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Discussione: Vai, Luigi, vai

  1. #1
    Mangiare gli evasori!
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    Grillo, guarda queste immagini e pensa se Luigi si fosse presentato con il Movimento 5 Stelle...perchè Luigi era uno dei nostri, ha partecipato alla nostra fondazione al Teatro Smeraldo, il 4 ottobre 2009.
    Per i tuoi scazzi personali, abbiamo perso un'occasione enorme di espansione del MoV





    Provaci ancora, Gunny De Magistris | Andrea Scanzi | Il Fatto Quotidiano

    Il trionfo plebiscitario di Luigi De Magistris è uno degli eventi più belli, stupefacenti e meravigliosi dell’intera storia italiana repubblicana (mentre lo scrivo, già sento il fastidio dei cari – cari, cari – polli di allevamento che sbuffano stizziti e si consolano con un’intervista di Aldo Cazzullo a Latorre sull’importanza di un’alleanza con Casini e Rutelli).
    E’ la vittoria di chi non ne può più di questa politica vile, affaristica e correa. E’ un gigantesco sfanculamento da parte di una maggioranza – toh – che non si limita a indignarsi, e già basterebbe, ma ha al contempo la sfacciataggine di credere in una nuova stagione. Affidandosi a un cane sciolto pressoché ignudo di politica politicante.

    E’ uno dei più grandi contropiede che gli italiani abbiano mai compiuto. Un highlight da ricordare, vada come vada.
    Luigi De Magistris è meravigliosamente antipatico e supponente. In privato è meno spigoloso, ma il privato adesso non c’entra. L’ex magistrato non ride mai: sfacciato, arrogante, stronzino. E’ un duro, baby. Lo guardi e lo immagini con la sigaretta in bocca, dopo aver fatto l’amore con una strafiga depressa (il suo target è la “cerebral-depressa”, genere “stiamo facendo sesso ma sappi che mi piaci anche di testa, capisci, ho letto Erica Jong”. Umpf). Lei, abbandonando per un attimo gli ormeggi, azzarda: “Ci vediamo domani, Luigi?”. E lui, spietato come un tackle di Julio Jorge Olarticoechea: “Non faccio mai programmi a lungo termine“. Tipo Humphrey Bogart in Casablanca.

    De Magistris è sempre incazzato. Quando gli hanno detto che aveva vinto, mica era felice. No. Era infastidito. Intimamente infastidito. Aveva lo sguardo di uno che, per rilassarsi, desiderava azzannare una tigre. De Magistris è uno che, per rilassarsi, spacca i mobili con una mazza da baseball canticchiando i Manowar. Si vede, dai.
    Il nuovo sindaco di Napoli – più del 65 percento di preferenze: what??? – è un giustiziere, un vendicatore, un Ispettore Callaghan. Il Gunny della politica. Gunny, lo spiego a chi va al cinema solo per poter partecipare a un dibattito pensoso su Habemus Papam, è il film più sboccato di Clint Eastwood. Uno dei motivi stantii per cui i tonni della sinistra continuano a dire che Clint è bravino, sì, però è anche di destra. Che non vuol dire niente, ovviamente, ma se anche lo fosse verrebbe da dire – e si può dire – che è molto più democratica, coraggiosa, geniale e tollerante la “destra” di Million Dollar Baby e Mystic River che non le messe fracassauallera e politicamente corrette dei Taviani fuori tempo massimo.

    Dicevo.
    Gunny si esprime tipo Borghezio mixato col sergente di Full Metal Jacket. Esordisce così: “Meglio che prendi nota, sono cattivo, incazzato e stanco, mangio filo spinato e piscio Napalm e riesco a infilare una palla da biliardo in c**o ad una pulce da 200 metri. Quindi va a rompere il ca**o da un’altra parte e levati dalle scatole“. Aggiungendo poi che “Io vado a pu**ane da quando Cristo era ancora a capotavola”. Idolo assoluto, ne converrete (a meno che non siate abbonati a Europa).
    Ovviamente De Magistris non parla così. Non è né caricaturale come (volutamente) Gunny, né sboccato. Eppure il suo successo fa leva sull’essersi presentato come hombre vertical, spietato e inflessibile, restio alla mediazione e al compromesso. Lo straniero senza nome di matrice eastwoodiana.
    Come Gunny, potrebbe esordire in consiglio comunale sentenziando: “Qui è la mia volontà contro la vostra e voi avete già perso“. Sarebbe in grado di rispondere a un piddino querulo: “Con tutto il debito rispetto, lei sta cominciando a rompermi le palle“. Oppure, a un pidiellino che incalza sgarzolino - ”Te la faccio pagare a prezzo pieno! Io di sconti non ne faccio” -, replicherebbe acido: “Peccato, perché tua moglie li fa“.
    Lo so, lo so. Gunny è un film. Solo (solo?) un film. E neanche un capolavoro.

    La mitraglia dei buonisti, dei situazionisti e degli ipocriti, è già lì pronta ad accusarlo una volta di più di demagogia, qualunquismo, giustizialismo, inesperienza. I più colti – non parlo con te, Amicone - potrebbero dirgli: “Personaggi come te sono anacronismi: li dovrebbero chiudere in una bacheca con scritto ‘Rompere il vetro solo in caso di guerra’“.
    Magari sarà così e De Magistris si rivelerà null’altro che un Masaniello, un Savonarola, un capopopolo posticcio. Lo vedremo.

    C’è però un dato di fatto. Non è solo il vento che cambia. Non è l’aria finalmente democratica, ma intimamente borghese e un po’ radical chic, che ha portato Pisapia al trionfo. E’ la vittoria di un modo diverso di fare politica (“antipolitica” ‘sta ceppa). Il presentarsi, brutalmente, come estraneo al contesto. Il rifiutare apparentamenti furbetti col peggiore Pd d’Italia per questuare voti: lo avrebbe fatto un Rutelli qualsiasi, o un Fassino di ritorno. Non Gunny. Per questo ha vinto.

    Nel momento esatto in cui proverà a somigliare agli altri, a normalizzarsi, De Magistris diventerà uno come tanti. Un incendiario divenuto pompiere. Un Clint Eastwood divenuto Giuliano Gemma.
    Il neo-sindaco è odiato dal centrodestra; sta antipatico al centrosinistra, a parte del suo partito e pure all’ex amico Beppe Grillo. I politologi – che ppppppalle – asseriscono che per colpa sua il Pd si distrarrà e smetterà di fare la corte al Terzo Polo (come no). Non doveva andare al ballottaggio, non se lo filava nessuno. E invece ha vinto. Perché? Perché i napoletani ne avevano bisogno. Gli italiani ne avevano bisogno. E perché lui non è sceso a patti.

    De Magistris ha inseguito l’apoteosi o il disastro. Non si è mai preoccupato di fingere un sorriso. Non ha mai fatto finta di stimare un giornalista o un avversario. E’ stato se stesso. Tutto o niente. Tutto. Per ora.

    Forse verrà il riflusso. Come nel 2005, il Pd lavorerà alacremente per salvare Berlusconi, tamponando l’improvvisa sicumera del metaforistico Bersani con iniezioni mefitiche di Dalema Thinking. E Gunny inciamperà in errori vari, come e più di altri pasdaran (Leoluca Orlando a Palermo).

    Oggi, però, concedeteci il lusso – fino a ieri impensabile – di sperare infantilmente in un’utopia condivisa, che parta e germogli da una delle città più fiere e devastate di questo paese così bravo a farsi male e così geniale, nel bene e nel male, a stupire. Anzitutto se stesso.
    PEOPLE SMASH AUSTERITY

  2. #2
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    Predefinito Rif: Vai, Luigi, vai

    Da napoletano, non posso far altro che gioire per questa scelta.
    Purtroppo 4 anni fa sono dovuto andar via da Napoli per lavorare, quindi non ho potuto partecipare alla vittoria e alla festa.

    Ripongo, come tutto il mio Popolo, grandi speranze in Luigi De Magistris.
    E' un'occasione enorme, e forse è l'ultima chance per la mia città di risollevarsi.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Vai, Luigi, vai

    Rasputin candidati tu a capo del Movimento e caccia Grillo :giagia:
    dico sul serio!
    Ultima modifica di SteCompagno; 31-05-11 alle 15:16
    VOTA NO AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE
    UN NO COSTITUENTE PER LA DEMOCRAZIA CONTRO L'AUSTERITA'
    http://www.sinistraitaliana.si/ - http://www.noidiciamono.it/

 

 

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