Ultima modifica di ulell; 12-05-11 alle 23:43
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“Don Giussani è stato ‘profeta’ dell’insopprimibile anelito dell’incontro con Dio per l’uomo del nostro tempo"Card. Angelo Bagnasco
Ah, giacché ci siamo:
Si chiama "velo", ed è tuttora previsto come obbligatorio. Ma dagli anni '70 si è radicata la moda di non metterlo, visto che il Messale ha delle rubriche equivoche: in una dice di metterlo sempre, ma in un'altra elenca le cose da portare all'Altare, e parlando del calice non menziona il velo. Ad ogni modo, il 99,9% dei preti non solo non lo usa, ma si incavola pure se ne sente parlare. Meno male che c'è il Papa a dare il buon esempio, e meno male che, grazie ad internet, tutti i fedeli hanno accesso alle rubriche del Messale e possono smascherare le sciocchezze dei "progressisti".
Quel semplice pezzo di stoffa, che in origine aveva la funzione pratica di coprire il calice, è segno dell'importanza dei Doni portati sulla Mensa (e noi i doni importanti, di solito, li avvolgiamo in involucri ben confezionati, no?). Nel rito greco il velo del calice è agitato sopra i Doni durante il Credo, a simboleggiare l'azione dello Spirito Santo, che opera laddove c'è rettitudine di fede; mi è stato detto che un uso analogo esisteva anche in Occidente, ma non so se questo corrisponde al vero.
P.s.: cerchiamo sempre di tenere in primo piano il significato dei segni liturgici, sennè sembra una conversazione tra sagrestani e sarte
Ultima modifica di Nazzareno; 12-05-11 alle 23:57
potrebbe qualcuno gentilmente postere il documento contenente questa norma che vieta ai presbiteri di rivestire all'occorrenza il ruolo del Diacono?
La cosa ripeto, mi interessa molto.
Ulell, un po' mi stupisce perche' se una cosa NON e' consentita, non dovrebbe esserlo neppure nella forma extra-ordinaria del rito romano. Per questo mi interessa... d'altronde la cosa va palesemente contro 2000 anni di storia della Chiesa (di qualsiasi rito, non solo romano) ed palesemente anche contro logica e buon senso. Quindi realmente mi interessa questo documento, perche' apprendo questa scosa solo oggi e quello che apprendo e' triste e grave.
Ecco da weekipedia una breve storia dell'evoluzione del paramento.
Nel corso del tempo, la veste, che originariamente giungeva ai talloni da tutte le parti del corpo, subì delle variazioni nella lunghezza sulle braccia e sulle gambe. Divenne un indumento semi-rigido, foderato, che non copriva alcuna parte delle braccia e andava indossato allacciandolo sui fianchi.
Nel XX secolo è apparsa la tendenza di tornare invece ad una forma più ampia del paramento, pur mantenendo parzialmente l'accorciamento dei fianchi.[11] L'uso di questa forma provocò da parte di alcuni una reazione negativa, per cui la Sacra Congregazione dei Riti emise, il 9 dicembre 1925, un giudizio negativo,[12] che fu poi esplicitamente revocato con la dichiarazione Circa dubium de forma paramentorum del 20 agosto 1957,[13] che lasciò la decisione al giudizio prudente degli Ordinari locali. Esiste una fotografia che mostra papa Pio XI che celebrava la messa nella basilica di san Pietro già il 19 marzo 1930 indossando una pianeta dalla forma più ampia.[14]
La tendenza di abbreviare i fianchi della casula è apparsa, ma molto limitatamente, nei secoli XIII e XIV. Nei secoli XV e XVI la casula adottò una forma molto simile a quella moderna, in cui i fianchi del paramento giungono non più al tallone ma solo al polso del braccio. Poi, verso la fine del XVI secolo, come si vedono in immagini di sant'Ignazio di Loyola e san Filippo Neri, si giunse ad una forma abbastanza simile a quella ancora più ridotta che predominava nei secoli XVIII e XIX, quando la casula non copriva più alcuna parte delle braccia (e in Spagna non copriva nemmeno interamente le spalle) ed era molto abbreviata anche davanti e di dietro.[15]
Le antiche casule spesso tenevano un disegno a forma di Y, che copriva le cuciture che riunivano i pezzi del paramento, allora di forma conica. Le casule del periodo in cui le braccia rimanevano totalmente scoperte erano generalmente ornate di dietro con una croce o con un'immagine sacra, spesso riccamente ricamata.