le quote latte sono una tragedia.
alla faccia del libero mercato che l'europa dice di difendere e di impegnarsi a portare avanti.
ci hanno fatto chiudere le acciaierie per eccesso di offerta, ora tengono le produzioni basse, ma che razza di libero mercato conoscono a bruxelles?
Il coro del Bunga Bunga:
Silvio: ♪fa ♪re ♪sol ♪do ♪fa ♪re ♪sol ♪do
I ministri: ♪mi ♪fa ♪fa ♪re ♪sol ♪do ♪mi ♪fa ♪fa ♪re ♪sol ♪do
Le ministre: ♪si ♪la ♪do ♪si ♪la ♪do ♪si ♪la ♪do
Il giudice: ♪si ♪fa ♪la minore ♪si ♪fa ♪la minore
Assurdo.
Nel mentre veniamo quotidianamente assordati sulle virtù salvifiche del libero mercato e di questa "concorrenza" che rende giulivo il consumatore, si esaltano le "quote di produzione" come nella miglior Unione Sovietica di Stalin (che mai si sarebbe comunque sognata di dire a uno che produceva troppo)
Come fate a giustificare l'esatto contrario di quello che esaltate. Benissimo che il cinese o l'indiano distruggano interi settori col dumping economico ma se uno va a toccare gli interessi dell'Impero Carolingio eccovi fedeli reggicoda della UE.
Come se io facessi il tornitore e la franconia mi volesse dire quanti pezzi devo produrre l'anno, pena multe e galera. Mentre l'allevatore francese e tedesco può produrre a saturare il proprio mercato interno e godere di una grossa aliquota di quelli dei paesi "fratelli".
Ve lo dico quello che penso di voi? Ve lo dico?!
Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.
da quanto ho capito, se non si pongono quote e si lascia libero il mercato i prezzi italiani non sarebbero in grado di far fronte a quelli di altri paesi europei. Se non vi fossero le quote, l'Italia sarebbe invasa , con vantaggi per i consumatori, da prodotti europei a prezzi più bassi dei nostri. Gli allevatori italiani pagano in ternini di vincoli produttivi il fatto che il prezzo venga tenuto alto artificialmente.
"E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini
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