Vendola rilancia un nuovo centro-sinistra, Sel ormai è l'unico progetto con le idee chiare

Prima con una intervista a La Repubblica e poi con quella recentissima al Fatto Quotidiano il Presidente della Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola ha esortato il Partito Democratico di Pier Luigi Bersani a ricostruire il campo del centro-sinistra attorno alla triade Pd, Italia dei Valori e Sel.

Non è la prima volta che Vendola chiede al Pd di cominciare, come primo partito dell'opposizione, ad organizzare lo schieramento alternativo a Berlusconi, lo aveva fatto qualche mese fa assieme a Fabio Mussi, ex-leader del Correntone Ds anche lui dentro il nuovo partito del governatore Pugliese e assieme a lui lo chiede a gran voce da tempo anche Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, a queste richieste le reazioni del Pd come ormai su tutti i temi (strettamente politico-strategici e non) sono molteplici segno che ormai il Partito Democratico è sempre meno partito ed è sempre di più estremamente democratico (in senso negativo), molte posizioni, poca chiarezza, tanti distinguo, zero linee comuni.

Analizziamo le posizioni : la sinistra interna al Pd che pare si stia raccogliendo attorno al compagno Sergio Cofferati (unico europarlamentare italiano a votare contro la No Fly Zone in Libia e fermamente contrario al "marchionnismo") è naturalmente favorevole all'alleanza con Vendola e in molti sono pronti a giurare che in ipotetiche primarie di coalizione sarà difficile vedere Cofferati, Vita e gli altri non spalleggiare Vendola dall'interno, il gruppo di Ignazio Marino lo dice dai tempi del Congresso che non si può prescindere da una alleanza con Idv e Sel, il dalemiano (ex?) Nicola Latorre addirittura ha proposto una "rifondazione del Pd" assieme a Sinistra ecologia e libertà, proposta che va in coppia con quella lanciata sul Manifesto dall'ex-segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano (oggi in Sel) di una nuova sinistra assieme al Pd, partendo però da una sfida sui contenuti.

Dall'altra parte invece c'è il gruppo neo-centrista, ex-rutelliani senza più leader (Gentiloni) e democristiani d'assalto (Fioroni, Follini, Merlo) vedono una alleanza classica di centro-sinistra con Idv e Sel come il fumo negli occhi, e anche il vice-segretario Enrico Letta è su queste posizioni specialmente dopo le famose primarie pugliesi dove il suo uomo, Boccia, fu letteralmente piastrellato da Vendola.

In mezzo c'è praticamente il "grande centro" bersaniano : il Segretario, Dario Franceschini, Massimo D'Alema e Walter Veltroni (in sintonia su quasi tutti i temi come non accadeva da tempo), Rosy Bindi e Piero Fassino, questa area che guida il Pd si è di fatto impiccata ad una ricetta, la famosa "coalizione tra progressisti e moderati" che dovrebbe risolvere il problema delle alleanze, tradotto una grande Santa Alleanza da Fini a Vendola (e forse anche a Diliberto e Ferrero se ci stanno), è una ricetta vincente senz'altro, che poteva avere una sua validità prima del 14 Dicembre in vista di un governo di ribaltone che affrontasse legge elettorale e conflitto di interessi ma che oggi con le difficoltà economiche e sociali che vive il Paese risulta francamente impossibile, per ragioni di merito (programmatiche) e ragioni politiche evidenti : nel Terzo Polo fanno a gara (il solito Granata a parte) a chi fa più dichiarazioni contro una alleanza con il centro-sinistra.

Nonostante i rifiuti centristi e finiani tuttavia l'ipotesi della Santa Alleanza rimane l'Orizzonte del Partito Democratico, ma fino all'estate scorsa le tesi erano ben diverse, ricordate ?
Era il comizio di chiusura di quella che un tempo si sarebbe chiamata Festa Nazionale dell'Unità e Bersani (dopo aver annunciato la proposta sui giornali) lanciava la teoria dei due cerchi : Nuovo Ulivo con le forze del centro-sinistra per una alleanza di governo ed organica ,poi tentativo di accordo con l'Udc se ci stava e dialogo con Rifondazione e Pdci per una alleanza elettorale e non di governo, dato che quelle forze che oggi compongono la Federazione della Sinistra non hanno intenzione di concorrere per il governo.

Nello schema di Bersani il Nuovo Ulivo tra Pd, Idv e Sel, quello che propone oggi Vendola, era il primo cerchio da chiudere, è passato praticamente un anno, si è fatto qualcosa per andare verso quella direzione ? Poco o nulla.

E' evidente ormai a tutti che il progetto stesso del Partito democratico fin dalla sua formazione ha messo in crisi gli assetti del centro-sinistra, si sono sciolti due partiti con una tradizione ed una omogeneità interna di contenuti molto forte per fondare un nuovo Partito che nel giro di pochi anni dopo l'iniziale unanimismo plebiscitario di facciata veltroniano si è ridotto ad una confederazione di correnti, per dirla come Massimo D'Alema, una "amalgama mal riuscita" che non scioglie i nodi centrali e quando tenta di farlo ne crea di nuovi.

Chi scrive questo blog fino a poco tempo fa ha sempre votato Partito Democratico e sostenuto Bersani ma tutte le promesse dell'ex-Ministro dello Sviluppo Economico fatte alla campagna delle primarie del 2009 sono state disattese, chi scrive si aspettava la formazione di una nuova coalizione di centro-sinistra, una maggiore disciplina interna al Partito e posizioni chiare sui temi cruciali per un partito di sinistra, dal lavoro all'acqua pubblica passando per la politica estera.

A distanza di quasi due anni di Segreteria Bersani il Pd non ha aperto nessun tavolo del centro-sinistra, è più indisciplinato di prima e ha balbettato sia su Mirafiori che sui referendum di Giugno, segno che non è il leader ad essere sbagliato dato che le capacità di Bersani sono indubbie, è il Partito ad esserlo.

Nichi Vendola e Sinistra Ecologia e Libertà al contrario hanno una idea di società chiara, una identità forte e un progetto ambizioso : ricostruire e ridare un senso, in Italia, alla parola Sinistra dentro al campo del centro-sinistra, ricordate il Congresso Ds del 2000 ? La maggioranza del Partito si presentò con una mozione che recitava lo slogan "una grande sinistra in un grande Ulivo", ecco, bisogna ripartire da li, non esiste un nuovo Ulivo vincente se non c'è una grande e forte Sinistra, questa grande e forte Sinistra può essere Sinistra Ecologia e Libertà.

Se Sinistra Ecologia e Libertà riuscirà nel compito di riempire il vuoto politico lasciato dallo scioglimento dei Democratici di Sinistra e dall'auto-emarginazione di Rifondazione Comunista, prendendo e mixando in maniera saggia il riformismo e la cultura di governo della Quercia e il movimentismo sociale di Rifondazione senza cadere nel governismo fine a se stesso e nell'estremismo dannoso ha vinto la sfida per la ricostruzione di una grande sinistra popolare che aspira a catturare anche il voto moderato ma su temi e progetti non subalterni alle destre, credo sia opportuno per chi si sente di Sinistra dare una mano a questo progetto.

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