Originariamente Scritto da
Bisentium
Il Regno Unito già garantisce al proprio interno il giusto livello di autonomia alle quattro Nazioni che lo compongono (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord).
Anzi, a rigore l'unica parte del Regno che viene discriminata è l'Inghilterra, che a differenza delle altre parti non dispone di una propria assemblea ma è rappresentata unicamente nel Parlamento di Westminster.
Lo SNP, oltretutto dichiaratamente socialdemocratico, sembra proporre la solita ricetta separatista fondata su basi individualistiche e utilitaristiche, assai meschina e di basso profilo rispetto alla ben più nobile idea di un Regno che unifica tutte le nazioni che compongono le isole britanniche nell'ambito di una civiltà, di una storia e di una monarchia comuni.
Il buon patriota britannico, pur fiero di essere inglese, gallese, scozzese o nordirlandese, sostiene la monarchia, l'Union Jack e l'unità del Regno.
Nonostante la "vulgata" della perfida Albione con annessi e connessi, i migliori camerati britannici, da Oswald Mosley a Nick Griffin (mi si consenta, passando per Ian Stuart Donaldson), l'hanno sempre pensata così.
Chiudo con le nobili parole di John Tyndall, che esprime molto bene l'alto concetto di civiltà che alberga nell'ideale unitario britannico:
Il nazionalismo difenderà l’appartenenza alla Gran Bretagna dell’Ulster, sperando che un giorno, magari, anche l’Eire ritorni a far parte dell’ambito dei popoli britannici, rafforzerà i legami con i paesi “bianchi”dell’ex Impero, provvederà con questi a formare un sistema difensivo svincolato dalla sudditanza verso gli Stati Uniti e cesserà la politica di sostegno indiscriminato all 'entità sionista che ha guastato i rapporti tra Londra ed il mondo arabo.