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    Predefinito Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    20-05-11
    SPAGNA: 'DEMOCRACIA REAL, YA!', LA RIVOLTA DELL'OCCIDENTE



    (ASCA) - Roma, 20 mag - ''Yes we camp''. Chiedono coperte per la notte, caffe' per colazione, via Twitter: da Madrid a Barcellona, passando per Valencia, Bilbao, Siviglia e Tenerife, attraversando l'intera Spagna, gli 'indignados' gridano contro la precarieta' e dicono di ispirarsi a piazza Tahrir, alle rivolte arabe. Si fanno chiamare 'Movimiento 15-M' perche' dal 15 maggio gridano anche il loro 'no' ai partiti che si sfidano alle prossime amministrative di domenica. Nella capitale spagnola, centro delle proteste, reclamano contro la crisi, il sistema politico, la corruzione, la 'collusione' fra politica e banche.

    E' la Rete, ancora una volta, a rilanciare l'indignazione sociale non piu' anti-sistema, come di norma suggerisce una rivolta, ma verso un sistema, come invece dicono in Spagna, ''anti-noi, anti-popolo''. E' una Internet ribelle quella vista nella ''Primavera araba'' ed e' una internet ribelle il motore che alimenta la pacifica rivolta di 'Democracia Real, Ya!', che in italiano si traduce in 'Vera democrazia, adesso!'. Un movimento che si definisce cittadino ed apartitico, infiammato tra i social network del pianeta, il cui unico scopo e' quello di promuovere la libera discussione tra i cittadini. Lo dice anche la loro finestra interattiva: ''Siamo una piattaforma per il coordinamento dei gruppi di azione pro-cittadino''.

    'Democracia Real, Ya!' si rivolge ai cittadini insoddisfatti, di ogni classe: ognuno ha la sua voce, che insieme alle altre diventa un grido, pacifico - scrivono dal sito - e intollerante alla violenza, al vandalismo, al razzismo. Non e' un caso che a Madrid, come a Barcellona, alla notizia dell'altola' della Giunta elettorale ai raduni nel 'giorno della riflessione', i promotori del movimento popolare si siano riuniti per pianificare nuove dimostrazioni non violente al fine di rispondere ad eventuali sgomberi della polizia: sdraiarsi sul suolo e alzando le mani in segno di pace.

    Alla piattaforma possono aderire gruppi, associazioni e singoli individui: qualsiasi cittadino puo' inviare agli organizzatori il proprio blog, il proprio sito internet e, cosi', allargare, diffondere la protesta. Solo ai gruppi politici e sindacali non e' permesso cavalcare l'onda.

    ''Siamo per la non violenza, siamo per la pace'', si ribadisce in ogni link. Si stima che oltre 130.000 persone siano scese in piazza solo in Spagna. Dalla penisola iberica, dal comitato promotore della spanish revolution, e' arrivato l'invito a tutti i giovani d'Europa a unirsi alla protesta contro crisi e precariato. Anche in Italia, oggi, l'appuntamento nelle piazze di Roma, Bologna, Milano, Torino (e molte altre) e' fissato in serata, intorno alle 20. La protesta, dunque, dilaga, dove la chiave di ricerca 'italianrevolution' e' la piu' cliccata del giorno su Twitter.

    Il programma di richieste formulato da 'Democracia Real, Ya!' si snoda in otto punti. Il primo riguarda i privilegi della classe politica: un controllo rigoroso dell'assenteismo parlamentare, la rimozione dei privilegi tributari, l'eliminazione dell'immunita' e l'applicazione dei crimini per corruzione. Dopo di che, il lavoro: ridurre il tasso di disoccupazione, pensioni, ridimensionare i benefici per le grandi imprese e ripristinare il sussidio di disoccupazione.

    Diritto alla casa, qualita' dei servizi pubblici. Eppoi il pressing sulle banche e la riduzione della spesa militare.

    Un contenitore sociale che per la prima volta, nell'era post-moderna, sembra aver convalidato l'idea che la democrazia non manda in letargo popoli e culture; l'idea che non solo la tirannia egiziana di Mubarak e la 'rivoluzionaria' di Gheddafi possano sollevare rivolte e rovesciamenti di governi. Ma che l'Occidente, a modo suo, riesca a stringersi nel diritto e nella liberta'. Senza kalashnikov e tantomeno colpi di mortaio.

    red/mau/rob



    SPAGNA DEMOCRACIA REAL YA! LA RIVOLTA DELL OCCIDENTE - Agenzia di stampa Asca
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  2. #2
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    Dal web alle piazze: arriva l'Italian Revolution
    Roma, 20-05-2011

    Impensabile: per la prima volta una protesta in cui si chiedono diritti e democrazia, parte dal “Terzo Mondo” e si estende al primo. La bandiera della Primavera araba è passata a Madrid, dove migliaia di giovani Indignados stanno chiedendo in Piazza Puerta del Sol "Democrazia reale adesso!". Vogliono una politica davvero partecipata, una lotta senza quartiere alla disoccupazione giovanile, che in Spagna è al 40%, una riforma del welfare, un’Unione Europea che si occupi di cittadini, non di finanza e banche.


    Da Madrid il testimone della protesta sta arrivando in Italia. Come nel resto del mondo, il mezzo per incontrarsi e coordinarsi è Internet: il tam tam è partito e il dissenso ha già un nome: "Italia Revolution - Democrazia reale ora". Il movimento sta camminando sulle gambe dei social network più diffusi, Twitter e Facebook.


    L'onda spagnola contagia l'Italia
    "Chiediamo che anche in Italia nasca una concentrazione spontanea nelle piazze principali del nostro Paese, volte a reclamare un cambio politico e sociale in tempi brevi. Tramite i social network e il passaparola possiamo farcela. Diffondete queste notizie e create pagine in ogni città italiana, inviate Sms e scendiamo tutti in piazza, ORA", recita l'appello dei giovani indignados italiani.
    Presidi di solidarietà alla rivolta dei giovani spagnoli, ma non solo: "I problemi dei giovani spagnoli - si legge nella pagina Facebook del movimento italiano, che conta già oltre 6000 membri - non sono tanto differenti da quelli che ci attanagliano ormai da troppo tempo. Questo è un movimento che nasce dal basso, quindi durante le prossime manifestazioni conosciamoci, incontriamoci, pianifichiamo una strategia comune e vediamo se anche noi siamo interessati a seguire l'esempio spagnolo, ricordandoci che si tratta di un movimento apartitico e soprattutto pacifico".


    Ribellione senza bandiere e senza religioni
    Dal comitato promotore della spanish revolution, "Democracia Real Yà", è arrivato l'invito a tutti i giovani d'Europa a unirsi alla protesta contro crisi e precariato, nella speranza che la forza di internet unisca i giovani così come è riuscita a fare nel mondo arabo. Hanno raccolto l'invito i precari italiani, la cui preoccupazione maggiore, a giudicare dai post su fb, è che le loro iniziative non vengano strumentalizzate da gruppi politicizzati perchè "questa deve rimanere la ribellione dei semplici cittadini; senza colore, senza bandiere e senza religione". I salentini Sud Sound System hanno già sposato la causa e su Twitter promettono che ai loro live esporranno la scritta «Italian revolution».


    Gli appuntamenti
    Gli incontri sono già stati stabiliti: un coordinamento avrà luogo oggi presso la stazione Termini di Roma. E per domani (intorno alle 20) appuntamento: a Bologna, in Piazza Nettuno; a Torino, in Piazza Castello; a Milano, in Piazza Duomo; a Firenze, in Piazza Santa Croce; a Roma, in Piazza di Spagna; a Padova, al Prato della Valle; a Pisa, in Piazza Garibaldi; a Palermo, al Teatro Massimo.

    Ora anche altri paesi, come la Francia e la Germania, sembrano mostrare i primi segnali di mobilitazione. Il movimento si allargherà diventando un fenomeno europeo?

    Rainews24.it
    Ultima modifica di Imperium; 20-05-11 alle 20:44
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  3. #3
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    Eventi che preludono a qualcosa di grosso o destinati semplicemente a finire nel dimenticatoio della cronaca?
    Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. (San Giovanni Bosco)

  4. #4
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    Non mi sembra niente di paragonabile, sinceramente. Poi, per carità, tutto può essere. Di sicuro la matrice sovversiva è la medesima.

  5. #5
    Cancellato
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    L'Europa ai grandi partiti, alla grande finanza, alle varie lobbies va bene così com'è. Fino a quando la gente potrà organizzare manifestazioni tramite il Pc, con Facebook, Twitter e connessione Internet, le cose rimarranno così come sono.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    suvvia !! Il vento della rivolta potrebbe spettinare le belle capigliature dei giovinotti europei . E voi pensate davvero che si espongano a codesto rischio?

  7. #7
    Ghibellino
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    Citazione Originariamente Scritto da Imperium Visualizza Messaggio
    Eventi che preludono a qualcosa di grosso o destinati semplicemente a finire nel dimenticatoio della cronaca?
    La seconda che hai detto.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  8. #8
    Hic Sunt Leones
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    Come al solito aveva ragione Khamenei, che aveva predetto queste mobilitazioni giusto un paio di settimane fa :gluglu:

    In realtà anche solo una mobilitazione come quella spagnola in Italia sarebbe impossibile: i partiti ci metterebbero subito il cappello sopra (già i Sud Sound System... mortacci loro e chi li ascolta :giagia.
    Più in generale sono però eventi comprensibili: la maggior parte della popolazione giovanile è de-ideologizzata e lontanissima dalla politica. Al tempo stesso però si trova ad affrontare una situazione sociale ed economica terribile, senza futuro, proprio a causa della politica.
    Da questo nascono proteste velleitarie e post-ideologiche (ma che qualche ragione di fondo ce l'hanno, eh).
    Ultima modifica di Canaglia; 20-05-11 alle 21:59
    Passata la buriana facciamo i conti

  9. #9
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    saranno rivolte di stampo democratico, democrazia pura altro che khamenei, di sicuro la dr che non raggiunge l'1% alle elezioni non sa che farsene, mentre i vari soros mi sa che gustano, tutta europa come la grecia: caos, disordine, crack, svendite, addio sovranità

    mi sa che ci inchineremo davvero a un governo mondiale. è finita
    Ultima modifica di Ungeheuer; 20-05-11 alle 22:36

  10. #10
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    Predefinito Rif: Il vento delle rivolte arabe sta arrivando in Europa?

    Tam tam su Internet e l'Italia scopre i cortei «indignados»
    Manifestazioni nelle maggiori città. Sit in a Roma

    ROMA - «Yo te voto, yo te pago, yo decido». Scritta rossa su fondo bianco, il cartello che apre il sit in vicino a piazza di Spagna sembra romanesco ma è castigliano purissimo. Perché è vero che è arrivata in Italia la protesta degli indignados, i giovani che a Madrid occupano da una settimana Puerta del Sol per protestare contro una politica che li ignora e chiedere una democrazia diretta. Ma, almeno per il momento, non c'è nessun effetto a catena, nessuna macchia d'olio che si allarga come in Tunisia ed Egitto. A protestare in piazza sono gli spagnoli che vivono in Italia, quasi tutti studenti Erasmus.


    È così a Roma e Milano, ma anche a Firenze, Bologna, Napoli e in tutte le città coinvolte, ieri sera, dopo un tam tam su Internet e Twitter. Su Facebook la pagina «Italian revolution: democrazia reale ora» ha superato le 10 mila adesioni. E anche sul fratello minore, Twitter, quello degli indignados italiani è stato fra i temi più popolari. Molti avevano pensato a una costola nostrana del movimento, visto che precari e studenti senza futuro abbondano anche da noi, come pure il malessere verso la politica e le sue caste. Ma per il momento in piazza scendono solo gli spagnoli, a casa loro e negli altri Paesi dove vivono.
    Tra i pochi italiani che partecipano al sit in di Roma c'è il «barbuto» Marco Ferrando, l'ex candidato di Rifondazione espulso da Bertinotti dopo le sue dichiarazioni su Israele. Oggi guida il Partito dei comunisti lavoratori e tiene sotto braccio il suo appello di due mesi fa, quando invitava gli italiani a imitare la protesta dal basso del Maghreb. Non poteva mancare. «Se la protesta regge in Spagna - dice - vedrete che andrà avanti anche da noi. E ne vedremo delle belle». In piazza un centinaio di ragazzi ripete, in spagnolo, gli slogan che conosciamo anche in Italia, «Noi la crisi non la paghiamo». Dura un'ora poi tutti a casa.


    Scrive su Facebook Francesco Silenzi, solidarizzando con chi manifesta: «Anche in Spagna il primo giorno non ne parlava nessuno. Ora è la prima notizia di giornali e tv». Vero, ma l'arrivo degli indignados in Italia è solo un fuoco di paglia, acceso dalla velocità dei soliti Facebook e Twitter? Oppure il movimento crescerà come in Spagna e alla fine anche la politica dovrà farci conti?
    Il programma è quello originale del movimento spagnolo, gira sulla rete e viene distribuito in piazza con volantini in due lingue. Gli indignados chiedono una «rivoluzione etica», vogliono eliminare la «dittatura dei partiti» per arrivare alla democrazia diretta, «facilitando la partecipazione dei cittadini attraverso i canali diretti». Un'idea molto simile a quella che da tempo sostiene Beppe Grillo. In questi giorni il comico genovese è a Barcellona. Un giornale spagnolo, Pùblico, ha accostato gli indignados proprio al suo Movimento 5 stelle che alle ultime elezioni è cresciuto ancora. E Grillo ne è ben contento, del paragone: «La rivoluzione dal basso ha superato Gibilterra - scrive sul suo blog - ed è arrivata in Spagna dai Paesi del Maghreb. Il contagio potrebbe espandersi in tutta Europa. Il 2011 potrebbe diventare come il 1848, quando le vecchie istituzioni vennero travolte. Un mondo nuovo sta nascendo, l'indignazione è il suo carburante». La protesta è appoggiata anche dal Popolo viola, il movimento nato due anni fa con il no Berlusconi Day. Dai partiti ufficiali, invece, per ora non è arrivato nessun segnale. Tranne Ferrando, che si guarda intorno e sbotta trattenendo un sorriso: «Ma la sinistra, dov'è?».

    Lorenzo Salvia
    21 maggio 2011
    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Tam tam su Internet e l'Italia scopre i cortei «indignados» - Corriere della Sera
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