DL SVILUPPO
Spiagge in concessione per 90 anni
Bruxelles chiede chiarimenti all'Italia
"Molto sorpresa" la Commissione Ue. "Il provvedimento non è conforme con le regole del Mercato unico" ha detto una portavoce di Michel Barnier. "Abbiamo chiesto alle autorità italiane chiarimenti sul decreto presentato ieri dal ministro Tremonti". Prestigiacomo: "E' solo tutela del territorio"
Spiagge in concessione per 90 anni Bruxelles chiede chiarimenti all'Italia
ROMA - Se le notizie stampa sul decreto che cede le spiagge in concessione per 90 anni sono corrette e confermate, la Commissione europea sarebbe "molto sorpresa, perché il provvedimento non sarebbe conforme con le regole del mercato unico europeo". Lo ha indicato Chantal Hughes, portavoce del commissario al Mercato interno Michel Barnier, riferendo che Bruxelles ha chiesto alle autorità italiane chiarimenti sul decreto presentato ieri 1dal ministro Tremonti.
"Quello che ci inquieta in particolare del decreto non abbiamo ancora ricevuto è se alla fine del periodo di concessione non ci sia il diritto quasi automatico per il concessionario a ottenere il rinnovo che è in contrasto con le regole della concorrenza leale e del mercato unico", ha affermato la portavoce, rilevando che l'Unione Europea chiede per le concessioni "un tempo appropriato e limitato".
"Le autorità italiane non ci hanno ancora inviato il testo del provvedimento - ha detto Hughes - e dopo aver visto gli articoli sulla stampa abbiamo chiesto oggi stesso di mandarci ulteriori informazioni". La portavoce ha ricordato che nel 2009 e nel 2010 la Commissione aveva già inviato due lettere di "messa in mora", il primo passo della procedura di infrazione, sulla questione delle concessioni ai privati di spazi pubblici come le spiagge e per le piazze per i mercati. "Secondo le norme Ue - ha ricordato
la portavoce - le concessioni devono avere una durata appropriata e alla fine del periodo limitato deve essere garantita l'apertura alla concorrenza".
Hughes ha ricordato che Bruxelles con le due lettere di messa in mora aveva già aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per il sistema sulle concessioni marittime che prevede il loro rinnovo automatico ogni sei anni. Le lettere sono state inviate il 29 gennaio del 2009 e il 5 maggio del 2010. "La questione è ancora aperta", ha detto la portavoce. "In questi mesi abbiamo lavorato molto con l'Italia per trovare regole compatibili con il mercato unico europeo", ha aggiunto. Bruxelles contesta all'Italia il rinnovo automatico degli affitti degli stabilimenti balneari per sei anni, senza procedere con il sistema delle aste.
La questione, come sottoliena Bruxelles, è regolata dall'articolo 12 della direttiva Bolkestein del 2006, secondo cui le concessioni devono essere "rilasciata per una durata limitata adeguata e non possono prevedere la procedura di rinnovo automatico nè accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami".
Per il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo però "non si tratta affatto di una svendita". "Non abbiamo assolutamente regalato le spiagge ai privati. Abbiamo fatto una norma di tutela del nostro territorio per evitare che vengano a occupare le nostre spiagge imprese straniere laddove abbiamo una tradizione e una presenza storica di operatori italiani", ha detto a margine delle Giornate di studio del Gruppo del Ppe al Parlamento Europeo in corso a Palermo a proposito del decreto sviluppo varato ieri 2 dal Governo.
Anche Pier Ferdinando Casini esce dal coro delle critiche che arrivano dalle opposizioni."Su questo punto mi permetto di dire che forse tra le varie misure questa non è la più sbagliata". "Purché - aggiunge il leader Udc - si faccia pagare quello che i privati devono pagare. Però bisogna riflettere con calma, anche perché c'è chi ha fatto investimenti sul territorio che non potevano essere azzerati, da questo punto di vista".
Contro la posizione della Commissione Europea è anche il presidente Fiba Confesercenti, Vincenzo Lardinelli: "La Commissione europea ci aveva chiesto di cancellare l'automatismo del rinnovo nelle nostre concessioni e questo - ha detto Lardinelli - lo abbiamo fatto modificando i relativi articoli nella recente legge comunitaria. La misura del governo punta al rilancio del turismo balneare, valorizzando un'eccellenza che è solo italiana, non solo in Europa ma nel mondo. Al di là della direttiva servizi, ci siamo messi in regola con le richieste di Bruxelles, ora stiamo facendo una misura nuova per rilancio dell'economia, non vedo perché dovrebbero avere qualcosa in contrario".
"E' l'ennesima bacchettata dall'Europa", ha detto invece il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli. "Per settimane il governo ha spiegato che l'Europa era lontana - aggiunge Sassoli - mentre ogni giorno si dimostra invece che è il governo a essere lontano dall'Europa". Critico anche il responsabile Ambiente e Territorio dell'Italia dei Valori, Paolo Brutti, che liquida il ministro Tremonti e la privatizzazione delle spiagge definendolo "liberista delle mie infradito". "Concedere per 90 anni un bene demaniale corrisponde a una sostanziale vendita - sostiene Brutti -. In questo modo si rischia di affidare il bene di tutti a concessionari poco attenti e motivati. La concessione delle spiagge va rimessa in gara ogni 7-9 anni, con bando aperto a tutti, e se il diritto passa di mano non casca il mondo perché il subentrante pagherà i lavori e gli ammodernamenti effettuati da chi lo ha preceduto. Non ci sono rischi. Perché Tremonti - conclude Brutti - non si limita a copiare diligentemente quello che fanno negli altri Paesi dove la concessione per 99 anni equivale di fatto a una vendita, anziché avventurarsi in invenzioni che l'Unione europea regolarmente cassa?".
Per il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli la norma sulla privatizzazione delle spiagge inserita nel dl Sviluppo è illegittima. "Perché in contrasto con gli articoli 42 e 49 del codice della navigazione - spiega Bonelli - in contrasto con la direttiva Bolkestein in materia di concorrenza nel libero mercato degli stati europei". Se la norma del dl sviluppo dovesse essere convertita in legge, "sulle spiagge italiane potranno essere realizzati oltre 10 milioni di metri cubi di cemento- conclude bonelli- per questa ragione già ieri sera abbiamo inviato un esposto ai commissari Ue per la Concorrenza e per l'Ambiente per fermare questa vergogna con cui il governo vuole svendere le coste italiane".
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