e, spesso, insoddisfatta. Spiega il presidente dell'Adoc Carlo Pileri: "Tante lamentele ci arrivano per le continue risintonizzazioni e spesso le persone, specialmente le più anziane, non sanno come fare. Molte volte salta il sistema di memorizzazione dei canali nell'ordine tipico del telecomando. C'è poi il discorso dell'antenna: talvolta va orientata e chi non riesce da solo deve chiamare l'antennista. Il contribuente deve pagare, oltre al canone, mediamente 120 euro solo per il decoder, più gli interventi dell'antennista (60 euro solo per la chiamata)".

    Abbiamo dunque sbagliato a comprare decoder dal costo molto contenuto? Sul mercato esistono, in effetti, due tipi di ricevitori: quelli con il marchio Dgtvi (il consorzio che raggruppa tutti gli operatori, compresi Rai e Mediaset) che garantiscono la selezione automatica dei canali nell'ordine tradizionale previsto sul telecomando e quelli che, invece, non riconoscono automaticamente il canale, ma che hanno il "pregio" di costare di meno. Per di più anche i produttori di televisori non si sono adeguati alla direttiva del Garante (la Agcom) che suggeriva loro di fornire i televisori con il decoder integrato di un software in grado di sintonizzare automaticamente i canali. Un'ulteriore beffa per il popolo della tv negata.
    (15 aprile 2011)

    Il flop del digitale terrestre le spese inutili per la tv negata - Repubblica.it

  7. #17
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Le frequenze disponibili per il digitale terrestre sono 40, le 9 che vanno dal 61 al 69 che attualmente sono utilizzate anche nel digitale terrestre sono destinate a essere messe all'asta per la telefonia e molte private dovranno chiudere i battenti.. Non c'è molto da saltare, col casino di ripetitori che ci troviamo nel particolare territorio italiano pieno di ostacoli con montagne colline e pianure, dove poi devi tener conto anche delle regioni per la terza rete rai è veramente un rebus il digitale terrestre..
    Aver lasciato a Rai e Mediaset la gestione della concessione delle frequenze in base alle loro convenienze che coincidono con quella di ostacolare il più possbile l'inserimento di un terzo operatore concorrente , sky, è un sistema per affossare il poco che ci ha offerto questa tecnologia almeno per una autentica pluralità di voci .

  8. #18
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Citazione Originariamente Scritto da luca18 Visualizza Messaggio
    se prima vedevi porcaria su 10 canali ... ora vedi porcaria su 100 canali.. :giagia:
    Si, ma spesso a scatti o con buffi "fermi immagine".

    Spesso "saltano" proprio i canali nazionali, Rai o Mediaset.

    Rimpiango la TV in bianco e nero con due o tre reti, senza pubblicità e che iniziava i programmi in orari "da cristiani" per permettere agli utenti di andare a letto presto, felici e contenti dopo il film della sera che iniziava alle 20,30.

    Queste nottate di zapping tra pubblicità a stronzate mi hanno disgustato.
    "... e accenderemo un altro rogo il 4, al "fante ignoto" che non vuol più stare a Roma divenuta una Bisanzio putrefatta sempre più gonfia della sua putrefazione"

    (G. D'Annunzio)

  9. #19
    Navigare necesse est
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Stiamo a menarcela per un qualcosa di inesistente . La tv digitale terrestre è stata una grandissima innovazione . Abbiamo a disposizione una miriade di canali in più e tutti ottimi . Io pur avendo sky (insuperabile certamente ) seguo molto il digitale, come appunto altri hanno scritto : canali sportivi , Rai Storia, Rai 4 , Rai 5 , Raimovie , La7D , canale5D , Cielo di Sky e tantissimi canali ancora .
    Spesa effettuata € 19,00 (Trony , Mediaworld , Euronics ecc. te li buttano appresso) per decoder e canalizzato da me ... stop . Le lamentele potrebbero nascere soltanto perchè in alcune località il digitale non sempre si prende bene ma nelle grandi e medie città certamente il problema non nasce .
    Ultima modifica di orpheus; 15-04-11 alle 22:52
    la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi

  10. #20
    Socialdemocrazia Palmiana
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    Predefinito Rif: Digitale terrestre: flop o grande affare?

    Citazione Originariamente Scritto da ugolupo Visualizza Messaggio
    Si, ma spesso a scatti o con buffi "fermi immagine".

    Spesso "saltano" proprio i canali nazionali, Rai o Mediaset.

    Rimpiango la TV in bianco e nero con due o tre reti, senza pubblicità e che iniziava i programmi in orari "da cristiani" per permettere agli utenti di andare a letto presto, felici e contenti dopo il film della sera che iniziava alle 20,30.

    Queste nottate di zapping tra pubblicità a stronzate mi hanno disgustato.
    vabbè ormai i siti hanno le repliche delle trasmissioni, le nottate si possono evitare, fortunatamente.

    più che altro servirebbe più concorrenza televisiva, le aziende eran tre e tre son rimaste, moltiplicando i canali..
    Il coro del Bunga Bunga:
    Silvio: ♪fa ♪re ♪sol ♪do ♪fa ♪re ♪sol ♪do
    I ministri: ♪mi ♪fa ♪fa ♪re ♪sol ♪do ♪mi ♪fa ♪fa ♪re ♪sol ♪do
    Le ministre: ♪si ♪la ♪do ♪si ♪la ♪do ♪si ♪la ♪do
    Il giudice: ♪si ♪fa ♪la minore ♪si ♪fa ♪la minore

 

 
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