Fallimento di ronde. A due mesi dal decreto Maroni ronde a zero.
“A mezzanotte va la ronda del piacere”. Così recitava una vecchia e nota canzone (Il tango delle capinere). Ma le “ronde” volute a tutti i costi dalla Lega Nord e dal Ministro Maroni a mezzanotte non “proteggono” gli Italiani.
A due mesi dal decreto che le disciplina in nessun capoluogo di Provincia risulta una qualche domanda di iscrizione nello speciale elenco presso le prefetture. E non solo al Sud, dove la criminbalità organizzata non ne ha bisogno e dunque non permette che ci siano. Ma è soprattutto il Nord che manca all’appello: nessuna domanda a Milano, nessuna a Torino, nessuna a Verona (dove il sindaco Tosi aveva bridato alla loro istituzione). Nessuna a Bologna, a Treviso, a Padova, a Rovigo, a Venezia. Insomma un “flop” gigantesco. A dimostrazione che le “ronde” erano solo e soltanto propaganda. Nel momento in cui, per fortuna, si è stabilito che non potevano usare divise, nè dotarsi di armi, né avere affiliazioni politiche non potevano più essere strumentalizzate per operazioni di propaganda politica e l’entusiasmo se ne è andato. Restano le “ronde della carità” che da sempre di notte danno assistenza a poveri e barboni e che certo non si trasformeranno in “ronde padane”. E resta in tutta la sua drammaticità la “sicurezza dei cittadini” che può essere garantita solo dalle “forze dell’ordine” a condizione che abbiano le risorse per farlo e che invece questo governo di bugiardi ha tagliato.
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