L'acqua è meglio in mani pubbliche
ne sono convinti tre quarti degli italiani
I risultati di un'indagine condotta da Databank e Cerved Group su un campione di mille persone. Un quadro interessante in vista del referendum del 12 e 13 giugno
di LUCA PAGNI
L'acqua dl rubinetto? Meglio pubblica. Ne sono convinti tre italiani su quattro: se fosse per loro lascerebbero la gestione dei servizi idrici alle amministrazione comunali o ai consorzi. E solo poco più di un terzo dei cittadini è convinto che l'introduzione di una maggiore concorrenza porterebbe dei benefici in termini di prezzo e qualità del servizio. Così come gli italiani sono convinti che poco cambia se a gestire l'acquedotto è una società quotata in Borsa o un'azienda dal capitale interamente in mano al pubblico.
Sono, in sintesi, i risultati di un sondaggio realizzato da Databank e Cerved Group che ha raccolto il parere di un campione di mille persone nello scorso mese di marzo. L'obiettivo era quello di misurare il grado di soddisfazione dei cittadini/clienti sul servizio idrico. Ma, allo stesso tempo, ne è uscito un quadro di particolare interesse in vista dell'appuntamento referendario del 12 e 13 giugno.
Secondo il sondaggio, non dovrebbero esserci dubbi su quanto accadrà nell'urna referendaria. Alla domanda se "per l'utente è meglio un gestore pubblico o privato", il 74% delle risposte ha indicato la prima soluzione. Quasi la metà degli italiani si è detto convinto che "più concorrenza produrrebbe vantaggi" per il servizio pubblico: hanno risposto in questo modo il 42% degli interpellati. Di parere opposto un 7% del campione, favorevole "a un gestore privato e a più concorrenza". D'altra parte c'è un altro 23% che dice di "preferire un gestore pubblico ma è anche aperto ad aprirsi alla concorrenza". Ma sommando le varie tipologie di risposta, solo il 37% è comunque favorevole ad avere più concorrenza nel servizio.
Infine, detto che almeno quattro italiani su cinque si dicono soddisfatti del servizio che ricevono (per la precisione l'80,7%), è indifferente se a gestire il servizio idrico sia un gruppo industriale quotato in Borsa (è il caso di Acea a Roma, di A2A a Milano e di Iren a Genova) o società a capitale interamente pubblico. Nel primo caso, si è detto soddisfatto l'83,6% del campione, contro l'81,6%. Meno soddisfatto chi riceve il servizio da una società a capitale misto pubblico/privato, con una quota del 74,3%.
(24 maggio 2011)
L'acqua