Bitcoin, la moneta virtuale
che spaventa i potenti
E' boom della valuta pirata: "Non lascia tracce e non può essere falsificata"
ENRICO CAPORALE
Per i critici è una minaccia alla sicurezza e alla stabilità dei mercati. Ma per molti rappresenta un passo decisivo verso l’indipendenza da governi e istituti di credito. Non lascia tracce, non può essere falsificato e non soffre di inflazione. Stiamo parlando del bitcoin, la moneta virtuale che spaventa banche e Stati Uniti.
Ideato nel 2009 da un anonimo studente giapponese che si nasconde dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, bitcoin è nato come mezzo di baratto tra gli hacker. Ora sta rapidamente conquistando il Web. Chiunque può acquistare monete virtuali. L'elenco delle imprese che accettano bitcoin è in continua espansione, da siti legali per giardinaggio, fino ad aste online e negozi di videogiochi. Attualmente un bitcoin vale 9.22 euro e il valore di tutta l'economia bitcoin è stimato in 32,6 milioni di euro. Cifre che terrorizzano la finanza mondiale.
A differenza delle monete tradizionali, bitcoin non ha alcuna autorità centrale di emissione. In teoria, le "monete" possono essere create da chiunque, ma il procedimento è lungo e richiede una notevole potenza di calcolo. L'idea è quella di distribuire la base dati di tutte le transazioni attraverso una rete peer to peer. Questo permette di tenere traccia dei trasferimenti, impedendo che la stessa moneta venga utilizzata più volte. Un modo per allontanare i falsari.
I rischi però non mancano. Pochi giorni fa, racconta il Guardian, due senatori Usa hanno inviato una lettera al Procuratore Generale avvertendoli dell'esistenza di un sito sotterraneo chiamato Silk Road, una sorta di eBay senza legge. “Gli utenti - hanno spiegato i senatori - possono liberamente acquistare e vendere droghe illegali. Un supermercato di cocaina, eroina, ecstasy e marijuana". Lo stesso potrebbe accadere per armi, gioco d’azzardo e prostituzione.
Ciò che rende bitcoin così attraente è che a differenza di altri metodi di pagamento online, come carte di credito o Paypal, non lascia traccia delle transazioni. Un vantaggio per i delinquenti, ma anche per i paladini della privacy, come testimonia il boom di pagamenti con la "moneta pirata".
Una rivoluzione che certamente non piace ai governi e tiene la Cia con il fiato sospeso, considerati i rischi che potrebbero derivare se anche i terroristi usassero i bitcoin. A maggio, scrive Wired, Launch.is - che ogni anno organizza una conferenza per presentare al mondo hi-tech nuove aziende – ha lanciato l’allarme: “ Bitcoin è il più pericoloso progetto che abbiamo mai visto. Si basa su solide base tecnologiche, non può essere fermato a meno di non perseguitarne tutti gli utenti e sposa gli ideali politici dei libertari tecnologici, cioè di coloro che credono nel diritto fondamentale dell’individuo di essere libero, come WikiLeaks, Anonymous, Linux e Wikipedia. Cambierà il mondo a meno che i governi non lo fermino con pesanti sanzioni ”.
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