Troppe case popolari agli extracomunitari che poi non pagano, con la conseguenza dell’avvio di pratiche per il recupero dei crediti, con notevoli spese legali, in particolare a Reggio Emilia. Ma non è questo il modo di gestire il patrimonio pubblico. Dal 1 gennaio 2009 al 30 settembre 2010, in Emilia-Romagna l’Acer ha istruito 8.466 atti (di cui 849 dirette ad extracomunitari) tra diffide, pratiche legali e solleciti di pagamento.
La denuncia arriva dal consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi, che evidenzia una situazione particolarmente difficile a Reggio Emilia, il suo territorio di provenienza. In questa provincia, infatti, si contano 585 diffide per il recupero delle morosità (390 relative a cittadini italiani, 3 comunitari e
192 extracomunitari) e 246 pratiche legali (164 relative a cittadini italiani, un comunitario e
81 extracomunitari). I dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna sono divisi per provincia e ne emerge che l’azienda Casa dell’Emilia-Romagna (Acer) in poco più di un anno e mezzo ha istruito 229 tra diffide e pratiche legali (di cui 31 a extracomunitari) a Piacenza; 686 solleciti e 107 diffide (15 a stranieri), 112 pratiche legali (35 a stranieri) a Parma; 1.071 solleciti (185 a stranieri) a Bologna.
Passando a Ferrara, nello stesso periodo si contano 1.350 diffide per il recupero delle morosità e 110 pratiche legali (19 extracomunitari), a Forlì-Cesena sono stati avviati 2.203 solleciti e 52 pratiche legali (di cui 16 a extracomunitari), mentre a Modena si contano 607 diffide e 277 pratiche, ma non si sa quante a carico di cittadini comunitari, e a Ravenna si parla di 171 pratiche (31 a stranieri). Meglio di tutti va Rimini, dove tra il 1 gennaio 2009 e il 30 settembre 2010 sono partiti 58 atti per il recupero delle morosità di cui due a cittadini non italiani. Sono alte, dunque, le spese legali sostenute dall’Acer e
il recupero del credito non è assicurato, attacca Filippi.
L’Acer è un ente pubblico economico, dotato di responsabilità giuridica e di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e i titolari sono gli enti locali, ricorda il consigliere. La procedura di recupero crediti, in generale, si attiva dopo due o tre mesi di morosità o per un insoluto che parte solitamente da 500 euro. La pratica d’intimazione di sfratto per morosità, però, non si chiude in tempi brevi.
I Comuni si disperano per i tagli del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, peraltro esigui, e gestiscono in questo modo il patrimonio abitativo pubblico. Assegnano le case agli extracomunitari che, in elevata percentuale, neppure pagano l’affitto.
Il Resto Del Carlino - Reggio Emilia - Filippi (Pdl): "Troppe case popolari a immigrati che non pagano"