Nel bicameralismo il parlamento è diviso in due parti, in genere chiamate “camera dei deputati” e “senato”. In una camera vengono presentati testi di legge per essere discussi e approvati; quando questa camera approva un testo di legge questo viene mandato alla seconda camera. Se nella seconda camera il testo di legge viene approvato allora la legge entra in vigore dopo un certo periodo di tempo; se nella seconda camera si apportano modifiche allora il testo di legge deve tornare alla prima camera per essere nuovamente approvato in toto. Questo meccanismo impiega mesi e può durare anni se le due camere non riescono a trovarsi d'accordo nell'approvare l'identico testo di legge.
Con il monocameralismo finisce l'enorme spreco di tempo causato dal rimandare i testi di legge da una camera all'altra, il trascorrere di anni per approvare una semplice legge ordinaria. Il bicameralismo può avere un senso in sistemi nei quali le due camere sono qualitativamente diverse ad esempio nei sistemi nei quali una camera viene eletta dal popolo e l'altra rappresenta la nobiltà oppure il clero, ovvero membri non eletti dal popolo. Se le camere sono entrambe elette dal popolo l'esistenza delle seconda camera diviene assurda e dannosa. Con la riforma monocamerale si dota il parlamento di quella prontezza ed efficacia di cui tanto necessita.
All'anno 2010 il monocameralismo è adottato da molti Stati nel mondo tra i quali Portogallo, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Grecia, Bulgaria, Croazia, Israele, Turchia, Iraq, Iran, Cina, Nuova Zelanda, Cuba.