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  1. #11
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    Predefinito Rif: Oggi è il giorno della Nakba

    Mentre i cessi politicanti del governicchio sedicente antiamericano
    (che ha riconosciuto il Kosovo e ora si prodiga nella guerra in Libia)
    si genuflettono ai sionisti...

    Collera in Siria e Libano, Israele spara: 20 morti - Istaele, Siria, Libano, Palestina, Iran, Ahmadinejad, Tel Aviv, Egitto, Cairo - Libero-News.it

  2. #12
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    Predefinito Rif: Oggi è il giorno della Nakba

    Citazione Originariamente Scritto da Nazionalistaeuropeo Visualizza Messaggio
    ISRAELE FRATTINI RIBADIRE CON FORZA PRINCIPIO DIRITTO ESISTENZA - Agenzia di stampa Asca

    Ma come mai in questa eurabia tutti i politici sono chi più chi meno filosionisti?
    Da Napolitano a Frattini,passando per Berlusconi,la Merkel(un vero e proprio burattino),poi ci sarebbero i vari Fini,Alemanno,la Le pen e gli esponenti dei vari partitelli destroidi populisti e antiislamici.
    sarà perchè per chi non è amico di sion è impossibile arrivare a certi vertici ?!

  3. #13
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    Predefinito Rif: Oggi è il giorno della Nakba

    Citazione Originariamente Scritto da Gorn Visualizza Messaggio
    sarà perchè per chi non è amico di sion è impossibile arrivare a certi vertici ?!
    Esatto.
    E così crollano tutte le stronzate sull'islam che ha invaso
    l'Europa,Eurabia e altre minchiate fallaciane.

  4. #14
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    Predefinito Rif: Oggi è il giorno della Nakba

    Questa e’ la tua Palestina



    Il confine tra Libano e Israele, il massacro dei profughi palestinesi

    I dieci palestinesi che ieri hanno perso la vita a Marun al Rass, villaggio alla frontiera tra il Libano e Israele, sono tutti ragazzi tra i 15 e i 18 anni, che avevano voluto simbolicamente piantare una bandiera palestinese accanto a quel filo elettrico che li separa ormai da sempre dalla "loro Palestina". L'entusiasmo di questi ragazzini e' stato contraccambiato dai colpi di artiglieria dei soldati israeliani che hanno pur dovuto certo difendere il loro Paese dalle conseguenze rischiose di un lancio di pietre o dell'implantamento di una bandiera palestinese.
    Con i loro tank e le loro armi hanno potuto assicurare sicurezza e quanto altro al loro Stato, mentre circa 30mila bambini, adulti, anziani disarmati, e bisogna sempre ripeterlo che erano disarmati , si erano recati sotto lo slogan "Il popolo vuole ritornare in Palestina" da tutto il Libano alla commemorazione prevista nel 63 anniversario della Nakba (la sconfitta), creazione dello Stato di Israele, dopo aver scalato a piedi una collina di almeno tre chilometri. "Questa e' la strada per la Palestina, forza forza ", gridavano i giovani a quegli anziani che non avevano messo in conto di camminare per circa un'ora su un sentiero ripido ed avere la fortuna di non calpestare una delle tante mine ancora presenti al sud dopo le bombe a grappolo lanciate dall'aviazione israeliana nel 2006.
    "Sono rimasti increduli gli amici di Ahmad, un ragazzo di 16 anni del campo profughi di Ain el Helwe, nei pressi di Saida, quando hanno visto a pochi metri il corpo del loro amico cadere mentre era giunto alla rete del confine , nella parte libanese, per poter piantare quella bandiera di una terra mai visitata eppure sempre evocata.
    Sono corsi tutti a soccorrerlo i suoi amici , mostrando un coraggio che normalmente non ti aspetti da nessun sedicenne mentre i proiettili israeliani continuavano a raffica a cadere sul suolo libanese. Non c'e stato niente da fare per Ahmad purtroppo. Era stato colpito alla testa. Lo hanno trasportato i suoi amici su una barella dell'ambulanza mentre alzavano in aria il loro pugno gridando Palestina araba, Palestina libera.
    "Non saremmo dovuti venire", dice piangendo Mohammad, un amico di Ahmed mentre l'ambulanza tenta di trasportarlo nel vicino ospedale di Bint Jbeil, "saremmo dovuti restare in casa a giocare a carte e fumare un narghuile", conclude.
    "E' finita, e' finita" grida un altro uomo, buttando a terra la bandiera palestinese quando gli arriva la notizia che quattro dei suoi "ragazzi" hanno perso la vita al confine.
    A chi, compreso la stampa italiana e il corrispondente della Rai Pagliara, ha affermato che gli scontri sono avvenuti a seguito di colpi di arma da fuoco dell'artiglieria libanese c'e' da rispondere e da far notare da chi era presente a Marun al Rass e non in un ufficio di Gerusalemme che l'esercito libanese ha soltanto sparato dei colpi in aria per intimidire la folla di ragazzini che voleva avvicinarsi alla frontiera e mai ha rivolto le armi verso il lato israeliano.
    Chi paghera' per la morte di Ahmad e degli altri nove suoi coetanei? Sulla strada del ritorno l'entusiamo e le dita in segno di vittoria vengono sostituiti piu che da una sensazione di tristezza in una sensazione di impotenza e di subalternità. Il silenzio dei giovanissimi sembra spiegare la loro disillusione in una quotidianieta fatta di campi, di strade piccole e sporche e di lavoro manuali mal pagati. "Non devi aver paura " dice un bambino di cinque anni massimo abbracciando un suo coetaneo, "non aver paura l'esercito e' con noi".



    Questa e’ la tua Palestina, Erminia Calabrese
    ████████

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    Gli umori corrodono il marmo

  5. #15
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    Predefinito Rif: Oggi è il giorno della Nakba

    Nakba 2011 con Presidentissimo



    Giorgio Napolitano e il Segretario Generale Domenico Marra, d’intesa con il consulente Arrigo Levi e l’ambasciatore Stefano Stefanini, dopo aver programmato a puntino la data di un’altra visita di Stato in “Israele“, si sono imbarcati sull’Airbus319 della Repubblica delle Banane il giorno 14, di buona mattina, per arrivare nel pomeriggio a “Gerusalemme“ (capitale unica, eterna e indivisibile dello Stato sionista, per la Knesset). Caparbiamente, l’Inquilino del Quirinale ha voluto essere presente con 24 ore di anticipo nel posto sbagliato per portare la sua solidarietà a “Israele“.
    Il 15 Maggio, di ogni anno, e lo fa dal 1948, il popolo palestinese celebra la Nakba, l’espulsione forzata, tra violenze e massacri, di 980.000 palestinesi dalla loro Terra. Stragi efferate passate alla storia, come quella perpetrata dalla Banda Stern a Deyr Yassin. Attualmente ci sono nel solo Medio Oriente 4.7 milioni di profughi che vivono in condizioni di estrema povertà e spesso di mancata integrazione politica e sociale in Giordania, in Libano, in Irak e nelle monarchie del Golfo Persico, oltre che nel Maghreb.
    Per avere dati aggiornati, giorno per giorno, sulle dimensioni dell’autentico calvario che vive e ha vissuto, dal 1967, la gente di Palestina nella Cisgiordania Occupata e nella Striscia di Gaza, un ottima fonte di informazione è il sito infopal.
    Il Presidentissimo è stato accolto all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dall’omologo – si precisa nel comunicato – Shimon Peres, premio Nobel per la pace.
    A Stoccolma ci deve essere qualcosina che non va fin dai tempi di altri “insigniti“, come Begin e Sadat.
    L’ultima performance del Comitato Promotore e dei componenti la Giuria ha eletto a “collega” di autentici terroristi e macellai un certo Barack Obama, il primo presidente USA color caffelatte a tenere aperte, contemporaneamente, dal Gennaio 2009 al Maggio 2011, tre sanguinose e devastanti guerre di aggressione (Iraq-Afghanistan-Libia) e a minacciarne almeno altre cinque a giro per il mondo.
    Napolitano ha detto a Peres che ambedue sono Presidenti senza potere. Si è dimenticato di ricoprire la carica di Capo delle Forze Armate e di quel Consiglio Supremo della Difesa che, di fatto, ha decretato, d’intesa con il governo in carica, appena una manciata di settimane fa, la partecipazione dell’Italia alla guerra contro la Libia. Anche se per l’Inquilino del Quirinale è solo un’”estensione naturale” della risoluzione ONU 1973.
    Anche la sinistra comincia ad accorgersi di che panni vesta questo 83enne in carriera.
    L’Inquilino del Quirinale, complice l’età, ha ricorrenti buchi di memoria oltre ad una manifesta tendenza alla secrezione lacrimale per evidenti difficoltà nella tenuta emotiva.
    Il Presidente di “Israele“ ha risposto che fa del suo meglio per risolvere i problemi, come – aggiungiamo noi – Olmert e Livni lo riuscirono a fare il Dicembre 2008-Gennaio 2009 nella Striscia di Gaza.
    Siamo convinti che l’attuale Presidente di “Israele“ ricordi, ben bene, come Napolitano, il problemino che venne fuori a Davos con Erdogan per i 453 bambini palestinesi massacrati da terra dai semoventi e dai carri armati di Tsahal, e dall’aria dai cacciabombardieri F-15 e F-16 della Heyl Ha’Avir.
    Giorgio Napolitano – per l’ex premier, l’ex ministro, della difesa e degli esteri, e attuale presidente di “Israele“ – è un’autorità morale riconosciuta dal suo popolo per “profondità, onestà e buona fede“. A ben vedere ci sono italiani e italiani.
    Quelli che hanno occhi di bue e altri di tigre e memoria da elefanti.
    Sabato pomeriggio, Napolitano ha raggiunto l’Ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu per un lungo, cordialissimo colloquio “privato“. Alle 18.30, il nonno che vigila sulla Costituzione, eccetto l’articolo 11, ha ritirato all’Università di Tel Aviv il premio Dan David che gli era stato assegnato nel 2010.
    Il Dan David è destinato a omaggiare politici, scienziati e uomini di cultura. Il riconoscimento, conferito ogni anno, da diritto alla riscossione di un assegno di 1.000.000 di dollari procapite ai tre selezionati per “Passato-Presente-Futuro“. Ci viene a mente il film “Ieri, Oggi, Domani”.
    Volete sapere la motivazione con cui gli è stato assegnato? Eccola.
    “Per la sua dedizione alla causa della democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo“. Insomma, per la “svolta della Bolognina“ di Occhetto e la trasformazione del PCI in PDS, oltre che per le assidue frequentazioni negli Stati Uniti e i contatti di alto livello tenuti con le lobbies dell’establishment e con esponenti, anche se di secondo piano, delle amministrazioni USA. Giusto per non dare troppo nell’occhio.
    Meriti, si fa per dire, che lo hanno portato ad ottenere il pass di sicurezza NATO. L’arrivo alla guida del Viminale durante uno dei governi Prodi ne è stata la manifestazione più evidente.
    Napolitano ha incassato a “Gerusalemme“ l’equivalente di un paio di miliardi delle vecchie lirette per la sezione, facendoci su un po’ di ironia, “Vecchie Glorie del XX Secolo“.
    Rimane sospeso per aria un piccolo mistero. Ha già incassato il premio in danaro o lo deve ancora portare a casa?
    Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze ha richiesto o ha intenzione di richiedere all’Inquilino del Quirinale le “tasse dovute“ attraverso i funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Roma?
    Napolitano li ha donati in beneficenza o ha fatto ulteriormente ingrassare il suo gigantesco cespite derivante da un’attività “politica e istituzionale“ ultracinquantennale, dal ’45 come funzionario del PCI, prima, come deputato nazionale dal 1953 al 1996 per 10 legislature, come parlamentare europeo per altre due, come senatore a vita dal 2005, da presidente emerito di enti e fondazioni, come Ministro degli Interni e attualmente da Presidente della Repubblica?
    Vogliamo portare alla luce gli imbarazzanti trascorsi nazifascisti, anche da giornalista, del “camerata“ Giorgio Napolitano magari sul “Bò“ di Padova?
    Ha fatto o no la divisione dei beni con la consorte Clio Bittoni fino alla sua elezione al Quirinale nel Maggio 2006 come XI° Presidente della Repubblica?
    E’ vero o no che la signora Clio gode di più pensioni d’oro per attività di libero professionista, di legale delle Leghe Coop e della quiescenza incassata come Dirigente per oltre 30 anni dell’Attività Legislativa alla Camera dei Deputati?
    Un caso di parentopoli ante-litteram?
    Si può sapere quanto rastrellano in euro dalle tasche degli italiani il Primo Cittadino della Repubblica & consorte o è un altro spocchioso “segreto di stato“ per la manifesta viltà di parlamentari e “giornalisti“ nel non darne conto?
    Ce ne sarebbero di cose da raccontare!
    Per ora chiudiamola qui e torniamo alla Palestina Occupata.
    La visita di Napolitano in “Israele“, cadendo, guardacaso, nel giorno della “Nakba“, non può non diventare un devastante segnale politico che egli intende sostenere nei fatti “Israele” e la sua “sicurezza”, con il controllo militare della Cisgiordania e l’assedio della Striscia di Gaza.
    Il programma di Napolitano nella “terra avvicendata“ è continuato nella giornata di domenica 15 Maggio con la mostra “Italia-Israele, gli ultimi 150 anni“ e in serata con un’altra manifestazione a Tel Aviv che ripercorre le tappe “Da Garibaldi a Herzl”… cavoli a merenda.
    Una continuazione in salsa sionista delle stucchevoli e costosissime feste volute da Napolitano e governo per la celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia.
    Il Presidente della Repubblica ha poi dato corso, come in calendario, ad una visita ad Abu Mazen e al suo primo ministro Fayyad a… Betlemme.
    Forse a Ramallah, sede dell’ ANP, l’incontro avrebbe acquistato più peso politico? Un peso che Napolitano non vuole intenzionalmente concedere al suo incontro con Mohamud Abbas?
    Siamo arciconvinti che l’Inquilino del Quirinale avrà utilizzato il colloquio per ammonire, facendosi latore dei diktat di USA ed Europa, il “presidente scaduto“ dell’ANP dal proseguire i contatti con Hamas dopo l’accordo raggiunto a Il Cairo con Khaled Meshal e la regia del nuovo Ministro degli Esteri dell’Egitto Nabil al Arabi, che ha assunto anche la presidenza della Lega Araba da qualche ora.
    A Betlemme, il Presidentissimo avrà usato bastone e carota, la leva sarà qualche promessa in danaro dell’Italia e dell’Unione Europa per sviluppare la crescita economica e sociale della Cisgiordania Occupata perché si continui a chiudere gli occhi sui “coloni”?
    O qualche altra fregatura che non è possibile prevedere. Se uscisse l’imprevisto, ci sarà tutto il tempo per esprimerci sopra una valutazione. Ricordiamo che USA, ONU e “Quartetto” stanno menando egregiamente il can per l’aia ormai da troppi anni, mentre si alzano altri muri e si continua a costruire altri insediamenti sulla Terra di Palestina.
    Quello che si stenta a capire è che USA e NATO stanno innescando nell’intero Medio Oriente una ciclopica carica esplosiva che finirà per investire, a miccia accesa e consumata, l’intero Mediterraneo e il nostro Paese.
    Il sangue che sta scorrendo in queste ore a Gaza, a Gerusalemme Est, nelle fattorie di Sheba e sul Golan farà, prima o poi, da fiammifero.
    Attenti… a Frattini e a La Russa, ai loro codazzi a Camera e Senato, alle schegge impazzite, al Terzo Polo e ai frequentissimi contatti di alcuni di questi “soggettini“ con David Thorne, Hillary Clinton e Robert Gates!
    Anche se mettere il naso nei “rifiuti tossici“, sia di maggioranza che di “opposizione“, non è davvero affar nostro.




    Nakba 2011 con Presidentissimo, Giancarlo Chetoni
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  6. #16
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    Predefinito Re: Oggi è il giorno della Nakba

    La verità sulla Nakba
    ISRAELE/PALESTINA. Studi accademici dimostrano l'incontestabilità di quanto avvenuto nel 1948: l'espulsione forzata di centinaia di migliaia di palestinesi, spiega lo storico Ilan Pappè. Israele ha un'altra narrazione
    La verità sulla Nakba
    Una foto dell'esodo forzato dei palestinesi nel 1948

    Nei giorni in cui Israele celebra la sua fondazione 75 anni fa, i palestinesi sono impegnati con raduni, sit in, conferenze, dibattiti a tenere viva la memoria della Nakba, la loro «catastrofe nazionale» parallela alla nascita dello Stato ebraico nel 1948. Una memoria fatta di esilio per centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini diventati profughi in campi allestiti nei paesi arabi vicini, di case e terre perdute e poi confiscate, di famiglie divise per sempre. Eppure, per quanto sia sempre viva e duratura tra i palestinesi, più parti, non solo Israele, spingono per spegnerla, per impedire che sia riconosciuta e prenda il posto che merita nella storia. Ne abbiamo parlato con lo storico Ilan Pappè, docente all’Università di Exeter, autore di saggi sulla storia di Israele e della Palestina tradotti in molte lingue.

    Ilan Pappè
    Ilan Pappè
    Professor Pappè perché la Nakba viene oscurata, perché è sempre più difficile parlarne in pubblico?

    Prima di spiegarne le ragioni chiariamo che le ricerche storiche fatte con professionalità a partire dagli anni ’80 da alcuni storici israeliani e stranieri e quelle realizzate prima di allora dagli storici palestinesi, hanno ottenuto risultati incontestabili sulla Nakba e le sue conseguenze. Studi e ricerche hanno documentato anche la pulizia etnica fatta da Israele nel 1948 (a danno dei palestinesi, ndr). Questi risultati, e rispondo alla domanda, contraddicono completamente la narrazione ufficiale israeliana ad uso interno ed internazionale. Mi riferisco alla versione che vuole l’esercito «più morale al mondo» impegnato nel 1948 a difendere Israele contro l’intero mondo arabo, alla tesi secondo cui gli arabi avrebbero chiesto ai palestinesi di abbandonare la loro terra mentre gli israeliani avevano chiesto loro di rimanere. E all’idea che Israele non ha avuto alcuna responsabilità nelle vicende del 1948 di cui sono stati vittime i palestinesi. In sostanza per questa narrazione, non c’è stata la Nakba. Le ricerche storiche ci hanno detto che tutto ciò è una pura fabbricazione. E che l’espulsione dei palestinesi, allora come oggi, è un crimine contro l’umanità. La preoccupazione delle autorità israeliane è che diffondendo, discutendo e analizzando gli esiti degli studi fatti dagli storici si ponga una questione morale sulla fondazione dello Stato di Israele. Se si comincia con questi interrogativi si arriva a sollevare una questione morale sull’intera impresa sionista (in Palestina, ndr) e a chiedersi perché il mondo ha permesso l’espulsione dei palestinesi.

    Come spiega l’atteggiamento di varie istituzioni internazionali nonché di governi e partiti politici occidentali, di ferma opposizione, oggi più che in passato, al riconoscimento della Nakba?

    Credo che tutte queste parti internazionali, occidentali, non intendano entrare in conflitto con Israele ed esporsi al rischio di accuse di antisemitismo che sempre più spesso sono rivolte a chi critica e solleva dubbi. Vanno considerati inoltre i rapporti economici, le vendite di armi, le relazioni di sicurezza con Israele. Quindi è molto più semplice ignorare la Nakba, zittire i palestinesi e negare la loro narrazione oltre che le loro aspirazioni. Allo stesso tempo la società civile occidentale è sempre più consapevole della Nakba e di quanto accade oggi nei Territori palestinesi occupati e si aspetta che i governi adottino delle politiche concrete contro la negazione dei diritti e di condanna di abusi e violazioni.

    A livello accademico qual è oggi la consapevolezza della Nakba.

    In termini generali osserva da tempo un progresso un po’ ovunque. Tante università importanti, negli Usa e in Gb, nell’ambito di corsi di studi e seminari su Israele e palestinesi, hanno svolto ricerche sulla Nakba in modo corretto e professionale. Questo vale anche per l’Italia, la Spagna e la Scandinavia. All’Istituto Orientale di Napoli, ad esempio, ho apprezzato l’accuratezza del programma di studi su questi temi. Non mancano però all’interno delle università le attività di docenti che cercano boicottare questi lavori e di imporre la versione tradizionale degli avvenimenti del 1948 pur sapendo che contraddice la storia accertata in modo professionale dai loro colleghi. Da questo punto di vista penso che Francia e Germania siano i paesi più problematici.

    Come giudica la linea fortemente pro-Israele dei partiti di destra che oggi governano in diversi paesi europei.

    Per questi partiti accettare la narrazione ufficiale del 1948 e la versione di Israele di quanto accade oggi, vuol dire lavare e rendere bianco il proprio passato nero. Impressiona come alcuni di questi partiti che erano antisemiti e hanno sostenuto, persino partecipato, al genocidio degli ebrei, siano oggi i più accaniti sostenitori di Israele. Più hanno collaborato con il Nazismo e più appoggiano le politiche di Israele nei confronti dei palestinesi. Questi partiti, peraltro, sono islamofobici e per Israele è facile convincerli che non sta impedendo a un popolo di liberarsi dall’occupazione militare e che invece sta combattendo contro organizzazioni islamiche fanatiche.


    https://ilmanifesto.it/la-verita-sulla-nakbaizioni
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  7. #17
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    Predefinito Re: Rif: Oggi è il giorno della Nakba

    Citazione Originariamente Scritto da Majorana Visualizza Messaggio
    Nakba 2011 con Presidentissimo



    Giorgio Napolitano e il Segretario Generale Domenico Marra, d’intesa con il consulente Arrigo Levi e l’ambasciatore Stefano Stefanini, dopo aver programmato a puntino la data di un’altra visita di Stato in “Israele“, si sono imbarcati sull’Airbus319 della Repubblica delle Banane il giorno 14, di buona mattina, per arrivare nel pomeriggio a “Gerusalemme“ (capitale unica, eterna e indivisibile dello Stato sionista, per la Knesset). Caparbiamente, l’Inquilino del Quirinale ha voluto essere presente con 24 ore di anticipo nel posto sbagliato per portare la sua solidarietà a “Israele“.
    Il 15 Maggio, di ogni anno, e lo fa dal 1948, il popolo palestinese celebra la Nakba, l’espulsione forzata, tra violenze e massacri, di 980.000 palestinesi dalla loro Terra. Stragi efferate passate alla storia, come quella perpetrata dalla Banda Stern a Deyr Yassin. Attualmente ci sono nel solo Medio Oriente 4.7 milioni di profughi che vivono in condizioni di estrema povertà e spesso di mancata integrazione politica e sociale in Giordania, in Libano, in Irak e nelle monarchie del Golfo Persico, oltre che nel Maghreb.
    Per avere dati aggiornati, giorno per giorno, sulle dimensioni dell’autentico calvario che vive e ha vissuto, dal 1967, la gente di Palestina nella Cisgiordania Occupata e nella Striscia di Gaza, un ottima fonte di informazione è il sito infopal.
    Il Presidentissimo è stato accolto all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dall’omologo – si precisa nel comunicato – Shimon Peres, premio Nobel per la pace.
    A Stoccolma ci deve essere qualcosina che non va fin dai tempi di altri “insigniti“, come Begin e Sadat.
    L’ultima performance del Comitato Promotore e dei componenti la Giuria ha eletto a “collega” di autentici terroristi e macellai un certo Barack Obama, il primo presidente USA color caffelatte a tenere aperte, contemporaneamente, dal Gennaio 2009 al Maggio 2011, tre sanguinose e devastanti guerre di aggressione (Iraq-Afghanistan-Libia) e a minacciarne almeno altre cinque a giro per il mondo.
    Napolitano ha detto a Peres che ambedue sono Presidenti senza potere. Si è dimenticato di ricoprire la carica di Capo delle Forze Armate e di quel Consiglio Supremo della Difesa che, di fatto, ha decretato, d’intesa con il governo in carica, appena una manciata di settimane fa, la partecipazione dell’Italia alla guerra contro la Libia. Anche se per l’Inquilino del Quirinale è solo un’”estensione naturale” della risoluzione ONU 1973.
    Anche la sinistra comincia ad accorgersi di che panni vesta questo 83enne in carriera.
    L’Inquilino del Quirinale, complice l’età, ha ricorrenti buchi di memoria oltre ad una manifesta tendenza alla secrezione lacrimale per evidenti difficoltà nella tenuta emotiva.
    Il Presidente di “Israele“ ha risposto che fa del suo meglio per risolvere i problemi, come – aggiungiamo noi – Olmert e Livni lo riuscirono a fare il Dicembre 2008-Gennaio 2009 nella Striscia di Gaza.
    Siamo convinti che l’attuale Presidente di “Israele“ ricordi, ben bene, come Napolitano, il problemino che venne fuori a Davos con Erdogan per i 453 bambini palestinesi massacrati da terra dai semoventi e dai carri armati di Tsahal, e dall’aria dai cacciabombardieri F-15 e F-16 della Heyl Ha’Avir.
    Giorgio Napolitano – per l’ex premier, l’ex ministro, della difesa e degli esteri, e attuale presidente di “Israele“ – è un’autorità morale riconosciuta dal suo popolo per “profondità, onestà e buona fede“. A ben vedere ci sono italiani e italiani.
    Quelli che hanno occhi di bue e altri di tigre e memoria da elefanti.
    Sabato pomeriggio, Napolitano ha raggiunto l’Ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu per un lungo, cordialissimo colloquio “privato“. Alle 18.30, il nonno che vigila sulla Costituzione, eccetto l’articolo 11, ha ritirato all’Università di Tel Aviv il premio Dan David che gli era stato assegnato nel 2010.
    Il Dan David è destinato a omaggiare politici, scienziati e uomini di cultura. Il riconoscimento, conferito ogni anno, da diritto alla riscossione di un assegno di 1.000.000 di dollari procapite ai tre selezionati per “Passato-Presente-Futuro“. Ci viene a mente il film “Ieri, Oggi, Domani”.
    Volete sapere la motivazione con cui gli è stato assegnato? Eccola.
    “Per la sua dedizione alla causa della democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo“. Insomma, per la “svolta della Bolognina“ di Occhetto e la trasformazione del PCI in PDS, oltre che per le assidue frequentazioni negli Stati Uniti e i contatti di alto livello tenuti con le lobbies dell’establishment e con esponenti, anche se di secondo piano, delle amministrazioni USA. Giusto per non dare troppo nell’occhio.
    Meriti, si fa per dire, che lo hanno portato ad ottenere il pass di sicurezza NATO. L’arrivo alla guida del Viminale durante uno dei governi Prodi ne è stata la manifestazione più evidente.
    Napolitano ha incassato a “Gerusalemme“ l’equivalente di un paio di miliardi delle vecchie lirette per la sezione, facendoci su un po’ di ironia, “Vecchie Glorie del XX Secolo“.
    Rimane sospeso per aria un piccolo mistero. Ha già incassato il premio in danaro o lo deve ancora portare a casa?
    Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze ha richiesto o ha intenzione di richiedere all’Inquilino del Quirinale le “tasse dovute“ attraverso i funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Roma?
    Napolitano li ha donati in beneficenza o ha fatto ulteriormente ingrassare il suo gigantesco cespite derivante da un’attività “politica e istituzionale“ ultracinquantennale, dal ’45 come funzionario del PCI, prima, come deputato nazionale dal 1953 al 1996 per 10 legislature, come parlamentare europeo per altre due, come senatore a vita dal 2005, da presidente emerito di enti e fondazioni, come Ministro degli Interni e attualmente da Presidente della Repubblica?
    Vogliamo portare alla luce gli imbarazzanti trascorsi nazifascisti, anche da giornalista, del “camerata“ Giorgio Napolitano magari sul “Bò“ di Padova?
    Ha fatto o no la divisione dei beni con la consorte Clio Bittoni fino alla sua elezione al Quirinale nel Maggio 2006 come XI° Presidente della Repubblica?
    E’ vero o no che la signora Clio gode di più pensioni d’oro per attività di libero professionista, di legale delle Leghe Coop e della quiescenza incassata come Dirigente per oltre 30 anni dell’Attività Legislativa alla Camera dei Deputati?
    Un caso di parentopoli ante-litteram?
    Si può sapere quanto rastrellano in euro dalle tasche degli italiani il Primo Cittadino della Repubblica & consorte o è un altro spocchioso “segreto di stato“ per la manifesta viltà di parlamentari e “giornalisti“ nel non darne conto?
    Ce ne sarebbero di cose da raccontare!
    Per ora chiudiamola qui e torniamo alla Palestina Occupata.
    La visita di Napolitano in “Israele“, cadendo, guardacaso, nel giorno della “Nakba“, non può non diventare un devastante segnale politico che egli intende sostenere nei fatti “Israele” e la sua “sicurezza”, con il controllo militare della Cisgiordania e l’assedio della Striscia di Gaza.
    Il programma di Napolitano nella “terra avvicendata“ è continuato nella giornata di domenica 15 Maggio con la mostra “Italia-Israele, gli ultimi 150 anni“ e in serata con un’altra manifestazione a Tel Aviv che ripercorre le tappe “Da Garibaldi a Herzl”… cavoli a merenda.
    Una continuazione in salsa sionista delle stucchevoli e costosissime feste volute da Napolitano e governo per la celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia.
    Il Presidente della Repubblica ha poi dato corso, come in calendario, ad una visita ad Abu Mazen e al suo primo ministro Fayyad a… Betlemme.
    Forse a Ramallah, sede dell’ ANP, l’incontro avrebbe acquistato più peso politico? Un peso che Napolitano non vuole intenzionalmente concedere al suo incontro con Mohamud Abbas?
    Siamo arciconvinti che l’Inquilino del Quirinale avrà utilizzato il colloquio per ammonire, facendosi latore dei diktat di USA ed Europa, il “presidente scaduto“ dell’ANP dal proseguire i contatti con Hamas dopo l’accordo raggiunto a Il Cairo con Khaled Meshal e la regia del nuovo Ministro degli Esteri dell’Egitto Nabil al Arabi, che ha assunto anche la presidenza della Lega Araba da qualche ora.
    A Betlemme, il Presidentissimo avrà usato bastone e carota, la leva sarà qualche promessa in danaro dell’Italia e dell’Unione Europa per sviluppare la crescita economica e sociale della Cisgiordania Occupata perché si continui a chiudere gli occhi sui “coloni”?
    O qualche altra fregatura che non è possibile prevedere. Se uscisse l’imprevisto, ci sarà tutto il tempo per esprimerci sopra una valutazione. Ricordiamo che USA, ONU e “Quartetto” stanno menando egregiamente il can per l’aia ormai da troppi anni, mentre si alzano altri muri e si continua a costruire altri insediamenti sulla Terra di Palestina.
    Quello che si stenta a capire è che USA e NATO stanno innescando nell’intero Medio Oriente una ciclopica carica esplosiva che finirà per investire, a miccia accesa e consumata, l’intero Mediterraneo e il nostro Paese.
    Il sangue che sta scorrendo in queste ore a Gaza, a Gerusalemme Est, nelle fattorie di Sheba e sul Golan farà, prima o poi, da fiammifero.
    Attenti… a Frattini e a La Russa, ai loro codazzi a Camera e Senato, alle schegge impazzite, al Terzo Polo e ai frequentissimi contatti di alcuni di questi “soggettini“ con David Thorne, Hillary Clinton e Robert Gates!
    Anche se mettere il naso nei “rifiuti tossici“, sia di maggioranza che di “opposizione“, non è davvero affar nostro.




    Nakba 2011 con Presidentissimo, Giancarlo Chetoni
    Andreotti: se fossi nato lì sarei un terroristaCredo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista»
    DI JACOPO IACOBONI
    https://www.lastampa.it/opinioni/edi...sta-1.37151289
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
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  8. #18
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    Predefinito Re: Oggi è il giorno della Nakba

    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  9. #19
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    Predefinito Re: Oggi è il giorno della Nakba

    Citazione Originariamente Scritto da adry571 Visualizza Messaggio
    Palestina Libera!

    P. S. non mi hai più risposto.

  10. #20
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    Predefinito Re: Oggi è il giorno della Nakba

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    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

 

 
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