Crisi, risalgono Roma e Bolzano


Una crescita troppo bassa per recuperare in tempi brevi gli effetti della crisi. Il Pil per il 2011, secondo la Confcommercio, sarà dell'1%, raggiungendo uno smilzo 1,2 nel 2012. Ma non è detto che per quest'anno le previsioni possano essere riviste al ribasso: se dovesse continuare l'andamento sostanzialmente fermo del primo trimestre del 2011, la crescita sarà anche inferiore all'1%.

Un'ipotesi ancora teorica e da verificare nei prossimi mesi, mentre è già nero su bianco una stima dei consumi allo 0,7%, rivista al ribasso rispetto allo 0,9% previsto a marzo (per il 2012 si è passati all'1,2 rispetto all'1,5 di marzo). Resta ferma invece la previsione 2011 per l'inflazione, al 2,7 per cento.
«Servono riforme, a partire da quella fiscale che riduca le tasse su lavoro e imprese, puntare sul turismo e valorizzare l'economia dei servizi, aumentare la produttività», ha detto il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, sottolineando la fragilità della crescita, «che allungherà i tempi del recupero». Una fragilità che è stata messa in evidenza dal rapporto sulle economie territoriali che è stato presentato ieri. Solo le province di Bolzano e Roma nel 2012 torneranno al livello di ricchezza del 2007 e lo supereranno leggermente. Le province che fanno peggio sono Crotone, Ascoli Piceno e L'Aquila (che soffre ancora per il terremoto).

Dividendo l'Italia in tre macro aree, il Centro è quello che recupererà di più arrivando a quota 98,4 (fatto 100 il 2007), mentre il Nord-Est sarà a quota 96,9; il Sud a 96,2 e il Nord-Ovest a 95,6, con una media italiana a 96,7.
Lontani ancora, a causa della crescita debole, dal recupero dei livelli passati. E il divario territoriale resta forte: tra il 2004 e il 2011 nel Centro-Nord gli occupati sono cresciuti di 700mila unità, mentre nel Mezzogiorno ce ne sono 200mila in meno. Fatto 100 il dato italiano, il Sud registra il 45,6% dei disoccupati; il 56,9% dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non lo cercano; il 68,45 delle persone in povertà relativa. Se il Sud dovesse crescere del 3% a partire dal 2012 in media d'anno rispetto ad un Centro-Nord che cresce dell'1%, la convergenza arriverebbe nel 2040.

Ma non è tutta l'Italia che stenta. E la Confcommercio lo dimostra confrontando l'andamento della Lombardia rispetto a quello della Baviera: ritornano le stesse differenze, con noi in svantaggio, tra Italia e Germania.
Bisogna cambiare passo, sollecita Sangalli, che però non condivide una riforma del fisco che aumenti le aliquote Iva: «Con i consumi così bassi sarebbe controproducente». Invece bisogna puntare sul turismo: secondo i dati del Centro studi i consumi (nel paese) degli stranieri meno i consumi dei residenti (all'estero) rappresentano lo 0,8% del Pil in Italia, una cifra che sale al 2,8% in Turchia, 3,4 in Grecia, 2,4 in Austria. Se raggiungessimo la quota austriaca ci sarebbe un effetto sul Pil di 1 punto, forse anche 1,5.


Fonte: Crisi, risalgono Roma e Bolzano - Il Sole 24 ORE