Il Secolo XIX
La rabbia di Bossi: serve una revisione
Milano - Male a Milano, dove si pagano le scelte del Pdl. In crescita, con le proprie liste, nel resto «della Padania». La Lega commenta per ultima il risultato alle amministrative. Ma quando lo fa, dichiara il suo disappunto per Milano e chiede una «riflessione» all’alleato di governo. Perché, è in estrema sintesi l’analisi che circola a via Bellerio, se il Carroccio deve incassare lo smacco di Milano, è proprio a causa delle scelte di Silvio Berlusconi e dei suoi.
Resta ufficialmente in silenzio Umberto Bossi. Ma dalla stanza di via Bellerio dove è chiuso per l’attesa e poi l’analisi dei risultati, trapela la sua sorpresa e anche la rabbia per i numeri incassati dalla coalizione di centrodestra. Anche perché a Milano il Carroccio deve digerire un inatteso ballottaggio con una candidata, Letizia Moratti, che fino all’ultimo si era chiesto a Berlusconi di cambiare.
Quello di Milano è un voto «anomalo, perché pensare che la città vada in mano agli estremisti non è mai successo», afferma alle 22.30 in conferenza stampa il viceministro Roberto Castelli. E invoca la necessità di «riflettere» in vista del ballottaggio. Poi puntualizza: «In questo momento distinguiamo il voto in due parti: Milano, dove non è certo positivo per il sindaco, e il resto della Padania, dove la Lega sta registrando un aumento di voti».
I dati di Milano, del resto, sembrano penalizzare non solo la Moratti, ma in parte la stessa Lega. La lista del Carroccio sale infatti dal 3,8% del 2006 al 9,5%. Ma perde rispetto alle politiche del 2008, quando aveva raggiunto il 12,3%. Il tracollo, certo, lo registra il Pdl, che nel 2006 sommando i voti di Fi e An arrivava da solo al 40,8% e oggi si ferma al 28,9% (alle politiche era al 36,9%). Ma quello che da via Bellerio si rimprovera all’alleato è di aver trascinato giù anche la Lega, almeno a Milano.
Mentre altrove nel Nord i primi dati, dicono dalla sede dei lumbard, consegnano a Bossi un rafforzamento delle sue liste. Con buoni risultati anche in alcune città dove si è scelto di andare soli, come a Gallarate. «È innegabile che qualcuno dei nostri a Milano abbia dato un voto disgiunto», ammette il leghista Davide Boni. Perché quel candidato sindaco, al Carroccio, non era mai andato giù. Lungo è stato il braccio di ferro tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, che non voleva concedere alla signora Moratti la ricandidatura. E che ancora la scorsa settimana bocciava senza mezzi termini l’attacco finale da lei sferrato a Pisapia.
«Io credo che la riflessione complessiva sia che il governo dovrà essere ancora più determinato sul capitolo delle riforme», afferma Roberto Calderoli. Con una frase che sembra anticipare l’intenzione di passare all’incasso presso l’alleato, per ottenere un’azione di governo più vicina alla linea della Lega. Ad ogni modo, una resa dei conti all’interno della maggioranza sarà inevitabile. Anche perché il malcontento della base inizia a trapelare.
E da Facebook i militanti se la prendono con Berlusconi e con la Moratti, ancora lei: «Io da leghista l’avrei votata non con il naso tappato, ma con la tuta che si usa per le epidemie di ebola in Africa».
Ora a Milano è gelo tra Lega e Pdl
E Bossi si chiude in un “silenzio irritato”
Il Carroccio perde voti per colpa del Pdl. Dalle prime indiscrezioni, sarebbe questo il pensiero che passa per la testa del Senatur. Mentre i suoi colonnelli, Calderoli e Castelli, definiscono il successo di Pisapia come una "anomalia" e sottintendono l'appoggio alla Moratti, il leader per adesso tace
E Umberto Bossi? Che cosa fa? Che cosa pensa? Domande che corrono di bocca in bocca nella sede nazionale della Lega nord in via Bellerio a Milano. Per tutto il pomeriggio e tutta la sera il leader padano è rimasto chiuso in un ufficio al secondo piano, inaccessibile ai giornalisti che riempivano la sala stampa in attesa di una presa di posizione ufficiale del partito che vede il proprio candidato sindaco, la mal digerita Letizia Moratti, sei-sette punti indietro a Giuliano Pisapia, sostenuto dal centrosinistra.
Una “anomalia”, per dirla con Roberto Castelli, che nessuno alla vigilia del voto si aspettava. Se ballottaggio doveva essere, tutti pensavano che il punteggio avrebbe premiato la Moratti. Fino a un paio di settimane fa i sondaggi, anche quelli in possesso del centrosinistra, dicevano 47 a 43, ma per il sindaco uscente.
Di Bossi sono filtrate soltanto alcune indiscrezioni: “sorpreso”, “irritato”. In passato il Pdl vinceva grazie alla Lega, ora la Lega perde per colpa del Pdl, pare abbia ragionato. Che ne sarà ora della rodata coppia Bossi-Berlusconi, saldamente legata da dieci anni abbondanti dopo la pur clamorosa rottura dell’era 1994-1999?
Per tutta la campagna elettorale Bossi ha palesato insofferenza verso i tentativi di Silvio Berlusconi di estremizzare il voto milanese nel solito referendum “o con me o contro di me”. Dai manifesti che paragonavano i magistrati alle Brigate rosse alla boutade dell’ultimo minuto sui trascorsi “estremisti” di Pisapia, la Lega non ha mai mandato giù la tattica del fumo adottata da tanti esponenti del Pdl e sempre pienamente sostenuta dal suo leader. Ora i risultati sembrano dargli ragione su tutta la linea.
In via Bellerio ancora qualcuno aspetta che il segretario leghista, noto nottambulo nonostante i problemi di salute, scenda a dire la sua. Per il momento la linea l’hanno abbozzata due colonnelli, Roberto Castelli e Roberto Calderoli: una mobilitazione dell’elettorato per impedire che siano “gli estremisti di sinistra” a governare Milano, una “anomalia” senza precedenti. Dunque “la partita non è chiusa”, con una sottointesa promessa leghista di non lasciare Letizia Moratti sola al suo destino. Ma l’imprimatur del capo, quello ancora manca.
Ora a Milano è gelo tra Lega e Pdl. E Bossi si chiude in un “silenzio irritato” | Mario Portanova | Il Fatto Quotidiano
C'è ben poco da essere felici.
La Lega avrebbe dovuto guadagnare consensi ... inutile prendersela con Berlusoni.
Mediaticamente han voluto massacrarlo, e ci sono riusciti.
Tra finti scandali, processi, querele ecc ecc gliene hanno combinate di tutti i colori.
Io voto Lega, ma gli attacchi mediatici che il Premier è stato costretto a subire sono scandalosi.
.... bastardi comunisti che gli portavano delle minorenni ad Arcore, mettevano la minetti a stipendio in regione e facevano le telefonate (imitando la voce del povero silvio) alle questure di Milano per aiutare la nipote di mubarak repapelle: repapelle: repapelle:
Ragazzi, pensare che mettendo un candidato leghista al posto della scialbissima Moratti avrebbe cambiato tutto è da sciocchi.
La tranvata l'ha presa certamente Berlusconi, ma è diretta a tutto il governo. Noi compresi.
Chiariamo: Milano non è mai (purtroppo) stata una città leghista, come purtroppo non lo è Torino. Troppa gente da fuori (capitemi!!) e troppi "moderati" che in realtà moderati non sono, se preferiscono votare per uno dal passato piuttosto burrascoso come Pisapia. E' anche vero che la Moratti non è mai stato il cavallo di razza sul quale puntare senza dubbio alcuno.
Però il segnale dalla capitale economica è arrivato bello forte: o il governo si sveglia, possibilmente abbassando le tasse, respingendo i clandestini e finendola di farsi prendere per i fondelli dai francesi, oppure si cambia strada.
Non è facendo le belle statuine democristiane che si potrà raddrizzare la situazione.
“Pray as thougheverything depended on God. Work as though everything depended on you.”
guardate bene i dati, abbiamo fatto schifo dappertutto, non solo a Milano, si va al ballottaggio in posti impensati come Varese e Novara, a Treviso città prendiamo solo 2 punti in più del csx, alle provinciali perdiamo minimo 2-3 punti ovunque
Ultima modifica di kappa; 17-05-11 alle 12:17
Io son del parere che non sia una disfatta, a patto di prendere i risultati per quello che sono.
In una democrazia, per quanto quella italiana sia anomala (vedi Bologna) è chiaro che a volte si vince e a volte si perde. Sta a noi capire PERCHE' abbiamo perso, e pcorreggere il tiro. La nostra gente non è stupida, si è accorta che votare Lega è inutile se poi la Lega fa la politica che uno si aspetterebbe dal PD.
Una manciata di voti in meno alle amministrative non è un disastro. E' uno stimolo!
“Pray as thougheverything depended on God. Work as though everything depended on you.”
La Lega ha tradito i suoi inizi di forza liberale e liberista e questi sono i risultati.
Cosa pensavate?
Che la gente continuasse a bersi balle e contraddizioni per anni e anni??